Noi contadini, piccole e medie aziende agricole biologiche, ci arrabattiamo e facciamo i salti mortali per riuscire a sopravvivere pur di offrire alla collettività i nostri prodotti, sani e di qualità, che portiamo nei mercati cittadini. Siamo tante piccole realtà dislocate nel territorio, dalla pianura alla montagna. Per la maggior parte dei casi, mossi da una scelta di vita, nata dalla passione e dedizione per il nostro lavoro.

Ma è arrivata la Peste Suina?

Fin qui sembra quasi una favola commovente, poi però arriva la Peste Suina Africana, uno dei tanti orchi dei nostri giorni. E questo orco, porta con se tanti gendarmi pieni di pergamene che impartiscono ordini, e questi ordini vanno rispettati, pena multe salate!

Per farla breve e senza troppa poesia: è arrivata la peste suina africana in Italia, per ora confinata in Liguria. La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure. Fortunatamente, noi esseri umani non siamo sensibili alla malattia. Uniche vittime i suini.

Una lunga serie di regolamenti nazionali e regionali stabiliscono le misure che gli allevatori debbono adottare per limitare il diffondersi della malattia tra gli animali selvatici (cinghiali), e per evitare che questi, entrando in contatto con suini allevati, possano contagiarli e di conseguenza creare un enorme danno socio-economico.

Vediamo cosa succede in casa nostra

la peste suina in Emilia Romagna non c’è.

Per fortuna! Diciamo noi, visto l’alto numero di allevamenti industriali che ospita la nostra regione!

In Emilia Romagna ci sono anche tanti piccoli allevamenti biologici, familiari e/o commerciali.

Ovviamente questi allevamenti devono essere dotati di recinzioni che rispettano norme di biosicurezza, (Regolamento n° 1248 in vigore dal 2018)

E cosa succede a questi piccoli allevamenti, in questo frangente?

La regione ordina:

  1. Nonostante l’assenza della malattia in regione, nonostante sia presente la recinzione che rispetta le norme di biosicurezza, i maiali devono essere rinchiusi e non lasciati pascolare.

  2. Nel caso che l’azienda non abbia la possibilità di rinchiudere gli animali, entro pochi giorni dalla notifica regionale, questi devono essere macellati anche se indenni dalla malattia e sani.

  3. Dopo la macellazione e per un periodo di almeno sei mesi queste aziende non possono ricominciare l’allevamento.

Macellare animali sani… chiudere i piccoli allevamenti biologici… creare un danno economico a queste aziende…

Cosa vorranno mai dire queste imposizioni, nonostante l’assenza della malattia in regione? Che voglia dire che la regione ha maggiore interesse (economico e politico), a tutelare e garantire gli allevamenti industriali?

Le industrie regionali, hanno firmato contratti di vendita di carni suine, per i quali “garantiscono l’indennità da peste suina” ai paesi acquirenti extra europei. E per questa “garanzia di indenne da peste suina” come si fa?

Senza troppo preoccuparsi di chi non ha potere contrattuale, si taglia la testa al toro! Si eliminano alla radice i piccoli allevamenti biologici, quelli con spazi all’aperto in cui gli animali possono entrare in contatto con i selvatici!

Le azioni che pensiamo si debbano fare

Noi pensiamo che i piccoli allevamenti biologici siano il futuro per un umanità in cerca di rispetto per la natura e di equilibrio con la biosfera. Non possiamo pensare di continuare ad allevare togliendo agli animali il contatto con la terra, la luce, la vegetazione, gli elementi naturali. Il sistema industriale di allevamento genera un enorme sofferenza per tutti, umani ed animali, e si rivela sempre più insostenibile e non in grado di garantire una vera sicurezza alimentare. Per questo dobbiamo pensare di ridurre il consumo di carne nelle nostre diete, aumentando la qualità e la sostenibilità dei prodotti animali che consumiamo.

Riteniamo sia una grande ingiustizia sacrificare i piccoli allevamenti biologici per salvaguardare il sistema industriale di produzione della carne. La Regione Emilia-Romagna deve attivare urgentemente politiche di salvaguardia delle piccole aziende zootecniche sostenibili da affiancare alle misure di contenimento della malattia. E iniziare a ragionare seriamente sulla transizione ecologica del comparto agroalimentare.

Rete per la Sovranità Alimentare dell’Emilia-Romagna

Qualche notizia in più: info dal sito EFSA

https://www.campiaperti.org/wp-content/uploads/2022/03/pigs-3967549_1280-1024x686.jpeghttps://www.campiaperti.org/wp-content/uploads/2022/03/pigs-3967549_1280-150x150.jpegtommasotMercati, alimentazione e salutePrimo PianoNoi contadini, piccole e medie aziende agricole biologiche, ci arrabattiamo e facciamo i salti mortali per riuscire a sopravvivere pur di offrire alla collettività i nostri prodotti, sani e di qualità, che portiamo nei mercati cittadini. Siamo tante piccole realtà dislocate nel territorio, dalla pianura alla montagna. Per la...Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare