CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Autore: caf

  • “Una proposta per Cambiare il Campo”

    “Una proposta per Cambiare il Campo”

    Il 15 e 16 giugno a Roma presso la Città dell’Altra Economia in Largo Dino Frisullo il Collettivo per la Convergenza Agroecologica e Sociale organizza l’incontro “Una proposta per Cambiare il Campo”.
    Dopo la Conferenza sui temi dell’agroecologia e dell’insostenibilità del sistema industriale alimentare dell’1, 2 e 3 marzo 2024, che ha visto la partecipazione di alcune centinaia di persone, il nostro lavoro è proseguito.
    Abbiamo portato avanti una campagna diffusa nei territori contro i nuovi OGM e ci siamo prese questi due mesi per rielaborare le tante riflessioni emerse durante la Conferenza. Abbiamo, allora, preparato una proposta politico-organizzativa, che discuteremo il 15 e 16 giugno a Roma, per consentire al processo di convergenza di diventare operativo ed efficace.

    Convergere significa, per noi, costruire percorsi politici comuni capaci di far emergere una voce collettiva forte e indipendente che porti avanti la battaglia per una radicale trasformazione del sistema alimentare industriale. Lo spazio organizzato, che abbiamo immaginato, avrà dunque il compito di intrecciare diverse esigenze: promuovere alleanze e azioni condivise; costruire una voce comune a supporto delle lotte per l’agroecologia e la sovranità alimentare; rafforzare e favorire la circolazione di cultura, narrazioni e conoscenze agroecologiche; garantire la continuità e l’efficacia dell’azione politica e sociale.

    Per raggiungere questi traguardi crediamo sia fondamentale ripensare e ricostruire la politica come attività democratica, condivisa ed inclusiva che permetta di immaginare e sperimentare modelli sociali, relazionali, economici fondati sull’inscindibile nesso tra giustizia sociale e transizione ecologica. 

    L’agroecologia riguarda, dunque, la biodiversità sociale, pertanto promuovere una convergenza agroecologica significa anche avere cura delle relazioni contro ogni tipo di discriminazione.
    Crediamo, infatti, che non si possa immaginare una radicale trasformazione del sistema alimentare attuale senza mettere in discussione le relazioni di potere che lo supportano e che ne consentono la riproduzione.

    Invitiamo all’incontro “Una proposta per Cambiare il campo” tutte e tutti coloro che vogliono attivarsi in questo percorso di costruzione di convergenza agroecologica e sociale.

    Info e documenti su https://cambiareilcampo.noblogs.org/

    Il Collettivo per la Convergenza Agroecologica e Sociale

  • Manifestazione rimandata – evento annullato

    Manifestazione rimandata – evento annullato

    La manifestazione contro il trapianto di riso OGM in provincia di Pavia prevista per sabato 18 maggio è stata rimandata a data da destinarsi. L’evento previsto per stasera 14 maggio al mercato di via paolo fabbri è stato annullato

  • CONTRO I NUOVI OGM/TEA

    CONTRO I NUOVI OGM/TEA

    MANIFESTAZIONE

    SABATO 18 MAGGIO ORE 14

    CONCENTRAMENTO PRESSO LA PIAZZA DEL COMUNE

    MEZZANA BIGLI (PAVIA)

    CORTEO FINO AL PRIMO CAMPO SPERIMENTALE IN ITALIA DI RISO GENETICAMENTE MODIFICATO

     

    PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA

    martedì 14 maggio alle ore 18 presso il mercato di Campi Aperti di via Paolo Fabbri

    Interverrà Daniela Conti – biologa esperta in genetica molecolare

    CONVERGENZA AGROECOLOGICA E SOCIALE

    INFO CAMBIAREILCAMPO.ORG

  • Cambiare il campo!

    Cambiare il campo!

    Siamo contadine, attivisti, ricercatrici, abitanti delle città e delle zone rurali.

    Vogliamo promuovere una convergenza agroecologica per costruire e consolidare alternative al sistema agroalimentare industriale insostenibile e dannoso per la salute e l’ambiente.

    Convergere significa per noi ricomporre la frammentazione politica e sociale che attraversa campagne e città con l’obiettivo di promuovere e difendere l’agricoltura contadina, di tutelare i nostri territori e la salute di chi li vive.

    Abbiamo partecipato alla costruzione della manifestazione “Convergere per insorgere” del 22 ottobre 2022 di Bologna convocata dagli operai in mobilitazione della fabbrica GKN di Firenze, consapevoli che il sistema economico-finanziario nel quale “i loro profitti valgono più delle nostre vite” è causa di cambiamento climatico, distruzione dei territori, soppressione dell’agricoltura contadina, sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, mancanza di reddito, scomparsa di una prospettiva di vita sana e socialità.

    A partire da aprile 2023, con le nostre diversità ed esperienze, abbiamo creato un percorso collettivo con lo scopo di costruire “Cambiare il campo”, una prima Conferenza Contadina in dialogo con i movimenti sociali ed ecologisti, a Roma nelle giornate del 1, 2 e 3 marzo 2024.

    Un evento che vuole essere un momento di incontro e confronto tra molteplici pratiche e conoscenze che, negli ultimi decenni, si sono sviluppate nei contesti rurali e urbani.

    Il contesto, infatti, è caratterizzato da una grande vivacità sociale e culturale intorno alle questioni del cibo, dell’agricoltura e della sostenibilità.

    Esiste un fitto reticolo di realtà rurali, cooperative, associazioni, esperienze di economia solidale e sindacati che prova a mettere in atto delle alternative concrete al complesso industriale del cibo, contestandone in modo più o meno esplicito la logica di funzionamento.

    A partire dai semi di cambiamento che queste esperienze hanno gettato, sentiamo ora la necessità di costruire un percorso di ricomposizione e organizzazione delle diverse realtà territoriali, esperienze e singoli.

    Serve più che mai una voce collettiva forte e indipendente che porti avanti la battaglia per una radicale trasformazione del sistema alimentare; che metta in discussione le politiche e le narrazioni che sostengono attivamente la mercificazione e l’industrializzazione del cibo; che faccia emergere e rafforzi le alternative basate sull’agroecologia e sulla sovranità alimentare.

    È con questo spirito che invitiamo coloro che si riconoscono in questo bisogno di profondo cambiamento a partecipare all’incontro di Roma del prossimo 1-2-3 marzo 2024.

     Bologna, 15 ottobre 2023

    Collettivo per una Convergenza Agroecologica e Sociale

    Cambiare il Campo!

  • INVITO ALLE TANTE VOCI DEL PATTO DELL’APPENNINO: RIVEDIAMOCI, A BOLOGNA, SABATO 27 MAGGIO.

    INVITO ALLE TANTE VOCI DEL PATTO DELL’APPENNINO: RIVEDIAMOCI, A BOLOGNA, SABATO 27 MAGGIO.

    L’ultima volta che ci siamo incontrat* è stato a fine gennaio, in Bisaboga. Avevamo in mente un percorso verso il Patto dell’Appennino, ovvero verso uno “spazio nel quale continuare a congiungere 17 mesi di assemblea permanente in Gkn, il corteo del 26 marzo a Firenze, le vertenze ecologiste e sociali bolognesi, le reti per la sovranità alimentare,  il movimento studentesco, la lotta contro guerra e contro patriarcato. Non è un perimetro organizzativo ma uno spazio di convergenza, insorgenza, di costruzione di immaginario collettivo e classe dirigente dal basso. E’ dove preparare nuovi “tenetetevi libere e liberi”, ma anche una esplosione di pratiche e discussioni di convergenza”.

     

    Poi, non abbiamo fatto altri incontri, ma non ci siamo certo pers* di vista. Perchè abbiamo attraversato le tante iniziative che hanno animato i crinali montani, ci siamo incrociat* ai mercati contadini e a Genuino Clandestino, ci siamo vist* a GKN durante le giornate campali e il festival della letteratura, abbiamo animato tanti eventi a supporto del crowdfunding per la SOS Insorgiamo e siamo stat* nelle strade di Firenze durante la grande manifestazione dello scorso 26 marzo.

     

    Oggi l’Appennino è devastato, così come lo è la pianura romagnola. E quel legame, costruito in mesi di incroci, lo sentiamo sulla pelle. Così come sentiamo, ancor più forte, il legame tra le tante lotte che attraversano questi territori. Perché le frane di fango e i fiumi di melma hanno reso evidente che le grandi opere dal Corno alle Scale fino al porto di Ravenna, passando per le autostrade e i poli logistici, devastano il nostro futuro, mentre la cura del territorio e la sua messa in sicurezza è l’unica grande opera urgente e necessaria.

     

    Ora che le valli sono ostruite dalle frane e le pianure interrotte dalle inondazioni, contrabbandare altrovi possibili non ci basta più. Vogliamo chiamare per nome e cognome le cause di eventi come quelli che abbiamo vissuto in queste settimane. A partire dai quattro temi che abbiamo individuato in questi mesi – 1) acqua, aria, terra, fuoco; 2) la mobilità è un diritto; 3) fabbricare collettivo; 4) per un nuovo abitare – ci sembra urgente rilanciare l’ambizione di ribaltare i rapporti di forza. Perché non potrà tornare tutto come prima, e non si potrà ricostruire tutto, convergere per insorgere.

     

    CI VEDIAMO SABATO 27 MAGGIO ALLE 16.00 IN PIAZZA MAGGIORE A BOLOGNA PER L’ASSEMBLEA POPOLARE SULL’ALLUVIONE.

     

    LEGGI GLI SPUNTI VERSO IL PATTO DELL’APPENNINO, alla base della discussione dei mesi passati:_link

  • Sainte Soline – appello di solidarietà del Movimento ecologista e contadino italiano

    Sainte Soline – appello di solidarietà del Movimento ecologista e contadino italiano

    Con il presente comunicato affermiamo il nostro pieno sostegno e solidarietà alle associazioni Bassines Non Merci, Les Soulèvements de la Terre e Confédération Paysanne che sono state oggetto di una durissima repressione da parte delle forze di polizia durante la manifestazione di Sainte Soline lo scorso sabato 25 marzo. I nostri pensieri vanno alle persone che si trovano tra la vita e la morte, allə feritə gravi e ai loro cari.

    Condanniamo l’azione di repressione da parte della polizia, la cui violenza è ingiustificabile. Il bilancio ad oggi è durissimo: 200 lə feritə, di cui 40 molto gravi e due persone in pericolo di vita. A difendere il mega bacino idrico sono stati impiegati più di 3200 agenti, che hanno fatto uso di armi, come granate lacrimogene e pallottole flashball LBD 40, proibite nella maggior parte dei paesi europei. Inoltre, come denunciato dalla Lega per i Diritti Umani (LDH) presente in qualità di osservatore indipendente alla manifestazione, la polizia ha ostruito l’accesso alle ambulanze, impedendo l’arrivo dei soccorsi il cui intervento sarebbe risultato cruciale per salvare la vita dei due manifestanti.

    Questo episodio è all’apice del clima di tensione che aleggia in Francia negli ultimi mesi, nel contesto della mobilitazione contro la riforma delle pensioni. La cecità del governo di fronte alle richieste della popolazione, che si tratti di temi sociali o ambientali, e la violenza con cui reprime ogni forma di contestazione, non sono degne di una Democrazia. L’annuncio da parte del Ministro dell’Interno di voler sciogliere i Soulèvements de la Terre dopo la manifestazione del 25 marzo è un segnale gravissimo, a dimostrazione di una progressiva chiusura del dialogo ed un incremento della repressione nei confronti di movimenti ecologisti e sociali in Francia e in molti paesi europei, tra cui l’Italia.

    Infine, ribadiamo il nostro sostegno alla battaglia contadina ed ecologista contro i mega bacini idrici promossa dalle associazioni francesi sopracitate. Come cittadinə, contadinə e attivistə, difendiamo un modello di agricoltura contadina rispettosa degli ecosistemi, del suolo, dell’acqua e delle persone. Crediamo che sia necessario ripensare le politiche pubbliche per far fronte alla siccità e alle conseguenze della crisi climatica, ma siamo convintə che i mega bacini idrici non rappresentino la soluzione. Al contrario, il modello di accaparramento della risorsa idrica incarnato dai mega bacini non fa che contribuire ad aumentare le disuguaglianze sociali e a perpetuare un modello agro-industriale insostenibile per il pianeta.

    Esprimiamo quindi profonda preoccupazione per l’adozione, da parte del Governo italiano, dello stesso piano di regimazione idrica basato su invasi, contenimento di fiumi e cementificazione del territorio rurale. Un modello adottato in maniera opaca, in puro stile grandi opere, senza che sia stato spiegato come, dove e perché verranno utilizzati i ben 3,2 miliardi di euro stanziati.

    Sentiamo, di fronte alla violenza di cui siamo testimoni e all’acutizzarsi della repressione rispetto ai conflitti ambientali, di dover prendere posizione rispetto a quanto accaduto a Sainte Soline, perché episodi di una simile violenza non si riproducano più e affinché non prosegua anche in Italia l’assalto al territorio rurale e l’accaparramento dell’acqua.

    In solidarietà,

    REALTÀ FIRMATARIE

    Ecologia Politica Network

    ARI Associazione Rurale Italiana

    Fridays for Future Italia

    Ultima Generazione

    Extinction Rebellion Milano

    Milano World Congress for Climate Justice

    Climate Social Camp

    Gastivists Italia

    ReCommon

    Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze

    Campi Aperti

    Genuino Clandestino

    Autogestione in Movimento – Fuorimercato

    Collettivo epidemia

    Centro Internazionale Crocevia

    A Sud

    (in aggiornamento)

    Traduzione:

    Manifestation à Sainte-Soline: solidarité des mouvements paysans et écologistes italiens à la mobilisation française Par ce communiqué, nous affirmons notre soutien et notre solidarité avec les associations Bassines Non Merci, Les Soulèvements de la Terre et la Confédération Paysanne qui ont subi une grave répression de la part des forces de l’ordre lors de la manifestation à Sainte-Soline le samedi 25 mars dernier. Nos pensées vont aux personnes qui sont entre la vie et la mort, aux blessé.es graves et à leurs proches. Nous condamnons la répression policière dont la violence est injustifiable. Le bilan à ce jour est très lourd : 200 blessé.es, dont 40 très gravement, et deux personnes dont la vie est en danger. Plus de 3200 agents ont été déployés pour défendre la méga-bassine, utilisant des armes de guerre telles que des grenades lacrymogènes et des flashballs LBD 40, interdits dans la plupart des pays européens. De plus, comme le dénonce la Ligue des Droits de l’Homme (LDH) qui était présente en tant qu’observateur indépendant à la manifestation, la police a entravé l’accès aux ambulances, empêchant l’arrivée des secours dont l’intervention aurait été cruciale pour sauver la vie des deux manifestants. Cet épisode intervient au moment où le climat de tension est au plus fort, lié à la mobilisation pour les retraites. L’aveuglement du gouvernement face aux revendications de la population, qu’elles soient sociales ou écologiques, et la violence avec laquelle il réprime toute forme de contestation, ne sont pas dignes d’une démocratie. La décision du ministre de l’Intérieur de dissoudre les Soulèvements de la Terre après la manifestation du 25 mars est un signal très grave, témoignant d’une fermeture progressive du dialogue et d’une augmentation de la répression à l’encontre des mouvements écologiques et sociaux en France comme dans de nombreux pays européens, y compris l’Italie. Pour finir, nous réitérons notre soutien à la lutte paysanne et écologiste contre les méga-bassines porté par les associations françaises mentionnées ci-dessus. En tant que citoyen.nes, paysan.nes et militant.es, nous défendons un modèle d’agriculture paysanne respectueux des écosystèmes, des sols, de l’eau et du vivant. Nous pensons qu’il est nécessaire de repenser les politiques publiques pour faire face à la sécheresse et aux conséquences de la crise climatique, mais nous sommes aussi convaincu.es que les méga-bassines ne sont pas la solution. Au contraire, le modèle d’accaparement des ressources en eau incarné par les méga-bassines ne fait qu’accroître les inégalités sociales et perpétuer un modèle agro-industriel insoutenable pour la planète. Nous exprimons ainsi notre profonde inquiétude quant à l’adoption par le gouvernement italien du même plan de régulation des eaux basé sur les réservoirs,l’endiguement des fleuves et le cimentage des terres rurales. Un modèle adopté de manière opaque, dans le style des méga-projets, sans que l’on sache comment, où et pourquoi seront utilisés les 3,2 milliards d’euros alloués. Face à la violence dont nous sommes témoins et à l’escalade de la répression des conflits écologistes, nous estimons qu’il est nécessaire de prendre position par rapport à ce qui s’est passé à Sainte-Soline, afin que de tels épisodes de violence ne se reproduisent pas, et que l’assaut sur les terres rurales et l’accaparement de l’eau ne se poursuivent pas en Italie.

    En toute solidarité, NO BASSARAN !

    Associations signataires du CP:

    Ecologia Politica Network

    ARI Associazione Rurale Italiana

    Fridays for Future Italia

    Ultima Generazione

    Extinction Rebellion Italia

    Milano World Congress for Climate Justice

    Climate Social Camp

    Gastivists Italia

    ReCommon

    Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze

    Campi Aperti

    Genuino Clandestino

    Autogestione in Movimento – Fuorimercato

    Collettivo epidemia

    Centro Internazionale Crocevia

    A Sud

  • Allevamenti intensivi e produzione industriale di carne: che fare?

    Allevamenti intensivi e produzione industriale di carne: che fare?

    Quali problemi per l’ambiente e la salute umana?

    Cosa possono fare contadini e coproduttori?

    Incontro di autoformazione della Rete per la Sovranità Alimentare dell’Emilia-Romagna

    Domenica 12 febbraio, h. 15.30-18.30

    Presso “Il Buco”, via Zago 11, Bologna (sotto ponte Stalingrado)

    Nell’ambito della transizione ecologica, in particolare nella produzione del cibo, la questione degli allevamenti intensivi e della produzione industriale di carne è particolarmente importante e urgente. La filiera industriale della carne presenta una lunga serie di criticità: il grande consumo idrico e l’uso di terreni per l’alimentazione del bestiame; l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e l’emissione di gas serra legati agli allevamenti intensivi; la perdità di biodiversità; il trattamento degli animali negli allevamenti intensivi e nei macelli; il contributo allo sviluppo di resistenza agli antibiotici; lo sfruttamento del lavoro, spesso migrante, negli allevamenti, nei macelli e nelle industrie di lavorazione della carne; la tendenziale diminuzione dei piccoli allevamenti in favore delle grandi imprese. Tali criticità riguardano sovente anche produzioni cosiddette “tipiche”, “di qualità” e persino “biologiche”, che costituiscono fonti di importanti profitti in Italia e in particolare in Emilia-Romagna: questo rende ancora più difficile affrontare questi temi. Negli ultimi mesi, varie organizzazioni hanno fornito approfondimenti e contributi utili: ISDE-Medici per l’ambiente; Associazione rurale italiana; RECAER (Rete emergenza ambientale e climatica in E-R); CRESER. La Rete per la sovranità alimentare dell’Emilia-Romagna organizza un incontro di autoformazione, con gli obiettivi di: approfondire tali questioni; elaborare un posizionamento della Rete e contribuire alla riflessione e alle mobilitazioni su inquinamento, allevamenti industriali e contrasto allo sfruttamento del lavoro; comprendere le specificità del modello contadino di allevamento e di rapporto con gli animali e il ruolo dell’allevamento nell’agricoltura contadina; ragionare su rivendicazioni e richieste alle amministrazioni locali e regionali.

    Ne parleremo con

    Eva Rigonat, Veterinaria ISDE Modena, che affronterà in particolare le questioni legate all’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi, al legame tra alimentazione e salute umana e al benessere animale;

    Valeria Piro, Sociologa del lavoro, Università di Padova, che descriverà le condizioni di lavoro nell’industria della carne, in particolare in Emilia-Romagna e Veneto;

    Fulvio Bucci e Roberto Roveri, contadini, che ci racconteranno l’incontro organizzato da Associazione Rurale Italiana il 21 gennaio scorso;

    – Un referente di RECA (rete per l’emergenza climatica e ambientale dell’Emilia Romagna)

    – Alcuni allevatori di Campi Aperti.

  • Comunicato Mondeggi Bene Comune del 13/04/2022

    Alla Città Metropolitana,
    Al sindaco Nardella ed al suo partito,
    A tuttə coloro che in questi anni con rabbia ed amore hanno difeso e
    creato una nuova forma di autogoverno dal Basso : Mondeggi Bene Comune.
    Dall’ultimo aggiornamento riguardo il destino della tenuta di Mondeggi,
    vecchio ormai di un mese e mezzo, diversi accadimenti hanno fatto il
    loro corso; tutto ciò, purtroppo, non ha contribuito a dissipare
    minimamente gli enormi punti interrogativi di cui la vicenda è farcita.
    Ci eravamo lasciati nel bel mezzo della stesura del progetto che la Città Metropolitana intendeva inoltrare al Ministero competente in modo da intercettare i fondi europei del PNRR. Lavoro coordinato da
    tecnici dell’Università di Firenze, a cui il comitato Mondeggi Bene
    Comune ha partecipato in maniera attiva – pur non avendo avuto alcun
    riconoscimento formale – fornendo contributi concettuali e operativi
    sviluppati in otto anni di lavoro e permanenza in loco. Nonostante ruoli
    e percorsi differenti, le convergenze con i progettisti sono state
    molteplici: senza entrare nei dettagli per ovvi motivi di spazio,
    entrambi abbiamo intuito ed evidenziato le potenzialità della tenuta in
    termini di aggregazione sociale e produzione agro-ecologica di cibo
    sano, di formazione orizzontale, accoglienza di soggetti vulnerabili e di sviluppo di rapporti gestionali e
    produttivi differenti e innovativi, incentrati sull’utilizzo collettivo
    del bene. Il risultato di tale lavoro, durato un paio di mesi, ha preso
    forma in un documento, purtroppo ad oggi non ancora consultabile, che
    avrebbe dovuto vincolare rigidamente il futuro di Mondeggi alle linee
    guida appena toccate; insomma una base solida sulla quale impalcare il
    processo di co-progettazione dal basso con i potenziali futuri attori
    del progetto, così come stabilito dall’iter iniziale.
    In parallelo a tutto ciò, dopo insistenti richieste durate mesi, si è
    finalmente aperto un momento di confronto tra l’esperienza di Mondeggi
    Bene Comune e la Città Metropolitana di Firenze: alcuni portavoce del
    comitato hanno incontrato alcune delle figure tecniche e politiche
    deputate a gestire la questione. Incontri in verità interlocutori, in
    cui le parti hanno dibattuto astrattamente sulle specifiche esigenze e
    posizioni, senza purtroppo avere a disposizione una base concreta di
    confronto. Incontri terminati, per adesso, in attesa dell’elaborazione
    che l’ente pubblico si è riservato di dare al documento emerso dal
    lavoro dei progettisti, che evidentemente non soddisfaceva in pieno le
    necessità dei tecnici metropolitani.
    Siamo adesso in una fase di stallo: la revisione in corso da parte della
    Città Metropolitana sta di fatto prolungando l’attesa e gli
    interrogativi sul destino della fattoria. Se la parte del progetto già
    inoltrata in sede europea – e già, quindi, ufficializzata – è pressoché
    limitata all’elenco degli interventi di manutenzione strutturale,
    l’ambito più squisitamente politico rimane tuttora da sviscerare. Perché
    questa dilazione, ci chiediamo? Quali sono gli aspetti che, dopo mesi di
    lavoro serrato, a cui ha partecipato la stessa Città Metropolitana,
    restano contraddittori a tal punto da necessitare di una revisione ex
    post? Il bisogno di tempo è funzionale alla lettura e condivisione
    diffusa all’interno del palazzo, oppure ad una modifica sostanziale dei
    principi contenuti nel testo?
    Tutto questo non lo possiamo ad oggi sapere; il contesto e le parole
    udite, però, ci autorizzano a formulare supposizioni. A fronte di alcune
    convergenze, resta evidente una distanza tra la posizione di Mondeggi
    Bene Comune e quella dell’ente metropolitano: se da una parte la spinta
    mira al riconoscimento del “bene comune Mondeggi”, implementando e
    regolarizzando quello che è l’agire attuale, dall’altro l’impressione è
    che la dimensione economica resti preponderante. Il fatto che la
    Mondeggi del futuro debba camminare con le proprie gambe, e non tornare
    ad essere l’attività in perdita che era anni or sono, è fuori
    discussione per tutti; subordinare però a questa esigenza ogni velleità
    trasformativa, annegando nell’economicismo asettico il potenziale
    sociale già parzialmente emerso in questi anni di lavoro, ci pare un
    errore miope. Un progetto che sia innovativo deve saper osare: così come
    Mondeggi Bene Comune ha osato otto anni fa presidiando permanentemente
    la tenuta, salvandola dai reiterati tentativi di vendita, oggi è l’ente
    pubblico che è chiamato a sganciarsi dagli schemi consolidati per
    lanciarsi in qualcosa che sia diverso; ovvero trasversale, partecipato,
    collettivo. Nel consueto gioco a scaricabarile della politica serve
    qualcuno che se ne assuma la responsabilità, indicando a tecnici e
    dirigenti la strada da seguire. Ci rivolgiamo allora al Sindaco Nardella
    perché al più presto elabori una posizione e la esprima alla
    collettività; una posizione che sia rappresentativa della volontà
    politica del suo partito, e che possibilmente non collimi con la
    consuetudine del minimo sforzo e minimo rischio.
    Prendere in reale considerazione il riconoscimento della Dichiarazione
    di Uso Civico, ed interrompere la spirale mediatica che da anni si
    aggrappa ad un concetto di legalità che tutto rappresenta fuorché un
    ideale di giustizia, ci sembra un primo passo sin troppo atteso. In una
    recente intervista radio sull’infelice sgombero dell’occupazione di
    Corsica 81, a cui va tutta la nostra solidarietà, lo stesso Nardella ha
    descritto la Mondeggi del futuro come un “modello di autogestione”, una
    sorta di laboratorio dal basso di nuove pratiche collettive; se queste
    parole corrispondono al vero, e non sono soltanto un tentativo di
    dividere tra “buoni e cattivi”, è adesso il momento di tradurle in
    pratica.
    Come comitato Mondeggi Bene Comune, infine, attendiamo l’esito di questo
    confronto convinti delle nostre ragioni. Abbiamo in questi mesi dato la
    nostra massima disponibilità al dialogo in ogni sede e su ogni
    argomento; non siamo però disposti a scendere passivamente a patti su
    quelli che sono i principi che ci animano e che hanno permesso alla
    fattoria di rifiorire in questi otto anni: abbiamo difeso Mondeggi
    perché fosse veramente di tuttə, e non ci fermeremo certo adesso.