CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Autore: caf

  • LABAS VIVE!

    LABAS VIVE!

    Oggi mercoledì 9 agosto dalle 17 e 30 in piazza del Baraccano torniamo in grande stile con il mercato di CampiAperti e Labas on the street. NON MOLLEREMO MAI!

  • Sgomberati stamattina Labas e Crash  –  CampiAperti convoca per stasera un’assemblea al mercato di VAG –  siete tutte/i invitate/i

    Sgomberati stamattina Labas e Crash – CampiAperti convoca per stasera un’assemblea al mercato di VAG – siete tutte/i invitate/i

    In questo periodo in cui è generalizzata la preoccupazione per il futuro del pianeta e dell’umanità ci sono persone che stanno cercando di costruire esperienze di un’alternativa possibile. Di costruire comunità. Di proporre diversi sistemi di relazione che rispettino la Terra, le persone, i diritti.

    In ciò che fanno c’è l’entusiasmo di poter riprendere nelle proprie mani una possibilità di futuro per se e per gli altri.

    Oggi alcuni dei germogli che stavano crescendo a Bologna sono stati sradicati nel deserto di una città svuotata.

    Facciamo in modo che non sia lo sconforto a guidare le nostre azioni future ma al contrario che ciò che sta succedendo sia una spinta a riproporre con più forza le regioni di chi pensa che cambiare direzione sia ancora possibile.

    Sono tante le esperienze e le persone che portano avanti, a Bologna e altrove, percorsi che cercano di porre le basi di una alternativa. Quando una di queste viene colpita con una operazione di polizia è tutto un mondo che viene colpito.

    Secondo noi questo mondo deve cercare le risorse, le energie e l’unità necessaria per riprendere a crescere con più forza di prima.

    Campi Aperti convoca per stasera, martedì 8 agosto 2017 alle ore 20,30 presso il mercato in via paolo fabbri 110, un incontro cittadino per organizzare una risposta collettiva agli sgomberi.

    CampiAperti per la Sovranità Alimentare

  • Un carrello autogestito!

    Un carrello autogestito!

    Campi Aperti e Alchemilla GAS per Camilla, un emporio di comunità a Bologna
     
    martedì 4 luglio 2017 dalle 18 alle 23
    circolo La Fattoria, via Pirandello 6 (zona Pilastro), Bologna

     ** PROGRAMMA ** 

    dalle 18,00 e per tutta la serata – apertura banchetti in giardino

    Rusko, il primo repair cafè in Italia a Bologna

    – Conosciamo Camilla con il gioco

    ore 19,30 : Performance teatrali libere in tema di cibo e tradizioni dal mondo, a cura degli attori di Cantieri Meticci

    ore 21,00 : Riflessioni illuminate guidate da video, incursioni teatrali e musicali :
    – proiezione di “Le Catene della distribuzione” (25′), sul rapporto asimmetrico tra la GDO e il sistema agroalimentare in Italia. Videoinchiesta vincitrice della V edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo.
    – presentazione di Camilla, progetto di emporio autogestito a Bologna
    – dibattito aperto, con la presenza di Mauro Bonaiuti(*) e Dalma Domeneghini
     
    ore 23,00 : Chiusura con un brindisi in musica, con la Banda Roncati

    Per tutta la serata pizza all’aperto presso la Fattoria di Masaniello e birra alla spina per Camilla

    AIUTACI A DIVULGARE! EVENTO FACEBOOK E LOCANDINA ALLEGATA…

    (*) Mauro Bonaiuti, nel suo ultimo libro “La grande transizione” (Bollati Boringhieri, 2013) affronta il tema della crisi di sistema, al tempo stesso economica, ecologica, sociale e culturale che stiamo vivendo, riflettendo sui presupposti della “grande transizione” che ci aspetta, anche come ritessitura delle relazioni umane in uno spazio di prossimità e in una dimensione di reciprocità.

    ***

    Alchemilla G.A.S. – Bologna
    gruppo di acquisto solidale a bologna
     

    Camilla

    progetto di emporio solidale autogestito a bologna
  • Lettera di CampiAperti alla Rete Semi Rurali sulla registrazione di varietà da conservazione

    Lettera di CampiAperti alla Rete Semi Rurali sulla registrazione di varietà da conservazione

    Carissimi soci della Rete Semi Rurali,

    Vi scriviamo per esprimere le nostre forti perplessità e la nostra preoccupazione riguardo la pratica della registrazione delle sementi di certe varietà locali come “Varietà da Conservazione.”

    Pensiamo che la registrazione delle varietà locali non sia l’unica via percorribile per la loro tutela, né la più auspicabile. Come CampiAperti pensiamo che i semi debbano essere un bene comune, accessibili a chiunque coltiva, come noi. Ci auguriamo che questa sia una posizione condivisa dalla RSR.

    Durante l’ultima assemblea annuale di Rete Semi Rurali (marzo 2017), abbiamo sentito alcune voci discordanti sulla questione delle registrazioni. Alcuni di noi ritengono che la pratica della registrazione dei semi sia uno strumento per tutelare le varietà locali sia sul lato della qualità e della salute del seme, sia legalmente da eventuali “miglioramenti” o appropriazioni indebite delle multinazionali del seme.

    Invitiamo tutti nella Rete ad una seria riflessione sulle possibili conseguenze (non solo legali, ma anche concrete e immediate) che questa strada avrebbe.

    CampiAperti condivide la posizione espressa da ARI e da CROCEVIA durante l’assemblea generale di RSR, posizione espressa nel documento “Varietà locali: difendiamo la loro circolazione dal sistema del mercato formale”. Riteniamo che il registro nazionale della varietà agrarie rimuova i semi dalla dimensione di bene comune, tutelata del trattato FAO (Roma 3/11/2001) e risultato di anni di lotte contadine internazionali, e li collochi nel quadro regolatorio di UPOV che ha come obiettivo la tutela dei brevetti delle multinazionali del seme.

    La registrazione di una varietà, oltre a selezionare una singola linea genetica, cosa che ne riduce la variabilità e le possibilità di adattamento, gli assegna un “custode,” un singolo o una organizzazione, che in pratica acquisisce il potere di decidere chi ha accesso e chi no, quanto seme rendere disponibile sul mercato di anno in anno, a che condizioni e a che prezzo.

    Abbiamo già toccato con mano le conseguenze di questa pratica.

    Un nostro produttore che ha il podere vicino a Vasto, ad esempio, si è visto negare più volte il grano Solina dal Consorzio della Solina d’Abruzzo già prima della sua registrazione, perché (a detta del responsabile del consorzio) coltivava terreni “non adatti”, troppo a bassa quota “per garantire le stesse qualità organolettiche”, anche a fronte di documenti che riportano come questa varietà in passato venisse coltivata in quei luoghi.  Un altro produttore abruzzese, che aveva coltivato la Solina del Consorzio e ne aveva ceduta una parte come seme, ci ha segnalato la precisa raccomandazione proveniente dal consorzio di non condividerlo per non inflazionarlo e svalutarlo, segnalandoci anche il contestuale aumento stratosferico del prezzo della Solina.

    Probabilmente la moderna definizione, ad opera del consorzio stesso, della popolazione di semi chiamata “Solina” è forzatamente molto più restrittiva di quanto non era in passato per motivi che poco hanno a che fare con la sua conservazione.

    Si tratta, quindi, di due idee di “custodia” del seme piuttosto diverse: da una parte si ritiene che queste varietà debbano avere libera circolazione e le si riconosce come “bene comune”; dall’altra le si trasforma in un bene proprio del consorzio di turno, o simili, e si tenta di “salvaguardare” il prodotto sequestrandolo nella sua supposta e folcloristica tipicità, impedendo ad altri di seminarlo.

    Durante l’assemblea di marzo 2017, la registrazione della Solina è stata presentata come ‘buona pratica’ da cui eventualmente trarre spunto.  Riteniamo che la pratica di registrazione sia politicamente ambigua nonché problematica e invitiamo tutta la rete, ed in primis chi al suo interno sta già registrando semi di varietà locali, ad una seria riflessione a riguardo.

    CampiAperti

  • Moneta sociale a 20 Pietre

    Moneta sociale a 20 Pietre

    Lunedì 29 Maggio alle ore 21 presso la Nuova casa del Popolo 20 Pietre, in via Marzabotto 2,  presentazione del Grano – una moneta sociale a Bologna.

  • MERCOLEDÌ 17 ORE 21 PRESENTAZIONE DEL “GRANO” A LABAS: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE

    MERCOLEDÌ 17 ORE 21 PRESENTAZIONE DEL “GRANO” A LABAS: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE

    Vogliamo provare a darci uno strumento di politica monetaria sociale che funzioni secondo i principi dell’autogestione: per costruire un’economia di giustizia, partecipazione e solidarietà, basata sulle relazioni e sulla fiducia…

    Vi invitiamo alla presentazione pubblica del Grano e del laboratorio bolognese per la moneta sociale mercoledì 17 maggio alle 21 al centro sociale occupato Labas, in via Orfeo 46 Bologna

  • Camilla, un emporio di comunità a Bologna

    Camilla, un emporio di comunità a Bologna

    Il sistema alimentare crea la povertà proprio mentre favorisce l’abbondanza di cibo; alleva fame e malattie tramite i suoi meccanismi di produzione e distribuzione. Ed è stato plasmato in gran parte dal terrore che gli operai e i contadini potessero balzare fuori dalla loro condizione, che esigessero l’uguaglianza. Il sistema è stato progettato in modo da risucchiare benessere dalle campagne, con giusto quel minimo di redistribuzione per tener buona la gente. Però l’unica forza capace di cambiare il mondo è sempre stata la gente che si solleva in massa per l’uguaglianza.

    (Raj Patel, I padroni del cibo)

    Un’economia basata sull’assunzione di responsabilità collettive comuni piuttosto che sull’interesse privato, se favorirà sensibilità adeguate, riuscirà ad acquistare una sua egemonia.

    (Murray Bookchin, Economia di mercato o economia morale? In The Modern crisis)

    Sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, è il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. Questo pone coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti nel cuore dei sistemi e delle politiche alimentari e al di sopra delle esigenze dei mercati e delle imprese

    Movimento internazionale di contadini Via Campesina, 1996

    Come Alchemilla GAS (il principale Gruppo di Acquisto Solidale di Bologna) e Campi Aperti (Associazione di produttori biologici e contadini del territorio) abbiamo lanciato un nuovo progetto di consumo critico e solidale a Bologna, ispirandoci ad un’idea di autogestione, socialità e cooperazione che riteniamo capace di coinvolgere ampie fasce di cittadine/i nella ricerca di uno stile di vita e di consumo più sano, sostenibile e solidale e meno dipendente dai grandi attori economici, come le catene di supermercati che – direttamente o indirettamente – governano l’economia globale e indirizzano le scelte individuali tanto di chi acquista, quanto di chi produce.

    Un progetto innovativo per le modalità organizzative di tipo partecipativo; incisivo per la semplicità e replicabilità del modello; inclusivo per la capacità di coinvolgere ampie fasce di cittadine/i.

    Cosa succede oggi

    A Bologna esiste un significativo numero di persone che provvede ai propri acquisti di alimenti e prodotti di uso comune anche tramite acquisti collettivi e mercati o botteghe a filiera corta. Tuttavia, per ragioni di prezzo e varietà dei prodotti, nonché per comodità o abitudini d’acquisto, la quota di spesa familiare coperta da questi canali di acquisto è spesso modesta. Ci sono poi molte altre persone che non riescono ad accedere a queste pratiche per mancanza di informazione e/o poca disponibilità economica. Siamo convinti che accrescere il numero di cittadine/i che usufruiscono di queste modalità di acquisto sia un importante obiettivo per sostenere e rafforzare l’economia locale, la salute dei cittadini e la vivibilità della città e delle aree rurali.

    Il risultato di decenni di politica economica liberista, votata alla sola ricerca della crescita è sotto gli occhi di tutti: una società sempre più divisa e caratterizzata dall’aumento delle diseguaglianze e della disgregazione sociale, che incentiva nei cittadini atteggiamenti egoisti e passivi, anziché stimolare la solidarietà e la collaborazione. E la percezione diffusa è che non ci siano alternative possibili.

    Le grandi catene di supermercati – che gestiscono complessivamente l’80% degli acquisti delle famiglie italiane – governano il mercato della distribuzione, stimolano modelli di consumo dannosi per la salute e impongono ai produttori agricoli modalità di produzione standardizzate e costi di produzione sempre più bassi, contribuendo al diffondersi di sfruttamento e caporalato in molte zone d’Italia e in un numero crescente di filiere agricole, anche di eccellenza: pomodoro (Puglia, Basilicata e Campania); agrumi (Calabria e Sicilia); uva (Puglia, Piemonte e Lombardia); frutta (Puglia, Piemonte ed Emilia-Romagna); bestiame (Lazio, Campania e Sardegna), ecc.

    Cosa vogliamo fare domani

    Le scelte riguardanti la produzione e la distribuzione dei beni definiscono territori e rapporti sociali. Se una comunità locale si pone in condizione di scegliere in maniera democratica circa la produzione e la distribuzione del cibo e degli altri beni di consumo quotidiano, allora potrà scegliere come deve essere gestito il territorio che abita, come devono essere utilizzate le risorse comuni e come devono essere i rapporti tra tutte le lavoratrici e i lavoratori che partecipano in questo processo. Questo è il nostro progetto, che si affianca agli altri che si muovono da anni in questa direzione nel territorio che abitiamo. È un progetto di riappropriazione da parte della comunità locale del diritto di compiere le scelte fondamentali per il proprio quotidiano e per la sopravvivenza del pianeta.

    Per invertire la rotta e virare verso un nuovo modello socio-economico, occorre partire da ciò che possiamo decidere direttamente e dalla nostra capacità di fare e di creare alleanze tra i diversi soggetti che – in ogni punto della catena economia – subiscono le conseguenze di un’economia perversa.

    Il passo che vogliamo compiere, per il quale stiamo lavorando intensamente da alcuni mesi, è realizzare a Bologna un nostro nodo distributivo locale, nella forma di un emporio cooperativo, partecipativo e solidale, ispirato al modello esistente da molto tempo negli Stati Uniti (primo fra tutti“Park Slope Food Coop” di Brooklyn) e più recentemente approdato in Europa (in Francia e Belgio, primi esempi La Louve a Parigi e BEES a Bruxelles). Un emporio che distribuirà prodotti alimentari di qualità e a prezzi contenuti, grazie alla gestione cooperativa a ciclo chiuso, nella quale ciascun socio è allo stesso tempo cliente, lavoratore e proprietario.

    Ci proponiamo dunque di creare una struttura cooperativa, ispirata ai principi di autodeterminazione alimentare, sostenibilità, mutualismo e partecipazione che sia:

    • aperta all’adesione di tutti i cittadini e le cittadine e gestita collettivamente, grazie alla partecipazione economica e lavorativa dei soci, tutti ugualmente tenuti a contribuire alla cooperativa con un investimento in tempo, progettualità e partecipazione

    • finalizzata alla distribuzione, esclusivamente nei confronti dei soci, di una gamma di prodotti alimentari e di uso comune, il più possibile ampia ed esauriente, con preferenza per il rapporto diretto con il produttore; le produzioni biologiche ed eco-sostenibili; i prodotti locali; le filiere partecipate; lo sfuso di qualità; i progetti volti a ridurre le diseguaglianze economiche ed implementare i diritti dei lavoratori;
    • promotrice di patti di collaborazione con i produttori volti alla pianificazione produttiva, al contenimento dei costi di produzione, al prefinanziamento delle produzioni;
    • promotrice di attività culturali, formative e divulgative rivolte a tutta la città e di pratiche di scambio e mutualità, volte al sostegno alle persone in situazione di difficoltà economica o sociale.

    Stiamo organizzando a partire da Maggio 2017 presentazioni e assemblee in città volte a far conoscere il progetto, raccogliere nuove istanze, confrontarsi rispetto alle pratiche innovative che metteremo in atto per realizzare il nostro sogno!

  • IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    IL GRANO: UN PROGETTO DI MONETA SOCIALE A BOLOGNA

    Il laboratorio sulla moneta sociale è un esperimento di auto-organizzazione popolare aperto, democratico e inclusivo. Vogliamo provare a darci uno strumento di politica monetaria sociale che nasce da realtà fondate sull’autogestione e dalle reti dell’economia solidale, che non vuole creare debito e che nasce senza scopo di lucro.

    • Perché una moneta sociale?

    Per costruire un’economia di giustizia, partecipazione e solidarietà, bastata sulle relazioni e sulla fiducia. Per mettere in discussione l’idea di ricchezza e il rapporto col denaro. Per far circolare in altri modi le risorse che già esistono nelle nostre comunità e per metterle in condivisione. Perché vogliamo sperimentare forme nuove di autogoverno comunitario.

    • Vi invitiamo ad allargare questa comunità in costruzione…

    Per presentare il progetto della moneta sociale e il suo funzionamento, il laboratorio bolognese invita tutte/i coloro che condividono il significato del progetto a partecipare a questa nuova sperimentazione, per ingrandire la rete di relazioni in cui far circolare questa nuova forma di scambio.

    • Vi invitiamo alle prime presentazioni pubbliche del Grano e del laboratorio bolognese per la moneta sociale!

    Venerdì 12 maggio alle 21 al Circolo anarchico Berneri, Piazza di Porta Santo Stefano 1

    circoloberneri.indivia.net

    Mercoledì 17 maggio alle 21 al Làbas Occupato, via Orfeo 46

    labasoccupato.com

    Lunedì 29 maggio alle 21 alla Nuova Casa del Popolo 20 Pietre, via Marzabotto2

    20pietre.wordpress.com

    Laboratorio bolognese per la moneta sociale. Solidarietà e Autogestione!

    https://grano.noblogs.org/

    grano@insiberia.net

  • Festone sabato sera a Labas

    Festone sabato sera a Labas

    Sabato 22 Aprile dalle 22.00 festone di Genuino Clandestino a Labas con la cumbia dei Mata-Bicho – a seguire dj set con i Bologna Calibro 7 pollici 100% original black music