I PERICOLI DELLA CANNABIS
di Lorenz Strulga
La Cannabis in Italia è sempre stato un argomento caldo da trattare.
La scelta di vita erboristica e di autosufficienza mi è scaturita grazie alla canapa, grazie alle feste di semina e raccolto del Leoncavallo, grazie a Giancarlo Arnao, e a tutti quelli che hanno promosso la canapa libera, autoprodotta, fuori dai meccanismi economici in cui oggi troppo spesso la vediamo ingabbiata.
Troppi poteri forti si contendono questa pianta, soprattutto in Italia: la Mafia che da decenni ci guadagna, il bigottismo cattolico che non l’accetta, le multinazionali che vorrebbero monopolizzarne le sementi,
l’ordine dei tabaccai che vorrebbero averla tutta per loro…in più ci sono i fascisti, come Salvini.
La Legge Mussolini-Oviglio sul controllo delle droghe del 18 febbraio 1923 (fra un po’ sono 100 anni!), è il primo atto repressivo nei confronti della canapa indiana in Italia. Da allora finirono tutte le sperimentazioni mediche che da metà ottocento andavano dilagando in tutta la penisola, con successi prodigiosi nella terapia di numerose patologie.
Solo i Radicali con Pannella provarono ad aprire qualche spiraglio di libertà, con un referendum che non venne assolutamente considerato dal potere governante.
Ora timidamente ci stanno riprovando i cinque stelle…
ma l’America ha già dato il via libera alla canapa. La Monsanto sta già mettendo mani sui brevetti delle sementi, l’OMS ha spostato la cannabis non light dalla lista degli stupefacenti alla lista dei medicinali, e l’Europa
la segue a ruota.
E L’Italia?
Uno dei migliori
territori in cui coltivare la canapa in Europa. Lo stato con più
fumatori di marijuana: dovunque vai, Amsterdam, Spagna, Marocco, India,
ci son sol degli italiani a fumare canne e ciloom!
Ma un governo
preistorico, incentrato su falsi valori bigotti e malavita, non accetta
questa pianta. Io credo che saremo gli ultimi a riuscire a legalizzarla,
obbligati dalla necessità di adeguarci ai canoni europei.
La
cannabis light: uno spiraglio di luce verso questa mitica legalizzazione
(primo passo verso la liberalizzazione), che ne sento parlare da quando
ho
14 anni.
Cannabis light che a fumarla non fa nulla, ma piace a tantissime persone, io non credevo avesse tutto questo successo.
Eppure fa paura, perché è la pianta spartiacque di un cambiamento culturale e spirituale alle porte.
Il Vecchio regime teme questo cambiamento e non ci vuole dare la soddisfazione per vederlo attuato.
Ma la Natura è più forte, ed il cambiamento avverrà inevitabilmente.
C’è bisogno della canapa: per tutte le malattie autoimmuni che ci stanno
paralizzando, per tutti i tumori che ci stanno divorando, per
l’Alzheimer che ci sta annebbiando, per l’insonnia che ci sta
schizzando, per la
cocaina che detta il ritmo a questa società attuale.
Salvini non mi spaventa.
Non mi spaventano questi ciarlatani, che cosa vuoi mai? Peggio di Jervolino-Vassalli non può succedere.
Mi spaventa di più il grosso business che c’è dietro alla produzione e vendita di sementi, ai brevetti, alla Monsanto.
Mi spaventa di più l’estrema tecnologia che si è sviluppata per
produrre queste piante, che in Italia crescerebbero quasi spontanee
(parlo di
lampade, areatori, idroponica, concimi, terricci professionali…)
Mi spaventa di più l’approccio a questa pianta, che da ribelle com’era
quando l’ho conosciuta, è diventata qualcosa di estremamente
bistrattato, volgare, costoso, e lontano dalla natura e dalla libertà.
E noi cosa possiamo fare?
Dobbiamo spargerne i semi dovunque in modo che diventi selvatica.
Dobbiamo promuovere un approccio più naturale e rispettoso con questa
pianta.
Dobbiamo farla uscire dal business (come dicevano gli ustmamò).
Questo è importante. La liberalizzazione di questa pianta sta arrivando da sola anche senza fare niente. E’ inevitabile.
“La Marijuana non fa niente! Speriamo non si annoi!”(Vecchio slogan del movimento hippy italiano)
Liberala!
Lorenz strulga
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