Quali alleanze possibili tra lavoratori agricoli, realtà contadine, tecnici, consumatori, per uscire dall’agricoltura industriale tossica?
Per il bene di contadine, braccianti, consumatori e ambiente, è necessario ridurre drasticamente l’uso di pesticidi in agricoltura..
Ma è possibile questa riduzione senza una trasformazione radicale dei sistemi di produzione e distribuzione del cibo?

Ne discuteremo a partire dal Quaderno
Agricoltura si… cura
dell’Osservatorio Placido Rizzotto / Flai Cgil
in collaborazione con Legambiente

Intervengono:
Silvia Guaraldi, della segreteria nazionale della Flai-Cgil
Fiorella Belpoggi, Emerita direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, Bologna
Camilla De Ambroggi e Valeria Piro, sociologhe del lavoro, Università di Padova
Contadini/e e tecnici che a Bologna e in Emilia-Romagna praticano una agricoltura senza prodotti chimici.

Alla Fattoria del Dono, San Lazzaro di Savena, via Scuole del Farneto, 1

Venerdì 8 novembre 2024, h. 18-20

L’uso di pesticidi in agricoltura è aumentato del 50% a livello globale negli ultimi trent’anni. Solo nel 2019, nel mondo, sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, equivalenti a circa 0,6 kg a persona. In Europa ne sono state usate 500 mila tonnellate. L’Italia è il sesto paese al mondo per utilizzo di pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse, e questo nonostante che il 18% della superficie agricola italiana sia condotta in biologico.
I fitofarmaci in agricoltura hanno effetti gravissimi sulla salute di chi lavora la terra, sull’ambiente e su chi consuma il cibo. Il 44% dei tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno. In Europa gli episodi di avvelenamento acuto negli agricoltori sono 1,6 milioni l’anno.
In parallelo, la crescente diffusione di monocolture intensive, come la viticoltura, che si estendono sempre più vicino a case, scuole e centri abitati, ha determinato gravi ripercussioni sulla salute delle comunità locali, contaminando anche le acque sotterranee e superficiali. L’effetto dei pesticidi, inoltre, è particolarmente visibile sulla salute di chi, come i lavoratori e le lavoratrici migranti, pur rappresentando una forza lavoro essenziale nella produzione di cibo, ha maggiori difficoltà nell’accesso a condizioni di vita e di lavoro sicure e dignitose e a servizi sociali e sanitari.
Nonostante questi dati, lo scorso febbraio, la Commissione Europea ha annullato la sua precedente decisione di ridurre l’uso di pesticidi del 50% entro il 2030.

In collaborazione con: CSA Arvaia, Camilla Emporio di Comunità, Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, APS Città Campagna, Coordinamento Regionale Economia Solidale Emilia-Romagna

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