CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Autore: tommasot

  • A quando una VERA POLITICA di sostegno dei mercati contadini?

    A quando una VERA POLITICA di sostegno dei mercati contadini?

    “Sindaco, 

    A QUANDO UNA VERA POLITICA DI SOSTEGNO DEI MERCATI CONTADINI?”

    Tra mangiare la vostra minestra e saltare dalla finestra, noi scegliamo di offrirvi uno spuntino!

    Mentre a Bologna – città candidata a raggiungere la neutralità carbonica entro i prossimi otto anni – i supermercati crescono come funghi, distruggendo anche aree verdi (come nel caso di via Decumana) e portandosi dietro il loro carico di gas serra, inquinamento, distruzione di biodiversità, sprechi alimentari, propri delle lunghe filiere dell’agroindustria, il nuovo regolamento relega i mercati contadini ad oggetti di mero folklore, buoni per aggiungere un po’ di “colore” ad alcune strade o piazze. O a narrare di una Bologna progressista che, in realtà, non esiste.

    Nessun investimento strategico, nessun cambio di direzione per favorire un modello più sostenibile di approvvigionamento alimentare per la città. Nessuna scelta che, favorendo lo sviluppo di reti alimentari locali, riduca la necessità di spostamento delle merci e la necessità di costruire nuove autostrade o di allargare quelle esistenti, tanto per fare un esempio.

    Nella città più progressista d’Italia è vietato accogliere le istanze dal basso e, per esempio, liberalizzare la nascita di nuovi mercati contadini. È soprattutto vietato realizzare la tanto sbandierata partecipazione. I percorsi di ascolto si concedono, ma solo se l’interlocutore è disposto ad accettare l’esito predeterminato dall’amministrazione cittadina. Così è stato anche per il regolamento dei mercati approvato ad ottobre. Costruito nelle segrete stanze di un paio di assessorati per poi convocare gli interessati e consegnare l’esito già confezionato, nonostante e contro le critiche mosse e argomentate dai protagonisti. 

    “Mangia questa minestra o salta dalla finestra”, potrebbe essere lo slogan con cui sintetizzare l’iter partecipativo costruito anche sul nuovo regolamento. Come, purtroppo, su tanti altri argomenti. Uno per ogni processo “partecipato” promosso dal Comune negli ultimi dieci anni. Almeno.

    Ma nemmeno all’interno del municipio funziona l’ascolto. L’ordine del giorno collegato al regolamento, infatti, nel tentativo di migliorare i contenuti dell’atto a cui fa riferimento, contiene indicazioni per rendere fruibili ed economicamente sostenibili i mercati. Ma nell’interlocuzione tra giunta e gestori dei mercati, queste indicazioni e linee guida spariscono, cancellate da una rigidità lesiva persino del rispetto dei processi e dei ruoli della democrazia rappresentativa.

    Ma se tutti questi ingredienti indigesti compongono la “minestra” preparata da questa amministrazione, noi abbiamo una proposta migliore: 

    VENITE A MANGIARE DA NOI!

    Mercoledì 14 dicembre,

    in piazza Nettuno,

    dalle 10,30 alle 12,30.

    Nel giorno dell’udienza conoscitiva sulla food policy felsinea “FICO style” (a base di dop, igp, doc, spacciati inspiegabilmente come sinonimi di filiera corta, e last minute market, venduto come soluzione allo spreco alimentare), che nulla ha a che vedere con le roboanti – e in parte condivisibili – premesse contenute nel documento che ci è stato fatto visionare in preparazione di questo incontro, Campi Aperti invita alla sua tavola i consiglieri comunali, gli assessori e il Sindaco. Lo facciamo per offrire loro una visione finalmente concreta di cosa sia la sovranità alimentare. 

    Estendiamo l’invito anche ai cittadini e le cittadine, a tutti i compagni e tutte le compagne di strada che ci hanno accompagnato e sostenuto in questi vent’anni di mercati, dai collettivi che hanno gestito gli spazi sociali che ci hanno ospitato, alle associazioni con cui abbiamo progettato e realizziamo i mercati nelle piazze della città. Così come ai coproduttori e le coproduttrici che da sempre contribuiscono con noi, concretamente, a garantire alla città una alternativa all’asfissiante onnipresenza di forme di commercio che mortificano l’ambiente e umiliano gli uomini e le donne, attraverso catene di sfruttamento che garantiscono il profitto di pochi a scapito dell’impoverimento della maggior parte dell’umanità.

    Allestiremo i tavoli (quelli che il Comune vuole farci pagare come fossero un dehors e non un libero spazio di socializzazione a disposizione dei cittadini, come invece sono) e imbandiremo un pranzo collettivo coi prodotti delle nostre aziende agricole, che offriremo a chi vorrà fermarsi con noi a fare due chiacchiere e a cercare di capire, insieme, come fare a garantire la sopravvivenza delle forme di vendita diretta a Bologna.

    A questo spuntino invitiamo, ovviamente, i media bolognesi, ma non solo. 

    Alle 11,30, infatti, aspettiamo i giornalisti per una  conferenza stampa,

    per spiegare le ragioni della nostra indignazione e le proposte che ribadiremo alla amministrazione e che speriamo di poter discutere, a tavola, con i rappresentanti politici comunali.

    Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione e per quanto farete per diffondere l’invito ai vostri amici e a quanti riterrete interessati, vi diamo dunque appuntamento sotto il gigante per mercoledì mattina. 

    Buona sovranità alimentare a tutti!

  • Perché questo regolamento non ci piace

    Perché questo regolamento non ci piace

    Perché questo regolamento non ci piace

    Lettera aperta alle e ai bolognesi

    Un paio di settimane fa, il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per i mercati contadini della città di Bologna.

    La proposta? Viene da noi!

    In realtà, la proposta di un nuovo regolamento l’abbiamo formulata noi di Campi Aperti per la Sovranità Alimentare, una associazione di cittadine, cittadini, contadine e contadini biologici che da vent’anni (quindi, da prima che esistesse una legge nazionale) organizza, attivamente, sette mercati di vendita diretta su Bologna e Casalecchio. Avevamo chiesto la revisione del regolamento esistente perché ritenevamo che, dopo aver organizzato e gestito mercati in base a norme comunali ormai obsolete e, in parte superate, dalla legislazione nazionale, fosse opportuno offrire l’esperienza maturata per provare ad invertire le dinamiche presenti nel mondo agricolo.

    Il modello agricolo odierno e le prospettive con il nuovo regolamento

    Da decenni, infatti, le piccole aziende contadine vengono marginalizzate a favore di un modello produttivo ed alimentare che, tra le altre cose, contribuisce abbondantemente alla crisi climatica e ambientale in cui stiamo precipitando.

    L’agricoltura industriale che ha per terminale naturale la grande distribuzione organizzata, infatti, ha trasformato la produzione di alimenti in un processo lineare che genera povertà, sfruttamento della manodopera, inquinamento di aria, acqua e suolo, cibi di bassa qualità, spreco e, ultimo ma non per importanza, intorno al 40% delle emissioni di gas ad effetto serra del pianeta. Tale processo è, per di più, spesso finanziarizzato e porta alle speculazioni alle quali, ciclicamente, assistiamo. Una città che mira alla neutralità carbonica al 2030, dunque, non può più permettersi la proliferazione di supermercati e centri commerciali, ormai onnipresenti in qualsiasi area della città. 

    Occorre contrapporre a quel modello forme di agricoltura che rispettino l’ambiente, che garantiscano la chiusura dei cicli della materia, che aumentino la conservazione nei suoli del carbonio, che non distruggano la biodiversità, che valorizzino il lavoro dell’uomo e non quello delle macchine, che riducano l’immissione in ambiente di composti chimici di sintesi e l’emissione in atmosfera di gas ad effetto serra. Ci auguravamo che questo modello virtuoso venisse adottato da un comune che mira ad obiettivi climatici tanto ambiziosi. Il nuovo regolamento avrebbe potuto essere un primo, importante, passo in questa direzione.

    A cosa ci troviamo di fronte?

    Ci troviamo tra le mani, invece, un regolamento che non indica nessuna inversione di rotta. Un perfetto esempio di non-politica, come purtroppo se ne vedono tanti. I nostri mercati vengono trattati alla stessa stregua di esercizi commerciali e pubblici esercizi, fino a pretendere il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico per eventuali panche e tavoli da mettere a disposizione di chi li frequenta (spesso persone di passaggio che nemmeno acquistano presso i banchi dei nostri produttori), nemmeno fossimo in presenza di quei dehor ormai onnipresenti in città.

    Ma non solo. Non c’è nessun accenno a sgravi fiscali per l’occupazione del suolo, né al principio della liberalizzazione delle aree per la istituzione di nuovi mercati che, insieme – come tutto il resto delle proposte – agli altri gestori di mercati di vendita diretta, avevamo chiesto di adottare. Stiamo parlando di un’apertura ampia che si discosta in modo netto dal sistema di bandi che mettono in competizione gli organizzatori di mercati contadini, di fronte a poche piazze pubbliche messe a disposizione. Liberalizzazione che vige, invece – eccome se vige! – per i supermercati (tanto da vederne aprire anche all’interno di edifici storici nel cuore del centro cittadino), ma che non vuole essere applicata a forme meno impattanti di approvvigionamento alimentare della città.

    Una questione politica, ma non solo

    Insomma, al di là dei dettagli (ce ne sarebbero tanti altri), il nuovo regolamento non esprime una volontà politica di sostegno ad un modello. Ma, così facendo, in una sorta di cerchiobottismo furbetto, di fatto favorisce chi ha le spalle più grosse: agroindustria e GDO su tutte.

    E poco vale, ahi noi e ahi tutti, l’ordine del giorno collegato che rimanda, di fatto, a contrattazioni con i singoli settori dell’amministrazione – dall’assessorato al Bilancio a quello ai lavori pubblici, passando per la mobilità e per quello all’ambiente – per lo scioglimento dei diversi nodi che si è deciso di non risolvere col regolamento.

    Di fatto, è la certificazione della debolezza politica dello strumento appena adottato e consegna la sorte dei mercati contadini all’aleatorietà ed all’incertezza di trattative con le strutture esecutive, oltre che alla fragilità di equilibri politici che possono variare anche molto rapidamente.

    Ovviamente, noi, pensando alla sopravvivenza dei nostri produttori, parteciperemo a questo tour dei settori amministrativi e tecnici, cercando di mettere le toppe al sistema disegnato dal nuovo regolamento. Ma, se il Comune di Bologna abdica al suo ruolo di attore politico (o meglio, consapevolmente o meno, lo mette al servizio dei poteri forti), noi non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre rivendicazioni. Queste non sono a favore di una categoria, ma della libertà di scelta della comunità a cui, orgogliosamente, apparteniamo e, soprattutto, a favore di un futuro un po’ meno catastrofico di quello che, anche la mancanza di coraggio politico dei nostri governanti, ci sta preparando.

    Sovranità alimentare

    Questo è sovranità alimentare. Quella che proviamo a garantire da vent’anni. Quindi, in ogni occasione di incontro con gli amministratori, non mancheremo di ricordare loro la necessità di un cambio di orizzonte politico e inquadreremo le nostre richieste all’interno di questa cornice costringendoli, nel limite del possibile, a confrontarsi con questa visione.

    Ma anche fuori dagli uffici comunali, continueremo a batterci per il sacrosanto diritto a non far scegliere alla GDO di cosa dovremmo nutrirci e a riportare nelle mani dei cittadini il potere di determinare la propria alimentazione, anche compiendo il piccolo, ma potentissimo gesto di acquistare un semplice cespo di lattuga da un piccolo produttore locale. I nostri mercati rimarranno, altresì, luoghi di incontro perché, ora più che mai, è essenziale ricostruire un tessuto sociale che solo dalla reciproca contaminazione può ripartire.

    Ci vediamo in piazza.

  • Campagna Tesseramento 2023

    Campagna Tesseramento 2023

    Campagna tesseramento di Campi Aperti
     
    È iniziata la campagna tesseramento di Campi Aperti!!
     
    Domani, 30 ottobre, durante il Compleanno di Campi Aperti, potrai trovare il banchetto tesseramento, dalle 10 alle 18, in Piazza Dalla (e successivamente online e… vediamo se ci troverete in altre occasioni).
     
    Potrai scoprire cosa viene fatto da Campi Aperti grazie al tuo sostegno, dai progetti del Mutuo Soccorso a quello del Tutoraggio senza prestito
     
    👉🏼 Non perdere questa occasione: 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂, 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆𝒄𝒊𝒑𝒂, 𝒄𝒐𝒍𝒕𝒊𝒗𝒂!
    👉🏼 Non perdere questa occasione: 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒄𝒂𝒓𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒊 𝒆𝒏𝒆𝒓𝒈𝒊𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂𝒅𝒊𝒏𝒂!
  • Il Compleanno – Campi Aperti compie 20 anni

    Il Compleanno – Campi Aperti compie 20 anni

    Domenica 30 ottobre sarà per tutte e tutti noi un giorno importante, Campi Aperti festeggia i suoi 20 anni!

    Sarà una ricca giornata all’insegna della convivialità, musica, dibattiti ed ovviamente birra e vinello.

    Con la presenza del banco tesseramento e gadget

    Il programma

    Dalle 10 alle 18 Mercato contadino

    Dalle 10.30 – Crisi idrica e agricolture, modelli per un futuro possibile

    La crisi idrica della scorsa estate nella Pianura Padana e la

    devastante alluvione nelle Marche a metà settembre ci hanno mostrato

    l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sui territori e

    sull’agricoltura. Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Come la

    produzione di cibo dovrà e potrà rispondere ai cambiamenti climatici?

    Quali modelli di agricoltura possono mitigare questi cambiamenti e

    adattarsi meglio a essi? Quali politiche pubbliche sono necessarie?

    Ne discutiamo con:

    Federico Grazzini, meteorologo, ARPAE Emilia-Romagna

    Giovanni Dinelli, docente di agronomia, Università di Bologna

    Bruno Sebastianelli, Cooperativa La terra e il cielo (Arcevia, Ancona)

    Maurizio Gritta, Cooperativa Iris (Calvatone, Cremona)

    Paola Faduma Visalli, Fridays For Future Bologna

    Modera: Pier Paolo Lanzarini, Campi Aperti

     

    Dalle 12 alle 14Pranzo di autofinanziamento (portate le vostre stoviglie)

    Dalle 12.30Costruire un’intelligenza politica collettiva territoriale nel processo di convergenza e insorgenza

    Dopo il grande successo della manifestazione del 22 ottobre occorre ragionare su come continuare a coltivare il processo di convergenza che abbiamo avviato a Bologna e in Emilia-Romagna.

    La prima domanda che ci facciamo allora è la seguente: come possiamo costruire un’intelligenza politica collettiva territoriale che sia orizzontale, partecipata e inclusiva nel processo di

    convergenza e insorgenza?

    Ne parliamo, durante il compleanno di Campi Aperti, con attiviste ed attivisti delle realtà che hanno promosso la manifestazione “insorgiamo” a Bologna

    Dalle 12Musica con Radio Spore and friends

    h13.30 Mars on Pluto

    h14.30 CleptoCantautorato

    h15.30 Orchestra Bohemien

    h16.30 Balotta continua

    Vi aspettiamo numerosi in Piazza Lucio Dalla per celebrare assieme questo evento per noi così importante

  • Una Borraccia per amica

    Una Borraccia per amica

    La borraccia

    Con l’intento di far conoscere maggiormente e rendere più coinvolgente la propria attività presso il mercatino in Via Pieve di Cadore, proponiamo l’iniziativa: Una borraccia per amica.

    Ogni venerdì dal 16 settembre al 7 ottobre in via Pieve di Cadore 3, chi porterà una/o amica/o a conoscere la realtà dell’associazione, potrà ricevere in omaggio un’utile borraccia!

    La borraccia sarà donata sia a chi accomapgna, sia a chi viene per la prima volta a conoscere il mercatino. Per riceverla basta recarsi presso il nostro informativo di Campi Aperti, sotto il portico.

    Questa iniziativa vuole promuovere le attività di Campi Aperti e aumentare lo occasioni per stare insieme e creare comunità.

    Mercato del Savena

    Per rimanere aggiornate ed aggiornati sul mercato del Savena, potete trovare i produttori qui: https://www.campiaperti.org/chi-siamo/lista-dei-produttori/ o navigare su Facebook, qui: https://www.facebook.com/mercatosavena/

  • Campi Aperti e IT.A.CÀ. – Festival del turismo responsabile

    Campi Aperti e IT.A.CÀ. – Festival del turismo responsabile

    Campi Aperti sarà attraversato da IT.A.CÀ., l’8 ottobre al mercato del Pratello nella tappa 𝐈𝐓.𝐀.𝐂𝐀̀ 𝐁𝐨𝐥𝐨𝐠𝐧𝐚 dal 𝟏𝟔 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 al 𝟏𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟐

    5 fine settimana dedicati al turismo responsabile e accessibile tra la città felsinea e l’Appennino bolognese!

    Tanti eventi sul tema “𝙃𝙖𝙗𝙞𝙩𝙖𝙩 – 𝘼𝙗𝙞𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤”: incontri, laboratori, presentazioni, itinerari a piedi e in bicicletta, musica, spettacoli e tanto altro

    Al link, il programma completo per la tappa bolognese: https://www.festivalitaca.net/portfolio-articoli/it-a-ca-bologna-3/

  • I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    DALLA RISAIA DI PONTICELLI AL CORNO ALLE SCALE. 

    I sollevamenti della terra.

    Una marcia per dire no a opere dannose e imposte. 

    Perché la marcia?

    La Regione Emilia Romagna ha stanziato 5,8 milioni di euro per il progetto di un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale. Il progetto prevede lo smantellamento della seggiovia esistente e il suo prolungamento di circa 200 metri su un tratto di montagna ripido e battuto da forti venti. Siamo contrari a questa nuova opera, e tali restiamo anche di fronte alle immaginarie “varianti” che talvolta vengono proposte.

    Ci sono evidenti motivi di tutela della montagna a giustificare la nostra contrarietà, ma anche considerazioni ambientali di ordine più generale. A causa dei cambiamenti climatici la neve naturale non è sufficiente a garantire piste innevate sotto i 2000 metri, e quindi deve essere “sparata” una quantità esorbitante di neve artificiale, che ha costi energetici elevatissimi e comporta il prelievo e la contaminazione delle acque. Il principale promotore dal lato imprenditoriale della nuova opera, Marco Palmieri (Piquadro), secondo “Un’idea di Appennino” (Maggio 2022) si dice soddisfatto dalla stagione sciistica al Corno, ma, scrive il mensile, “la siccità […] ha obbligato ad un massiccio impiego di neve artificiale” e dunque “c’è bisogno delle conferme dei denari pubblici nonché di ulteriori misure, magari per quanto riguarda le bollette dei consumi energetici, cresciute oltremodo negli ultimi mesi.” Nel pieno della crisi climatica, e con costi dell’energia sempre in crescita, mettere soldi pubblici (cioè nostri) su operazioni di questo tipo ci sembra sconsiderato.

    Sulle modalità con cui vengono stanziate le risorse pubbliche torneremo più avanti.

    Perché la risaia (e perché il Passante)?

    La marcia è la modalità di lotta che abbiamo deciso di intraprendere contro quanto descritto. Una marcia lenta, sentendo la terra sotto i piedi, attraverserà la provincia bolognese da Ponticelli di Malalbergo fino al Corno alle Scale. Il punto di partenza non è casuale, ma si ricollega a una battaglia vinta da attivisti/e e militanti della pianura raccolti nella Rete NO HUB, che ha impedito la cementificazione di un’antica risaia che stava per essere sacrificata sull’altare della logistica. Altro progetto “simbolico” che incontreremo lungo il cammino è quello del Passante di Bologna, ovvero l’allargamento del sistema Autostrade/Tangenziale fino a 16/18 corsie. Il progetto è voluto da governo nazionale, Regione, Città Metropolitana e Comune capoluogo ed è ampiamente riverniciato di “green” e “partecipazione”. Tuttavia, le istituzioni che lo propongono non hanno neppure risposto alla richiesta di sottoporlo a una Valutazione di Impatto Sanitario. Al servizio degli attesi 65 milioni di veicoli/anno saranno costruiti 8 nuovi distributori di benzina, gran parte dei quali su terreno agricolo.

    Logistica e cemento contro l’agricoltura

    Colto o incolto che sia, un terreno cementificato è perso per sempre. La terra ci nutre, trattiene l’acqua, immagazzina il carbonio. Un quarto della biodiversità del pianeta si trova nel suolo. Non possiamo restare insensibili! Fra il 2019 e il 2020 il suolo consumato in Italia è aumentato di 56,7 chilometri quadrati, ovvero un equivalente di circa oltre venti campi di calcio al giorno (fonte Sole 24Ore, 2/12/2021). A ondate successive, le costruzioni industriali, residenziali e ultimamente per la logistica hanno proseguito l’opera di distruzione (e la logistica, come le

    vicende dell’ Interporto dimostrano, ha spinto in avanti anche le dinamiche di sfruttamento della manodopera). Nulla di concreto viene fatto per recuperare le aree dismesse, e si preferisce, per avidità, cementificare aree verdi. Avremmo invece bisogno di agricoltura di prossimità per poter mangiare cibo sano e locale, non dipendente da catene di fornitura lunghe, inquinanti, costose e fragili. La cementificazione conviene solo agli

    speculatori immobiliari, alle multinazionali dell’agroalimentare, alle catene dei supermercati e alle potentissime aziende della logistica.

    Terra sprecata, soldi buttati

    Le promesse degli amministratori quando promuovono opere inutili e nuovi scatoloni per la logistica sono sempre due: crescita economica del territorio e lavoro. Sono promesse false. Molti di più sarebbero i posti di lavoro e il benessere sociale promuovendo e finanziando sanità pubblica, cultura e lavori sostenibili e utili. Dopo decenni in cui ci hanno detto che “i soldi non ci sono”, ora è evidente che mentivano. Il nuovo modo per nasconderli è vincolarli a una destinazione. Così succede per il Passante, così per il PNRR, e così per i 5,8 milioni destinati al nuovo impianto di risalita. Che dovrebbero trovare destinazioni assai migliori. Sta all’intelligenza sociale individuarle e imporle.

    Non ci aspettiamo più nulla dai governanti che hanno accelerato il disastro. Nessuno può ignorare la catastrofe che ne consegue.

    Si tratta ancora una volta di riprendere in mano il nostro destino e di organizzarsi per passare all’azione.

    L’assemblea promotrice, 5 giugno 2022.

     La marcia partirà da Ponticelli presso la Casa del Popolo il 2 settembre e l’arrivo previsto al Corno alle Scale è l’11 settembre. Tappe e altre informazioni verranno divulgate a breve.

     Per info: sollevamenti@riseup.net

  • Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    INVITO

     

    TENETEVI LIBERE/I IL 22 OTTOBRE:

    CONVERGERE PER INSORGERE, A BOLOGNA

     

    “E’ l’ora della convergenza, di sovrastare con le nostre voci unite ogni “Bla Bla nocivo”, per uscire dalla testimonianza e insorgere”.

    A partire da queste parole, lo scorso 26 marzo ci siamo trovate/i in decine di migliaia a Firenze per un grande corteo che ha attraversato la città.

    La siccità, lo scioglimento di ghiacciai secolari, le ondate di calore sempre più intense, sono la drammatica conferma del cambiamento prodotto dal riscaldamento globale. Siamo nella costante lotta per arrivare a fine mese, contro il precariato, gli appalti, contro il carovita per un salario degno. Ma la lotta per arrivare a fine mese non ha nessun senso se non si vince quella contro la ‘fine del mondo’. Ed è impossibile coinvolgere fette crescenti della popolazione nella lotta contro la fine del mondo, se non le si carica della lotta di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.

    Vivere una vita non vuol dire solo avere un’occupazione e un salario, ma ha a che fare con la qualità del nostro tempo libero e dei luoghi che viviamo, con il riconoscimento delle nostre identità, con la dimensione ecologica del nostro contesto quotidiano, con i tanti diritti inalienabili che rivendichiamo nelle nostre città, a partire da casa, spazi sociali, mobilità collettiva e sostenibile, sanità e cultura.

    Un tempo avremmo detto: vogliamo il pane e vogliamo anche le rose. Oggi aggiungiamo, vogliamo il pane e che le rose non muoiano nel caldo torrido, o affogate dalle conseguenti alluvioni.

    Dopo più di due anni di pandemia, il lavoro emerge sempre più come netto sfruttamento, mentre nel nome dell’economia di una guerra che ripudiamo si aumentano le spese militari a scapito di quelle sociali, e l’inflazione causa l’aumento del costo dei beni di prima necessità; nel pieno della crisi climatica, la più grande sfida che l’umanità si sia trovata ad affrontare nella sua storia millenaria, governi e lobby economiche continuano a parlarci di armi, crescita del PIL, grandi opere, combustibili fossili, perpetuando un modello patriarcale che ci ha portato sull’orlo del baratro. Il lavoro che ci propongono è tanto precario da rendere precaria la nostra stessa vita, appesa alle bollette da pagare o ad un rinnovo di contratto. Il boccone che ci chiedono in cambio è salato: inquinamento, crisi economica, restrizione della democrazia.

    Vogliamo perseverare nel ‘convergere per insorgere’ perché, come abbiamo affermato a Firenze, “​​è l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire”.

    Da questo punto di vista, Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano un laboratorio, dove i partiti di maggioranza dei governi locali e regionali sperimentano convergenze tossiche che garantiscono il ‘business as usual’, rendendo grandi opere d’asfalto e cemento il “simbolo della transizione energetica nazionale” e facendo dei rigassificatori e delle trivellazioni lo strumento per la transizione verso le fonti rinnovabili; definendo questo territorio la ‘Motor Valley’, ovvero un luogo che rifiuta di rinunciare alla nicchia di mercato delle ‘super-car’ per garantire un futuro vivibile alle proprie figlie e ai propri figli; sostenendo, attraverso le sovvenzioni PAC, il sistema dei grandi consorzi agroalimentari rivolti al mercato globale, dell’allevamento industriale e della grande distribuzione organizzata. Un sistema che genera sofferenza animale, perdita progressiva di biodiversità, concentrazione della terra in poche mani, inquinamento del suolo, dell’aria, delle acque e del cibo; favorendo la monocultura del turismo nelle città e delegando alla rapacità delle piattaforme digitali che massimizzano i propri profitti inquinando i territori e precarizzando e impoverendo ulteriormente il lavoro, mentre gli spazi pubblici e comuni vengono privatizzati e sottratti agli usi collettivi. Un modello che continua a mettere il PIL e la corsa delle merci e dei profitti prima della trasformazione radicale da cui bisogna invece partire, e che per nascondere le proprie responsabilità dichiara, a sole parole, l’emergenza climatica.

    Ma Bologna e l’Emilia Romagna sono anche la terra dove contadine e contadini, insieme alle comunità nei territori, salvaguardano e ricostruiscono una rete alimentare agro-ecologica e locale, basata su sistemi di produzione, distribuzione e consumo che mettono al centro un rapporto non predatorio con la terra, l’autogestione, la creazione di relazioni non gerarchiche, l’accesso a cibo genuino e una sana alimentazione per tutte/i; la terra di lotte sociali diffuse; lo spazio di conflitti sindacali determinanti nel far crescere i diritti di tutte/i; il luogo in cui si sperimenta una crescente opposizione alle grandi opere che, passando dai centri per la logistica agli impianti di risalita sugli Appennini, ha nell’allargamento delle autostrade che convergono su Bologna e del cosiddetto ‘Passante di Mezzo’ il suo elemento simbolico più forte: in quelle strisce d’asfalto, infatti, c’è tutta l’arroganza di un sistema che vuol continuare a garantire profitti invece che diritti, cementificazione invece che transizione, imposizione invece che condivisione.

    Bologna può insorgere come Firenze ha fatto il 26 marzo. Può arricchire con i propri prevalenti, le proprie lotte, un processo di insorgenza che è “per questo, per altro e per tutto”. Il processo di convergenza può a sua volta arricchire Bologna di nuovi rapporti di forza.

    Dal 7 all’11 settembre torna a Venezia il Climate Camp e il 23 settembre in tutto il mondo le/i giovani saranno in piazza per rivendicare giustizia climatica, e noi saremo tra loro. Crediamo che anche questo climate strike debba essere seguito da una data di convergenza e proponiamo che essa sia il 22 ottobre.

    Il 23 settembre e il 22 ottobre sono un’unica data. Distanti nel calendario, vicine nei temi e nel processo. Il tema non è Governo vecchio o Governo nuovo, ma mondo vecchio o mondo nuovo. Qualsiasi nuovo governo ci troveremo di fronte, la nostra agenda di mobilitazione deriva dalla nostra urgenza di cambiamento. Non viene dettata da quella che sarà la combinazione parlamentare che potrà uscire dalle urne. È dettata dalla enorme crisi idrica, dal riscaldamento climatico, dall’inflazione, dall’escalation bellica mondiale.

    E allora, tenetevi libere e liberi: esattamente il 22 ottobre a Bologna, con una piazza che, al di fuori delle ritualità e con la capacità di collocarsi all’altezza del momento eccezionale che stiamo vivendo, sia in grado di far esprimere i percorsi sociali, sindacali, i movimenti e le lotte in un passaggio di potenziamento collettivo e di insorgenza per iniziare a costruire un movimento popolare ampio, che diventi capace di rovesciare i rapporti di forza in questo paese.

    Per i diritti, l’ambiente, la salute, gli spazi pubblici e comuni, una vita bella e per la pace, è ancora tempo di convergere: per questo, per altro, per tutto, tenetevi libere/i il 22 ottobre 2022: ci vediamo in piazza a Bologna!

    Vogliamo costruire un percorso includente, plurale, convergente. Questo testo rappresenta un invito al quale le tante lotte che condividono queste righe possono contribuire con documenti e approfondimenti: a settembre vi invitiamo a momenti di confronto e incontro che culmineranno in un’assemblea regionale nel primo weekend di ottobre a Bologna.

     

    Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

    Fridays For Future Italia

    Assemblea No Passante Bologna

    Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna

     

    #insorgiamo

  • Aperitivo mapuche solidale

    Aperitivo mapuche solidale

    ‼️ Sosteniamo la lotta del Machi Celestino Cordova ‼️
    Piazza Verdi, 27 giugno, dalle 18, faremo un aperitivo in sostegno alla lotta del Machi Celestino Cordova.
    🍹 Uno spritz, solo noi sappiamo fare, e non quello classico, eh!
    Siete curios*? Venite a trovarci!
    👉🏼 Il ricavato sarà destinato alla comunità mapuce di Temuco Cile.
  • Convergere per insorgere

    Convergere per insorgere

    Convergere per insorgere. Trasformazione ecologica e giustizia climatica

    La transizione ecologica è un processo necessario. Le élite politiche ed economiche cercano di governare (e spesso di rallentare) questo processo con l’obiettivo di mantenere le proprie fonti di potere e di profitto. Negli ultimi anni, movimenti e organizzazioni ambientaliste hanno elaborato e proposto progetti di conversione ecologica che hanno come elemento cardine un’idea allargata di giustizia sociale, da immaginare con il contributo di gruppi operai e contadini e di organizzazioni sindacali, a partire da conflitti sociali e sperimentazioni di pratiche, con una grande partecipazione democratica.

    Non è altro che questo, la giustizia climatica: una cornice politica all’interno della quale questione sociale e questione ecologica si annodano fino a schiudere un unico orizzonte di trasformazione radicale.

    👉🏼 In questo incontro parleremo, ad esempio, della lotta con la quale la società civile di Civitavecchia si è opposta alla trasformazione della centrale a carbone dell’Enel in centrale a metano e ha invece supportato la costruzione di impianti per l’energia eolica e solare; della proposta di un “polo pubblico per la mobilità sostenibile”, da parte del collettivo di fabbrica ex-Gkn; del progetto per la sovranità alimentare e per l’agroecologia, elaborato da gruppi contadini e del consumo critico in Emilia-Romagna; delle esperienze del Tavolo Basta Veleni di Brescia sulla bonifica di siti industriali inquinati e sul trattamento dei rifiuti speciali.

    Obiettivo del dibattito è uno scambio di esperienze tra mobilitazioni differenti, sui temi dell’organizzazione, della mobilitazione, dei rapporti con le istituzioni e con le grandi imprese, della necessità di unire le lotte per l’ambiente e per il lavoro.

    Intervengono:

    📌 Germana Fratello (Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna),

    📌 Paola Imperatore (Fridays for Future Italia),

    📌 Riccardo Petrarolo (Collettivo NO al Fossile – Civitavecchia),

    📌 Marino Ruzzenenti (Fondazione Micheletti – Brescia),

    📌 Dario Salvetti (Collettivo di Fabbrica ex-GKN – Firenze),

    📌 Luca Tassinari (Aria Pesa – Bologna)

     

    📅 Martedì 28 giugno 2022, h. 17.30, presso il mercato contadino di Campi Aperti in via Paolo Fabbri 112, nel piazzale accanto a VAG61 a Bologna

  • 5 per mille… contadini!!

    5 per mille… contadini!!

    Hai mai sentito parlare di economia di comunità? Bene, questa è la volta giusta! 

    Donando il tuo 5xmille alla nostra associazione potrai permettere di mettere a frutto tutte quelle iniziative attorno all’accesso al cibo sano, etico e sostenibile sia per te che per l’ambiente.

     

    Contribuisci a creare un circuito di economia solidale dove potrai sentirti parte di una comunità in lotta per un obiettivo comune.

  • Solidalia!

    Solidalia!

    ‼️ Una festa, un mercato, mille incontri. ‼️
    ℹ️ Solidalia aprirà i battenti alle 9:30 di sabato 11 giugno e andrà avanti ad oltranza per tutta la giornata con un fitto calendario di eventi.
    Vi aspettiamo alla Fattoria di Vigheffio, a pochi km dal centro di Parma, in un angolo di verde, per fare festa tutti assieme.
    👉🏼 L’ingresso è libero come la partecipazione a tutti gli appuntamenti previsti.
    Maggiori info: Progamma di Solidalia
  • Eventi ai mercati, momenti di conviavialità!

    Vi vogliamo segnalare, di settimana in settimana, gli eventi che si tengono nei nostri mercati:

    • LUNEDÌ 6 GIUGNO, ALLE ORE 19:00 – Clepto-Cantautorato bolognese in Piazza Verdi

  • Rassegna di articoli selezionati per tutt*

    Rassegna di articoli selezionati per tutt*

    Nell’ottica di far conoscere gli ambiti nei quali Campi Aperti è inserita, vi lasciamo degli articoli o dei link visuali che parlano di ambiente, etica, cambiamenti climatici e cibo.

    🚮 Bioplastica e raccolta differenziata: Bioplastica, i gestori degli impianti confermano: non è compostabile. “Siamo costretti a toglierla e mandarla all’inceneritore. Le nostre segnalazioni? Inascoltate”

    📚 Rachel Carson, “Primavera silenziosa”: Presentazione del libro di Rachel Carson “Primavera silenziosa”, pubblicato negli USA nel 1962

    🎥 RAI: Report su Rai 3 con Blowing in the wind

    💧 Il ciclo dell’acqua: il ciclo dell’acqua sta accelerando, destabilizzerà il clima

  • Nuovo mercato a Casalecchio

    Nuovo mercato a Casalecchio

    ‼️ Nuovo mercato a Casalecchio ‼️
    C’è una grande novità, Campi Aperti apre un nuovo mercato a Casalecchio!!
    📅 Si parte venerdì 20 maggio alle 16.30 in Via dei Mille nel parcheggio del Municipio!
    L’inizio del mercato di Casalecchio è in grande stile, non solo alimenti, ma anche:
    📌 Si parte alle 17, con la nostra produttrice Valentina di Humus e il suo laboratorio con fiori secchi ed erbe, per bambin* e adulti
    📌 Per le 18, Alessia del banco info di Campi Aperti con un laboratorio per tutt* sulla carta riciclata (portate la vostra, mi raccomando)
    📌 Alle 19, Dj set autogestito di funky/soul/reggae
    Accorrete!!
  • Con la peste suina, i piccoli allevamenti biologici vengono chiusi a forza

    Con la peste suina, i piccoli allevamenti biologici vengono chiusi a forza

    Noi contadini, piccole e medie aziende agricole biologiche, ci arrabattiamo e facciamo i salti mortali per riuscire a sopravvivere pur di offrire alla collettività i nostri prodotti, sani e di qualità, che portiamo nei mercati cittadini. Siamo tante piccole realtà dislocate nel territorio, dalla pianura alla montagna. Per la maggior parte dei casi, mossi da una scelta di vita, nata dalla passione e dedizione per il nostro lavoro.

    Ma è arrivata la Peste Suina?

    Fin qui sembra quasi una favola commovente, poi però arriva la Peste Suina Africana, uno dei tanti orchi dei nostri giorni. E questo orco, porta con se tanti gendarmi pieni di pergamene che impartiscono ordini, e questi ordini vanno rispettati, pena multe salate!

    Per farla breve e senza troppa poesia: è arrivata la peste suina africana in Italia, per ora confinata in Liguria. La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure. Fortunatamente, noi esseri umani non siamo sensibili alla malattia. Uniche vittime i suini.

    Una lunga serie di regolamenti nazionali e regionali stabiliscono le misure che gli allevatori debbono adottare per limitare il diffondersi della malattia tra gli animali selvatici (cinghiali), e per evitare che questi, entrando in contatto con suini allevati, possano contagiarli e di conseguenza creare un enorme danno socio-economico.

    Vediamo cosa succede in casa nostra

    la peste suina in Emilia Romagna non c’è.

    Per fortuna! Diciamo noi, visto l’alto numero di allevamenti industriali che ospita la nostra regione!

    In Emilia Romagna ci sono anche tanti piccoli allevamenti biologici, familiari e/o commerciali.

    Ovviamente questi allevamenti devono essere dotati di recinzioni che rispettano norme di biosicurezza, (Regolamento n° 1248 in vigore dal 2018)

    E cosa succede a questi piccoli allevamenti, in questo frangente?

    La regione ordina:

    1. Nonostante l’assenza della malattia in regione, nonostante sia presente la recinzione che rispetta le norme di biosicurezza, i maiali devono essere rinchiusi e non lasciati pascolare.

    2. Nel caso che l’azienda non abbia la possibilità di rinchiudere gli animali, entro pochi giorni dalla notifica regionale, questi devono essere macellati anche se indenni dalla malattia e sani.

    3. Dopo la macellazione e per un periodo di almeno sei mesi queste aziende non possono ricominciare l’allevamento.

    Macellare animali sani… chiudere i piccoli allevamenti biologici… creare un danno economico a queste aziende…

    Cosa vorranno mai dire queste imposizioni, nonostante l’assenza della malattia in regione? Che voglia dire che la regione ha maggiore interesse (economico e politico), a tutelare e garantire gli allevamenti industriali?

    Le industrie regionali, hanno firmato contratti di vendita di carni suine, per i quali “garantiscono l’indennità da peste suina” ai paesi acquirenti extra europei. E per questa “garanzia di indenne da peste suina” come si fa?

    Senza troppo preoccuparsi di chi non ha potere contrattuale, si taglia la testa al toro! Si eliminano alla radice i piccoli allevamenti biologici, quelli con spazi all’aperto in cui gli animali possono entrare in contatto con i selvatici!

    Le azioni che pensiamo si debbano fare

    Noi pensiamo che i piccoli allevamenti biologici siano il futuro per un umanità in cerca di rispetto per la natura e di equilibrio con la biosfera. Non possiamo pensare di continuare ad allevare togliendo agli animali il contatto con la terra, la luce, la vegetazione, gli elementi naturali. Il sistema industriale di allevamento genera un enorme sofferenza per tutti, umani ed animali, e si rivela sempre più insostenibile e non in grado di garantire una vera sicurezza alimentare. Per questo dobbiamo pensare di ridurre il consumo di carne nelle nostre diete, aumentando la qualità e la sostenibilità dei prodotti animali che consumiamo.

    Riteniamo sia una grande ingiustizia sacrificare i piccoli allevamenti biologici per salvaguardare il sistema industriale di produzione della carne. La Regione Emilia-Romagna deve attivare urgentemente politiche di salvaguardia delle piccole aziende zootecniche sostenibili da affiancare alle misure di contenimento della malattia. E iniziare a ragionare seriamente sulla transizione ecologica del comparto agroalimentare.

    Rete per la Sovranità Alimentare dell’Emilia-Romagna

    Qualche notizia in più: info dal sito EFSA

  • Economia di Comunità, cercasi!!

    CO-PRODUTTRICI e CO-PRODUTTORI
    al centro di un nuovo strumento di sostenibilità condivisa
    Avete già fatto una scelta precisa, dando luogo ad una piccola economia di comunità che applica il prezzo giusto agli alimenti al posto della speculazione del mercato, un accordo diretto fra co- produttore e produttore, secondo le nostre condizioni (100% bio, 100% prodotto proprio, rispetto della dignità del lavoro nei campi).

    Tenete in vita le realtà agricole di Campi Aperti, scegliendo di comprare nei nostri Mercati, per motivi etici, legati alla salute, ambientalisti, sociali, visionari, politici… non ultimo, per la qualità superiore del prodotto fresco!

    I vostri corpi riempiono la piazza del mercato dandole vita, fate parte dell’atmosfera, dell’evento, della comunità.

    Magari siete già parte attiva di Campi Aperti come soci@ e date energia al grande motore collettivo che ci spinge avanti.

    Per essere una comunità veramente interdipendente produttore/coproduttore, potente e orizzontale, ora siete coloro che vorremmo RITROVARE, INVITARE, POTENZIARE.

    Ritrovare, perché Campi Aperti esiste attualmente grazie ai contributi economici dei produttori, ma non è più sufficiente.

    Invitare, perché vorremmo dar luogo ad un nuovo strumento finanziario, più equilibrato, e più efficace, dove il co-produttore aggiunge un po’ delle risorse che ha alle risorse del produttore per rafforzare la comunità… verso la sovranità alimentare! Verso un altro sistema di mercato, verso un altro sistema di produzione agricola che tuteli i terreni, le acque, l’aria e la vita umana ed animale. Verso una piazza di mercato che brulica, che dà vita e idee, che ispira.

    Potenziare, perché vi chiediamo un impegno gestibile e sostanziale.

    Vi chiediamo di sottoscrivere una erogazione liberare continuativa in cui dedicate a Campi Aperti 90€ all’anno (o di più se potete!) attraverso un bonifico pre-programmato annuale, bimestrale o trimestrale, fino a revoca.
    Non è una donazione ma una compartecipazione, una quota su cui il bilancio di Campi Aperti può contare per sostenere l’impegno dell’associazione, su cui l’economia di comunità può veramente costruirsi.

    Qui, potete trovare il modulo ad hoc: Modulo da compilare per l’economia di comunità (PDF)

    Siete già convintз ? Contattateci! info@campiaperti.org, 347.4083255 oppure 329.2465876.

    Avete delle domande? Contattateci! info@campiaperti.org, 347.4083255 oppure 329.2465876.

  • Chiusure ed aperture festive dei mercati

    Chiusure ed aperture festive dei mercati

    ‼ Aperture e chiusure festive dei mercati contadini ‼
    Carə, vi lasciamo le giornate di chiusura e di apertura dei mercati durante queste festività.
    👉🏼 Questa settimana ci troverete al Paolo Fabbri – Mercato CampiAperti ed a Gobetti.
    👉🏼 Dal 3 gennaio all’8 gennaio, invece, ci trovate in Piazza Verdi, al Paolo Fabbri (forma ridotta), al Portazza – mercato di CampiAperti ed al CampiAperti int al Pradel.
  • Campagna Tesseramento 2022

    Campagna Tesseramento 2022

    Tesseramento
     
    Carə, l’attesa è finita: è partita la Campagna Tesseramento 2022 di Campi Aperti.
     
    Potrete tesserarvi per ora, online qui: tesseramento online, e da gennaio nei banchetti che troverete in alcuni mercati!
     
    Quest’anno potrete fare una tessera base, dal costo di 7€, ma anche decidere di dare ancor più valore a due progetti dell’associazione come il tutoraggio senza prestito e il mutuo soccorso con un finanziamento, indicativo, di 10€ (scegliendone uno specifico oppure destinando 50 e 50), oltre la tessera base.
    Questi i progetti: Mutuo Soccorso e Tutoraggio Senza Prestito
    Il primo ha associata, anche, la scuola contadina, in un prossimo articolo ne parleremo meglio! 😉
    Il secondo è un sostegno formativo all’aspetto economico delle aziende:
    Non vi resta che tesserarvi o informarvi sui nostri social!
    #sostieniCampiAperti