in via Fioravanti 27, di fronte alla nuova sede comunale.
dalle ore 17,30 alle 21
di nuovo vicino agli occupanti
vicino a quelli che resistono
vicino a quelli che sono stati sgomberati sabato 18 luglio dall’ex sede Inps-Inpdap di via dei Mille
in via Fioravanti 27, di fronte alla nuova sede comunale.
dalle ore 17,30 alle 21
di nuovo vicino agli occupanti
vicino a quelli che resistono
vicino a quelli che sono stati sgomberati sabato 18 luglio dall’ex sede Inps-Inpdap di via dei Mille
Cari Campi Aperti,
allo stato attuale delle cose è sotto gli occhi di tutt* che la visione
antropocentrica del mondo stia distruggendo il pianeta, ci vuole un
cambio di paradigma radicale ed è proprio in questo contesto di presa di coscienza
ambientale che prendono vita tutte le varie iniziative, fra cui progetti
come il mercatino dei Campi Aperti, che vanno a rileggere in senso politico la posizione
dell’uomo sul pianeta.
Mentre il sistema capitalistico corre a ruota libera verso il disastro,
i movimenti libertari approfondiscono l’analisi della Liberazione
scavando sotto i concetti di Fascismo e di Dominio per smantellarli attraverso la loro
declinazione in significati più precisi ed attuali. Ad esempio
l’applicazione dell’analisi politica alle relazioni personali ha portato alla critica del patriarcato,
all’individuazione del sessismo come pratica di dominio e
all’autoliberazione, almeno teorica, delle donne e delle soggettività
LGBTQI.
L’istanza antispecista si colloca su questa linea di messa in
discussione dei dispositivi di dominio palesando il tabù che cela la
segregazione e la sofferenza di miliardi di oppressi. Proprio intorno alla Sofferenza e la Vulnerabilità
si sviluppa un’analisi che coinvolge pensatori e pensatrici di
molteplici estrazioni, dalla filosofia etica alla teoria queer, dall’antropologia alla storia.
La questione animale nella sua forma più recente ci si presenta come
Antispecismo che si distingue dall’Animalismo perché va a riposizionare
l’umano fra gli animali oppressi e sfruttati e lotta per la liberazione
di tutti gli animali insieme, umani e non, individuando una uguaglianza
formale e una continuità storica fra i sistemi di sfruttamento che opprimono i non umani e quelli che
opprimono gli umani.
Dopo la dichiarazione di Cambridge sulla Consapevolezza, in cui premi
nobel e luminari delle neuroscienze hanno dichiarato che per la scienza
oggi è evidente che la maggior parte degli animali, sicuramente tutti i
mammiferi, gli uccelli ed i polpi, siano da ritenersi coscienti in una
misura simile a quella umana, si hanno motivazioni ancora più certe e
chiare per dichiarare che l’immaginario che vede gli animali come merce
sia non solo scientificamente infondato e collassante dal punto di vista
ecologico, ma anche eticamente problematico; da cui la messa in
discussione di alcuni nuovi miti mistificatori,
come quello della fattoria felice. L’università di cambridge ha
confermato (cosa nota a chiunquee abbia vissuto con un cane) che ogni
singolo animale, sviluppando coscienza, si delinea come individuo, con
caratteristiche, simpatie, avversioni personali e un identità unica.
Il collettivo antispecista di xm24 pone domande che rimangono
tragicamente aperte: è giusto lucrare sulla sofferenza e prigionia di
individui? La diversità è un termine utilizzabile per avvallare la sofferenza e la prigionia di
individui? Consapevoli che nessuno di noi sia alle prese con la
sopravvivenza base ma che l’ industria del consumo e sfruttamento animale sia atta solo a
soddisfare il gusto ma nessun bisogno primario, ci domandiamo se è
giusto imprigionare, sfruttare e uccidere per motivi di gusto. Lo
sfruttamento animale risponde a un istinto naturale insito nell’uomo o
le cose andavano diversamente prima che cominciassero a circolare libri
scritti da dio con passaggi simili a questo:
..riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra»…?
Anche in un contesto che riconosce la necessità di una decrescita felice
e di svincolare l’umano dalla macchina del cibo industriale, a senso
auspicare un ritorno acritico alla vita contadina?
Vi scriviamo perché essendo xm24 sostenuto e formato anche dalle istanze
politiche dell’ antispecismo ed essendo il mercatino del giovedì
attraversato da moltissim antispecist, vorremmo che il dibattito sulla
questione animale, che anima questo spazio da molti anni, fosse esteso
anche all’assemblea di Campi Aperti e alle sue individualità.
Gli/le antispecist che frequentano il mercatino avvertono con disagio la
vendita di corpi e prodotti animali e i/le tant antispecist del
collettivo xm24 trovano che l’aggiunta tacita di un ulteriore bancarella specista con tranci
sanguinolenti sottovuoto sia in linea con il silenzio comunicativo che
si è creato fra xm24 e il mercatino su questo tema ormai da anni.
Quindi se in passato ci sono state modalità troppo dirette vorremmo con
questa lettera, e avvalendosi del consenso di xm24, allargare la
discussione a chiunque voglia contribuirvi per quello che riguarda lo
spazio comune e la sua gestione. Crediamo che soprattutto all’interno
del perimetro del centro sociale le questioni che emergano riguardanti sessismo, razzismo, autoritarismo,
fascismo e specismo vadano discusse col centro, per il motivo che al suo
interno ci sono persone che trattano queste materie e non possiamo fare
finta che xm24 sia un contenitore vuoto. Vogliamo che il centro sociale
e il mercatino continuino a offrire quella piazza, non neutra ma plurale e politica, dove le
argomentazioni possano trovare modo di confrontarsi pubblicamente da
pari.
La distinzione fra biologico industriale e biologico autocertificato
promossa da genuino e clandestino si approfondisce nel mercato del
giovedì dove il discorso sulla vita (bio logos) arriva a coinvolgere produttori e
consumatori oltre che i prodotti; vorremmo che le scelte fatte
reggessero il confronto con un’etica radicale non riconducibile al green washing (pitturatina verde)
utilizzato dai supermercati, ma siano parte integrante dello scambio di
idee, appunto, plurale, che avviene nella meravigliosa agorà che campi aperti e xm24
sanno creare insieme.
Nei giorni 15 e 16 aprile ospiteremo due eventi No-Expo che mostrano
esattamente il tipo di attitudine che questa lettera cerca di avviare,
il 15 ne parlerà genuino e clandestino mentre il 16, nella Cena parlata
Il PiattoEXPOrco, ne parleranno gli/le antispeciste da milano con
BellaVeg, Earth Riot e Frangettestreme. Per i due eventi sarà redatto un
unico volantino e si cercherà una commistione di interventi e contenuti.
Trovandoci come spazio xm24 a condividere e ospitare istanze ampie i cui
margini entrano in contrasto fra di loro non troviamo miglior proposta
che portare le questioni al centro in modo che possano confrontarsi in modo
schietto e trasparente.
Siete tutt invitat a tutti e due gli eventi!
XM24
Invitiamo chiunque sia interessato ad apprendere il procedimento di produzione della birra a partecipare a 5 incontri di formazione tenuti dai produttori del Birrificio “Fermenti Sociali” di Valsamoggia (Bo) facenti parte dell’associazione Campi Aperti.
Chi seguirà questo piccolo corso avrà la possibilità di far parte del nostro progetto “Birra dal Basso”, che ha lo scopo di aprire un laboratorio di produzione di birra artigianale e biologica all’interno di Làbas, l’ex Caserma Masini occupata.
Il primo incontro si terrà venerdì 27 marzo alle ore 20.00 presso Làbas, mentre le altre date sono ancora da fissare (in ogni caso tutte dalle ore 20.00).
Al termine di ogni incontro organizzeremo degustazioni tematiche con diversi tipi di birre. Agli incontri di preparazione seguiranno una o più giornate di stage presso il birrificio Fermenti Sociali.
1° incontro:
analisi dei procedimenti di produzione della birra e delle attrezzature necessarie
2° incontro:
fasi tecnologiche e biochimica della produzione della birra
3° incontro:
materie prime; malti, luppoli e altri ingredienti
4° incontro:
stili di produzione internazionale e ricette
5° incontro:
tipologie e gestione dei lieviti in fermentazione e rifermentazione
Di seguito, il comunicato di presentazione del progetto:
BIRRA DAL BASSO
“…sai che storia riuscire a produrre birra qui dentro..?”
Per noi produrre birra non è solo un procedimento meccanico, ma un processo di valorizzazione e crescita. Così come nella BioPizzeria, dove in quella filiera di trasformazione vengono mescolati ingredienti come la qualità dei prodotti, la condivisione dei saperi, la formazione indipendente, l’autoreddito e l’emancipazione dai circuiti della Grande Distribuzione Organizzata, così vogliamo intendere il futuro laboratorio di produzione di birra a Làbas.
Vogliamo costruire e praticare uno spazio che aggiunga un tassello alla costruzione della nostra sovranità alimentare, che riporti la produzione nei territori e riduca al minimo la distanza tra consumatore e produttore; quella stessa distanza che porta a non chiedersi cosa portiamo quotidianamente sulle nostre tavole e qual è la storia dei prodotti che acquistiamo, siano essi OGM, frutto di lavoro sottopagato e sfruttato o semplicemente trasportati dalla Germania in Italia passando per l’America, con buona pace della sostenibilità ambientale.
Uno spazio che rompa le logiche del lavoro classico, caratterizzate da sfruttamento, subordinazione, precarietà, per aprire invece luoghi di orizzontalità autogestita, che alla parola “sviluppo” sostituisca quella di “crescita”, che ad un’economia di profitto anteponga un’economia di giustizia, introducendo quindi modelli alternativi di reddito, formazione e cooperazione.
Perché riteniamo che la cooperazione sociale non sia solamente una parola, peraltro ormai decisamente compromessa con le moderne forme di sfruttamento che pretenderebbero appropriarsene, ma piuttosto una buona pratica che si esprime, per esempio, attraverso corsi di autoformazione pubblici fatti da chi produce birra da anni, lavori collettivi di costruzione del laboratorio che sappiano intersecarsi con chiunque interessato al progetto; pensiamo quindi a giornate aperte di lavorazione e produzione che sappiano trasmettere il come produrre birra da sé, perché è facile, vantaggioso e divertente.
Costruiamo uno spazio che condivida saperi critici, quegli stessi saperi che rifiutano la spettacolarizzazione del cibo e la speculazione sulla filiera, la devastazione del territorio e la predazione delle sue risorse: esattamente quei processi che vediamo dispiegarsi all’interno del maxi evento Expo2015 e che si verranno a materializzare nella futura grande opera bolognese: F.I.Co.
Insomma, un luogo di sperimentazione sociale, che invitiamo tutti a conoscere e supportare.
Perché all’idea del sogno che si realizza preferiamo quella della conquista sociale collettiva.
Làbas Occupato
Associazione Campi Aperti
Il patto di collaborazione è previsto da un regolamento comunale specifico e dovrebbe avere la funzione di trovare accordi tra soggetti privati e amministrazione per una gestione dei beni comuni (intesi sia come patrimonio immobiliare che immateriale, come le relazioni sociali) che distribuisca oneri ed onori in capo ai diversi soggetti interessati.
Quando abbiamo chiesto al Comune di rivedere la forma convenzionale che ci legava per i mercati di XM e Savena e, in prospettiva, per quello di VAG, il Comune, tramite l’assessore Lepore (che nel frattempo aveva sostituito la Monti nelle competenze sulle attività produttive), ci ha invitato a scrivere un progetto nelle forme previste dal regolamento sulla gestione dei beni comuni.
Abbiamo quindi inserito in quel progetto le nostre pratiche (GP, riduzione rifiuti, gestione partecipata dei mercati) e trattato sulla riduzione dei tributi applicati ai nostri mercati. In particolare uso del suolo pubblico e rifiuti.
L’assessorato ha apprezzato in particolare le pratiche di Garanzia Partecipata (e qui si impone un ringraziamento all’enorme lavoro svolto da Laura e dal gruppo da lei coordinato!) in quanto, per loro stessa ammissione, faticano a verificare il rispetto delle norme nei farmer’s market attivi in città.
Un po’ meno si sono scaldati (ma questa è una mia impressione, confesso) sulle questioni riguardanti la riduzione dei rifiuti, ma nell’impero di HERA, dove le politiche di riduzione dei rifiuti sono “poco sostenute”, c’era da aspettarselo…
Tra le nostre richieste iniziali, c’era la realizzazione di un mercato in piazza Verdi. Ma da subito Lepore ci ha chiesto di spostare la nostra attenzione su p.zza Puntoni che, a suo dire, era comunque un sito adatto e rispondeva alla loro idea di distribuire il carico di iniziative sull’intera via Zamboni.
sabato 21 marzo all’Ex Telecom Occupata, via fioravanti 27, Bologna
a partire dalle ore 15.00:
– Consegna delle Arance di SOS Rosarno (per info e ordini: il
popolodellearance@gmail.com)
– Lavori di giardinaggio e orto nelle aiuole con l’associazione
Campiaperti e Trame Urbane
– Merenda meticcia
– Attività per bambini
In difesa delle occupazioni abitative!
Contro gli sfratti e l’articolo 5 del Piano Casa!
Contro la cementificazione e le speculazioni edilizie!
Verso la seconda Marcia della Periferia e della Dignità di sabato 28
marzo!
incredibile ma vero, ci siamo!
vi aspettiamo venerdì, con noi ci saranno anche alcun* compagn* dalle dieci realtà visitate nel nostro viaggio per l’Italia e, presumibilmente, le farfalle nello stomaco ^__^
vi aspettiamo!
> Dalle 19,30 cena sociale a cura di Eat the Rich
> Dalle 21,30 prima presentazione bolognese del libro:
“Genuino Clandestino – Viaggio tra le agri-culture resistenti ai tempi delle grandi opere”
– A seguire djset
* * * * * * * * * * *
Genuino clandestino
Viaggio tra le agri-culture resistenti ai tempi delle grandi opere
Il libro. Un po’ diario di viaggio e un po’ reportage, il libro racconta l’Italia di Genuino Clandestino, una rete di piccoli agricoltori e artigiani che hanno creato negli anni un mercato alternativo per affermare con il loro lavoro l’autodeterminazione alimentare e il valore della produzione locale di qualità. Partiti da Monteombraro, nel modenese, gli autori hanno percorso l’Italia in lungo e in largo fino a Ramacca, in provincia di Catania delineando un quadro autentico fatto di volti, gesti e scelte coraggiose di chi oggi lotta per ricordare a noi tutti la necessità di rapporto più diretto e consapevole con la terra e il cibo.
http://vag61.noblogs.org/post/2015/02/27/prima-bolognese-del-libro-genuino-clandestino/
c/o VAG61 (via Paolo Fabbri 110) – BOLOGNA
Campiaperti associazione per l’agricoltura biologica e contadina
Cabral asia africa america latina
in collaborazione con Exaequo- bottega del mondo
Lunedì 23 febbraio 2015 ore 17,30
presso la biblioteca Amilcar Cabral, via S.Mamolo24, Bologna
presentano il libro
La lunga marcia dei
senza terra
dal Brasile al mondo
di
Claudia Fanti
Serena Romagnoli
Marinella Correggia
prefazione di Frei Betto
Editrice EMI
Saranno presenti
Claudia Fanti, coautrice
Roberto Vecchi, Università di Bologna
un produttore di Campiaperti
Pier Maria Mazzola, direttore editoriale Emi
Al termine una breve presentazione del progetto Ilmurran.
Il progetto prevede la creazione di un film e di un libro sull’esperienza avvenuta nell’estate 2014, di una giovane ragazza Maasai che ha raggiunto una “pastora” piemontese sui pascoli delle Alpi Marittime. Due donne lontanissime tra loro hanno vissuto una stagione d’alpeggio insieme, condividendo il lavoro e riconoscendosi più vicine.
Un film interamente sui “masai” – africani e italiani – inseguendo i confini dello stereotipo e ricercando l’essenza di un popolo nomade, di fiera saggezza.
www.campiaperti.org www.centrocabral.com www.exaequo.bo.it www.ilmurran.it
Gli Alimenti non possono essere Merci, sono un Diritto Umano!
Cari amici e amiche della città di Milano, e cittadini di tutto il mondo!
Stiamo seguendo dal Brasile, insieme ai movimenti contadini di Via Campesina Internazionale, i preparativi per EXPO Alimentazione, che le multinazionali e i governi al loro servizio stanno organizzando nella città di Milano.
Purtroppo, negli ultimi anni, con la globalizzazione del capitale finanziario e l’internazionalizzazione del capitalismo, le grandi corporazioni e le loro banche stanno impossessandosi dell’economia mondiale. Vogliono trasformare tutto in merce.
L’unico obiettivo delle loro attività è proprio il massimo profitto.
Per loro non ha alcuna importanza se è necessario distruggere la natura, squilibrare l’ambiente, porre fine alle riserve di minerali , di acqua e altri beni necessari.
A loro non interessano le condizioni di vita delle persone, del popolo.
Sono vere e proprie sanguisughe, che si nutrono della vita delle persone.
Durante la rivoluzione verde negli anni 60, per introdurre un uso massiccio di input chimici, hanno promesso che avrebbero eliminato la fame.
A quel tempo, c’erano 60 milioni di affamati. Dopo 50 anni di questo modello predatore, oggi, secondo la FAO, siamo vicini al miliardo di persone che soffrono la fame, ogni giorno.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione ammucchiata nelle grandi aree urbane ha superato il 50% del totale. Per l’espulsione di milioni di contadini dalle loro terre e l’impossibilità di avere condizioni minime di vita nelle loro comunità.
Milioni di esseri umani devono migrare dai loro paesi, sono dei veri rifugiati economici del capitale. Dovrebbero accamparsi davanti alle banche, in Europa e negli Stati Uniti.
Questo 2014 è stato l’anno più caldo nella storia del nostro pianeta. La biodiversità e la vita di tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo, è a rischio sul nostro pianeta.
La colpa di tutto questo è l’avidità di guadagno del capitalismo praticato da queste imprese.
Noi del Movimento Senza Terra e di Via Campesina e migliaia di scienziati e ricercatori difendiamo un altro modello di produzione
agricola. Un modello basato sull’agroecologia, in equilibrio con l’ambiente, che non usa veleni in natura. Che ha come priorità non il profitto, ma il cibo sano.
Un modello che da priorità al lavoro, all’occupazione e alla vita delle persone e e alla biodiversità del pianeta.
Consideriamo un affronto l’iniziativa di Expo della Alimentazione di Milano.
Si tratta di una manifestazione ipocrita e manipolata dalle imprese, è solo uno strumento di propaganda ideologica, per ingannare la
popolazione per mezzo di una falsa propaganda.
Per questo ci rallegra vedere che ci sono molte persone, realtà e organizzazioni popolari e politiche in Italia, che stanno denunciando
questa farsa.
Continuiamo a denunciare le multinazionali! Continuiamo a difendere un altro modello di produzione agricola per il nostro pianeta.
Noi qui , in Brasile e in America Latina, continueremo la nostra lotta, instancabili, fino a quando riusciremo a sconfiggerli, nell’unità,
indispensabile per questo, di contadini e cittadini.
Un grande abbraccio a tutti
Joao Pedro Stedile – Movimento dei Lavoratori Sem Terra- Brasile
A Perugia:
12 febbraio ore 9 PRESIDIO davanti al tribunale Civile, p.zza Matteotti + ASSEMBLEA PUBBLICA
A Caicocci:
13 – 14 – 15 febbraio LAVORI COLLETTIVI
Pulitura uliveto
Preparazione orto
Ripristino sentiero
Abbiamo pochi attrezzi, se ne avete portateli! (tipo falcetti, roncole, motoseghe, decespugliatori, forconi, seghetti, rastrelli, zappe, vanghe, ecc.)
Sabato 14 febbraio CENA POPOLARE E MUSICA
Domenica 15 febbraio GIORNATA ECOLOGICA, pulizia dei boschi
Chi si ferma a dormire, porti quel che ha secondo le proprie possibilità: sacco a pelo invernale, acqua, candele, cibo, ecc.
Telefonare per confermare presenza: 320 3688582 (David), 3471211824 (Riccardo)