È l’assurda storia successa a Marco Borella, un apicoltore che al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza, aveva esposto come ogni settimana sul suo banchetto del miele uno striscione con scritto sopra “stop bombing Gaza, stop genocide”. Qualcuno però lunedì mattina ha chiamato i Carabinieri che hanno intimato a Marco di togliere lo striscione, pena una multa da 430€ per “propaganda politica non autorizzata”. Lo striscione è rimasto al suo posto e Marco ha preso la multa. Nei prossimi giorni farà ricorso contro questa sanzione, ma intanto la repressione ha già ottenuto un risultato: Marco rischia di prendere ogni volta una multa e per questo probabilmente non esporrà più lo striscione.

la testimonianza diretta di Marco Borrella:

Cari amiche e cari amici, ciao a tutti e a tutte. Vi mando questo messaggio perché ci tengo a condividere con voi quello che mi è successo questa mattina, un episodio che reputo molto grave. Come sapete, oltre ad essere un educatore, da qualche anno faccio anche l’apicoltore e questa mattina ero a fare il mercato con il mio banchetto del miele.
Da un paio di mesi tengo uno striscione con la scritta Stop Bombing Gaza e Stop Genocide, quindi basta bombe su Gaza e basta genocidio. Questo striscione evidentemente ha destato l’attenzione di qualcuno a cui non era gradito e sono stati chiamati i carabinieri.
Io mi sono rifiutato di rimuovere il mio messaggio che è sostanzialmente un messaggio di pace, non offende nessuno, non viola i diritti di nessuno e soprattutto non istiga all’odio raziale, di genere, religioso, etnico, culturale, nessun tipo di odio viene veicolato dal mio messaggio.
E alla fine è un genocidio. Al mio rifiuto di fatto i due carabinieri presenti hanno chiamato un loro collega di grado superiore e quando questi è arrivato al mercato mi è stato fatto un verbale con una sanzione di 430 euro.
vi chiedo di diffondere questo messaggio perché credo che il significato politico di quello che è successo sia molto grande e credo che quello che è successo sia molto grave perché è una repressione del dissenso ed è un modo per mettere in silenzio chi chiede la fine di questa guerra oscena e disumana.
La giustizia ambientale che voglio per le api e per la nostra terra da quella che è la giustizia sociale, anzi non ci può essere l’una senza l’altra, per questo motivo sono convinto che l’immigrazione non dovesse essere rimosso e anzi quando le persone si fermano a parlare è già un primo passo perché noi abbiamo bisogno che di questo massacro indiscriminato se ne parli, è la prima cosa.
Perché fino ad ora quello che vediamo è il silenzio e l’indifferenza, con questo vi ringrazio se potrete diffondere questo messaggio e vi mando un abbraccio per chi è insieme a me una buona continuazione di questa lotta per i diritti. A tutti, buona giornata, ciao!

tratta da:  https://www.radiopopolare.it/puntata/?ep=popolare-clip/clip_14_10_2024_19_09

 

 

 

 

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