MERCOLEDI' 14 NOVEMBRE AL CRASH! –

INGRESSO VIA DELLA COOPERAZIONE 10

– dalle 17,00  – mercato di prodotti biologici

(organizzato tutti i mercoledi' dall'ass.campi aperti )

 

– cena a base di crescentine e tigelle a cura dei cucinieri di strada

 

– serie di proiezioni video sullo sfruttamento dei braccianti stranieri in agricoltura

 

Molti dei braccianti che d'inverno raccolgono gli agrumi in Calabria, d'estate diventano raccoglitori di pomodori in Puglia.

Pomodori che diventeranno pelati, passata, sughi vengono raccolti a mano in lunghissime giornate lavorative, pagate a cottimo e organizzate dai caporali.

I braccianti abitano in condizioni drammatiche in grossi ghetti, cioè baraccopoli isolate nelle campagne, senz'acqua né elettricità.

Migliaia di migranti africani condannati dalla mancanza di alternative a nutrire il grande serbatoio di lavoro nero che sostiene i profitti dell'industria agro-alimentare.

Tutto accompagnato dalla musica dei ''Balkanezmer''

fisarmonica  David Sarnelli  

clarinetto  Marco Ferrari

Quando si parla di musica balcanica con i musicisti di tradizione che la tramandano nei paesi di origine, si scopre che la definizione non è tanto geografica quanto culturale: infatti viene definita tale anche molta musica rumena e addirittura ungherese: dai Carpazi fino alle pianure della Puszta, giù giù fino alla penisola dei Balcani.

Franz Liszt scrisse nel suo Des Bohemiens et de leur musique en Hongrie:

"il musicista Rom prende un tema di canzone o di danza, solo come testo iniziale e su questa idea, che non perde mai di vista, vaga e divaga durante una improvvisazione ininterrotta, arricchendo il soggetto con una tale profusione di caratteristiche, appoggiature, scale, tremoli, arpeggi, passaggi diatonici e cromatici, gruppi e gruppetti di suoni, che sotto questo lusso di tessitura, il tema iniziale appare solo come il canovaccio interno di una passamaneria artisticamente lavorata che lo copre di una rete stretta ed eterogenea. In questa fioritura opulenta di suoni, la melodia è spesso ridotta al ruolo di una armatura di filo di ferro in una ghirlanda di fiori"; Dopo il grande revival della musica ebraica partito dagli Stati Uniti d'America, una notevole ondata di interesse si è rivolta alla musica "Klezmer", che a ben ascoltare ha le stesse caratteristiche di quella balcanica: scale orientali armonizzate alla maniera occidentale; con un po' di studio sulle vecchie registrazioni degli anni '30 e '40, si scopre che gli stessi musicisti ebrei, prima della seconda guerra mondiale, definivano il proprio repertorio urbano, profano e per la danza, con appellativi di carattere geografico come "bulgaro, rumeno, ucraino ecc.", distinguendolo profondamente dalla cultura più tipicamente ebraica; in sostanza il repertorio "Klezmer" altro non è che antica musica balcanica

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