les Soulèvements de la terre: diario di viaggio della mobilitazione 25/26 MARZO – POITOU
25/26 MARZO 2023 – POITOU – NON UN BACINO DI PIÙ – MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN DIFESA DELL’ACQUA
L’INIZIO – 23 marzo
Appuntamento alle otto. Tra saluti, sorrisi, sbadigli ed eccitamento i Sollevamenti della terra partono da Bologna alla volta della Francia. Stiamo andando da sorelle e fratelli della lotta per la difesa del suolo e dell’acqua. Bassines Non Merci, Les Sourlèvements de la Terre e la Confèdèration Paysanne hanno fatto una chiamata a difesa dell’acqua del loro territorio: dobbiamo fermare la costruzione dei mega-bacini idrici nelle paludi attorno a Poitiers, mal-opere di “adattamento al cambiamento climatico” che rischiano di prosciugare del tutto le risorse idriche di una zona già soggetta a siccità.
Per strada salutiamo altrx compagnx di resistenza. Ci fermiamo al presidio No Tav di Venaus, simbolo di una lotta che dura da oltre trent’anni. Sono una comunità che unita è sempre riuscita a difendere la loro montagna e sa che dovrà continuare a farlo.
Risaliamo la catena montuosa e arriviamo nella valle de La Maurienne: siamo nella parte francese interessata dalla costruzione del tav, dove i cantieri sono attivi. Arrivati a La Bouget è inevitabile notare la devastazione: al centro del villaggio il corso del fiume è deviato e i camion trasportano i detriti del tunnel esplorativo. Ci raccontano che a causa dei lavori gran parte delle risorse idriche della valle sono andate perse, tante specie animali sono scomparse e l’aria è densa di polveri sottili. La delegazione No Tav che ci accoglie è contenta della nostra presenza, c’è bisogno di solidarietà. Ci dicono che stanno perdendo, ma non si fermeranno. Noi rispondiamo che non sono solx. Con questo spirito inizia il nostro viaggio.
IL VIAGGIO – 24 marzo
Si riparte in direzione Alta Aquitania. È da più di vent’anni che nella regione sono iniziati decine di progetti per la costruzione dei mega-bacini. Nell’ottobre del 2021 sono iniziati a Sainte-Soline i lavori per il più grande mega-bacino previso. Da allora la lotta dei contadini locali non è più stata isolata, si sono raccolte migliaia di persone attorno a questo tentativo di water grabbing.
I mega-bacini sono crateri per lo stoccaggio idrico e vengono costruiti per ovviare alla condizione di siccità. Non raccolgono l’acqua piovana, ma la prelevano dalle falde nel sottosuolo: questo rende l’acqua raccolta nel bacino non potabile, ne comporta una consistente evaporazione, impoverisce le falde acquifere naturali e aggrava il problema della siccità. L’acqua raccolta dai mega-bacini andrebbe a servire solo il 5% delle aziende agricole, quelle rappresentanti la grande agroindustria, nonostante il progetto sia finanziato per la maggior parte dall’attore pubblico. E sarebbe destinata a irrigare soprattutto le coltivazioni di mais, che attualmente non sono adatte alle condizioni pedoclimatiche del posto e servono in gran parte all’alimentazione degli allevamenti intesivi.
Mentre attraversiamo il paese per raggiungere il lato ovest, la Francia brucia. È da più di una settimana che in quasi tutte le città ci sono proteste contro la riforma delle pensioni che il governo sta imponendo: più il tempo passa e più la folla di manifestanti aumenta. Scendono in piazza per dire no a un sistema-lavoro che ingabbia, sfrutta, impoverisce, aliena. Siamo tuttx dalla stessa parte, contro un’oppressore comune.
VERSO IL BACINO – 25 marzo
Sveglia presto a La Roche. Sappiamo che sarà una lunga giornata. Ci vestiamo di blu per dire che noi siamo l’acqua che si difende. Sono 30.000 le persone venute a Saint-Soline per manifestare contro i mega-bacini: che energia nell’aria, siamo tantx, agitatx, determinatx, unitx, vogliamo che il mondo cambi e oggi useremo i nostri corpi per provare a farlo.
La manifestazione si divide in tre cordoni, ci rincontreremo al mega-bacino. Avanziamo tenendoci per mano con creatività e allegria. Vogliamo sabotare il bacino per sabotare tutto l’apparato capitalistico che governa le nostre vite. Abbiamo aspettative alte perché alta è la posta in gioco: fermare questo sistema malato e vigliacco, che sfrutta, distrugge, affama, ruba e ci proveremo con tutto l’amore rivoluzionario che abbiamo.
Dall’altra parte ad aspettarci però c’è la repressione. La polizia è stata violenta, senza scrupoli, disinibita nella sua brutalità. Eravamo un fiore contro un cannone. L’unico risultato dell’azione è il sabotaggio di una pompa e un tubo centrale del bacino. Torniamo sconfittx, appesantitx, con il cuore deluso e il pensiero rivolto a chi era lì con noi e ora è in ospedale. Ed è sempre dall’unione che ritroviamo la calma, siamo la solidarietà che non si arresta.
No bassaran!
NON CI ARRENDIAMO – 26 marzo
Ieri durante la manifestazione la Confèdèration Paysanne, il sindacato degli agricoltori, ha piantato 300 metri di siepi, essenziali per un modello agricolo a basso consumo di acqua e rispettoso della biodiversità. Ha anche allestito una serra per aiutare un agricoltore ad avviare un’attività vicina al bacino. Queste azioni dimostrano che, al di là dell’opposizione ai mega-bacini, è proprio un altro modello agricolo, senza sfruttamento della terra e che condivide le risorse idriche, ad essere difeso in questa lotta.
Abbiamo bisogno di tempo per metabolizzare quanto successo, siamo in pensiero per chi è stato ferito, ma non ci arrendiamo. Approfittiamo di questo tempo insieme per continuare a parlare, raccontarci la nostra quotidiana costruzione di un’alternativa, immaginarne una comune.
L’acqua è vita, non profitto. La lotta per la sua difesa non si fermerà.
Paola Giordano, Pietro Cafarelli
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