Buongiorno Sig. Sindaco, mi chiamo Stefano Leonardi, sono un pensionato
di 64 anni e sono nato in via Fioravanti, al n. 7, dove tuttora abita
mio padre, Antonio, di 99 anni.
Apprendo, con molta tristezza e
senza comprenderne le motivazioni, che Lei e le sua giunta avete deciso
di sgomberare il centro sociale XM24.
L’unica esperienza, in
questi anni, che ha ridato corpo e sapore a un quartiere
inevitabilmente destinato alla scomparsa del suo patrimonio di storia,
di resistenza e di cultura proletaria.
Quando ero piccolino il mercato ortofrutticolo rappresentava un punto di riferimento, di aggregazione e di vita.
Si vedevano arrivare alla mattina presto i “ fruttaroli” con i carretti
con i cavalli per comperare la frutta e la verdura che poi avrebbero
rivenduto nelle loro botteghe, arrivavano anche dalla provincia. La sera
prima erano arrivati i camion con la frutta dalla Sicilia, dalla
Calabria, dalla Puglia, dalla Campania.
Sotto casa mia, proprio
di fronte a quella che è adesso Liber Paradisus, c’era il bar Bruno,
dove si trovavano tanti abitanti della zona. Operai (molti di loro erano
ex Partigiani), gente del quartiere, i camionisti che venivano dal sud
ed anche noi bambini – c’erano i gelati sfusi Sammontana… (un cono da
10 lire….).
Dove c’è adesso il palazzo ex Telecom –
sciaguratamente sgomberato anch’esso nonostante avesse espresso
un’esperienza estremamente positiva- c’era la fabbrica dell’ACMA, una
fabbrica di macchine automatiche i cui operai erano modello ed esempio
per noi bambini. Posso dire che sono diventato Comunista grazie a loro.
Dopo tutto non era passato poi molto tempo dalla fine della guerra, e la
maggioranza degli operai delle fabbriche bolognesi era comunista, molti
operai venivano da esperienza partigiana e di Resistenza.
All’angolo di via Fioravanti con via Gobetti c’era un deposito dove un signore raccoglieva carta e cartone.
Un chilo di carta o cartone lo pagava 5 lire. Così, siccome eravamo
tanti bambini e tutti poveri, nei pomeriggi d’estate ci organizzavamo e
andavamo a raccogliere ovunque nel quartiere carta e cartone. In un
pomeriggio riuscivamo a raccoglierne anche 20 o 30 chili. Con i soldini
che ricavavamo, più o meno 150 lire, andavamo al mercato ortofrutticolo e
compravamo un’anguria che mangiavamo, con gioia e soddisfazione, spesso
nel capannotto del maniscalco (sì, perché dentro il mercato c’era il
maniscalco, che ferrava i cavalli che trainavano i carretti che venivano
a
prendere la frutta). Tempus fugit…
All’angolo di via
Fioravanti con via Carracci c’è ancora quel grande palazzo bianco, il
palazzo della Banca, così era chiamato. Ci abitavano i dipendenti di una
banca, non ricordo quale. Il problema era che i cortili erano in
comune. Noi di via Fioravanti e quelli di via Carracci eravamo tutti
poveri mentre quelli della “banca” erano sicuramente più ricchi di noi.
Ma quando si è bambini queste cose non hanno nessuna importanza e di
fatto noi giocavamo tutti assieme senza nessun problema. Solo dopo un
po’ di tempo venimmo a sapere dai ragazzini “figli di quelli della
banca” che i loro genitori gli avevano detto di non giocare più con noi
perché noi eravamo gli “ zingari “.
Mi scusi, Signor Sindaco, per
queste riflessioni e ricordi estemporanei, ma con quale motivazione lei
intende sgomberare l’unica esperienza degli ultimi 30 anni in Bolognina
che si ricollega perfettamente allo spirito di
fratellanza, libertà e solidarietà che questo quartiere rappresenta.
L’XM24 si basa su questi principi. Quando ho iniziato a frequentarlo ne
ho apprezzato lo spirito – che mi ricordava proprio quello che vivevo
io da bambino – e l’idea che lo guida.
Accoglienza, fraternità, solidarietà.
I ragazzi di Campi Aperti con i loro prodotti, la Signora di Reggio che
cucina divinamente, potersi bere una birra facendo conoscenze e
incontri culturalmente produttivi e tanto altro.
Perché porre fine alla continuazione di una storia che è solo positiva, ricca e stimolante?
Per far contento Mazzanti? Per interessi “altri”?
La prego di cuore, non si renda complice di un omicidio culturale come la chiusura di XM24.
Non alimenterebbe altro che odio e rancore nei suoi confronti. A partire da me.
Stefano Leonardi
Nato e cresciuto in via Fioravanti
firma l’appello http://chng.it/rgw6BPxRRS