CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Autore: Ppp p(—)

  • Pesticidi, salute e ambiente Esiste l’alternativa?

    Pesticidi, salute e ambiente Esiste l’alternativa?

    Quali alleanze possibili tra lavoratori agricoli, realtà contadine, tecnici, consumatori, per uscire dall’agricoltura industriale tossica?
    Per il bene di contadine, braccianti, consumatori e ambiente, è necessario ridurre drasticamente l’uso di pesticidi in agricoltura..
    Ma è possibile questa riduzione senza una trasformazione radicale dei sistemi di produzione e distribuzione del cibo?

    Ne discuteremo a partire dal Quaderno
    Agricoltura si… cura
    dell’Osservatorio Placido Rizzotto / Flai Cgil
    in collaborazione con Legambiente

    Intervengono:
    Silvia Guaraldi, della segreteria nazionale della Flai-Cgil
    Fiorella Belpoggi, Emerita direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, Bologna
    Camilla De Ambroggi e Valeria Piro, sociologhe del lavoro, Università di Padova
    Contadini/e e tecnici che a Bologna e in Emilia-Romagna praticano una agricoltura senza prodotti chimici.

    Alla Fattoria del Dono, San Lazzaro di Savena, via Scuole del Farneto, 1

    Venerdì 8 novembre 2024, h. 18-20

    L’uso di pesticidi in agricoltura è aumentato del 50% a livello globale negli ultimi trent’anni. Solo nel 2019, nel mondo, sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, equivalenti a circa 0,6 kg a persona. In Europa ne sono state usate 500 mila tonnellate. L’Italia è il sesto paese al mondo per utilizzo di pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse, e questo nonostante che il 18% della superficie agricola italiana sia condotta in biologico.
    I fitofarmaci in agricoltura hanno effetti gravissimi sulla salute di chi lavora la terra, sull’ambiente e su chi consuma il cibo. Il 44% dei tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno. In Europa gli episodi di avvelenamento acuto negli agricoltori sono 1,6 milioni l’anno.
    In parallelo, la crescente diffusione di monocolture intensive, come la viticoltura, che si estendono sempre più vicino a case, scuole e centri abitati, ha determinato gravi ripercussioni sulla salute delle comunità locali, contaminando anche le acque sotterranee e superficiali. L’effetto dei pesticidi, inoltre, è particolarmente visibile sulla salute di chi, come i lavoratori e le lavoratrici migranti, pur rappresentando una forza lavoro essenziale nella produzione di cibo, ha maggiori difficoltà nell’accesso a condizioni di vita e di lavoro sicure e dignitose e a servizi sociali e sanitari.
    Nonostante questi dati, lo scorso febbraio, la Commissione Europea ha annullato la sua precedente decisione di ridurre l’uso di pesticidi del 50% entro il 2030.

    In collaborazione con: CSA Arvaia, Camilla Emporio di Comunità, Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, APS Città Campagna, Coordinamento Regionale Economia Solidale Emilia-Romagna

  • Stiamo cercando collaboratori per un progetto di agroecologia!

    Stiamo cercando collaboratori per un progetto di agroecologia!

    FATTORIA DEL DONO
    Ehi, tu: 
     

    -> Fai parte della rete di Campi Aperti e vorresti occuparti più attivamente di sovranità alimentare? 

    -> Hai voglia di investire un po’ del tuo tempo in un’attività che potrebbe aprirti nuove relazioni e che potrebbe trasformarsi in un’opportunità di concreta?
    -> Ti interessa capire come funziona un progetto finanziato con fondi pubblici e provare a portarlo avanti?
    -> Hai voglia di metterti in gioco per un progetto ambizioso che ha bisogno del tuo aiuto per essere costruito?

    Allora questa comunicazione è fatta apposta per te!
    Da qualche mese, Campi Aperti è impegnata in un’attività di co-programmazione per supportare il Comune di San Lazzaro nella gestione della Fattoria del Dono: dieci ettari di terreno agricolo ed edifici rurali con corte colonica in un contesto agricolo periurbano, tra le frazioni di Cicogna e Idice, ai piedi della collina, in via Scuole del Farneto.
    Un bene comune che il Comune vuole restituire, rinnovato, ai cittadini, alle comunità locali, al mondo agricolo e al sistema produttivo.
    La strategia del Comune comprende la rigenerazione degli edifici rurali (già in corso in quanto beneficiari di un finanziamento regionale), della corte colonica e dei terreni agricoli guardando ai principi dell’agro-ecologia, ovvero introducendo l’uso di tecniche in grado di tutelare e aumentare la fertilità dei suoli e con finalità di integrazione lavorativa e sociale di soggetti fragili.

    Considerate tali premesse, Campi Aperti, insieme ad altri soggetti interessati e accomunati dagli stessi nostri valori (Arvaia, DEAFAL, Agriverde), si è resa disponibile per la messa a punto di un progetto finalizzato alla gestione del bene che comprenderà la possibilità di:

    – coltivare i terreni agricoli secondo i principi dell’agricoltura biologica

    – avviare di un nuovo mercato contadino settimanale per l’offerta locale di prodotti agricoli biologici a km zero

    – organizzare seminari, corsi e percorsi di formazione professionale sull’agricoltura biologica

    – realizzare, attivare e gestire orti di comunità mediante processo partecipativo

    – organizzare eventi culturali e ricreativi su agricoltura, ambiente, solidarietà/ festa del Dono
    A breve, il Comune di San Lazzaro pubblicherà il bando per affidare questo progetto ad un gruppo di soggetti che hanno intenzione di gestire spazio per i prossimi 15 anni e, per noi, è fondamentale capire se ci sono persone nella nostra rete potenzialmente interessate ad attivarsi per questo obiettivo.

    Ci sei?
    Questa nuova avventura ti aspetta. Dai che è una figata!

    Se ci sei batti un colpo il prima possibile, scrivendo a info@campiaperti.org
  • 6 MAGGIO:  TUTTI A RAVENNA

    6 MAGGIO: TUTTI A RAVENNA

    A pochi chilometri al largo di Ravenna dovrebbe attraccare presto una nave rigassificatrice. Autorizzata con procedura d’urgenza (pochi mesi a fronte degli anni necessari per gli impianti a fonti rinnovabili) c’è stata presentata come necessaria a superare la crisi energetica seguita alle speculazioni finanziarie, prima, e alle sanzioni alla Russia, poi.

    A nulla vale, evidentemente, la constatazione che quest’anno, non solo nonostante che gli impianti esistenti non abbiano lavorato a pieno regime, non siamo rimasti senza gas, ma ne abbiamo anche venduto di più del solito al resto d’Europa.

    Il sistema capitalista turboliberista, prima si crea il problema (guadagnandoci un bel po’, come nel caso degli extraprofitti da decine di milairdi di ENI) e poi si fa pagare per risolverlo.

    Si, perché le navi (oltre a Ravenna ne ha già attraccato una a Piombino e altre ne arriveranno) dovremmo pagarle noi. E per un periodo ultraventennale. Vent’anni di gas metano che, tra fughe e combustione, contribuiranno non poco ad aumentare la concentrazione di gas ad effetto serra nell’atmosfera (il metano è un gas climalterante decine di volte più potente della CO2).

    Alla faccia degli accordi di Parigi, il nostro governo, e la nostra regione si prodigano per imporre, nei fatti, un piano energetico basato sulle fonti fossili che durerà per i prossimi decenni. Infatti, oltre alle navi rigassificatrici, sono previsti nuovi gasdotti e nuovi depositi di stoccaggio del metano. Ed ENI insiste con la richiesta di realizzare il suo impianto di cattura e stoccaggio della CO2 derivante dalla combustione del metano presso i suoi stabilimenti ravennati. Il tutto spacciato come Piano Mattei per far diventare il nostro paese lo snodo europeo del gas naturale.

    Poco importa se il gas liquefatto e portato via mare costa varie volte quello trasportato via tubo. Poco importa se l’efficienza complessiva del sistema (tra estrazione, liquefazione, trasporto e rigassificazione) peggiora drammaticamente. L’importante è proseguire questa politica industriale ed energetica assurda e suicida pur di favorire il grande capitale e i padroni d’oltre oceano.

    Contro questa follia autodistruttiva, la Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, la Rete no Rigassificatori no GNL e la Rete per l’Emergenza Climatica ed Ambientale dell’Emilia-Romagna, invitano tutti a mobilitarsi e a partecipare alla manifestazione nazionale indetta per il prossimo 6 MAGGIO a Ravenna.

    Così come il Passante di Bologna, il rigassificatore di Ravenna rappresenta allo stesso tempo un simbolo ed un nodo fondamentale del modello di sviluppo basato sull’estrattivismo e l’economia lineare che ci ha portato sull’orlo del baratro climatico e, ora, pure su quello della catastrofe bellica.

    Per tutto questo e anche per altro bisogna essere in tantissimi sabato prossimo a Ravenna a manifestare. Appuntamento alle 14,00 in via Darsena. Riprendiamoci il nostro futuro.

  • RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    Abbiamo scritto all’Assessore chiedendo di avviare una verifica del “regolamento Covid-19” per scongiurare una nuova chiusura dei mercati. La trovi qua sotto. Facci sapere se condividi.

    All’Assessore al Commercio del Comune di Bologna

    e. p.c., ai mercati contadini della città

    Oggetto: Emergenza sanitaria da Covid-19, richiesta convocazione urgente del tavolo dei mercati contadini di Bologna

    Come noto,

    nella fase acuta della pandemia, i mercati contadini, nonostante le loro caratteristiche (spazio a disposizione per la clientela, collocazione all’aperto, qualità nutrizionistiche dei prodotti, ecc…), sono stati chiusi per un periodo lungo in ottemperanza ad una decisione prima del Comune e poi anche della Regione Emilia-Romagna.

    In seguito alle richieste dei produttori e delle loro organizzazioni, nonché dei gestori dei mercati, il Comune ha convocato un tavolo di confronto che ha elaborato un protocollo di sicurezza da applicare ai mercati di vendita diretta. Sulla base di detto protocollo, i mercati hanno potuto riaprire e, finalmente, i piccoli produttori agricoli (i più esposti al blocco dello sbocco al mercato per i propri prodotti) hanno potuto ricominciare a portare il frutto del proprio lavoro in città.

    Sono ormai diversi mesi che il protocollo viene applicato e possiamo dire di aver accumulato una buona esperienza per poterne valutare l’efficacia e l’applicabilità.

    Tra l’altro, lo stesso accordo sottoscritto al tavolo tra le parti prevedeva un momento di verifica del protocollo Covid. Verifica che non è mai stata svolta, forse perché non se ne vedeva la necessità.

    Purtroppo, ora, l’evoluzione della curva dei contagi richiede che ognuno si assuma un pezzo di responsabilità aggiuntiva. A questo scopo, in autonomia, abbiamo deciso di tornare ad applicare le decisioni assunte col protocollo originale, rinunciando ai pur blandi allentamenti concessi dall’amministrazione al ridursi (purtroppo temporaneo) dell’emergenza.

    Per questo motivo chiediamo, con la presente, la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra mercati e amministrazione con l’obiettivo di pervenire ad un nuovo accordo che, tenendo conto sia dell’esperienza maturata che dei nuovi scenari che si stanno aprendo in questo periodo, scongiuri il rischio di una nuova fase di chiusura dei mercati. Chiusura che per i produttori coinvolti rappresenterebbe il colpo di grazia della loro esperienza imprenditoriale e per i frequentatori un nuovo arretramento rispetto al diritto alla sicurezza alimentare.

    Cordialmente,

    Elena N Hogan

    Campi Aperti per la Sovranità Alimentare

  • La normalità era il problema

    La normalità era il problema

    ISDE Italia, insieme a FNOMCEO ( Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) ha lanciato un appello che pare assolutamente ragionevole. Vi si legge, tra le altre cose: “Non si può pensare di uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale indotta dalla pandemia rimanendo ancorati o addirittura prigionieri dello stesso modello di sviluppo e di consumo che
    ha contribuito a crearla” .

    L’appello (che si può sottoscrivere) sottolinea l’intreccio strettissimo tra qualità dell’ambiente e salute e invita a tracciare una via di uscita dalla attuale pandemia (e per evitare le più che probabili prossime) che riveda alla radice il rapporto dell’uomo con le risorse disponibili.

    Agroecologia, stop al consumo di suolo, transizione energetica verso fonti realmente rinnovabili, tutela delle foreste e del verde urbano. Queste le direttrici fondamentali se vogliamo conservarci in salute nel prossimo futuro.

    Era già così prima del Covid-19. Lo è ancor più ora.

  • LETTERA APERTA AL SINDACO: RIAPRIAMO I MERCATI CONTADINI

    LETTERA APERTA AL SINDACO: RIAPRIAMO I MERCATI CONTADINI

    Carissimi tutti, qui di seguito trovate una lettera aperta che stiamo per inviare al Sindaco di Bologna. In calce trovate le prime firme raccolte. Ci piacerebbe che a queste se ne aggiungessero altre, di singoli e associazioni, anche in preparazione dell’udienza conoscitiva chiesta da alcuni consiglieri comunali e prevista – pare – per mercoledì prossimo 25 marzo.

    Più firme avremo raccolto per quel giorno, più forte sarà la nostra voce dentro le istituzioni cittadine.

    Siamo consapevoli che, in questa rincorsa all’ordinanza più severa, la scelta del Sindaco di Bologna è stata superata dal decreto del Presidente Regionale. Ma speriamo, con questa iniziativa, di aprire un confronto con le istituzioni. Vogliamo continuare ad offrire un servizio essenziale alla città, affermando la sovranità alimentare che, mai come ora, deve trovare tutela nelle scelte politiche e amministrative.

    Non possiamo permetterci di perdere la nostra sicurezza alimentare. Firmate (via mail a p.lanzarini chiocciolina gmail.com) e invitate a firmare la nostra lettera aperta.

    Grazie

    Appello per l’istituzione di sbocchi di mercato per i PRODOTTI ALIMENTARI CONTADINI LOCALI a Bologna durante l’emergenza COVID-19

    Egregio Sindaco, Egregio Assessore Aitini, e, per conoscenza, Egregia Giunta del Comune di Bologna, 

    Comprendiamo il momento critico che sta vivendo il nostro paese e sosteniamo le decisioni assunte dall’amministrazione nazionale, regionale e comunale. Siamo consapevoli di dover contenere drasticamente gli spostamenti ed i contatti per ridurre le possibilità di contagio. 

    Come ben sapete, i prodotti alimentari sono generi di prima necessità, a cui nessuno può fare a meno. Chiudere i Mercati Contadini in città in questa ottica e in un contesto emergenziale ed imprevedibile significa pressoché annientare l’accesso diretto dei cittadini a prodotti alimentari locali e, di conseguenza, aiuta a compromettere la sicurezza alimentare della nostra comunità.
    I mercati contadini riforniscono migliaia e migliaia di famiglie in città con prodotti alimentari freschi e locali; con la loro chiusura il rischio di aumentare la concentrazione di persone al chiuso dei supermercati si fa, purtroppo, concreto. I mercati contadini rappresentano un rapporto diretto fra campagna e città, una filiera corta antichissima, senza intermediazioni, trasporti e passaggi che aumentano a loro volta gli spostamenti umani ed i conseguenti rischi di contagio.
    Per alcuni di noi si tratta di una esperienza quasi ventennale e, quindi, pensiamo di poter dire a ragion veduta che riteniamo possibile organizzare i nostri mercati garantendo le necessarie condizioni di tutela della salute pubblica, in pieno rispetto delle misure sanitarie straordinarie imposte dai DPCM vigenti in materia. 

    Ad esempio: 

    -Limitando gli accessi al mercato per mantenere le distanze di almeno 1 mt tra i clienti.

    -Prevedendo la presenza di un numero adeguato di facilitatori, oltre che di cartellonistica, che ricordino alla clientela di mantenere le distanze e rispettare le norme di sicurezza.

    -Usando i numeri salva-coda per evitare assembramenti di persone davanti ai banchi.

    -Utilizzando guanti ed altri presidi (mascherine) per ridurre i rischi di contatto diretto con i patogeni.

    -Sospendendo ogni forma di animazione e di consumazione, anche solo in forma di assaggio dei prodotti in vendita e riducendo e/o modificando gli orari di apertura. 

    Siamo anche disponibili ad attrezzarci per garantire il controllo degli accessi alle aree attualmente in uso (transennamento, recinzione con nastro da cantiere, ecc…) o, se ritenuto opportuno, ad utilizzare solo quelle aree mercatali che, strutturalmente, possono garantire un accesso regolamentato e controllato (ad esempio, via Azzo Gardino-Mercato Ritrovato, via Paolo Fabbri e via Tolmino – Campi Aperti) magari concedendo di ampliarne le giornate di apertura per poter accogliere i produttori affiliati normalmente afferenti ad aree mercatali considerate non idonee). 

    Nella ferma convinzione che i mercati di vendita diretta siano un’importante risorsa strategica a garanzia della sicurezza alimentare per la cittadinanza di Bologna, auspichiamo un ripensamento rispetto alla scelta di sospendere i mercati contadini di Bologna, ovviamente con la clausola che vengano rispettate rigorosamente le norme di cui sopra, ed eventualmente le altre che dovessero essere individuate come necessarie e attuabili nella circostanza. 
    Scriviamo dunque a voi nella certezza che si possa trovare, insieme, una forma che, pur garantendo le necessarie cautele per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus, permetta di conservare la sostanza della presenza in città di canali di vendita di prodotti freschi e del territorio (ottimi anche per rinforzare le difese immunitarie), in alternativa ai prodotti industriali della grande distribuzione, per il bene di tutti.

    Primi firmatari
    Ass.ne Campi Aperti per la Sovranità Alimentare; Ass.ne Mercato Ritrovato; Mercato Terra Terra di Ozzano; Associazione Idee in Campo; Produttori e sostenitori Biomercato Villa Serena San Lazzaro di Savena (Bo); C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori; Camilla Emporio di Comunità; Extinction Rebellion Bologna; Comitato Rigenerazione no Speculazione; Legambiente Bologna; Associazione 20 Pietre;

  • Nuovi si, …ma sempre di OGM si tratta

    Nuovi si, …ma sempre di OGM si tratta

    Nuovi risultati scientifici sostengono la decisione dell’Europa di classificare OGM gli organismi ottenuti con l’editing genomico.

    Postiamo qui il link ad un interessante articolo di Daniela Conti, biologa da tempo attenta alla questione, sulle rilevanze scientifiche (e sul motivo per cui non ce ne sono molte di più) che avvalorano la scelta europea di classificare il genome editing come tecnica di modifica genetica. Equiparando quindi i prodotti di queste tecniche agli OGM.

    Questo articolo e, soprattutto, le prove scientifiche raccolte per scriverlo aggiungono motivazioni anche di carattere biologico alla posizione di tutte le organizzazioni che da tempo si battono contro questi “incantesimi” che propongono le stesse minestre convinti che basti cambiare nome alla cacca per trasformarla in un’altra cosa. Rimane merda anche se la chiamiamo, chessò, deposito ultimo di sostanze biologicamente trasformate…

    Il resto delle motivazioni risiede nella resistenza ad un sistema agricolo che cerca continuamente di mettere sotto il controllo di pochi la produzione di alimenti. Che, comunque, ci sembra sia una ragione sufficiente di per sé.

  • Ci siamo (quasi): vieni alla festa!

    Ci siamo (quasi): vieni alla festa!

    Il programma completo della festa di tutto quello che abbiamo in comune

    _TUTTO IL GIORNO in piazza
    > banchetti dei produttori di Campi Aperti e di Camilla
    >  mostra “Una per tutte, tutte per una”
    > banco informativo di Camilla e Campi Aperti con utili gadget sostenibili per autofinanziamento della giornata
    > si mangia e si beve con i prodotti contadini del territorio
    > pit-stop cinni
    > campagna tesseramento Campi Aperti 
    > Raccolta donazioni per le navi della ONG Mediterranea Saving Humans

    _LABORATORI E ATTIVITÀ
    > ore 11.30 e 15.00 Il sole in cucina, dimostrazione di cottura solare: ognuno può costruirsi il forno solare /// Laboratorio a cura della 
    Compagnia dello Zukkero
    > ore 17 mangiamo la torta collettiva più grande del mondo
    > ore 17 giochiamo al taboo di tutto quello che abbiamo in comune  
    > ore 10.30 – 13.30 laboratorio di serigrafia con 
    Checkpoint Charly: personalizza una maglietta, un grembiule o quello che vuoi tu (se non ce l’hai la puoi comprare allo stand di Camilla) con grafiche stampate in serigrafia su taschini colorati che potranno essere cuciti sul posto. Laboratorio a  offerta libera


    _CONCERTO
    > ore 18.00  
    Donpasta presenta Food sound System: Cucina e vinili


    _APPROFONDIMENTI in zona tendone centrale

    > ore 10-12 “una per tutte, tutte per una”
    Nuove forme di mutualità per cambiare le regole del gioco, una biblioteca vivente curata da Campi Aperti, Camilla, Arvaia, MAG6 e ARESS

    > ore 15:30 “Quale agricoltura nutrirà il pianeta nel futuro?”
    Due modelli di agricoltura si fronteggiano sul nostro pianeta. Da un lato, l’agricoltura industriale, dominata da grandi corporations e grandi aziende iper-specializzate che operano su un mercato globalizzato. Dall’altro lato, le agricolture contadine, con piccole aziende e coltivazioni diversificate, più attente all’ambiente, le cui pratiche agricole si sono adattate agli ecosistemi naturali e i cui prodotti sono distribuiti su mercati locali. Secondo i dati del Comitato per la Sicurezza Alimentare della FAO, le agricolture contadine a conduzione familiare garantiscono il nutrimento per il 70% della popolazione della terra. Eppure, da decenni, soprattutto nei paesi del Nord del mondo, dominano idee e politiche secondo le quali l’agricoltura va “modernizzata” e “industrializzata” e i relativi mercati “liberalizzati”. Senza tener conto degli effetti distruttivi di queste politiche sulle agricolture contadine del Sud del mondo, né dell’impatto ambientale dell’agricoltura industriale, che è uno dei settori economici che più contribuiscono al riscaldamento globale, è responsabile dell’emissione del 21% di CO2 ed è una delle principali cause di inquinamento delle acque, attraverso fertilizzanti e dei pesticidi chimici. Senza tener conto, infine, dello sfruttamento del lavoro bracciantile che è spesso connesso all’agricoltura industriale. È indispensabile modificare queste politiche e sostenere pratiche agricole ecologiche e circuiti locali di produzione e distribuzione del cibo, rendendo protagonisti i produttori di piccola Scala. ​
    Campi Aperti e Camilla ne discuteranno con:
    – Stefano Liberti, giornalista e saggista, che nelle sue inchieste ha approfondito i devastanti effetti ambientali e sociali delle industrie globali del cibo, il land grabbing in molti paesi del Sud del mondo, i problemi di un sistema di distribuzione basato sulle grandi catene di supermercati;
    – Roberto Congia e Andrea Cinus, del 
    Movimento dei Pastori Sardi, che descriveranno la situazione della pastorizia in Sardegna e le ragioni e gli esiti della lotta dei pastori per ottenere un giusto prezzo per il latte ovino;
    – Holly Tiffen del movimento inglese delle 
    Transition Town di Totnes, per capire quale transizione è possibile a un modello di produzione equo e sostenibile, nelle campagne e nelle Città. 
    – Germana Fratello, contadina e attivista di 
    Campi Aperti
    –  
    Andrea Sousa Lima (ESPLAR), esperta di tematiche di agroecologia, genere, femminismo, formazione e organizzazione di gruppi popolari di donne in progetti in parte finanziati da WeWorld-GVC in Brasile. Partecipa al gruppo di lavoro su genere e il femminismo della Articolazione Nazionale di Agroecologia (ANA);
    – 
    José Ricardo Basílio (MST/ACACE), membro del Coordinamento Statale (per lo Stato del Ceará) del Movimento Sem Terra (MST) e coordinatore politico/referente di MST in Via Campesina [per approfondire potete leggere questo report della rete Fuori Mercato]
    – 
    José Marques de Sousa Neto, responsabile programmi WeWorld-GVC Brasile;


    Introduce e modera: Mimmo Perrotta, ricercatore all’Università di Bergamo e attivista in tema di filiere, lavoro e migrazioni in agricoltura

    In  collaborazione con
    WeWorld-GVC Onlus e Terra di Tutti Film Festival
    Cooperativa Arvaia
    Compagnia dello Zukkero
    Mag6
    Aress – Lo scoiattolo
    Checkpoint Charly

  • ENTRA, PARTECIPA, COLTIVA.

    ENTRA, PARTECIPA, COLTIVA.

    PARTE DOMENICA LA CAMPAGNA DI TESSERAMENTO DI CAMPI APERTI

    Con la Festa di tutto quello che abbiamo in comune in Piazza VIII Agosto domenica 13 ottobre, inizia la Campagna di tesseramento di Campi Aperti.

    I mercati di Campi Aperti sono un luogo di incontro tra la campagna e la città, tra persone che credono in un nutrimento sano che non impoverisca la Madre Terra e in un lavoro che arricchisca tutti.

    Scegliere la tessera del contadino significa essere consapevoli di far parte di una comunità che parte dalla lavorazione della terra per una crescita sana, equa ed ecologica.

    La tessera non dà diritto a sconti e non serve per accumulare punti per poi ritirare premi. Non garantisce nemmeno condizioni di favore per le file ai banchi dei mercati. E’ l’occasione per sostenere la lotta per la sovranità alimentare della nostra comunità e di tutte le comunità. E’ una tessera che certifica il nostro impegno in questa lotta per un futuro di equità e di sostenibilità. E’ un modo per aiutare i nostri mercati a resistere nonostante la burocrazia e la concorrenza sleale dei grandi gruppi industriali e commerciali. E’ una dichiarazione di impegno.

    La tessera di Campi Aperti, in realtà, …sono due. Potrai scegliere quest’anno se far parte dell’associazione o, in aggiunta, sostenere il progetto di finanza solidale che stiamo sviluppando insieme a MAG6 (che sarà presente in piazza con noi). Il costo da sostenere è comunque contenuto (7 o 25 euro). Ma nel secondo caso, aiuterai le aziende che ne avranno bisogno ad accedere a finanziamenti a condizioni particolarmente favorevoli, quindi, a continuare il proprio lavoro e a migliorarne le performance. Il tutto a garanzia di avere prodotti freschi, sani e solidali nei nostri (cioè anche tuoi) mercati.

  • Riflessioni: Tutto quello che abbiamo

    Riflessioni: Tutto quello che abbiamo


    Terra, Cibo, Moneta, Comune

    Non si può partire che dalla TerraMadre su cui poggiamo i nostri corpi, terra materia viva, terra sfruttata, avvelenata, ma terra che riproduce vita; terra inaridita da cui fuggire, terra promessa a cui approdare; terra venduta e terra comprata, terra bene comune; pianeta Terra, non ne abbiamo un altro e non vogliamo trasferirci su Marte; terra e mare, mare cimitero per chi cercava una nuova terra senza scordare quella da cui veniva; terra dei fuochi, terra occupata, terra riconquistata, industria della terra e terra che produce Cibo.

    Cibo per tutti, di qualità, ad un prezzo equo per chi lo compra e per chi lo produce: CampiAperti rende possibile questo da sedici anni nei mercati cittadini, non solo luoghi dello scambio monetario, ma luoghi della socialità e della politica quotidiana; è possibile realizzare modelli di produzione del cibo su scala locale, valorizzando le piccole imprese dei territori, che funzionano come presidi ambientali. Camilla è un passo ulteriore nell’organizzazione della filiera del cibo, costruisce una forma di cooperazione tra i consumatori; ogni tipo di consumo è anche una forma di produzione, siamo tutti coproduttrici e coproduttori, tracciati, mappati, invitati a spendere sempre di più per qualcosa che molto spesso non ci serve: cooperare nella scelta di ciò che vogliamo acquistare è un passo nella riconquista di spazi sottratti alle logiche di mercato. Non abbiamo paura dell’economia e della Moneta.

    Moneta, scambio, valore, economia, concetti e pratiche con cui ci confrontiamo quotidianamente. Il denaro è lo specchio delle relazioni sociali, per questo non ne abbiamo paura: costruiamo relazioni sociali fondate sul bene essere comune e sulla cooperazione non su logiche di profitto e sfruttamento delle risorse naturali e delle altre forme di vita.
    ​Potremmo anche immaginare un mondo senza denaro, ma al momento preferiamo organizzarci per valorizzare i circuiti della cooperazione: la sperimentazione di una moneta altra come il Grano tende a questo.
    La nostra economia, la nostra moneta sono quelle del Comune.

    Comune è la ricchezza della TerraMadre, come Comune è la ricchezza sociale condivisa da noi tutte e tutti, fatta di linguaggi, conoscenze, idee, relazioni, macchine sociali e digitali, elementi materiali ed immateriali.
    Comune è oltre il pubblico e oltre il privato: pubblico e privato giocano ognuno il proprio ruolo, in apparente contrapposizione, in un’ economia che non ha nessun legame col benessere delle persone e del vivente. Il privato si mangia quotidianamente grandi fette di pubblico, il pubblico è ormai diventato sinonimo di spreco, inefficienza e corruzione. Facce della stessa medaglia che è quella che premia i tagli ai servizi e la messa a profitto di ogni ambito della vita.

    Tutto quello che abbiamo in Comune

    Campi Aperti è un’associazione che tramite i suoi mercati vuole dare sbocco economico concreto alle piccole aziende agricole biologiche, e quindi a soggetti privati, Camilla è una cooperativa di consumatori, ed è un soggetto privato. Nessuna delle due è pubblica, per come si intende il settore pubblico; ma nessuna delle due insegue solamente il proprio interesse privato.
    Comune è lo spazio politico ed economico della cooperazione sociale.
    Comune è lo spazio di questa piazza, oggi 13 ottobre 2019.

    Ancora una volta non è e non sarà facile, nessun potere ci regalerà nulla:
    c’è e ci sarà bisogno di azione politica collettiva, di lotte per conquistare ogni piccolo spazio di libertà per tutte e tutti.

    Una Camilla, coproduttore di Campi Aperti