Autore: Ppp p(—)

  • Pesticidi, salute e ambiente Esiste l’alternativa?

    Pesticidi, salute e ambiente Esiste l’alternativa?

    Quali alleanze possibili tra lavoratori agricoli, realtà contadine, tecnici, consumatori, per uscire dall’agricoltura industriale tossica?
    Per il bene di contadine, braccianti, consumatori e ambiente, è necessario ridurre drasticamente l’uso di pesticidi in agricoltura..
    Ma è possibile questa riduzione senza una trasformazione radicale dei sistemi di produzione e distribuzione del cibo?

    Ne discuteremo a partire dal Quaderno
    Agricoltura si… cura
    dell’Osservatorio Placido Rizzotto / Flai Cgil
    in collaborazione con Legambiente

    Intervengono:
    Silvia Guaraldi, della segreteria nazionale della Flai-Cgil
    Fiorella Belpoggi, Emerita direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, Bologna
    Camilla De Ambroggi e Valeria Piro, sociologhe del lavoro, Università di Padova
    Contadini/e e tecnici che a Bologna e in Emilia-Romagna praticano una agricoltura senza prodotti chimici.

    Alla Fattoria del Dono, San Lazzaro di Savena, via Scuole del Farneto, 1

    Venerdì 8 novembre 2024, h. 18-20

    L’uso di pesticidi in agricoltura è aumentato del 50% a livello globale negli ultimi trent’anni. Solo nel 2019, nel mondo, sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, equivalenti a circa 0,6 kg a persona. In Europa ne sono state usate 500 mila tonnellate. L’Italia è il sesto paese al mondo per utilizzo di pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse, e questo nonostante che il 18% della superficie agricola italiana sia condotta in biologico.
    I fitofarmaci in agricoltura hanno effetti gravissimi sulla salute di chi lavora la terra, sull’ambiente e su chi consuma il cibo. Il 44% dei tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno. In Europa gli episodi di avvelenamento acuto negli agricoltori sono 1,6 milioni l’anno.
    In parallelo, la crescente diffusione di monocolture intensive, come la viticoltura, che si estendono sempre più vicino a case, scuole e centri abitati, ha determinato gravi ripercussioni sulla salute delle comunità locali, contaminando anche le acque sotterranee e superficiali. L’effetto dei pesticidi, inoltre, è particolarmente visibile sulla salute di chi, come i lavoratori e le lavoratrici migranti, pur rappresentando una forza lavoro essenziale nella produzione di cibo, ha maggiori difficoltà nell’accesso a condizioni di vita e di lavoro sicure e dignitose e a servizi sociali e sanitari.
    Nonostante questi dati, lo scorso febbraio, la Commissione Europea ha annullato la sua precedente decisione di ridurre l’uso di pesticidi del 50% entro il 2030.

    In collaborazione con: CSA Arvaia, Camilla Emporio di Comunità, Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, APS Città Campagna, Coordinamento Regionale Economia Solidale Emilia-Romagna

  • Stiamo cercando collaboratori per un progetto di agroecologia!

    Stiamo cercando collaboratori per un progetto di agroecologia!

    FATTORIA DEL DONO
    Ehi, tu: 
     

    -> Fai parte della rete di Campi Aperti e vorresti occuparti più attivamente di sovranità alimentare? 

    -> Hai voglia di investire un po’ del tuo tempo in un’attività che potrebbe aprirti nuove relazioni e che potrebbe trasformarsi in un’opportunità di concreta?
    -> Ti interessa capire come funziona un progetto finanziato con fondi pubblici e provare a portarlo avanti?
    -> Hai voglia di metterti in gioco per un progetto ambizioso che ha bisogno del tuo aiuto per essere costruito?

    Allora questa comunicazione è fatta apposta per te!
    Da qualche mese, Campi Aperti è impegnata in un’attività di co-programmazione per supportare il Comune di San Lazzaro nella gestione della Fattoria del Dono: dieci ettari di terreno agricolo ed edifici rurali con corte colonica in un contesto agricolo periurbano, tra le frazioni di Cicogna e Idice, ai piedi della collina, in via Scuole del Farneto.
    Un bene comune che il Comune vuole restituire, rinnovato, ai cittadini, alle comunità locali, al mondo agricolo e al sistema produttivo.
    La strategia del Comune comprende la rigenerazione degli edifici rurali (già in corso in quanto beneficiari di un finanziamento regionale), della corte colonica e dei terreni agricoli guardando ai principi dell’agro-ecologia, ovvero introducendo l’uso di tecniche in grado di tutelare e aumentare la fertilità dei suoli e con finalità di integrazione lavorativa e sociale di soggetti fragili.

    Considerate tali premesse, Campi Aperti, insieme ad altri soggetti interessati e accomunati dagli stessi nostri valori (Arvaia, DEAFAL, Agriverde), si è resa disponibile per la messa a punto di un progetto finalizzato alla gestione del bene che comprenderà la possibilità di:

    – coltivare i terreni agricoli secondo i principi dell’agricoltura biologica

    – avviare di un nuovo mercato contadino settimanale per l’offerta locale di prodotti agricoli biologici a km zero

    – organizzare seminari, corsi e percorsi di formazione professionale sull’agricoltura biologica

    – realizzare, attivare e gestire orti di comunità mediante processo partecipativo

    – organizzare eventi culturali e ricreativi su agricoltura, ambiente, solidarietà/ festa del Dono
    A breve, il Comune di San Lazzaro pubblicherà il bando per affidare questo progetto ad un gruppo di soggetti che hanno intenzione di gestire spazio per i prossimi 15 anni e, per noi, è fondamentale capire se ci sono persone nella nostra rete potenzialmente interessate ad attivarsi per questo obiettivo.

    Ci sei?
    Questa nuova avventura ti aspetta. Dai che è una figata!

    Se ci sei batti un colpo il prima possibile, scrivendo a info@campiaperti.org
  • 6 MAGGIO:  TUTTI A RAVENNA

    6 MAGGIO: TUTTI A RAVENNA

    A pochi chilometri al largo di Ravenna dovrebbe attraccare presto una nave rigassificatrice. Autorizzata con procedura d’urgenza (pochi mesi a fronte degli anni necessari per gli impianti a fonti rinnovabili) c’è stata presentata come necessaria a superare la crisi energetica seguita alle speculazioni finanziarie, prima, e alle sanzioni alla Russia, poi.

    A nulla vale, evidentemente, la constatazione che quest’anno, non solo nonostante che gli impianti esistenti non abbiano lavorato a pieno regime, non siamo rimasti senza gas, ma ne abbiamo anche venduto di più del solito al resto d’Europa.

    Il sistema capitalista turboliberista, prima si crea il problema (guadagnandoci un bel po’, come nel caso degli extraprofitti da decine di milairdi di ENI) e poi si fa pagare per risolverlo.

    Si, perché le navi (oltre a Ravenna ne ha già attraccato una a Piombino e altre ne arriveranno) dovremmo pagarle noi. E per un periodo ultraventennale. Vent’anni di gas metano che, tra fughe e combustione, contribuiranno non poco ad aumentare la concentrazione di gas ad effetto serra nell’atmosfera (il metano è un gas climalterante decine di volte più potente della CO2).

    Alla faccia degli accordi di Parigi, il nostro governo, e la nostra regione si prodigano per imporre, nei fatti, un piano energetico basato sulle fonti fossili che durerà per i prossimi decenni. Infatti, oltre alle navi rigassificatrici, sono previsti nuovi gasdotti e nuovi depositi di stoccaggio del metano. Ed ENI insiste con la richiesta di realizzare il suo impianto di cattura e stoccaggio della CO2 derivante dalla combustione del metano presso i suoi stabilimenti ravennati. Il tutto spacciato come Piano Mattei per far diventare il nostro paese lo snodo europeo del gas naturale.

    Poco importa se il gas liquefatto e portato via mare costa varie volte quello trasportato via tubo. Poco importa se l’efficienza complessiva del sistema (tra estrazione, liquefazione, trasporto e rigassificazione) peggiora drammaticamente. L’importante è proseguire questa politica industriale ed energetica assurda e suicida pur di favorire il grande capitale e i padroni d’oltre oceano.

    Contro questa follia autodistruttiva, la Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, la Rete no Rigassificatori no GNL e la Rete per l’Emergenza Climatica ed Ambientale dell’Emilia-Romagna, invitano tutti a mobilitarsi e a partecipare alla manifestazione nazionale indetta per il prossimo 6 MAGGIO a Ravenna.

    Così come il Passante di Bologna, il rigassificatore di Ravenna rappresenta allo stesso tempo un simbolo ed un nodo fondamentale del modello di sviluppo basato sull’estrattivismo e l’economia lineare che ci ha portato sull’orlo del baratro climatico e, ora, pure su quello della catastrofe bellica.

    Per tutto questo e anche per altro bisogna essere in tantissimi sabato prossimo a Ravenna a manifestare. Appuntamento alle 14,00 in via Darsena. Riprendiamoci il nostro futuro.

  • RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    RESTIAMO (campi) APERTI!!!

    Abbiamo scritto all’Assessore chiedendo di avviare una verifica del “regolamento Covid-19” per scongiurare una nuova chiusura dei mercati. La trovi qua sotto. Facci sapere se condividi.

    All’Assessore al Commercio del Comune di Bologna

    e. p.c., ai mercati contadini della città

    Oggetto: Emergenza sanitaria da Covid-19, richiesta convocazione urgente del tavolo dei mercati contadini di Bologna

    Come noto,

    nella fase acuta della pandemia, i mercati contadini, nonostante le loro caratteristiche (spazio a disposizione per la clientela, collocazione all’aperto, qualità nutrizionistiche dei prodotti, ecc…), sono stati chiusi per un periodo lungo in ottemperanza ad una decisione prima del Comune e poi anche della Regione Emilia-Romagna.

    In seguito alle richieste dei produttori e delle loro organizzazioni, nonché dei gestori dei mercati, il Comune ha convocato un tavolo di confronto che ha elaborato un protocollo di sicurezza da applicare ai mercati di vendita diretta. Sulla base di detto protocollo, i mercati hanno potuto riaprire e, finalmente, i piccoli produttori agricoli (i più esposti al blocco dello sbocco al mercato per i propri prodotti) hanno potuto ricominciare a portare il frutto del proprio lavoro in città.

    Sono ormai diversi mesi che il protocollo viene applicato e possiamo dire di aver accumulato una buona esperienza per poterne valutare l’efficacia e l’applicabilità.

    Tra l’altro, lo stesso accordo sottoscritto al tavolo tra le parti prevedeva un momento di verifica del protocollo Covid. Verifica che non è mai stata svolta, forse perché non se ne vedeva la necessità.

    Purtroppo, ora, l’evoluzione della curva dei contagi richiede che ognuno si assuma un pezzo di responsabilità aggiuntiva. A questo scopo, in autonomia, abbiamo deciso di tornare ad applicare le decisioni assunte col protocollo originale, rinunciando ai pur blandi allentamenti concessi dall’amministrazione al ridursi (purtroppo temporaneo) dell’emergenza.

    Per questo motivo chiediamo, con la presente, la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra mercati e amministrazione con l’obiettivo di pervenire ad un nuovo accordo che, tenendo conto sia dell’esperienza maturata che dei nuovi scenari che si stanno aprendo in questo periodo, scongiuri il rischio di una nuova fase di chiusura dei mercati. Chiusura che per i produttori coinvolti rappresenterebbe il colpo di grazia della loro esperienza imprenditoriale e per i frequentatori un nuovo arretramento rispetto al diritto alla sicurezza alimentare.

    Cordialmente,

    Elena N Hogan

    Campi Aperti per la Sovranità Alimentare

  • La normalità era il problema

    La normalità era il problema

    ISDE Italia, insieme a FNOMCEO ( Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) ha lanciato un appello che pare assolutamente ragionevole. Vi si legge, tra le altre cose: “Non si può pensare di uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale indotta dalla pandemia rimanendo ancorati o addirittura prigionieri dello stesso modello di sviluppo e di consumo che
    ha contribuito a crearla” .

    L’appello (che si può sottoscrivere) sottolinea l’intreccio strettissimo tra qualità dell’ambiente e salute e invita a tracciare una via di uscita dalla attuale pandemia (e per evitare le più che probabili prossime) che riveda alla radice il rapporto dell’uomo con le risorse disponibili.

    Agroecologia, stop al consumo di suolo, transizione energetica verso fonti realmente rinnovabili, tutela delle foreste e del verde urbano. Queste le direttrici fondamentali se vogliamo conservarci in salute nel prossimo futuro.

    Era già così prima del Covid-19. Lo è ancor più ora.

  • LETTERA APERTA AL SINDACO: RIAPRIAMO I MERCATI CONTADINI

    LETTERA APERTA AL SINDACO: RIAPRIAMO I MERCATI CONTADINI

    Carissimi tutti, qui di seguito trovate una lettera aperta che stiamo per inviare al Sindaco di Bologna. In calce trovate le prime firme raccolte. Ci piacerebbe che a queste se ne aggiungessero altre, di singoli e associazioni, anche in preparazione dell’udienza conoscitiva chiesta da alcuni consiglieri comunali e prevista – pare – per mercoledì prossimo 25 marzo.

    Più firme avremo raccolto per quel giorno, più forte sarà la nostra voce dentro le istituzioni cittadine.

    Siamo consapevoli che, in questa rincorsa all’ordinanza più severa, la scelta del Sindaco di Bologna è stata superata dal decreto del Presidente Regionale. Ma speriamo, con questa iniziativa, di aprire un confronto con le istituzioni. Vogliamo continuare ad offrire un servizio essenziale alla città, affermando la sovranità alimentare che, mai come ora, deve trovare tutela nelle scelte politiche e amministrative.

    Non possiamo permetterci di perdere la nostra sicurezza alimentare. Firmate (via mail a p.lanzarini chiocciolina gmail.com) e invitate a firmare la nostra lettera aperta.

    Grazie

    Appello per l’istituzione di sbocchi di mercato per i PRODOTTI ALIMENTARI CONTADINI LOCALI a Bologna durante l’emergenza COVID-19

    Egregio Sindaco, Egregio Assessore Aitini, e, per conoscenza, Egregia Giunta del Comune di Bologna, 

    Comprendiamo il momento critico che sta vivendo il nostro paese e sosteniamo le decisioni assunte dall’amministrazione nazionale, regionale e comunale. Siamo consapevoli di dover contenere drasticamente gli spostamenti ed i contatti per ridurre le possibilità di contagio. 

    Come ben sapete, i prodotti alimentari sono generi di prima necessità, a cui nessuno può fare a meno. Chiudere i Mercati Contadini in città in questa ottica e in un contesto emergenziale ed imprevedibile significa pressoché annientare l’accesso diretto dei cittadini a prodotti alimentari locali e, di conseguenza, aiuta a compromettere la sicurezza alimentare della nostra comunità.
    I mercati contadini riforniscono migliaia e migliaia di famiglie in città con prodotti alimentari freschi e locali; con la loro chiusura il rischio di aumentare la concentrazione di persone al chiuso dei supermercati si fa, purtroppo, concreto. I mercati contadini rappresentano un rapporto diretto fra campagna e città, una filiera corta antichissima, senza intermediazioni, trasporti e passaggi che aumentano a loro volta gli spostamenti umani ed i conseguenti rischi di contagio.
    Per alcuni di noi si tratta di una esperienza quasi ventennale e, quindi, pensiamo di poter dire a ragion veduta che riteniamo possibile organizzare i nostri mercati garantendo le necessarie condizioni di tutela della salute pubblica, in pieno rispetto delle misure sanitarie straordinarie imposte dai DPCM vigenti in materia. 

    Ad esempio: 

    -Limitando gli accessi al mercato per mantenere le distanze di almeno 1 mt tra i clienti.

    -Prevedendo la presenza di un numero adeguato di facilitatori, oltre che di cartellonistica, che ricordino alla clientela di mantenere le distanze e rispettare le norme di sicurezza.

    -Usando i numeri salva-coda per evitare assembramenti di persone davanti ai banchi.

    -Utilizzando guanti ed altri presidi (mascherine) per ridurre i rischi di contatto diretto con i patogeni.

    -Sospendendo ogni forma di animazione e di consumazione, anche solo in forma di assaggio dei prodotti in vendita e riducendo e/o modificando gli orari di apertura. 

    Siamo anche disponibili ad attrezzarci per garantire il controllo degli accessi alle aree attualmente in uso (transennamento, recinzione con nastro da cantiere, ecc…) o, se ritenuto opportuno, ad utilizzare solo quelle aree mercatali che, strutturalmente, possono garantire un accesso regolamentato e controllato (ad esempio, via Azzo Gardino-Mercato Ritrovato, via Paolo Fabbri e via Tolmino – Campi Aperti) magari concedendo di ampliarne le giornate di apertura per poter accogliere i produttori affiliati normalmente afferenti ad aree mercatali considerate non idonee). 

    Nella ferma convinzione che i mercati di vendita diretta siano un’importante risorsa strategica a garanzia della sicurezza alimentare per la cittadinanza di Bologna, auspichiamo un ripensamento rispetto alla scelta di sospendere i mercati contadini di Bologna, ovviamente con la clausola che vengano rispettate rigorosamente le norme di cui sopra, ed eventualmente le altre che dovessero essere individuate come necessarie e attuabili nella circostanza. 
    Scriviamo dunque a voi nella certezza che si possa trovare, insieme, una forma che, pur garantendo le necessarie cautele per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus, permetta di conservare la sostanza della presenza in città di canali di vendita di prodotti freschi e del territorio (ottimi anche per rinforzare le difese immunitarie), in alternativa ai prodotti industriali della grande distribuzione, per il bene di tutti.

    Primi firmatari
    Ass.ne Campi Aperti per la Sovranità Alimentare; Ass.ne Mercato Ritrovato; Mercato Terra Terra di Ozzano; Associazione Idee in Campo; Produttori e sostenitori Biomercato Villa Serena San Lazzaro di Savena (Bo); C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori; Camilla Emporio di Comunità; Extinction Rebellion Bologna; Comitato Rigenerazione no Speculazione; Legambiente Bologna; Associazione 20 Pietre;

  • Nuovi si, …ma sempre di OGM si tratta

    Nuovi si, …ma sempre di OGM si tratta

    Nuovi risultati scientifici sostengono la decisione dell’Europa di classificare OGM gli organismi ottenuti con l’editing genomico.

    Postiamo qui il link ad un interessante articolo di Daniela Conti, biologa da tempo attenta alla questione, sulle rilevanze scientifiche (e sul motivo per cui non ce ne sono molte di più) che avvalorano la scelta europea di classificare il genome editing come tecnica di modifica genetica. Equiparando quindi i prodotti di queste tecniche agli OGM.

    Questo articolo e, soprattutto, le prove scientifiche raccolte per scriverlo aggiungono motivazioni anche di carattere biologico alla posizione di tutte le organizzazioni che da tempo si battono contro questi “incantesimi” che propongono le stesse minestre convinti che basti cambiare nome alla cacca per trasformarla in un’altra cosa. Rimane merda anche se la chiamiamo, chessò, deposito ultimo di sostanze biologicamente trasformate…

    Il resto delle motivazioni risiede nella resistenza ad un sistema agricolo che cerca continuamente di mettere sotto il controllo di pochi la produzione di alimenti. Che, comunque, ci sembra sia una ragione sufficiente di per sé.

  • Ci siamo (quasi): vieni alla festa!

    Ci siamo (quasi): vieni alla festa!

    Il programma completo della festa di tutto quello che abbiamo in comune

    _TUTTO IL GIORNO in piazza
    > banchetti dei produttori di Campi Aperti e di Camilla
    >  mostra “Una per tutte, tutte per una”
    > banco informativo di Camilla e Campi Aperti con utili gadget sostenibili per autofinanziamento della giornata
    > si mangia e si beve con i prodotti contadini del territorio
    > pit-stop cinni
    > campagna tesseramento Campi Aperti 
    > Raccolta donazioni per le navi della ONG Mediterranea Saving Humans

    _LABORATORI E ATTIVITÀ
    > ore 11.30 e 15.00 Il sole in cucina, dimostrazione di cottura solare: ognuno può costruirsi il forno solare /// Laboratorio a cura della 
    Compagnia dello Zukkero
    > ore 17 mangiamo la torta collettiva più grande del mondo
    > ore 17 giochiamo al taboo di tutto quello che abbiamo in comune  
    > ore 10.30 – 13.30 laboratorio di serigrafia con 
    Checkpoint Charly: personalizza una maglietta, un grembiule o quello che vuoi tu (se non ce l’hai la puoi comprare allo stand di Camilla) con grafiche stampate in serigrafia su taschini colorati che potranno essere cuciti sul posto. Laboratorio a  offerta libera


    _CONCERTO
    > ore 18.00  
    Donpasta presenta Food sound System: Cucina e vinili


    _APPROFONDIMENTI in zona tendone centrale

    > ore 10-12 “una per tutte, tutte per una”
    Nuove forme di mutualità per cambiare le regole del gioco, una biblioteca vivente curata da Campi Aperti, Camilla, Arvaia, MAG6 e ARESS

    > ore 15:30 “Quale agricoltura nutrirà il pianeta nel futuro?”
    Due modelli di agricoltura si fronteggiano sul nostro pianeta. Da un lato, l’agricoltura industriale, dominata da grandi corporations e grandi aziende iper-specializzate che operano su un mercato globalizzato. Dall’altro lato, le agricolture contadine, con piccole aziende e coltivazioni diversificate, più attente all’ambiente, le cui pratiche agricole si sono adattate agli ecosistemi naturali e i cui prodotti sono distribuiti su mercati locali. Secondo i dati del Comitato per la Sicurezza Alimentare della FAO, le agricolture contadine a conduzione familiare garantiscono il nutrimento per il 70% della popolazione della terra. Eppure, da decenni, soprattutto nei paesi del Nord del mondo, dominano idee e politiche secondo le quali l’agricoltura va “modernizzata” e “industrializzata” e i relativi mercati “liberalizzati”. Senza tener conto degli effetti distruttivi di queste politiche sulle agricolture contadine del Sud del mondo, né dell’impatto ambientale dell’agricoltura industriale, che è uno dei settori economici che più contribuiscono al riscaldamento globale, è responsabile dell’emissione del 21% di CO2 ed è una delle principali cause di inquinamento delle acque, attraverso fertilizzanti e dei pesticidi chimici. Senza tener conto, infine, dello sfruttamento del lavoro bracciantile che è spesso connesso all’agricoltura industriale. È indispensabile modificare queste politiche e sostenere pratiche agricole ecologiche e circuiti locali di produzione e distribuzione del cibo, rendendo protagonisti i produttori di piccola Scala. ​
    Campi Aperti e Camilla ne discuteranno con:
    – Stefano Liberti, giornalista e saggista, che nelle sue inchieste ha approfondito i devastanti effetti ambientali e sociali delle industrie globali del cibo, il land grabbing in molti paesi del Sud del mondo, i problemi di un sistema di distribuzione basato sulle grandi catene di supermercati;
    – Roberto Congia e Andrea Cinus, del 
    Movimento dei Pastori Sardi, che descriveranno la situazione della pastorizia in Sardegna e le ragioni e gli esiti della lotta dei pastori per ottenere un giusto prezzo per il latte ovino;
    – Holly Tiffen del movimento inglese delle 
    Transition Town di Totnes, per capire quale transizione è possibile a un modello di produzione equo e sostenibile, nelle campagne e nelle Città. 
    – Germana Fratello, contadina e attivista di 
    Campi Aperti
    –  
    Andrea Sousa Lima (ESPLAR), esperta di tematiche di agroecologia, genere, femminismo, formazione e organizzazione di gruppi popolari di donne in progetti in parte finanziati da WeWorld-GVC in Brasile. Partecipa al gruppo di lavoro su genere e il femminismo della Articolazione Nazionale di Agroecologia (ANA);
    – 
    José Ricardo Basílio (MST/ACACE), membro del Coordinamento Statale (per lo Stato del Ceará) del Movimento Sem Terra (MST) e coordinatore politico/referente di MST in Via Campesina [per approfondire potete leggere questo report della rete Fuori Mercato]
    – 
    José Marques de Sousa Neto, responsabile programmi WeWorld-GVC Brasile;


    Introduce e modera: Mimmo Perrotta, ricercatore all’Università di Bergamo e attivista in tema di filiere, lavoro e migrazioni in agricoltura

    In  collaborazione con
    WeWorld-GVC Onlus e Terra di Tutti Film Festival
    Cooperativa Arvaia
    Compagnia dello Zukkero
    Mag6
    Aress – Lo scoiattolo
    Checkpoint Charly

  • ENTRA, PARTECIPA, COLTIVA.

    ENTRA, PARTECIPA, COLTIVA.

    PARTE DOMENICA LA CAMPAGNA DI TESSERAMENTO DI CAMPI APERTI

    Con la Festa di tutto quello che abbiamo in comune in Piazza VIII Agosto domenica 13 ottobre, inizia la Campagna di tesseramento di Campi Aperti.

    I mercati di Campi Aperti sono un luogo di incontro tra la campagna e la città, tra persone che credono in un nutrimento sano che non impoverisca la Madre Terra e in un lavoro che arricchisca tutti.

    Scegliere la tessera del contadino significa essere consapevoli di far parte di una comunità che parte dalla lavorazione della terra per una crescita sana, equa ed ecologica.

    La tessera non dà diritto a sconti e non serve per accumulare punti per poi ritirare premi. Non garantisce nemmeno condizioni di favore per le file ai banchi dei mercati. E’ l’occasione per sostenere la lotta per la sovranità alimentare della nostra comunità e di tutte le comunità. E’ una tessera che certifica il nostro impegno in questa lotta per un futuro di equità e di sostenibilità. E’ un modo per aiutare i nostri mercati a resistere nonostante la burocrazia e la concorrenza sleale dei grandi gruppi industriali e commerciali. E’ una dichiarazione di impegno.

    La tessera di Campi Aperti, in realtà, …sono due. Potrai scegliere quest’anno se far parte dell’associazione o, in aggiunta, sostenere il progetto di finanza solidale che stiamo sviluppando insieme a MAG6 (che sarà presente in piazza con noi). Il costo da sostenere è comunque contenuto (7 o 25 euro). Ma nel secondo caso, aiuterai le aziende che ne avranno bisogno ad accedere a finanziamenti a condizioni particolarmente favorevoli, quindi, a continuare il proprio lavoro e a migliorarne le performance. Il tutto a garanzia di avere prodotti freschi, sani e solidali nei nostri (cioè anche tuoi) mercati.

  • Riflessioni: Tutto quello che abbiamo

    Riflessioni: Tutto quello che abbiamo


    Terra, Cibo, Moneta, Comune

    Non si può partire che dalla TerraMadre su cui poggiamo i nostri corpi, terra materia viva, terra sfruttata, avvelenata, ma terra che riproduce vita; terra inaridita da cui fuggire, terra promessa a cui approdare; terra venduta e terra comprata, terra bene comune; pianeta Terra, non ne abbiamo un altro e non vogliamo trasferirci su Marte; terra e mare, mare cimitero per chi cercava una nuova terra senza scordare quella da cui veniva; terra dei fuochi, terra occupata, terra riconquistata, industria della terra e terra che produce Cibo.

    Cibo per tutti, di qualità, ad un prezzo equo per chi lo compra e per chi lo produce: CampiAperti rende possibile questo da sedici anni nei mercati cittadini, non solo luoghi dello scambio monetario, ma luoghi della socialità e della politica quotidiana; è possibile realizzare modelli di produzione del cibo su scala locale, valorizzando le piccole imprese dei territori, che funzionano come presidi ambientali. Camilla è un passo ulteriore nell’organizzazione della filiera del cibo, costruisce una forma di cooperazione tra i consumatori; ogni tipo di consumo è anche una forma di produzione, siamo tutti coproduttrici e coproduttori, tracciati, mappati, invitati a spendere sempre di più per qualcosa che molto spesso non ci serve: cooperare nella scelta di ciò che vogliamo acquistare è un passo nella riconquista di spazi sottratti alle logiche di mercato. Non abbiamo paura dell’economia e della Moneta.

    Moneta, scambio, valore, economia, concetti e pratiche con cui ci confrontiamo quotidianamente. Il denaro è lo specchio delle relazioni sociali, per questo non ne abbiamo paura: costruiamo relazioni sociali fondate sul bene essere comune e sulla cooperazione non su logiche di profitto e sfruttamento delle risorse naturali e delle altre forme di vita.
    ​Potremmo anche immaginare un mondo senza denaro, ma al momento preferiamo organizzarci per valorizzare i circuiti della cooperazione: la sperimentazione di una moneta altra come il Grano tende a questo.
    La nostra economia, la nostra moneta sono quelle del Comune.

    Comune è la ricchezza della TerraMadre, come Comune è la ricchezza sociale condivisa da noi tutte e tutti, fatta di linguaggi, conoscenze, idee, relazioni, macchine sociali e digitali, elementi materiali ed immateriali.
    Comune è oltre il pubblico e oltre il privato: pubblico e privato giocano ognuno il proprio ruolo, in apparente contrapposizione, in un’ economia che non ha nessun legame col benessere delle persone e del vivente. Il privato si mangia quotidianamente grandi fette di pubblico, il pubblico è ormai diventato sinonimo di spreco, inefficienza e corruzione. Facce della stessa medaglia che è quella che premia i tagli ai servizi e la messa a profitto di ogni ambito della vita.

    Tutto quello che abbiamo in Comune

    Campi Aperti è un’associazione che tramite i suoi mercati vuole dare sbocco economico concreto alle piccole aziende agricole biologiche, e quindi a soggetti privati, Camilla è una cooperativa di consumatori, ed è un soggetto privato. Nessuna delle due è pubblica, per come si intende il settore pubblico; ma nessuna delle due insegue solamente il proprio interesse privato.
    Comune è lo spazio politico ed economico della cooperazione sociale.
    Comune è lo spazio di questa piazza, oggi 13 ottobre 2019.

    Ancora una volta non è e non sarà facile, nessun potere ci regalerà nulla:
    c’è e ci sarà bisogno di azione politica collettiva, di lotte per conquistare ogni piccolo spazio di libertà per tutte e tutti.

    Una Camilla, coproduttore di Campi Aperti

  • 13 ottobre ’19 La festa di tutto quello che abbiamo in comune

    13 ottobre ’19 La festa di tutto quello che abbiamo in comune

    Torna anche quest’anno la festa di Campi Aperti in piazza VIII Agosto. Quest’anno insieme a Camilla-Emporio di Comunità per celebrare le pratiche e i valori che ci accomunano: dall’economia al cibo, dalle relazioni, alla madre terra.

    Domenica 13 ottobre dalle 09.00 alle 20.00 un ricco programma di incontri, laboratori, degustazioni, musica, ecc… Il tutto all’interno della cornice di uno splendido mercato contadino, biologico, a km0, autogestito, senza sponsor a cui cedere sovranità in cambio di denaro e senza ospiti scomodi a dettare la linea o a fare comizi, ma con tanti amici con cui fermarsi un po’ a ragionare. Un programma ancora in evoluzione e che, man mano che arriveranno le conferme, aggiorneremo su questa pagina

    PROGRAMMA (in progress)

    _LABORATORI E ATTIVITÀ

    > ore 17 Giochiamo al taboo di tutto quello che abbiamo in comune  
    > ore 17 Mangiamo la torta collettiva più grande del mondo


    _APPROFONDIMENTI in zona tendone centrale

    > ore 10-12 “una per tutte, tutte per una” 
    Nuove forme di mutualità per cambiare le regole del gioco
    Scoprire chi siamo attraverso dei libri viventi

    > ore 15 Quale agricoltura nutrirà il pianeta nel futuro?
    Due modelli di agricoltura si fronteggiano sul nostro pianeta. Da un lato, l’agricoltura industriale, dominata da grandi corporations e grandi aziende iper-specializzate che operano su un mercato globalizzato. Dall’altro lato, le agricolture contadine, con piccole aziende e coltivazioni diversificate, più attente all’ambiente, le cui pratiche agricole si sono adattate agli ecosistemi naturali e i cui prodotti sono distribuiti su mercati locali. Secondo i dati del Comitato per la Sicurezza Alimentare della FAO, le agricolture contadine a conduzione familiare garantiscono il nutrimento per il 70% della popolazione della terra. Eppure, da decenni, soprattutto nei paesi del Nord del mondo, dominano idee e politiche secondo le quali l’agricoltura va “modernizzata” e “industrializzata” e i relativi mercati “liberalizzati”. Senza tener conto degli effetti distruttivi di queste politiche sulle agricolture contadine del Sud del mondo, né dell’impatto ambientale dell’agricoltura industriale, che è uno dei settori economici che più contribuiscono al riscaldamento globale, è responsabile dell’emissione del 21% di CO2 ed è una delle principali cause di inquinamento delle acque, attraverso fertilizzanti e dei pesticidi chimici. Senza tener conto, infine, dello sfruttamento del lavoro bracciantile che è spesso connesso all’agricoltura industriale. È indispensabile modificare queste politiche e sostenere pratiche agricole ecologiche e circuiti locali di produzione e distribuzione del cibo, rendendo protagonisti i produttori di piccola Scala. ​

    Campi Aperti e Camilla ne discuteranno con:
    – Stefano Liberti, giornalista e saggista, che nelle sue inchieste ha approfondito i devastanti effetti ambientali e sociali delle industrie globali del cibo, il land grabbing in molti paesi del Sud del mondo, i problemi di un sistema di distribuzione basato sulle grandi catene di supermercati;
    – Roberto Congia e Andrea Cinus, del Movimento dei Pastori Sardi, che descriveranno la situazione della pastorizia in Sardegna e le ragioni e gli esiti della lotta dei pastori per ottenere un giusto prezzo per il latte ovino;
    – Holly Tiffen del movimento inglese delle Transition Town di Totnes, per capire quale transizione è possibile a un modello di produzione equo e sostenibile, nelle campagne e nelle Città. 
    _Germana Fratello, contadina e attivista di Campi Aperti
    _Un rappresentante del movimento Sem Terra 
    Introduce e modera: Mimmo Perrotta


    CONCERTO

    > ore 18.00  Donpasta 
    Food sound System 
    Cucina e vinili


    _TUTTO IL GIORNO in piazza

    > banchetti dei produttori di campi aperti e di camilla
    >  mostra “una per tutte, tutte per una”
    > banco informativo di Camilla e Campi Aperti con utili gadget sostenibili per autofinanziamento della giornata
    > si mangia e si beve con i prodotti contadini del territorio
    > spazio bimbi
    > campagna tesseramento campi aperti 


    In  collaborazione con

    WeWorld-GVC Onlus e Terra di Tutti Film Festival
    Cooperativa Arvaia
    Mag6
    Aress – Lo scoiattolo

  • 16 dicembre 2018-assemblea generale

    16 dicembre 2018-assemblea generale

    assemblea generale di Campi Aperti per la Sovranità Alimentare domenica 16 dicembre 2018 presso VAG61 – Via Paolo Fabbri, 110, dalle 9.30 alle 18.30

    9:30 Accoglienza con caffè, tè e tisane…bisogna portare tutto! Condividiamo due chiacchiere, ci tiriamo su e poi – puntualissimamente con tutti – passiamo al secondo punto dell’ordine del giorno:

     

    10.00 Apertura + assegnazione ruoli (verbalista, guardiano del tempo, moderatore)

     

    10.10 Accordi di base + brevi annunci informativi

     

    10.30 Aggiornamento strategico – Appello per la tutela dei mercati

     

    11.15 Regolamento trasformazione (lettura modifiche settembre + ratificazione + come attivarlo) –Giulia Menarbin – facilitazione

     

    12.45 Vademecum visite (aggiornamenti proposti a luglio) + Ripasso: buone pratiche per le visite d’ingresso – Gestito da Marco Turchet, Tavolo Garanzia Partecipata

     

    13.45 PAUSA PRANZO: Ognuno porta qualcosa per un buonissimo buffet condiviso!!

     

    14.45 Mercato in Piazza dei colori (stato delle cose, iniziative, richiesta USB, ecc., problematiche varie) + decisione in merito ai prossimi passi

     

    15.30 Come migliorare la partecipazione dei soci produttori/co-produttori – Giulia Menarbin – facilitazione

     

    A)    Come si può creare una partecipazione alla vita associativa più condivisa fra i produttori (momenti decisionali, gruppi di lavoro, eventi, tavoli, ecc.)?

     

    B)    L’organizzazione strutturale che abbiamo sperimentato quest’anno (tavoli permanenti, gruppi di lavoro, gruppi bioregionali, consiglio dei referenti, ecc) è sufficiente? Come è andata quest’anno, come si può migliorare?

     

    C)  Come si può meglio realizzare la missione di Campi Aperti di essere un’associazione di produttori e co-produttori impegnati attivamente nella vita associativa? (Come si potrebbe promuovere la partecipazione di più co-produttori interessati)?

     

    – Presentazione metodo di lavoro sperimentale: i 6 cappelli per pensare

    – Lavoro di gruppo

    – Restituzione lavoro dei gruppi + discussione

     

     

    18.30 Chiusura
  • Partecipare conviene!

    Partecipare conviene!

    Ti sei domandato, almeno una volta, come si forma un prezzo per un prodotto che trovi sui nostri banchi?

    Ti attanaglia il dubbio sul perché i cocomeri costano meno dei fagiolini?

    Vorresti che le pesche costassero un po’ meno?

    Sei curioso di sapere perché ai nostri mercati trovi gli stessi prezzi tutto l’anno?

    …allora é il momento di partecipare!

     

    il giorno 17 novembre 2018

    presso la casa del popolo 20 pietre

    in via Marzabotto, 2 a Bologna

     

    campi aperti discute dei prezzi di frutta e verdura

    l’obiettivo è concordare, tra produttori e coproduttori, un listino per i prodotti freschi da utilizzare per il prossimo anno (e comuncque fino a nuova modifica) per vincolare i prezzi al pubblico che troveremo nei nostri mercati.

    Più si è a ragionare, meglio viene il listino.

    Mai come in questo caso, partecipare conviene!

    Se poi dovesse prenderti il gusto della partecipazione, allo stesso prezzo, potrai fermarti all’assemblea generale del pomeriggio.

     

  • Convocazione Assemblea Generale – 17 Novembre

    Convocazione Assemblea Generale – 17 Novembre

    sabato 17 novembre 2018

    presso 20 Pietre – Via Marzabotto, 2, Bologna

    dalle 14.00 alle 20.00

    ODG

    14.00: Accoglienza Beviamo un caffè, condividiamo due chiacchiere e poi – puntualissimamente e con tutti – passiamo al secondo punto dell’ordine del giorno

    14.30 Apertura e Assegnazione ruoli – Verbalizzatore, moderatore, guardiano del tempo e della parola

    14.35 Aggiornamenti apertura CAmilla e lo stato dell’arte dell’impegno di Campi Aperti

    14.45 Esito visite d’ingresso

     

    15.15 Aggiornamento/chiarimenti strategia CA – rapporti con il comune e azioni (generale e l’Appello all’amministrazione cittadina per la tutela dei mercati contadini a Bologna)

     

    16.00 PAUSA CAFFE’: Tutto da portare e da condividere!  

     

    16.30 – Proposta patto mutualistico, CA- MAG6, con Luca Iori e Enrico Manzo

    18.30 – Lavoro nei gruppi: discutere della proposta patto per meglio orientare il processo decisionale

     

    19.15 – Plenaria: Momento decisionale – patto mutualistico con MAG6

     

    20.00 – Chiusura

  • Sulla Sentenza Della Corte Europea Sulle Nuove Tecniche di Modifica Genetica

    Sulla Sentenza Della Corte Europea Sulle Nuove Tecniche di Modifica Genetica

    Di recente la corte europea di giustizia ha emesso una sentenza importantissima che equipara le nuove tecniche di genome editing (oggetto di finanziamento da parte del governo l’anno passato, in barba a tutte le dichiarazioni anti-OGM) alle tecnologie, meno raffinate ma ormai tristemente diffuse, di modifica genetica.

    Qui di seguito, il commento di C.M. Modonesi, socio ISDE, che ringraziamo, pubblicato sulla rivista Sanità del Sole 24 ore sulla importantissima sentenza.

    Sulla salute non si scherza e, a questo fine, i giochi di parole usati per confondere le carte e le idee della gente e far passare come innocue tecniche discutibili che come fine ultimo perseguono il controllo sulla filiera produttiva.

    sentenza europea ogm

    (grazie a MirkoBusto per l’immagine “rubata”)

  • Auto-Autorizzazione per il Mercato in Bolognetti

    Auto-Autorizzazione per il Mercato in Bolognetti

    Dopo oltre sei mesi di inutili trattative col Comune che, o non risponde, o risponde a casaccio, abbiamo deciso di restituire il potere a chi, il potere, a norma della costituzione, lo detiene: i cittadini. Così, dai prossimi giorni, presso i nostri mercati, potrete trovare i moduli per apporre la firma sulla auto-autorizzazione che dà il via al mercato di vicolo Bolognetti. Venite numerosi ad esercitare il vostro diritto-dovere di decidere! Quelli che avete delegato, proprio non riescono a farlo…

    Qui sotto, il testo della DDB (Delibera Dal Basso) che verrà sottoposta alla vostra legittimazione. Ci vediamo presto.

    p.s.: non è che l’inizio…

    Bologna, addì 28/05/2018

    Oggetto: auto-autorizzazione all’associazione campiAperti a rispettare la terra, la dignità del lavoro contadino, la qualità del cibo e dell’ambiente e a sostenere la socialità e le relazioni basate sul rispetto reciproco attraverso l’avvio del mercato biologico contadino in vicolo Bolognetti 2.

    Le cittadine e i cittadini

    Premesso:

    – che in uno spazio reso disponibile alla città dal collettivo Labas, denominato ex Caserma Masini, in via Orfeo, nell’ambito di relazioni con i cittadini era attivo un pubblico mercato contadino gestito da CampiAperti : un’associazione di produttori e cittadini che sostiene l’agricoltura biologica contadina e il diritto delle comunità a decidere in merito alla produzione del proprio cibo, all’alimentazione e alla gestione dei territori con un percorso verso la sovranità alimentare passa attraverso la creazione di una relazione diretta tra chi produce e chi consuma, mediante l’organizzazione di mercati autogestiti e vede nell’autogestione il punto di partenza per la costruzione di sistemi produttivi che possano costituire un’alternativa a un sistema economico insostenibile,

    -che CampiApertifavorirsce l’agricoltura di prossimità, sostiene una produzione rigorosamente biologica/biodinamica e locale, legata alla territorialità, alla stagionalità del prodotto e controllata attraverso un sistema di garanzia partecipata.  Un modello produttivo ed economico che, tutelando la salute, la qualità dell’ambiente e la dignità del lavoro  e, attraverso un’economia di relazione, basata sulla solidarietà concreta tra consumatori e produttori, nonché sulla filiera corta, che contiene i prezzi e stimola la produzione di alimenti di qualità, si oppone al – socialmente ed ambientalmente – devastante modello neo-liberista;

    -che tale spazio attraversato dai cittadini, residenti e non, è stato sgomberato nell’agosto 2017 senza offrire a tutte le esperienze che lo hanno attraversato una alternativa e che diverse iniziative sono state fatte nel periodo immediatamente successivo, compresa una raccolta di oltre 2000 firme a sostegno della richiesta di ri-apertura in tempi brevi del mercato di Campi Aperti.

    -che il Comune di Bologna ha emesso un pubblico avviso in data 26/10/2017 per la gestione sperimentale degli spazi di vicolo Bolognetti 2 ,

    – che in data 10/11/2017 l’ass.ne campiAperti ha inviato all’ass.ne Nata per sciogliersi una lettera di intenti sul progetto inerente l’avviso pubblico in cui si dichiarava l’adesione dell’Associazione in qualità di Partner al progetto presentato dall’Associazione NPS condividendo le finalità dell’iniziativa proponendo, all’interno del progetto in via di presentazione, l’organizzazione e gestione di un mercato settimanale di produttori agricoli, biologico e a km0 in continuità con l’importante iniziativa presente nell’ex caserma Masini,

    -che il bando pubblico è stato aggiudicato dal progetto “Back to Làbas” proposto dall’associazione Nata per Sciogliersi nell’ambito della realizzazione del percorso del “Laboratorio cittadino di immaginazione civica dedicato al tema degli spazi”,

    -che il progetto “Back to Làbas” è stato approvato dal Comune come uno “strumento di transizione e continuità delle attività sociali e mutualistiche innovative che il gruppo informale denominato Làbas ha svolto dal 2012 al 2017 presso l’ex caserma Masini di via Orfeo 46”,

    -che il medesimo testo indica che del progetto fanno parte: un mercato biologico settimanale a km0, attività educative, scuola di italiano per stranieri, orientamento e assistenza gratuita per migranti, co working e formazione su temi alimentari, corsi di falegnameria, corsi di documentario, attività di vicinato e altre attività a cura delle singole associazioni partner del progetto,

    -che, a seguito ell’esito del bando di evidenza pubblica, l’ass.ne NpS è entrata nell’area per svolgere le attività previste nel bando,

    Tutto ciò premesso,

    Considerato :

    • che nel febbraio 2018 campiAperti ha avviato contatti diretti con l’Amministrazione Comunale al fine di pervenire alla realizzazione di quanto previsto dal progetto approvato, chiedendo, ai fini della realizzazione del mercato contadino, in data 17 febbraio, nel corso di un incontro con rappresentanti del Comune e di NPS:

      1- l’accesso per carico/scarico alla piazza interna al quadriportico,
      2- i parcheggi per i mezzi,
      3-un rapporto diretto tra campi aperti e il comune nella gestione del mercato,

      chiarendo, per quanto riguarda la prima questione, che CampiAperti non ha alcuna intenzione di prendersi la responsabilità della violazione del vincolo posto dalla sovraintendenza sull’accesso al piazzale per i veicoli a motore,

    • che in tale sede veniva risposto che l’amministrazione si sarebbe informata nel merito del vincolo per poter studiare una formula scritta per l’autorizzazione dell’ingresso dei mezzi a motore nella piazza interna al quadriportico e che la risposta sarebbe arrivata tra lunedì e martedì seguenti (19 o 20 febbraio),

    • che per quanto riguarda i parcheggi il comune si era attivato per trovare 12/15 posteggi tra i parcheggi dell’università però dicendo che non sarebbero stati localizzati tutti alla clinica odontoiatrica, alla quale si accede da vicolo Bolognetti, ma tra i parcheggi in disponibilità dell’università nella zona circostante e che la risposta dell’università avrebbe dovuto arrivare entro 10gg (27 febbraio), visto che il consiglio era fissato per il seguente lunedì,

    • che in tale sede è intervenuto anche l’assessore, Lepore comunicando che il comune era disponibile ad istituire un canale diretto con CampiAperti e che CampiAperti la titolarità per fare mercato l’aveva dal momento che aveva vinto il bando per l’assegnazione del posto, quindi l’ampliamento del patto di collaborazione in vigore tra CampiAperti e Comune era una scelta percorribile ma che avrebbe avuto comunque dei tempi di realizzazione, quindi per iniziare subito con il mercato è stato consigliato a CampiAperti di sfruttare l’autorizzazione di 120gg fatta, in accordo con il quartiere, a labas per l’utilizzo di vicolo bolognetti.

    • che, permanendo le lacune sui punti relativi alla logistica, dopo ripetute richieste da parte dell’associazione CampiAperti, un nuovo incontro è stato fissato con i tecnici del comune, solo in data 4 aprile,

    • che in tale sede il funzionario del Comune ha informato CampiAperti che la Sovraintendenza si sarebbe dovuta pronunciare sull’autorizzazione al mercato “a brevissimo”, specificando, nel contempo, che non era noto, né per quanti banchi era stata richiesta tale autorizzazione, né per quanti banchi sarebbe stata rilasciata, né se avrebbero approvato il carico/scarico all’interno del cortile del quadriportico di vicolo Bolognetti, come richiesto dal comune,

    • che la domanda di autorizzazione in questione – per ammissione del funzionario comunale – è stata inviata in sovrintendenza senza averla mostrata ai diretti interessati (CampiAperti), nemmeno a posteriori e nonostante ne sia stata fatta richiesta, insistentemente, nel corso della suddetta riunione del 4 aprile,

    • che, sempre nel corso della riunione del 4/4, si affermava che per i parcheggi dei mezzi dei produttori, era stata individuata una soluzione, riservando una quindicina di stalli presso il parcheggio della ex-STAVECO , ma che l’amministrazione stava trattando con l’università per dei parcheggi in via Ranzani,

    • che, ancora in quella sede – in evidente contraddizione con quanto sostenuto a febbraio dall’assessore di riferimento – veniva messa in discussione la richiesta di CampiAperti di formalizzare, per la gestione del mercato, un rapporto diretto con il Comune, in quanto essendo stato vinto il bando da NPS, venivano individuati in quella organizzazione gli interlocutori dell’amministrazione,

    • che dopo una settimana dalla riunione è stata inviata, con una mail indirizzata sia ai tecnici che agli amministratori coinvolti, una prima sollecitazione, rinnovando la richiesta di un riscontro in merito alle tre questioni fondamentali che da Campi Aperti erano state sollevate durante l’incontro del febbraio e di nuovo nell’incontro del 4 aprile, per le quali non era ancora stata data nessuna risposta formale,

    • che, a distanza di una settimana dal primo sollecito, ne è stato inviato un secondo di pari contenuto, sempre via mail, stante la mancata risposta dell’amministrazione,

    • che a distanza di una ulteriore settimana, è stata inviata una terza ed ultima sollecitazione, facendo presente che CampiAperti, di lì a qualche giorno, si sarebbe riunita in assemblea per decidere in merito alla fattibilità di un mercato nel quadriportico di vicolo Bolognetti,

    • che anche a questo sollecito non è stato fornito riscontro se non tardivo e contraddittorio con una mail spedita dal funzionario in data 8/5, ad assemblea svolta,

    • che in data 11 maggio 2018, pertanto, CampiAperti ha scritto nuovamente all’assessore Lepore per comunicare l’urgente necessità di chiarimenti e l’estremo disagio e profonda delusione nell’aver ricevuto fuori tempo massimo questa risposta, oltretutto vaga, confusa e insufficiente, poiché da febbraio, ormai, erano in attesa, per poter avviare il mercato , di fare chiarezza sui punti rispetto ai quali i tecnici hanno fornito risposte evasive quando non contraddittorie,

    Tutto ciò premesso e considerato,

    Preso atto dell’impegno mostrato dall’associazione CampiAperti e dai suoi componenti nel porre all’attenzione dell’amministrazione comunale tutta la disponibilità necessaria per pervenire allo scopo, previsto dal progetto vincitore del bando, di realizzare il mercato contadino, come intento riconosciuto da disposizione del Comune,

    Valutato che i tempi di risposta a tale percorso abbiano superato ogni possibile forma di concessione e o autorizzazione, a fronte della trasparenza dimostrata da CampiAperti , e pertanto altro non possa essere fatto che considerare questo percorso come assertivo e quindi riconoscere la necessità che il mercato abbia avvio,

    visto:

    -la Costituzione della Repubblica Italiana , art. da 1 a 5 e segg..,

    -la Dichiarazione universale dei diritti della madre terra,

    -la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,

    -lo Statuto di CampiAperti,

    -lo Statuto del Comune di Bologna ,

    -il dizionario per l’abolizione del condizionale usato come forma per procrastinare,

    DISPONE

    -che l’associazione CampiAperti avvii al più presto un mercato contadino nello spazio di vicolo Bolognetti 2, assegnato con bando pubblico all’associazione Nata per Sciogliersi, in attuazione, non più rinviabile, del progetto approvato in sede di bando, nel rispetto delle seguenti prescrizioni:

    • mettere a disposizione produzioni biologiche e locali, legata alla territorialità, alla stagionalità del prodotto e controllate attraverso un sistema di garanzia partecipata,

    • favorire l’agricoltura di prossimità, di una filiera corta, basata sulla vendita diretta da parte del produttore, contenendo i prezzi e stimolando la produzione di alimenti di qualità,

    • far trovare nei mercati il frutto di un’agricoltura sostenibile e dietro i banchi i volti di chi produce nel rispetto della terra ,

    • rendere consapevolezza il fatto che solo con un’agricoltura contadina non industriale è possibile ottenere la massima valorizzazione del lavoro umano e un reddito dignitoso per i produttori,

    • favorire la socialità e l’acquisizione del valore del bene comune, come elemento per fornire elenti di conoscenza e consapevolezza sugli squilibri del sistema economico neoliberista,

    • favorire la compartecipazione dei co-produttori ad un progetto di nuova economia che riduca lo spreco alimentare strutturale, insito nel modello agroindustriale, responsabile di buona parte delle emissioni dei gas di serra che stanno condannando il pianeta alla invivibilità da parte dell’uomo,

    • opporsi, proponendo alternative praticabili e positive, al proliferare dei supermercati e dei centri commerciali che, spersonalizzando l’economia, generano catene di sfruttamento del lavoro e dei lavoratori, schiacciano i produttori imponendo prezzi e standard di produzione, causano aumento dell’inquinamento a scala locale e globale, sottraggono libertà di scelta anche ai consumatori

    FIRMATO

    Noi sottoscritti, donne e uomini.

    Di Bologna, ma non solo.

  • VITTORIA! Per le api, per la biodiversità, per l’ambiente, per i nostri figli, per …

    VITTORIA! Per le api, per la biodiversità, per l’ambiente, per i nostri figli, per …

    Dopo diversi tentativi falliti e mesi di campagne e petizioni, finalmente un impegno concreto contro la desertificazione delle nostre campagne: l’Unione Europea vieta la commercializzazione e l’utilizzo dei pesticidi a base di neonicotinoidi.

    Una buona notizia, finalmente, per tutti noi e per il futuro del pianeta su cui viviamo e che ci sostiene. La morìa delle api, dovuta in larga parte all’utilizzo di questi prodotti, aveva raggiunto livelli di allarme che non potevano più, evidentemente, essere ignorati. A rischio era la capacità di produrre alimenti, in larga parte garantita dal lavorìo silente e gratuito, di questi preziosi insetti.

    Ora, almeno per questo fattore di pressione sulle popolazioni naturali di insetti, possiamo tirare un sospiro di sollievo.

    Una vittoria importante soprattutto per la portata culturale: prendersi cura degli insetti non è più soltanto un’attività da appassionati ed eccentrici signori armati di retino e lente di ingrandimento, ma una necessità anche di natura economica per tutta la popolazione umana.

    Speriamo sia l’inizio di una rivoluzione sempre più necessaria ed urgente.

  • Il Fico perde le foglie, ovvero: cronaca di una morte annunciata…

    Il Fico perde le foglie, ovvero: cronaca di una morte annunciata…

    Anche prima di quanto ci si aspettasse, cominciano a palesarsi segnali di crisi acuta per FICO, la “disneyland del cibo”.

    A parte lo scandaloso titolo di prima pagina del quotidiano on line, che attribuisce la denuncia (Fico, le navette semivuote: “Nessuno le usa, togliamole”  Solo 6 passeggeri, capienza di 150 Il Pd: “Tper le utilizzi per le linee ordinarie”) al gruppo consiliare di un partito, per poi scoprire dal testo che la denuncia arriva da altre forze, il flop è talmente evidente che non poteva non giungere anche nelle stanze – a dire il vero, non molto lontane, in tutti i sensi – di viale Aldo Moro. E così, dopo mesi di evidente inutilità, si comincia a parlare di destinare ad altro le navette FICO in servizio, da sempre, costantemente, vuote.

    Così, dopo aver regalato all’impresa del prode Oscar, diversi milioni di euro, sotto forma di autobus nuovi di zecca, ora giunge il momento, non più procrastinabile, evidentemente, della retromarcia.

    Dunque, la prima foglia a cadere dal FICO, probabilmente, sarà proprio quella che, pietosamente, avrebbe dovuto coprire l’insostenibilità (traffico, inquinamento, CO2, ecc…) dell’operazione di restyling del CAAB.

    Augurandoci che a cadere sia anche – metaforicamente, ovvio – qualcuna delle teste di uovo tra quelle che hanno pensato ed avallato questa assurda operazione di marketing territoriale di bassissimo livello, ma costosissima per le casse pubbliche e rischiosissima per le sorti urbanistiche della città, cataloghiamo questo evento nella categoria dei fatti ampiamente prevedibili.

    Sperando che la sbronza finisca presto e senza troppi danni (in particolare, un pensiero va ai giovani che speravano di aver trovato una soluzione alla loro ricerca di lavoro), restiamo in attesa del prossimo passo verso lo smantellamento/liberazione.

    Subito dopo, sarebbe gradito un mea culpa…

  • Usate la testa: fatevi le scarpe!

    Usate la testa: fatevi le scarpe!

    Ai mercati di XM 24, e di via Pieve di Cadore, questa settimana ospiteremo il calzaturificio La Marruca.

    Scarpe eleganti, belle e, soprattutto, sostenibili, grazie alle scelte operate dagli artigiani della Marruca su materie prime e tecniche lavorative.

    Ridurre gli sprechi e utilizzare materiali a basso impatto può cominciare anche dai piedi.

    Vi aspettiamo, quindi, in via Fioravanti, al mercato di XM, giovedì 25/1 dalle 17 alle 20 e al mercato di Savena, in via Pieve di Cadore, venerdì 26/1 dalle 16,30 alle 19,30 per vedere i modelli e scegliere le scarpe più adatte ai vostri piedi, ma …usando la testa.

  • Glifosato: C. S. ISDE-Replica a Senatrice Cattaneo

    Glifosato: C. S. ISDE-Replica a Senatrice Cattaneo

    COMUNICATO STAMPA
    QUELLO CHE LA SENATRICE-FARMACOLOGA NON SA
    Non è consuetudine di ISDE Italia (Medici per l’Ambiente) esprimere valutazioni in merito alle
    dichiarazioni pubbliche di rappresentanti della politica e delle istituzioni. Quando però le
    dichiarazioni inquadrano i fatti in modo distorto e al tempo stesso pretendono di fornire
    indirizzi che attengono alla salute pubblica e alla tutela dell’ambiente, l’attenzione di ISDE
    Italia viene inevitabilmente sollecitata. Il commento a firma di Elena Cattaneo (“Gli equivoci
    sul glifosato”), pubblicato il primo dicembre 2017 su Repubblica, elenca una serie di
    pregiudizi e di semplici opinioni sugli effetti sanitari e ambientali dell’erbicida più diffuso al
    mondo che non coincidono nel modo più assoluto con le conoscenze attualmente disponibili;
    il tutto, accompagnato da un concentrato di nozioni sull’agricoltura sostenibile (biologica e
    biodinamica) che lascia francamente sconcertati. L’innovazione del futuro, sostiene l’autrice,
    coinciderebbe con l’impiego universale di OGM, capaci di risolvere in un colpo solo la
    moltitudine di temibili sfide con cui l’agricoltura dovrà fare i conti, dal cambiamento climatico
    all’erosione della biodiversità, fino alla piaga della denutrizione e chissà cos’altro ancora. Non
    una parola viene spesa circa la necessità 1) di sviluppare un approccio sistemico nelle policy
    per l’agricoltura e 2) di implementare un uso sostenibile delle risorse naturali e delle matrici
    ambientali nelle pratiche agricole.
    Naturalmente, per quanto discutibili, le opinioni personali sarebbero del tutto legittime se
    non fossero visibilmente travestite da prescrizioni scientifiche: il commento, infatti, viene
    firmato dalla senatrice indossando il “camice bianco” (farmacologa è la qualifica che compare
    in calce oltre a quella istituzionale). Su questo improbabile tentativo di fornire indicazioni
    corredate di certificazione scientifica è il caso di esprimere più di una perplessità e almeno un
    chiarimento, al fine di evitare che, nello scorrere il commento, il lettore scambi lucciole per
    lanterne e abbia la tentazione di prendere sul serio la lunga lista di inesattezze che l’autrice fa
    proprie.
    La letteratura scientifica ha cominciato a occuparsi dei danni biologici e sanitari del glifosato
    alla fine degli anni Settanta, quando la molecola erbicida aveva un mercato marginale e la sua
    diffusione non era ancora stata ingigantita dalle colture ingegnerizzate per la resistenza ai
    suoi effetti tossici. Grazie alle prime indagini nord-americane e australiane condotte su
    organismi impiegati come bioindicatori (gruppi particolari di invertebrati e vertebrati), si
    cominciò a comprendere che la presunta innocuità del prodotto, propagandata a tambur
    battente dall’industria, necessitava di una radicale rettifica, soprattutto nei formulati
    commerciali (come il Roundup) contenenti il surfattante POEA. Da allora, le indagini sui rischi
    ecologici e sanitari indotti dall’utilizzo sempre più diffuso dell’erbicida sono aumentate
    esponenzialmente, tant’è che alcuni anni fa il glifosato è entrato nel mirino della commissione
    IARC (la massima agenzia mondiale per la ricerca sul cancro) deputata a proporre e
    realizzare, attraverso una lunga e articolata procedura di “candidatura e revisione”, una
    valutazione dei dati tossicologici ed epidemiologici sulla cancerogenicità del composto. Oggi il
    glifosato si trova al centro di un’accesa disputa internazionale che vede molti ricercatori e
    associazioni impegnati a bandirne la commercializzazione e gli usi agricoli ed extra-agricoli,
    non solo per la sua probabile cancerogenicità umana (linfoma non-Hodgkin) decretata da
    IARC nel 2015, ma anche per la sua tossicità endocrina, neurologica e riproduttiva, nonché per
    la sua ben nota ecotossicità.
    Associazione Medici Per l’Ambiente – ISDE Italia
    05/12/ 2017
    È evidente che l’eventuale eliminazione del glifosato dal mercato globale dei pesticidi
    spingerebbe l’industria a sostituirlo con altri prodotti, sulla carta anche più tossici
    dell’originale. Ma il nodo della questione è proprio questo: il bando del glifosato dovrebbe
    rappresentare un primo passo verso la progressiva rimozione dei veleni di sintesi dalle
    pratiche agricole e zootecniche, così come da ogni altro settore in cui i parassiti possono
    essere controllati con metodi alternativi, non tossici e meno costosi.
    È difficile capire da dove tragga le informazioni sugli impatti del glifosato la senatricefarmacologa
    Cattaneo, certamente non dalla letteratura scientifica indipendente, che
    sull’argomento specifico è disponibile in quantità. In ogni caso, è poco consigliabile riproporre
    continuamente, come fonte primaria di dati, il report sui rischi del glifosato prodotto
    dall’EFSA, in quanto, com’è noto, si tratta in buona parte di un documento copiato da materiali
    forniti dall’industria, che certamente non rientrano nel novero degli studi scientifici
    indipendenti.
    Per concludere, poiché nessuno dubita della buona fede con cui è stato scritto il commento, c’è
    da dubitare della reale conoscenza degli argomenti cruciali che in esso vengono trattati, sui
    quali la senatrice-farmacologa continua a dispensare opinioni personali e ricette risolutive del
    tutto infondate.

    5 Dicembre 2017
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