Onestamente non ho contatti con Libero Mondo. Credo che la bottega di via Guerrazzi venda anche i loro ( o solo i loro ) prodotti, non saprei. Posso anche provare a passarci…

A Roberta dico che non so se la mia visione sia euro centrica. Sicuramente è partigiana e faziosa, nel senso che influenzata dalle notti passate nei magazzini della gdo.
Facendo il facchino, in effetti, non ho conosciuto i contadini del sud del mondo, ma i facchini del sud del mondo che lavorano nelle piattaforme logistiche della periferia bolognese.
E ho condiviso con loro sfruttamento, umiliazioni, rabbia, lotte e… poche gioie.
Si, insomma, vorrei dire che anche le mie posizioni, da anni critiche nei confronti dell’equo solidale distribuito negli iper e super mercati…anche loro forse hanno la dignità e il diritto di essere considerate frutto di “ecomomia di relazione”, così come le vostre. Solo che avvengono fra un muletto e una pila di bancali; sotto al freddo di luci al neon e urla dei caporali.
Forse ragionamenti simili ai miei li fanno compagn* del crash! influenzati dalle notti passate ai presidi fuori dai cancelli e le manganellate prese dai birri.

Insomma son convinto che i prodotti equo e solidali, transitando in quei luoghi di sfruttamento urbano che sono i capannoni della gdo, assorbono la negatività di quei luoghi, come un aurea negativa…un’aura politicamente negativa!
Comunismo mistico? 😉

Può essere che ci siano anche altri co produttori che la pensano come me (ma magari siam quattro gatti o son solo io) e che allora i mercati di campi aperti potrebbero offrire entrambe le possibilità: equo che si compra anche in gdo e equo che in gdo non si compra, lasciando la scelta consapevole ai singoli coproduttor*. Così come per ctm è stata libera la scelta di approdare alla GdO.

Infine credo sia interessante capire come il meccanismo ricattatorio della gdo, che conoscono bene i contadini tutti, non valga per l’equo solidale. Potrebbe essere utile per capire come contrastarlo anche per i contadini? Per capire come uscirne?

Ps
questo il link del caffè Malatesta che non avevo messo nella mail precedente.

http://www.caffemalatesta.org/caffe-malatesta-perche-non-siamo-certificati-fair-trade/

Wlado

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