Autore: Ppp p(—)

  • Energia rinnovabile. Attiva da oggi la convenzione Campi Aperti-E’Nostra

    Energia rinnovabile. Attiva da oggi la convenzione Campi Aperti-E’Nostra

    E’ attiva da oggi la convenzione tra Campi Aperti ed E’Nostra, cooperativa di acquisto e vendita di energia da fonti rinnovabili.

    L’adesione all’offerta si può fare seguendo il link del Modulo di attivazione. Ora, tra le altre, si può scegliere la convenzione ‘socio Campi Aperti‘. Così facendo si ottiene lo sconto del 5% sulla tariffa. Lo sconto vale sia per le attività produttive che per le utenze domestiche, se l’intestatario della bolletta è socio di Campi Aperti.

    Si attiva così la seconda fase del percorso iniziato con l’allacciamento dei due mercati di P.zza Scaravilli e di VAG alla fornitura garantita da E’Nostra. Nella speranza che si diffonda consapevolezza, ma, soprattutto, comportamenti orientati alla riduzione dell’impatto che le nostre attività hanno sul pianeta che ci ospita.

  • Per una transizione energetica dal basso

    Per una transizione energetica dal basso

    Mercoledì 15 giugno, a partire dalle 20,45, a Labàs, incontriamo due rappresentanti di E’Nostra, la cooperativa che ci fornirà elettricità da fonti rinnovabili ai mercati di Vag e p.zza Scaravilli.

    Con loro parleremo di possibili concreti cambiamenti nel modo di gestire l’energia che consumiamo. Verso una transizione energetica che non è più rimandabile.

    A partire dalla convenzione che stiamo elaborando e che presto legherà Campi Aperti a E’Nostra, cercheremo di analizzare le possibili articolazioni del rapporto tra i singoli soci e la cooperativa. Dal primo step di socio consumatore (chi si allaccia alla fornitura garantita 100% rinnovabile), a chi potrebbe diventare socio produttore, vendendo l’energia del proprio impianto di produzione da fonti rinnovabili già esistente alla cooperativa, che la userà per rifornire i propri clienti (i soci consumatori), alla possibilità di realizzare un impianto ex-novo, grazie a forme di partenariato sostenute da E’Nostra e Retenergie.

    Insomma, un primo incontro molto operativo per esplorare quanto è possibile fare per partecipare e sostenere la transizione verso un modello energetico che non metta in discussione il futuro di noi tutti. Per iniziare a costruire un modello di democrazia energetica, in cui il bene comune energia sia patrimonio veramente di tutti e non strumento di controllo.

    Ci vediamo lì. Numerosi.

     

  • Mercati a 0 …emissioni

    Mercati a 0 …emissioni

    Che gli accordi di Parigi (COP21) di dicembre scorso abbiano bisogno di una applicazione che scavalchi e anticipi le politiche governative – troppo ondivaghe e prudenti nei confronti del mondo degli interessi finanziari – per provare a mettere una pezza finchè c’é tempo al disastro climatico incombente, è cosa nota.

    Che l’agricoltura industriale sia responsabile di gran parte delle emissioni di gas di serra sul pianeta è pure risaputo.

    Che i mercati di Campi Aperti, così alternativi a quel modello, rappresentino un modo per raffreddare il pianeta, oltre che per salvaguardare la nostra sovranità alimentare, quindi, è cosa altrettanto nota.

    Ma sappiamo che non basta. Bisogna fare di più.

    Molto di più.

    Così, dalla prossima estate (giusto il tempo tecnico per la voltura dei contratti di fornitura), probabilmente già dai primi di agosto, in due dei nostri mercati (p.zza Scaravilli e VAG), la fornitura di energia elettrica sarà garantita ad emissioni zero!

    Questa importante caratterizzazione – che speriamo di poter presto estendere anche agli altri mercati gestiti dall’associazione – è possibile grazie alla sottoscrizione di un contratto di fornitura con E’Nostra, una cooperativa che garantisce ai soci la vendita di energia prodotta da impianti di produzione da fonti totalmente rinnovabili e socialmente sostenibili. Infatti, E’Nostra compra energia prodotta non solo rispettando l’ambiente, ma anche le comunità locali che ospitano gli impianti di produzione. Niente eolico su crinali che offendono il paesaggio o disturbano la quiete dei territori, o fotovoltaico a terra che sottrae suolo alla produzione agricola, tanto per fare un paio di esempi.

    Ovviamente, l’energia consumata dai mercati per poche ore alla settimana è poca cosa. Dobbiamo diffondere questa forma di consumo il più possibile. Stiamo quindi lavorando con E’Nostra alla stesura di una convenzione che garantisca ai soci di Campi Aperti uno sconto in caso di passaggio alla fornitura da parte della cooperativa. Di questa convenzione, ulteriore passaggio per favorire una economia responsabile e rispettosa dell’ambiente e della dignità delle persone, daremo comunicazione appena sottoscritta, così da permettere ai soci (e a chi vorrà diventarlo) di aderire all’offerta di energia verde a condizioni vantaggiose, anche per il portafoglio, oltre che per l’ambiente.

    Degli sviluppi di questa iniziativa – e di altre simili che stiamo elaborando –  daremo informazioni su queste pagine. Continuate dunque a seguirci, se volete restare aggiornati e cogliere l’occasione per fare qualcosa, in più di quanto non fate già ora, in favore del nostro povero, bistrattato, pianeta.

  • ISDE (Medici per l’Ambiente) su posizione WHO_FAO Glifosate

    Summary Report WHO-FAO: un favore all’agribusiness

    Comunicato ISDE Italia a cura di Carlo Modonesi e Celestino Panizza, coordinatori gruppo di lavoro sui pesticidi

    Il 16 maggio 2016 è stata data diffusione al Summary Report del meeting congiunto di esperti WHO-FAO, convocato per esprimersi sul rischio associato ai residui alimentari degli insetticidi diazinon e malathion, e dell’erbicida glyphosate. Il 20 marzo 2015 questi composti erano stati formalmente inseriti da IARC nel gruppo 2A, in quanto “probabili cancerogeni per l’uomo”.

    Il panel WHO-FAO ha concluso che è improbabile che il diazinon costituisca un rischio cancerogeno per l’uomo.

    Analogamente, per quanto riguarda il malathion e i suoi metaboliti, il gruppo di esperti, pur riconoscendo alcune evidenze di cancerogenicità (linfomi non Hodgkin e cancro della prostata) emerse da studi epidemiologici e sperimentali, ha concluso che l’insetticida assunto con gli alimenti non comporta un rischio di cancerogenicità per l’uomo.

    Nel Report si legge che nemmeno il glyphosate assunto per via alimentare costituisce un rischio cancerogeno per l’uomo, e si stabilisce che la dose quotidiana accettabile di assunzione (ADI: Acceptable Daily Intake) è 0-1 mg/kg di peso corporeo.

    Il glyphosate è l’erbicida più utilizzato su scala globale, per cui la valutazione di cancerogenicità espressa da IARC nel 2015 ha suscitato forti preoccupazioni nel mondo sociale e la richiesta di mettere al bando l’erbicida da parte di molte associazioni europee.

    Di contro, le imprese produttrici dei pesticidi in questione hanno replicato con campagne mirate a screditare il parere tecnico-scientifico espresso da IARC nel 2015, nel chiaro tentativo di evitare che la procedura europea per il rinnovo dell’autorizzazione commerciale dell’erbicida fosse bloccata.

    Dopo la pubblicazione della monografia di IARC elaborata con metodologia rigorosa, utile a tutelare la safety alimentare (e non solo alimentare), le agenzie regolatorie si sono affrettate a sconfessare la valutazione del glyphosate effettuata da IARC e a raccogliere le istanze di parte avanzate dall’agro-industria: a tale proposito, si veda EFSA Journal, 2015;13(11):4302.

    Anche in questo caso, si deve rilevare che la commissione congiunta di esperti WHO-FAO si è espressa con perfetto tempismo sul rischio cancerogeno del glyphosate (oltre che del diazinon e del malathion) in pieno contrasto con le conclusioni di IARC, peraltro stabilendo un’ADI addirittura di oltre un ordine di grandezza superiore rispetto a quanto indicato dal Report di EFSA richiamato sopra. www.isde.it

    Va peraltro segnalato che la stampa internazionale (http://www.theguardian.com, UN/WHO panel in conflict of interest row over glyphosate cancer risk) ha prontamente denunciato il conflitto di interessi che coinvolge direttamente i coordinatori del panel WHO-FAO che ha pubblicato il Summary Report.

    ISDE Italia, che già aveva stigmatizzato il Report di EFSA (con una lettera al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina datata 4 dicembre 2015), in quanto viziato da numerose forzature di metodo e di contenuto e basato su argomentazioni non sostenute dalla letteratura scientifica, giudica in modo altrettanto critico l’iniziativa congiunta WHO-FAO.

    Di fatto, il Summary Report WHO-FAO fa proprie le conclusioni di EFSA, con alcune aggravanti. Anzitutto i composti oggetto di valutazione vengono considerati unicamente in relazione all’effetto cancerogeno, senza tenere conto delle evidenze scientifiche circa la tossicità per altri end-point sanitari. Nel documento, infatti, si allude accidentalmente alle scarse conoscenze odierne sugli outcomes diversi dal cancro (effetti teratogeni, neurotossici, metabolici, riproduttivi, ecc.) indotti dal glyphosate, liquidando con affermazioni sommarie un punto sostanziale delle possibili criticità (in termini di salute pubblica) dovute al composto.

    Inoltre, il gruppo di esperti WHO-FAO limita le proprie valutazioni agli effetti genotossici dell’erbicida, ritenendo evidentemente che la genotossicità sia l’unico indizio precoce della cancerogenesi. È invece ormai ampiamente riconosciuto che il processo di cancerogenesi può evolvere attraverso altre vie, per esempio quella ormonale, come dimostrato dagli esiti neoplastici dell’esposizione a molti composti non genotossici. Non a caso, il glyphosate viene descritto da una ricca letteratura scientifica come “interferente endocrino”.

    Nulla viene detto del fondato sospetto, documentato dalle indagini di tossicologia sperimentale, che il glyphosate sia dannoso per l’attività enzimatica e ormonale di molti tipi cellulari nei mammiferi, e anche i dati sull’epatotossicità e sulla nefrotossicità emersi da studi condotti a livelli di contaminazione alimentare analoghi a quelli stabiliti dalle odierne norme europee sul rischio accettabile vengono accuratamente elusi.

    Infine, si rileva il più totale disinteresse per la mole di prove scientifiche che testimoniano gli effetti deleteri del glyphosate sulla biodiversità, e in particolare sulle faune vertebrate e invertebrate e sulle flore microbiche di molti ecosistemi acquatici e terricoli che oggi vengono ritenuti fondamentali per la buona salute della biosfera, della popolazione umana e della stessa agricoltura.

    Si configura, anche nelle conclusioni del documento WHO-FAO, un grave limite nel valutare con la dovuta obiettività le conoscenze scientifiche oggi disponibili sugli effetti del glyphosate. Va comunque rilevato che laddove fossero presenti incertezze per la carenza di dati o per la presenza di dati borderline, i governi, le agenzie regolatorie e l’industria dovrebbero farsi carico di promuovere ricerche indipendenti che consentano un definitivo e solido risk-assessment; nel caso in cui la cancerogenicità e/o altri effetti patologici fossero confermati, sarà obbligatorio un bando globale di questo erbicida, unica garanzia di prevenzione efficace.

    ISDE Italia ribadisce che un approccio scientifico corretto deve basarsi sul sostegno fornito da dati di letteratura facilmente accessibili e verificabili, nonché su una loro rigorosa interpretazione, così come è necessario continuare a studiare gli effetti del glyphosate in particolare su embrioni, feti e bambini.

    Istituzioni di profilo sovrannazionale come WHO e FAO dovrebbero adottare un percorso di valutazione contraddistinto dalla trasparenza oltre che dall’indipendenza.

    La valutazione IARC del 2015 resta l’unico documento trasparente e attendibile in materia di valutazione delle implicazioni di interesse sanitario-oncologico generate dal glyphosate.

    La Commissione europea e tutti i Governi nazionali dell’Unione europea dovrebbero tenerne conto nei processi decisionali che attengono a tale materia.

    Arezzo, 30 Maggio 2016

  • 28/05/2016: Assemblea Generale

    28/05/2016: Assemblea Generale

    Cari soci e simpatizzanti, Egregi Semplici Conoscenti,
    con la presente è convocata l’assemblea generale di Campi Aperti per la Sovranità Alimentare,
    il giorno 28/5/2016
    presso l’azienda La Sega
    Via Valle del Samoggia 6477 – Savigno (Bo) (ora Val Samoggia)
    a partire dalle ore 15,00
    per discutere il seguente ODG:
    1) Relazione sulle visite e accettazione delle aziende;
    2) Distribuzione nuove visite aziendali
    3) Emporio cooperativo, partecipativo e solidale in collaborazione con Alchemilla GAS. Presentazione del progetto e sostegno.
    4) Proposta di nuova organizzazione del sistema di garanzia partecipata finalizzata alla verifica periodica delle condizioni di permanenza in associazione delle aziende
    5) Questione bicchieri. Approvazione della decisione dei vinai rispetto al rientro della perdita di cassa, alla ricostituzione del patrimonio e alla riorganizzazione del sistema di gestione.
    6) Convenzione con èNostra per fornitura energia elettrica da fonti rinnovabili.

    7) Convenzione con éNostra, ReteEnergie e Banca Etica per il finanziamento di impianti di produzione di energia elettrica da FR.

    8) Convenzione con Circolo dipendenti università e Associazione Amici delle Comunità Solari.
    Decisioni in merito.
    9) Appello per la costituzione di un coordinamento permanente a livello cittadino sui temi dell’ambiente, del clima e della sovranità alimentare da proporre alle realtà sociali bolognesi.
    10) Iniziativa pro-palestina
    11) Varie ed eventuali
    Come usanza, all’assemblea generale sono invitati tutti, soci e non soci, interessati o incuriositi. Con uguali diritti di espressione nel corso dell’assemblea.
    Se si portano alimenti e beveraggi per allietare la permanenza (e alleviarne le conseguenze) in posizione seduta per l’intero pomeriggio, la cosa è, oltre che bene accetta, anche caldamente sollecitata.
    In più, Michele, nostro ospite, ci ha invitato rimanere a termine assemblea e condividere la cena. Lui metterà a disposizione fragole e insalata e vino. Se si desidera contribuire anche per il desinare della sera, è ovviamente permesso e caldeggiato.

    A sabato, dunque.

    Ppp p(appapertutti)
  • “I grani antichi nell’alimentazione moderna”

    “I grani antichi nell’alimentazione moderna”

    giovedì 19 maggio 2016, ore 20-22

    sala polivalente Quartiere Savena, via Faenza 4

    Interviene Enzo Spisni,

    docente di Fisiologia della Nutrizione all’ Università di Bologna

     

    La biodiversità entra nel piatto, e con essa il grande interesse attuale per i grani antichi, varietà preesistenti all’introduzione dei grani omologati dei giorni nostri. Si tratta solo di un improvviso impulso all’acquisto etico e responsabile o c’è dell’altro?

    Nella coscienza di molti consumatori si è insediato il sospetto che le farine moderne con cui si producono il pane, i biscotti, la pasta e tutti i suoi derivati possano essere poco salutari.

    L’argomento è spinoso, come le spighe del grano attorno a cui si giocano forti interessi delle industrie multinazionali sementiere, dei pastifici, dei panificatori industriali e di qualche noto marchio dell’agroalimentare italiano.

    La ricerca scientifica più recente ha però chiarito quali siano le differenze tra i grani antichi e i grani moderni e, soprattutto, che i grani moderni potrebbero essere collegati all’insorgenza di tutta una serie di patologie infiammatorie legate al consumo, sicuramente eccessivo nei paesi ricchi, di alcune proteine poco digeribili contenute nei grani convenzionali di oggi.

    L’evento è stato organizzato dall’associazione CampiAperti in collaborazione con la scuola dell’infanzia Scarlatti.

    Nel quartiere SAVENA ci trovate con il mercato presso la Scuola di Pace di Via Udine
    tutti i venerdì dalle 16,30 fino a fine maggio, poi dalle 17,00, fino al ritorno dell’ora solare (in ottobre)

     

    OGNI VENERDì DEL MESE DI MAGGIO, alle 16,00, spettacolo dedicato ai bambini della scuola materna (rimandato in caso di pioggia!)

    e, a seguire, UN APERITIVO A OFFERTA LIBERA (17,30 circa)

  • Verso il referendum contro le trivelle

    Verso il referendum contro le trivelle

    Da Vincenzo Balzani, professore dell’Università di Bologna, quasi Nobel per le sue ricerche nel campo della fotochimica, vengono dette parole saggissime sulla questione del referendum contro le trivelle in mare (che Campi Aperti sostiene, essendosi schierata da lungo tempo decisamente contro lo sfruttamento di queste riserve, talmente esigue da rappresentare esclusivamente un danno potenziale, invece che una opportunità).

    Il 17 aprile, infatti, siamo chiamati ad esprimerci su questo referendum il cui significato politico, come nel caso di molti suoi predecessori, nei fatti, va ben oltre il tecnicismo della formulazione referendaria.

    Giustamente, Balzani pone sullo stesso piano, rispondendo colpo su colpo alle sciocchezze affermate dagli scientisti di turno schierati a favore della ricerca petrolifera e affidate ad un articolo sul blog formiche.net, la scelta antinucleare – che ci ha salvato da sciagure come l’arresto dello sviluppo delle fonti rinnovabili per investire su centrali che sarebbero state pronte, se va bene, tra dieci anni(*) – e questo referendum che, se tutto va come dovrebbe e ci auspichiamo, ci salverà dall’arretramento culturale rappresentato dalla politica energetica ancora basata sulle fonti fossili. Tipicamente caratterizzata dalla concentrazione del guadagno nelle mani di pochi e nello spargimento di copiosi danni a carico di tutti gli altri.

    I cambiamenti climatici ci impongono di svoltare pagina per provare a salvare un minimo di futuro per i nostri figli e questo referendum è un’ottima occasione per provare a girare questa benedetta pagina.

    (*) nel frattempo, il fotovoltaico, in italia, nonostante gli ostacoli che i governi provano a frapporre al suo sviluppo, si è talmente diffuso da produrre energia come due centrali nucleari. E con dieci anni di anticipo.

  • Nutrirsi bene per non mangiarsi il futuro

    CampiAperti organizza 4 incontri rivolti alla cittadinanza che declinano in maniera pratica e teorica il tema della sovranità alimentare, intesa come diritto di ciascuno al controllo sulla produzione SOSTENIBILE del proprio cibo SANO.

    Giovedi 18 febbraio 2016,
    ore 18-20
    Sala polivalente del Quartiere Savena, via Faenza 4
    1° incontro :
    Agricoltura contadina e salute della t/Terra

    Intervengono:

    – Pierpaolo Lanzarini (presidente dell’ass. CampiAperti)

    – Laura Stanghellini (referente per la garanzia partecipata)

    L’agricoltura industriale – e la sua parte più visibile, la grande distribuzione organizzata – sono responsabili di drammi sociali e ambientali che mettono in discussione il futuro del nostro pianeta.
    Oltre a rimpinzarci di veleni e a limitare la nostra libertà di scelta.
    Un’altra agricoltura, che rispetti le nostre libertà, che ci offra cibo migliore e più sano e non ci sottragga futuro, è possibile? Forse si.
    Vediamo insieme quale, a quali condizioni e come possiamo sostenerla.
    In gioco c’è, letteralmente, il futuro dei nostri figli.

     

    In seguito, sempre presso la sala polivalente del Quartiere Savena, via Faenza 4 :

    2) giovedì 17 marzo, ore 18-20
    “Il giusto equilibrio per una sana crescita: Cibi sani, prodotti e allevati nel rispetto dell’ambiente e della salute”
    Interviene Laura Gelli, Azienda agricola “La casetta”, Marzabotto (BO)

    3) giovedì 14 aprile 2016, ore 20-22
    “Di fiori e di erbe: idee per spazi verdi commestibili”
    Intervengono

    -Silvia Tagliasacchi, Az.agr.“Pierotti Piera”, Crevalcore(BO)
    -Callisto Valmori, a.d.s.”La rosa dei venti”, Mulino Parisio (BO)

    4) giovedì 19 maggio 2016, ore 20-22
    “I grani antichi nell’alimentazione moderna”
    Interviene Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione UniBO

     

    Gli incontri fanno parte del progetto “Dietro l’angolo”,  condiviso con pedagogisti, insegnanti, genitori e produttori, in cui CampiAperti interviene come partner della scuola dell’infanzia comunale Scarlatti, quartiere Savena, nell’ambito del percorso promosso dal Comune di Bologna “Qualifichiamo insieme la nostra scuola”.

    Il progetto, prevede le seguenti iniziative

    -1-

    L’ORTO FURBO” delle scuole:
    Azione a)
    incontro di formazione sulla didattica DELL’ORTO SCOLASTICO
    rivolto a educatori/insegnanti
    Relatore: Laura Gelli (CampiAperti)
    Titolo : L’orto: un lavoro quotidiano di integrazione, sperimentazione, comprensione. Un’aula esterna dove fare attività multidisciplinari ;
    Azione b)
    “AIUOLE FURBE” nella scuola dell’infanzia Scarlatti e nel nido Spazio.
    Con la collaborazione di studenti del collettivo Amaranto della facoltà Agraria

    -2-

    4 passeggiate storico-naturalistiche
    dei bambini delle classi coinvolte nel progetto , accompagnati, lungo il canale del Savena, da Callisto Valmori, a.d.s. La rosa dei Venti, Mulino Parisio (CampiAperti).

    -3-

    “la merenda al mercato”
    nei venerdì di maggio, i bambini verranno a fare merenda, offerta da CampiAperti, al mercato di via Udine,  presso il cortile della scuola di pace.
    Le merende saranno animate da uno spettacolo.
    Ovviamente sono invitati anche gli altri bambini, del quartiere e non.
    CA-IES2016-DietroLAngolo-locandinaA4
  • IL NOME DEL MINISTERO!

    Di Antonio Onorati, 14, 1,2016

     

    Il contadino invisibile_. Il ministero delle Politiche Agricole cambia
    nome e diventa “Ministero dell’agroalimentare”.

    A rottamare l’agricoltura italiana, con un sol colpo, ci avevano
    pensato in molti, a cominciare da quelli che volevano abolire il
    ministero dell’agricoltura per non dover affrontare la riforma del suo
    fallimentare funzionamento ma sembra che solo il primo ministro Renzi ci possa riuscire.

    Così almeno a stare all’annuncio ufficiale che, ci informa, “Il dicastero delle Politiche Agricole cambia nome e diventerà “ministero dell’Agroalimentare” (presidente del Consiglio Matteo Renzi  nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi –  13.01.2016) per accompagnare l’accordo da 6 miliardi di euro siglato tra governo e Intesa San Paolo per finanziare il settore agroalimentare”. A leggere il comunicato si capisce che per il Ministro Martina e per il governo per “agroalimentare” si intende “agribusiness.” cioè INDUSTRIA
    AGROALIMENTARE
    (http://www.treccani.it/enciclopedia/sistema-agroalimentare [1]).
    E’risaputo che, in questa visione, “…_la COMPONENTE AGRICOLA TENDE A SPARIRE, mentre assume un peso sempre maggiore il settore distributivo_…” e delle industrie agroalimentari a monte ed a valle della produzione agricola.

    Tutti  a lamentarsi di quanto “la politica sia separata dal paese”, quindi non ci sorprendiamo che il governo non  ricordi che l’agricoltura italiana – il cosiddetto settore primario –  a pari merito con quella francese, sia la più importante dell’UE, che – stando ai dati ISTAT (SPA, 2013) – e’ fatta di 1.516.000 aziende e 992.000 occupati (cioè il 72% degli occupati dell’intero settore) contro gli occupati nelle imprese industriali del settore ( tutto compreso, anche la ristorazione e gli ambulanti) che rappresentano solo il 28% .

    Viene ripetuto continuamente che l’export agroalimentare e’ quello
    che tira, che ci salverà il mercato mondiale della crescita dei consumi
    alimentare nei paesi emergenti e nelle megalopoli (magari dando credito alle stime ottimiste proiettate al 2050 quando la crisi economica sarà solo un ricordo), senza mai dirci chi produrrà quello che esportiamo o esporteremo.

    Vediamo come sono andate le cose con il nostro COMMERCIO INTERNAZIONALE AGROALIMENTARE, ricordando comunque che le vendite dell’agroalimentare “italiano” dipendono per tre quarti ancora dal mercato domestico.
    (ISMEA). “_Ancora sostenute dal deprezzamento dell’euro, le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani migliorano invece la
    perfomance già positiva dei mesi precedenti, con un solido più 7,1% nei primi 5 mesi dell’anno 2015_”(ISMEA). E ancora “_Da segnalare il contributo particolarmente positivo dell’agricoltura che avanza all’estero dell’11,8% a fronte di un incremento più contenuto dell’industria alimentare (+6%)_”. Questi dati sono riferiti, però, al confronto con il 2014 che si era chiuso con UN MENO 1,65% SUL 2013 per l’export del settore primario (in cui il settore primario per uso alimentare riportava un meno 1,54 %) e con un più 0,69 per le
    importazioni ma con UN PIÙ 1,63% per L’IMPORTAZIONE di prodotti per uso alimentare del settore primario.  Per l’industria agroalimentare, il 2014 si era chiuso con un più 2,89% sul 2013 per l’export, mentre LE IMPORTAZIONE AVEVANO REALIZZATO UNA CRESCITA DEL 4,38% SUL 2013 (Federalimentare Servizi srl ). Come dire, nessuno di questi dati fa prevedere miracoli nell’ export mentre evidenziano una continua erosione del mercato interno da parte delle produzione importate.

    L’industria agroalimentare italiana ha molte caratteristiche, decantate dalla mitologia del _made in Italy,_ tra cui quella di essere effettivamente poco “italiana”. Sulle 114 grandi Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (con oltre 250 addetti) nel nostro paese (ISTAT, 2015), 27 sono a controllo estero (“multinazionali”) e 87 sono a controllo nazionale.

    Le MULTINAZIONALI nell’agroalimentare, pur rappresentando solo LO 0,3% dell’imprese (183 in totale, comprese quelle di dimensione più ridotta), realizzano il 14 % del fatturato totale, il 14,2% del valore, il 17,3 % degli investimenti in ricerca ed innovazione ed occupano 30.600 addetti (ISTAT, 2013), pari al 7,1% degli addetti. Nel 2013 hanno fatturato circa 18 miliardi di euro.

    I loro SCAMBI ALL’INTERNO DELLO STESSO GRUPPO RAPPRESENTANO IL 71,8% DELL’EXPORT TOTALE delle Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco “italiane” (ISTAT, anno 2013). Che qui sia celato la performance delle esportazioni agroalimentari italiane?

    Sostenere l’export agroalimentare rafforzerà le multinazionali del settore presumibilmente a scapito della PMI italiana ancora esistente.

    Qualche nome (in ordine di volume di fatturato totale, 2012): Unilever Plc/Unilever NV, Nestlè, Lactalis, Heineken N.V., Groupe Danone.
    Ferrero, la prima delle imprese italiane, sta al 12.mo posto in questa
    graduatoria.

    Se solo si guardasse con occhio attento (e competente) la struttura
    dell’economia agricola del paese, certo che dovremmo cambiare nome al Ministero, magari chiamandolo _“Ministero dell’alimentazione, agricoltura e sviluppo rurale”._

    Ma prima di cambiare il nome al Ministero sarebbe sicuramente più utile cambiare visione dell’agricoltura del paese, immaginando di
    valorizzare la capacità produttiva, di investimento e transizione
    agroecologica di quel milione di aziende agricole di piccola e media
    dimensione che restano la struttura portante dell’agricoltura italiano
    e della sua capacità di fornire occupazione oltre che alimenti di qualità prima di tutto al mercato interno nazionale ed europeo.

  • CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE 30 GENNAIO 2015

    Come sempre, le assemblee sono aperte a chiunque intenda partecipare. Anche se formalmente non iscritto alla associazione.
    L’assemblea è l’unico luogo decisionale di Campi Aperti ed è anche un modo per approfondire la conoscenza dell’associazione, dei soci e rinforzare la fiducia all’interno della comunità della rete di aziende e co-produttori.
    Site tutti invitati.
    A sabato 30, dunque!

    aaaasini
    Carissimi,

    con la presente siamo (plurale maiestatis) a convocare la prossima

    ASSEMBLEA GENERALE
    il giorno
    SABATO 30 GENNAIO 2016
    presso
    VAG 61,

    in via Paolo Fabbri, 112 a Bologna

    ALLE ORE 14,30

    per discutere il seguente o.d.g.:

    1- sviluppo si/no e quale, per CA? Primi spunti dopo gli incontri con le realtà cittadine che ci hanno chiesto/offerto collaborazione;

    2- festività e mercati, quale orientamento in CA;

     3- presentazione delle linee di bilancio per il 2016 e del consuntivo 2015, tra cui: proposta di allaccio a fornitori di energia rinnovabile per i mercati di CA, quanti collaboratori con che remunerazione, orari lavoro dipendenti;

     
    3-  “situazione làbas”;
    4- bando del PSR per innovazione e tecnologia, c’è già un referente? (non chiedetemi cosa sia…);
    5- progetto sibiol: volume sedicesimo, capitolo decimonono.

    6- Varie ed eventuali

    Vi aspettiamo (sempre plurale maiestatis) numerosi.

    A presto

    Ppp p(luralemaiestatis)