Solidarietà con il Popolo Palestinese

L'operazione “Protective Edge”, scatenata l'8 luglio 2014 da Israele con centinaia di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, ha ucciso in pochi giorni decine di palestinesi dei quali molti giovani e bambini.

Le fonti ufficiali del ministero della sanita' palestinese riportano a tutt'oggi 189 morti e 1400 feriti, 540 case totalmente distrutte, 4 300 case parzialmente distrutte e e altre 530 non agibili, dall’inizio dell’attacco militare.

Massacri e devastazioni a marchio israeliano sulla popolazione palestinese si ripetono ormai ciclicamente. Come nelle operazioni “Piombo Fuso” del 2008 e “Colonna di fumo” del 2012, obiettivi dei bombardamenti sono ospedali, scuole e altri siti civili.

 

 

I bombardamenti su Gaza arrivano ad un mese dall'insediamento del Governo di unità nazionale palestinese e quasi in concomitanza del 10° anniversario della Sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che, il 9 luglio 2004, ha condannato il muro israeliano nei Territori Palestinesi.

Non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e rinchiusa in una prigione a cielo aperto.

Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3 coloni, avvenuto in circostanze ancora ignote, sia l’indiscriminata punizione di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario vieta le punizioni collettive, definite crimini di guerra dalla IV Convenzione di Ginevra (art. 33).

Il governo israeliano sostiene di voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture militari, ma ad essere colpiti finora sono soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele reagisce ai missili da Gaza, la verità per chi vuol vederla e i numeri, se non interpretati con slealtà, sono chiari.

Come sempre, Israele è sordo a tutte le sentenze ed agisce nel silenzio complice dell'Unione Europea che si è ormai circondata da pericolose situazioni di guerra, mentre in Italia l'Alenia Aermacchi (Finmeccanica) rifornisce a Israele caccia M-346.

A differenza di quanto avviene a livello istituzionale e mediatico, sono già numerose e partecipate le manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese nel mondo e in Italia alle quali ci uniamo invitando anche ad aderire alla compagna BDS (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni) contro Israele.

 

 

Dal 1948 i palestinesi vivono condannati a un’umiliazione perenne. Non possono neanche respirare senza avere il permesso.

Hanno perso la patria, la terra, l’acqua, la libertà, tutto. Tanto meno hanno diritto a eleggere i propri governanti. Quando votano quelli che non devono votare, vengono castigati. Gaza adesso viene castigata. L’hanno trasformata n una trappola senza uscita, da quando Hamas ha vinto in modo trasparente le elezioni del 2006. Qualcosa di simile è successo nel 1932, quando il Partito comunista ha trionfato nelle elezioni in Salvador.

Affogati nel sangue, i salvadoregni hanno espiato la loro cattiva condotta e da allora hanno vissuto sottomessi alle dittature militari.

La democrazia è un lusso che non tutti meritano. Sono figli dell’impotenza i razzi che i militanti di Hamas, rinchiusi a Gaza, sparano con puntigliosa imperizia sulle terre che erano palestinesi e che sono state usurpate dall’occupazione israeliana.

E la disperazione, al limite della follia suicida, è la madre delle bravate che negano il diritto all’esistenza di Israele, grida senza nessuna efficacia, mentre l’efficacissima guerra di sterminio sta negando, da molti anni, il diritto all’esistenza della Palestina.

E di Palestina ne rimane poca.

Passo dopo passo, Israele la sta cancellando dalle mappe.

I coloni invadono, e intanto i soldati correggono la frontiera.

Le pallottole consacrano lo spoglio dei resti, per legittima difesa.

Non c’è guerra di aggressione che non dica di essere per difesa. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania.

 

 

EDUARDO GALEANO

 

Associazione Campiaperti

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