CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Categoria: Comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare

  • les Soulèvements de la terre: diario di viaggio della mobilitazione 25/26 MARZO – POITOU

    les Soulèvements de la terre: diario di viaggio della mobilitazione 25/26 MARZO – POITOU

    25/26 MARZO 2023 – POITOU – NON UN BACINO DI PIÙ – MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN DIFESA DELL’ACQUA

    L’INIZIO – 23 marzo

    Appuntamento alle otto. Tra saluti, sorrisi, sbadigli ed eccitamento i Sollevamenti della terra partono da Bologna alla volta della Francia. Stiamo andando da sorelle e fratelli della lotta per la difesa del suolo e dell’acqua. Bassines Non Merci, Les Sourlèvements de la Terre e la Confèdèration Paysanne hanno fatto una chiamata a difesa dell’acqua del loro territorio: dobbiamo fermare la costruzione dei mega-bacini idrici nelle paludi attorno a Poitiers, mal-opere di “adattamento al cambiamento climatico” che rischiano di prosciugare del tutto le risorse idriche di una zona già soggetta a siccità.
    Per strada salutiamo altrx compagnx di resistenza. Ci fermiamo al presidio No Tav di Venaus, simbolo di una lotta che dura da oltre trent’anni. Sono una comunità che unita è sempre riuscita a difendere la loro montagna e sa che dovrà continuare a farlo.
    Risaliamo la catena montuosa e arriviamo nella valle de La Maurienne: siamo nella parte francese interessata dalla costruzione del tav, dove i cantieri sono attivi. Arrivati a La Bouget è inevitabile notare la devastazione: al centro del villaggio il corso del fiume è deviato e i camion trasportano i detriti del tunnel esplorativo. Ci raccontano che a causa dei lavori gran parte delle risorse idriche della valle sono andate perse, tante specie animali sono scomparse e l’aria è densa di polveri sottili. La delegazione No Tav che ci accoglie è contenta della nostra presenza, c’è bisogno di solidarietà. Ci dicono che stanno perdendo, ma non si fermeranno. Noi rispondiamo che non sono solx. Con questo spirito inizia il nostro viaggio. 

    IL VIAGGIO – 24 marzo

    Si riparte in direzione Alta Aquitania. È da più di vent’anni che nella regione sono iniziati decine di progetti per la costruzione dei mega-bacini. Nell’ottobre del 2021 sono iniziati a Sainte-Soline i lavori per il più grande mega-bacino previso. Da allora la lotta dei contadini locali non è più stata isolata, si sono raccolte migliaia di persone attorno a questo tentativo di water grabbing.
    I mega-bacini sono crateri per lo stoccaggio idrico e vengono costruiti per ovviare alla condizione di siccità. Non raccolgono l’acqua piovana, ma la prelevano dalle falde nel sottosuolo: questo rende l’acqua raccolta nel bacino non potabile, ne comporta una consistente evaporazione, impoverisce le falde acquifere naturali e aggrava il problema della siccità. L’acqua raccolta dai mega-bacini andrebbe a servire solo il 5% delle aziende agricole, quelle rappresentanti la grande agroindustria, nonostante il progetto sia finanziato per la maggior parte dall’attore pubblico. E sarebbe destinata a irrigare soprattutto le coltivazioni di mais, che attualmente non sono adatte alle condizioni pedoclimatiche del posto e servono in gran parte all’alimentazione degli allevamenti intesivi.
    Mentre attraversiamo il paese per raggiungere il lato ovest, la Francia brucia. È da più di una settimana che in quasi tutte le città ci sono proteste contro la riforma delle pensioni che il governo sta imponendo: più il tempo passa e più la folla di manifestanti aumenta. Scendono in piazza per dire no a un sistema-lavoro che ingabbia, sfrutta, impoverisce, aliena. Siamo tuttx dalla stessa parte, contro un’oppressore comune.

    VERSO IL BACINO – 25 marzo

    Sveglia presto a La Roche. Sappiamo che sarà una lunga giornata. Ci vestiamo di blu per dire che noi siamo l’acqua che si difende. Sono 30.000 le persone venute a Saint-Soline per manifestare contro i mega-bacini: che energia nell’aria, siamo tantx, agitatx, determinatx, unitx, vogliamo che il mondo cambi e oggi useremo i nostri corpi per provare a farlo.
    La manifestazione si divide in tre cordoni, ci rincontreremo al mega-bacino. Avanziamo tenendoci per mano con creatività e allegria. Vogliamo sabotare il bacino per sabotare tutto l’apparato capitalistico che governa le nostre vite. Abbiamo aspettative alte perché alta è la posta in gioco: fermare questo sistema malato e vigliacco, che sfrutta, distrugge, affama, ruba e ci proveremo con tutto l’amore rivoluzionario che abbiamo.
    Dall’altra parte ad aspettarci però c’è la repressione. La polizia è stata violenta, senza scrupoli, disinibita nella sua brutalità. Eravamo un fiore contro un cannone. L’unico risultato dell’azione è il sabotaggio di una pompa e un tubo centrale del bacino. Torniamo sconfittx, appesantitx, con il cuore deluso e il pensiero rivolto a chi era lì con noi e ora è in ospedale. Ed è sempre dall’unione che ritroviamo la calma, siamo la solidarietà che non si arresta.
    No bassaran!

    NON CI ARRENDIAMO – 26 marzo

    Ieri durante la manifestazione la Confèdèration Paysanne, il sindacato degli agricoltori, ha piantato 300 metri di siepi, essenziali per un modello agricolo a basso consumo di acqua e rispettoso della biodiversità. Ha anche allestito una serra per aiutare un agricoltore ad avviare un’attività vicina al bacino. Queste azioni dimostrano che, al di là dell’opposizione ai mega-bacini, è proprio un altro modello agricolo, senza sfruttamento della terra e che condivide le risorse idriche, ad essere difeso in questa lotta.
    Abbiamo bisogno di tempo per metabolizzare quanto successo, siamo in pensiero per chi è stato ferito, ma non ci arrendiamo. Approfittiamo di questo tempo insieme per continuare a parlare, raccontarci la nostra quotidiana costruzione di un’alternativa, immaginarne una comune.
    L’acqua è vita, non profitto. La lotta per la sua difesa non si fermerà.

     

    Paola Giordano, Pietro Cafarelli

     

     

     

  • Mercato Genuino Clandestino -Domenica 16 Aprile

    Domenica 16 aprile il grande mercato intergalattico della rete Genuino Clandestino, sarà ospitato nell’occupazione di Via Agucchi 126 (Bologna), un luogo sottoposto ad esproprio che sarà a breve un cantiere del passante di mezzo. .

    “Oggi alcune creature hanno preso possesso di uno spazio sottoposto a esproprio in via Agucchi 126 (quartiere della Pescarola), uno spazio che nei prossimi mesi sarà cantierizzato nel progetto dell’allargamento del Passante di mezzo, cioè il tratto di tangenziale e autostrada A14 che passa a 3 km dal centro di Bologna e in mezzo ad alcuni dei suoi quartieri periferici. Il Passante di mezzo è il punto più alto della cementificazione bolognese e della ristrutturazione che ha in mente la giunta di sinistra di Matteo Lepore. Distruzione delle aree verdi, sgomberi, prezzi delle case alle stelle… in mezzo a tutto questo, alcune creature hanno un’altra idea di felicità, e vogliono darle forza”

    Vi aspettiamo dalle 10 alle 18 con mercato, laboratori, interventi e musica. Dalle 17.30, arrivo del No passante trek [1] e Cleptocantautorato live.

    Ulteriori informazioni su https://murodiviaagucchi.noblogs.org/

    Vi aspettiamo!

    [1] https://www.bolognaforclimatejustice.it/eventi/no-passante-trek-parte-2-il-bosco-sullautostrada/

     

  • 18 Febbraio Firenze scambio di semi, marze, piante, paste madri e lieviti

    18 Febbraio Firenze scambio di semi, marze, piante, paste madri e lieviti

    Una giornata dedicata allo scambio di semi, marze, piante, paste madri e liviti, pranzo #GenuinoClandestino e una chiacchierata in-formativa sulla #GaranziaPartecipata, il sistema di autocrontrollo partecipato delle nostre produzioni agricole. Vi aspettiamo al CPA Firenze Sud il 18 febbraio!!

  • La rivoluzione sotto i piedi: il caso di campi aperti

    Traduciamo:

    “A Revolution under our feet”: Food Sovereignty and the Commons in the case of Campi Aperti

    Marzo 2020


     

    “È in atto una rivoluzione: sempre più cittadini cercano cibo sano, locale, non alieno, rispettoso delle persone e dell’ambiente. Sempre nuovi contadini cercano una via d’uscita dai mercati globali e si organizzano per vendere i loro prodotti direttamente in città. Un incontro che può produrre cooperazione sociale, democrazia e l’invenzione di modalità di produzione, distribuzione e consumo del cibo socialmente più giuste. Una meravigliosa rivoluzione. Cibo e terra come beni comuni”.
    Da un manifesto scritto a mano in occasione dell’inaugurazione di un nuovo mercato Campi Aperti nel centro di Bologna, vicino all’Università (maggio 2016)

    (altro…)

  • I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    I sollevamenti della terra. Una marcia per dire no a opere dannose e imposte!

    DALLA RISAIA DI PONTICELLI AL CORNO ALLE SCALE. 

    I sollevamenti della terra.

    Una marcia per dire no a opere dannose e imposte. 

    Perché la marcia?

    La Regione Emilia Romagna ha stanziato 5,8 milioni di euro per il progetto di un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale. Il progetto prevede lo smantellamento della seggiovia esistente e il suo prolungamento di circa 200 metri su un tratto di montagna ripido e battuto da forti venti. Siamo contrari a questa nuova opera, e tali restiamo anche di fronte alle immaginarie “varianti” che talvolta vengono proposte.

    Ci sono evidenti motivi di tutela della montagna a giustificare la nostra contrarietà, ma anche considerazioni ambientali di ordine più generale. A causa dei cambiamenti climatici la neve naturale non è sufficiente a garantire piste innevate sotto i 2000 metri, e quindi deve essere “sparata” una quantità esorbitante di neve artificiale, che ha costi energetici elevatissimi e comporta il prelievo e la contaminazione delle acque. Il principale promotore dal lato imprenditoriale della nuova opera, Marco Palmieri (Piquadro), secondo “Un’idea di Appennino” (Maggio 2022) si dice soddisfatto dalla stagione sciistica al Corno, ma, scrive il mensile, “la siccità […] ha obbligato ad un massiccio impiego di neve artificiale” e dunque “c’è bisogno delle conferme dei denari pubblici nonché di ulteriori misure, magari per quanto riguarda le bollette dei consumi energetici, cresciute oltremodo negli ultimi mesi.” Nel pieno della crisi climatica, e con costi dell’energia sempre in crescita, mettere soldi pubblici (cioè nostri) su operazioni di questo tipo ci sembra sconsiderato.

    Sulle modalità con cui vengono stanziate le risorse pubbliche torneremo più avanti.

    Perché la risaia (e perché il Passante)?

    La marcia è la modalità di lotta che abbiamo deciso di intraprendere contro quanto descritto. Una marcia lenta, sentendo la terra sotto i piedi, attraverserà la provincia bolognese da Ponticelli di Malalbergo fino al Corno alle Scale. Il punto di partenza non è casuale, ma si ricollega a una battaglia vinta da attivisti/e e militanti della pianura raccolti nella Rete NO HUB, che ha impedito la cementificazione di un’antica risaia che stava per essere sacrificata sull’altare della logistica. Altro progetto “simbolico” che incontreremo lungo il cammino è quello del Passante di Bologna, ovvero l’allargamento del sistema Autostrade/Tangenziale fino a 16/18 corsie. Il progetto è voluto da governo nazionale, Regione, Città Metropolitana e Comune capoluogo ed è ampiamente riverniciato di “green” e “partecipazione”. Tuttavia, le istituzioni che lo propongono non hanno neppure risposto alla richiesta di sottoporlo a una Valutazione di Impatto Sanitario. Al servizio degli attesi 65 milioni di veicoli/anno saranno costruiti 8 nuovi distributori di benzina, gran parte dei quali su terreno agricolo.

    Logistica e cemento contro l’agricoltura

    Colto o incolto che sia, un terreno cementificato è perso per sempre. La terra ci nutre, trattiene l’acqua, immagazzina il carbonio. Un quarto della biodiversità del pianeta si trova nel suolo. Non possiamo restare insensibili! Fra il 2019 e il 2020 il suolo consumato in Italia è aumentato di 56,7 chilometri quadrati, ovvero un equivalente di circa oltre venti campi di calcio al giorno (fonte Sole 24Ore, 2/12/2021). A ondate successive, le costruzioni industriali, residenziali e ultimamente per la logistica hanno proseguito l’opera di distruzione (e la logistica, come le

    vicende dell’ Interporto dimostrano, ha spinto in avanti anche le dinamiche di sfruttamento della manodopera). Nulla di concreto viene fatto per recuperare le aree dismesse, e si preferisce, per avidità, cementificare aree verdi. Avremmo invece bisogno di agricoltura di prossimità per poter mangiare cibo sano e locale, non dipendente da catene di fornitura lunghe, inquinanti, costose e fragili. La cementificazione conviene solo agli

    speculatori immobiliari, alle multinazionali dell’agroalimentare, alle catene dei supermercati e alle potentissime aziende della logistica.

    Terra sprecata, soldi buttati

    Le promesse degli amministratori quando promuovono opere inutili e nuovi scatoloni per la logistica sono sempre due: crescita economica del territorio e lavoro. Sono promesse false. Molti di più sarebbero i posti di lavoro e il benessere sociale promuovendo e finanziando sanità pubblica, cultura e lavori sostenibili e utili. Dopo decenni in cui ci hanno detto che “i soldi non ci sono”, ora è evidente che mentivano. Il nuovo modo per nasconderli è vincolarli a una destinazione. Così succede per il Passante, così per il PNRR, e così per i 5,8 milioni destinati al nuovo impianto di risalita. Che dovrebbero trovare destinazioni assai migliori. Sta all’intelligenza sociale individuarle e imporle.

    Non ci aspettiamo più nulla dai governanti che hanno accelerato il disastro. Nessuno può ignorare la catastrofe che ne consegue.

    Si tratta ancora una volta di riprendere in mano il nostro destino e di organizzarsi per passare all’azione.

    L’assemblea promotrice, 5 giugno 2022.

     La marcia partirà da Ponticelli presso la Casa del Popolo il 2 settembre e l’arrivo previsto al Corno alle Scale è l’11 settembre. Tappe e altre informazioni verranno divulgate a breve.

     Per info: sollevamenti@riseup.net

  • Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    Tenetevi libere/i il 22 ottobre: convergere per insorgere, a Bologna

    INVITO

     

    TENETEVI LIBERE/I IL 22 OTTOBRE:

    CONVERGERE PER INSORGERE, A BOLOGNA

     

    “E’ l’ora della convergenza, di sovrastare con le nostre voci unite ogni “Bla Bla nocivo”, per uscire dalla testimonianza e insorgere”.

    A partire da queste parole, lo scorso 26 marzo ci siamo trovate/i in decine di migliaia a Firenze per un grande corteo che ha attraversato la città.

    La siccità, lo scioglimento di ghiacciai secolari, le ondate di calore sempre più intense, sono la drammatica conferma del cambiamento prodotto dal riscaldamento globale. Siamo nella costante lotta per arrivare a fine mese, contro il precariato, gli appalti, contro il carovita per un salario degno. Ma la lotta per arrivare a fine mese non ha nessun senso se non si vince quella contro la ‘fine del mondo’. Ed è impossibile coinvolgere fette crescenti della popolazione nella lotta contro la fine del mondo, se non le si carica della lotta di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese.

    Vivere una vita non vuol dire solo avere un’occupazione e un salario, ma ha a che fare con la qualità del nostro tempo libero e dei luoghi che viviamo, con il riconoscimento delle nostre identità, con la dimensione ecologica del nostro contesto quotidiano, con i tanti diritti inalienabili che rivendichiamo nelle nostre città, a partire da casa, spazi sociali, mobilità collettiva e sostenibile, sanità e cultura.

    Un tempo avremmo detto: vogliamo il pane e vogliamo anche le rose. Oggi aggiungiamo, vogliamo il pane e che le rose non muoiano nel caldo torrido, o affogate dalle conseguenti alluvioni.

    Dopo più di due anni di pandemia, il lavoro emerge sempre più come netto sfruttamento, mentre nel nome dell’economia di una guerra che ripudiamo si aumentano le spese militari a scapito di quelle sociali, e l’inflazione causa l’aumento del costo dei beni di prima necessità; nel pieno della crisi climatica, la più grande sfida che l’umanità si sia trovata ad affrontare nella sua storia millenaria, governi e lobby economiche continuano a parlarci di armi, crescita del PIL, grandi opere, combustibili fossili, perpetuando un modello patriarcale che ci ha portato sull’orlo del baratro. Il lavoro che ci propongono è tanto precario da rendere precaria la nostra stessa vita, appesa alle bollette da pagare o ad un rinnovo di contratto. Il boccone che ci chiedono in cambio è salato: inquinamento, crisi economica, restrizione della democrazia.

    Vogliamo perseverare nel ‘convergere per insorgere’ perché, come abbiamo affermato a Firenze, “​​è l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire”.

    Da questo punto di vista, Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano un laboratorio, dove i partiti di maggioranza dei governi locali e regionali sperimentano convergenze tossiche che garantiscono il ‘business as usual’, rendendo grandi opere d’asfalto e cemento il “simbolo della transizione energetica nazionale” e facendo dei rigassificatori e delle trivellazioni lo strumento per la transizione verso le fonti rinnovabili; definendo questo territorio la ‘Motor Valley’, ovvero un luogo che rifiuta di rinunciare alla nicchia di mercato delle ‘super-car’ per garantire un futuro vivibile alle proprie figlie e ai propri figli; sostenendo, attraverso le sovvenzioni PAC, il sistema dei grandi consorzi agroalimentari rivolti al mercato globale, dell’allevamento industriale e della grande distribuzione organizzata. Un sistema che genera sofferenza animale, perdita progressiva di biodiversità, concentrazione della terra in poche mani, inquinamento del suolo, dell’aria, delle acque e del cibo; favorendo la monocultura del turismo nelle città e delegando alla rapacità delle piattaforme digitali che massimizzano i propri profitti inquinando i territori e precarizzando e impoverendo ulteriormente il lavoro, mentre gli spazi pubblici e comuni vengono privatizzati e sottratti agli usi collettivi. Un modello che continua a mettere il PIL e la corsa delle merci e dei profitti prima della trasformazione radicale da cui bisogna invece partire, e che per nascondere le proprie responsabilità dichiara, a sole parole, l’emergenza climatica.

    Ma Bologna e l’Emilia Romagna sono anche la terra dove contadine e contadini, insieme alle comunità nei territori, salvaguardano e ricostruiscono una rete alimentare agro-ecologica e locale, basata su sistemi di produzione, distribuzione e consumo che mettono al centro un rapporto non predatorio con la terra, l’autogestione, la creazione di relazioni non gerarchiche, l’accesso a cibo genuino e una sana alimentazione per tutte/i; la terra di lotte sociali diffuse; lo spazio di conflitti sindacali determinanti nel far crescere i diritti di tutte/i; il luogo in cui si sperimenta una crescente opposizione alle grandi opere che, passando dai centri per la logistica agli impianti di risalita sugli Appennini, ha nell’allargamento delle autostrade che convergono su Bologna e del cosiddetto ‘Passante di Mezzo’ il suo elemento simbolico più forte: in quelle strisce d’asfalto, infatti, c’è tutta l’arroganza di un sistema che vuol continuare a garantire profitti invece che diritti, cementificazione invece che transizione, imposizione invece che condivisione.

    Bologna può insorgere come Firenze ha fatto il 26 marzo. Può arricchire con i propri prevalenti, le proprie lotte, un processo di insorgenza che è “per questo, per altro e per tutto”. Il processo di convergenza può a sua volta arricchire Bologna di nuovi rapporti di forza.

    Dal 7 all’11 settembre torna a Venezia il Climate Camp e il 23 settembre in tutto il mondo le/i giovani saranno in piazza per rivendicare giustizia climatica, e noi saremo tra loro. Crediamo che anche questo climate strike debba essere seguito da una data di convergenza e proponiamo che essa sia il 22 ottobre.

    Il 23 settembre e il 22 ottobre sono un’unica data. Distanti nel calendario, vicine nei temi e nel processo. Il tema non è Governo vecchio o Governo nuovo, ma mondo vecchio o mondo nuovo. Qualsiasi nuovo governo ci troveremo di fronte, la nostra agenda di mobilitazione deriva dalla nostra urgenza di cambiamento. Non viene dettata da quella che sarà la combinazione parlamentare che potrà uscire dalle urne. È dettata dalla enorme crisi idrica, dal riscaldamento climatico, dall’inflazione, dall’escalation bellica mondiale.

    E allora, tenetevi libere e liberi: esattamente il 22 ottobre a Bologna, con una piazza che, al di fuori delle ritualità e con la capacità di collocarsi all’altezza del momento eccezionale che stiamo vivendo, sia in grado di far esprimere i percorsi sociali, sindacali, i movimenti e le lotte in un passaggio di potenziamento collettivo e di insorgenza per iniziare a costruire un movimento popolare ampio, che diventi capace di rovesciare i rapporti di forza in questo paese.

    Per i diritti, l’ambiente, la salute, gli spazi pubblici e comuni, una vita bella e per la pace, è ancora tempo di convergere: per questo, per altro, per tutto, tenetevi libere/i il 22 ottobre 2022: ci vediamo in piazza a Bologna!

    Vogliamo costruire un percorso includente, plurale, convergente. Questo testo rappresenta un invito al quale le tante lotte che condividono queste righe possono contribuire con documenti e approfondimenti: a settembre vi invitiamo a momenti di confronto e incontro che culmineranno in un’assemblea regionale nel primo weekend di ottobre a Bologna.

     

    Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

    Fridays For Future Italia

    Assemblea No Passante Bologna

    Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna

     

    #insorgiamo

  • Solidalia!

    Solidalia!

    ‼️ Una festa, un mercato, mille incontri. ‼️
    ℹ️ Solidalia aprirà i battenti alle 9:30 di sabato 11 giugno e andrà avanti ad oltranza per tutta la giornata con un fitto calendario di eventi.
    Vi aspettiamo alla Fattoria di Vigheffio, a pochi km dal centro di Parma, in un angolo di verde, per fare festa tutti assieme.
    👉🏼 L’ingresso è libero come la partecipazione a tutti gli appuntamenti previsti.
    Maggiori info: Progamma di Solidalia
  • Un saluto a Gustavo Esteva

    Un saluto a Gustavo Esteva

    Ci ha dato parole di cambiamento e dolorose, insieme ad una analisi economico politica  crudele.

    Ci ha spinto a cambiare.

    Purtroppo ci ha lasciato qualche giorno fa, dopo aver fatto grandi cose per il mondo intero, tra le tante,

    ha fondato l’ Universidad de la Tierra in Oaxaca.

    Qui lo ricordiamo quando lo abbiam incontro nel 2013 ad XM24, durante uno dei Mercoledì della bolognina.

    Gustavo Esteva – Crisi sociale e alternative dal basso. Difesa del territorio, beni comuni, convivialità.

    Gustavo Esteva – Crisi sociale e alternative dal basso. Difesa del territorio, beni comuni, convivialità. from Annestus Srd on Vimeo.

    LINK VIDEO https://vimeo.com/690422105

    LINK AUDIO INTEGRALE https://www.arkiwi.org/path64/WE0yNC9NZXJ5WE0vYW50aXN0YXNpcw/html

  • Ciao Andrea

    Ciao Andrea

    Ieri mattina, dopo una lotta lunga due anni contro un tumore, se n’è andato il nostro compagno anarchico Andrea Fratelli, instancabile animatore di iniziative culturali e politiche in città e nella sua Romagna. Era tra i soci fondatori de Lortica, fra i primi locali a diffondere la cultura dei vignaioli indipendenti e dell’agricoltura contadina come forme di resistenza al gastro-agro-business.

    Per chi vorrà salutarlo l’appuntamento è domani martedì 13 aprile, Certosa, Camera Mortuaria dalle 12,45 alle 13,45. Pantheon dalle 14 alle 16.

     

    La nostra storia è troppo bella
    per essere spazzata via
    dalla tua assenza.
    Assenza ingombrante, rumorosa,
    ma per noi
    solo un’assenza.
    Impossibile pensarti lontano.
    Un frastuono aggroviglia sentimenti
    impossibili da esprimere.
    Parole vuote
    raccontare chi sei stato.
    E poi,
    per noi ci sei.
    Abbiamo navigato nella storia.
    Navigheremo ancora insieme.
    I nostri sogni
    mai abbandonati
    mai li abbandoneremo.

    Ciao Andrea

    Le tue compagne e i tuoi compagni

    Bologna, 11 aprile 2021

  • Report assemblea generale 28 giugno

    Report assemblea generale 28 giugno

    Quattro audio provenienti dall’ultima assemblea:

    Lettura documento sulle relazioni della Garanzia Partecipata

    documento gp

    Report tavolo Garanzia Partecipata

    report tavolo gp

    Report tutoraggio senza prestito con MAG6

    report con mag

    Lettura del verbale dell’assemblea generale del 28 giugno

    verbale assemblea generale giugno

    Prossima assemblea generale il 26 luglio zona Modena

  • Fier* di essere parte del mondo contadino

    Fier* di essere parte del mondo contadino

    Si avvicina il #17aprile!!!

    Ecco gli stickers per dire al mondo quanto siamo fier* di essere parte del mondo contadino.

    Applicateli su vostre foto mentre lavorate in campagna o mentre fate azioni a supporto dell’agricoltura contadina agroecologica e solidale e per la giornata delle #lottecontadine faremo un poster con i nostri volti!

    https://www.facebook.com/assorurale/photos/pcb.3074446419252552/3075490779148116/?type=3&theater

    #StateACasaMaNonInSilenzio

  • Arvaia rinnova l’adesione a CampiAperti

    Arvaia rinnova l’adesione a CampiAperti

    Il coordinamento di Arvaia ha aderito all’unanimità alla rete di CampiAperti, rinnovando anche quest’anno il supporto ad una realtà locale che, nel territorio bolognese, rappresenta un modello di produzione e consumo ispirato al diritto delle comunità a decidere in merito alla produzione del proprio cibo, all’alimentazione e alla gestione dei territori.

    CampiAperti non è solo un’associazione di produttori e cittadini che sostiene l’agricoltura biologica contadina ma è uno spazio di collettività in cui si articola e realizza la sovranità alimentare attraverso la creazione di una relazione diretta tra chi produce e chi consuma, mediante l’organizzazione di mercati autogestiti.

    CampiAperti è una rete di persone, realtà agricole, produttori, consumatori, cittadini/e che supportano
    la produzione rigorosamente biologica/biodinamica e locale, legata alla territorialità e alla stagionalità del prodotto,
    un’agricoltura contadina attenta e rispettosa dell’ambiente e alla valorizzazione della dignità delle persone e del loro lavoro,
    un consumo consapevole e al giusto prezzo.
    In CampiAperti la salute, la qualità dell’ambiente e la dignità del lavoro sono obiettivi che vengono perseguiti
    attraverso un’economia di relazione basata sulla solidarietà tra consumatori e produttori, favorendo l’agricoltura di prossimità e stimolando la produzione di alimenti di qualità controllati grazie ad una pratica collettiva di controllo dei prodotti, e dei produttori, presenti nei mercati dell’associazione.

    Campi Aperti è una realtà autogestita che intreccia più di 116 realtà produttive del territorio e centinaia di cittadini/e soci/ie, ed è presente con 8 mercati nella città di Bologna. Uno di questi mercati è il giovedì, all’XM24.

    L’XM24 è anche la casa di CampiAperti.
    In questo spazio, CampiAperti si è strutturata nel tempo fino a diventare un punto di riferimento per migliaia di cittadini/e e produttori che nei mercati hanno la possibilità di acquistare/vendere cibo sano e accessibile,
    informare ed informarsi, cooperare ad un futuro di sostenibilità e solidarietà concreta.

    Per questi motivi e per i principi comuni che ci accostano a CampiAperti comunichiamo a tutti/e i/le soci/ie che sabato 29 giugno alle ore 16 in piazza XX settembre si terrà la manifestazione “contro il nulla che avanza” a cui parteciperà CampiAperti per opporsi allo sgombero di XM24.
    Sarà una festa, una parata pacifica e pacifista, per ricordare alla città il valore generativo e rigenerativo che XM24 ha avuto, e che ha da 17 anni, nella città di Bologna.

  • Sanzionato negozio Benetton in via Rizzoli per la GIORNATA INTERNAZIONALE PER  I PRIGIONIERX POLITICI MAPUCHE.

    Sanzionato negozio Benetton in via Rizzoli per la GIORNATA INTERNAZIONALE PER I PRIGIONIERX POLITICI MAPUCHE.

    LIBERTÀ PER IL LONKO FACUNDO HUALA E PER TUTTX I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE.

    L’ oppressione carceraria si manifesta duramente contro i compagni e le compagne mapuche che lottano contro l’intromissione capitalista che devasta la terra e i territori in nome del falso progresso. Unici obbiettivi sono i profitti e gli interessi economici destinati ad arricchire multinazionali e latifondisti. 

    La prigione politica mapuche in Cile è oggi ancora una realtà. 
    Per quanto lo stato la neghi, continuano ad esistere casi di mapuche incarcerati a seguito della persecuzione politica che ha fortemente colpito le comunità mapuche. 
    La risposta politica dello stato -mediante la repressione poliziesca- ad una questione nazionale di attitudine tanto storica quanto politica, non ha fatto altro che aumentare la forza di una fiamma che non si è mai spenta, dato che il  newen mapuche (forza mapuche) e la dignità non sono stati mai visti languire nella lunga storia del popolo Mapuche. 

    Attualmente sono già migliaia gli ettari recuperati. Molti sono i grani, le patate e gli altri prodotti che sono germogliati nel territorio liberato, e molte le famiglie che oggi hanno dove vivere e lavorare la terra. Allo stesso tempo, aumenta giorno dopo giorno quel territorio in cui i mapuche possono praticare la loro spiritualità e cosmovisione. 
    La conoscenza ancestrale che la  ñuke mapu (madre terra) ci ha regalato sono una speranza, dato che anche con quella conoscenza il  popolo Mapuche  potrà difendersi dalle costanti aggressioni dello stato cileno e del sistema capitalista, che quotidianamente vediamo nei megaprogetti idroelettrici, minerari, nell’estrattivismo, nelle monocolture forestali e in un lungo eccetera eccetera…
    È in questo scenario, che oggi ammontano a più di 20 i Prigionieri Politici Mapuche incarcerati in differenti prigioni del paese, senza contare i compagnx mapuche che godono della semi libertà e che sono costretti alla firma settimanale o mensile. 

    Tra di loro,  il  LONKO  FACUNDO  JONES  HUALA  estradato dall’Argentina in Cile e rinchiuso attualmente  nel carcere di Temuco, condannato a 9 anni di carcere, perseguitato e criminalizzato per la sua opposizione all’occupazione capitalista e all’usurpazione della multinazionale italiana BENETTON delle terre ancestrali della sua comunità di Cushamen.  

    Per questo motivo, abbiamo l’obbligo politico ed umano di chiamare alla solidarietà internazionalista e alla coscienza anticapitalista per scendere in piazza questo 27 GIUGNO a 2 anni di prigionia politica del compagno mapuche FACUNDO HUALA,  in una giornata internazionale per la LIBERTÀ di TUTTX  i prigionieri politici mapuche.   

    Vi INVITIAMO a manifestare il vostro desiderio e  l’ esigenza  di LIBERTÀ PER TUTTX I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE,  come solidalx e come attivistx , come individui e come collettivi, durante la giornata  del 27 GIUGNO  o  durante un altro momento nei giorni compresi dal 27 GIUGNO  al 30 Giugno,  a secondo delle proprie disponibilità e organizzazione, davanti all’Ambasciata o Consolato cileno delle vostre città o davanti ai negozi della multinazionale italiana BENETTON , responsabile della prigionia politica del compagno mapuche FACUNDO HUALA . 
    Esprimiamo tutta la nostra solidarietà  e facciamo sentire ai prigionieri politici mapuche che non sono soli, che rivendichiamo e che riconosciamo la loro lotta con orgoglio e con ribellione, ripudiando tutte le azioni repressive e oppressive dello Stato Cileno che tentano di zittire le voci di LIBERTÀ,  imponendo le sbarre della galera di un  sistema punitivo e arbitrario  avallato  dallo Stato, le sue istituzioni e la infame  legge antiterrorista della dittatura di Pinochet.  

    Fin quando esisterà la  miseria, ci sarà ribellione.
    Fino a distruggere l’ultima galera della società carceraria!!!
    LIBERTÀ PER FACUNDO HUALA E PER TUTTX I PRIGIONIERX POLITICI MAPUCHE  !

    Inviateci le adesioni nelle vostre città a:
    difesamapuche@inventati.org

    Rete Internazionale in difesa del popolo Mapuche. 

  • Conversazione in piazza

    Conversazione in piazza

    mercato piazza verdi – 15 aprile h 19:30 –

    Presentazione Oltremercato di Pesaro ed Urbino, strumenti di mutualismo per comunità che praticano autogestione alimentare.

    Un’ora, tra i banchi del mercato del Lunedì in Piazza Verdi a Bologna,
    per parlare insieme ad un altro gruppo di produttori e co-produttori
    della rete Genuino Clandestino di: – Organizzazioni Mutualistiche – Monete Sociali di Comunità   Dibattito libero con il laboratorio per la moneta sociale bolognese (Grano)  

    https://oltremercato.noblogs.org/post/2019/02/24/chi-siamo/

    https://grano.noblogs.org/calendario/?event_id1=107

    Sarà presente anche un banco condiviso di Prodotti provenienti dal
    gruppo Oltremercato
    (vino di visciole, senape, crauti, piantine di erbe aromatiche,.. )

    • Ven19Apr2019 Assemblea grano21:00
    • Ven17Mag2019 Assemblea Grano21:00

  • UN TRATTORE PER MONDEGGI

    UN TRATTORE PER MONDEGGI

    Abbiamo deciso di chiedere un aiuto a tutti i sostenitori di Mondeggi Bene Comune per comprare un trattore a ruote che ci permetta un salto di qualità nella gestione agroecologica di tutta la fattoria. A differenza delle comuni aziende agricole non accediamo ai fondi della PAC (Politica agricola comunitaria) che sostengono gli investimenti in agricoltura, e siamo comunque diffidenti verso questi finanziamenti pubblici che drogano il mercato e la concorrenza, visto che la maggior parte dei soldi va a ingrassare ulteriormente chi investe grosse somme di denaro.

    Vogliamo comprare un trattore a ruote cabinato e con la pala anteriore. Questo mezzo ci permetterà di agevolare tante operazioni come la semina del grano, la trinciatura, il trasporto di legno e resti di potature oltre ovviamente ai trattamenti in vigna, nel frutteto e nelle olivete se necessario. La pala anteriore ci può permettere di far partire una gestione più accurata del compost facilitando tante operazioni di carico scarico e rimescolamento oltre ad aiutarci nello spietramento dei campi e in tante altre operazioni come lo spostamento delle rotoballe una volta messe le forche.

     Abbiamo bisogno del vostro aiuto perchè fin dal primo giorno di vita di questa esperienza abbiamo deciso di costruire insieme un futuro diverso per queste colline.

    Nonostante in questo momento la Città Metropolitana di Firenze e il sindaco di Bagno a Ripoli si rifiutino di aprire un dialogo costruttivo verso un comitato fatto da centinaia e centinaia di persone – che in quasi 5 anni ha recuperato circa il 70% delle superfici agricole coltivabili e 3 casali – crediamo sia comunque il caso di andare avanti, spingendoci fino a chiedervi un aiuto economico per ampliare questo progetto.

    Il primo marzo 2019 sapremo se la città metropolitana svenderà anche questo bene tramite asta. Siamo convinti che supereremo anche questo ostacolo, in caso contrario i soldi ricevuti serviranno a sostenere le varie spese legali che affronteremo perchè non abbiamo nessuna intenzione di perdere questa battaglia.

    Fin dal primo giorno abbiamo scelto la parola “coraggio” perchè sono quasi 5 anni che portiamo avanti ogni tipo di lavoro agricolo, sociale e politico ben coscienti che potrebbe essere l’ultimo giorno. Fare un ulteriore investimento così grande non può che andare nella direzione che abbiamo deciso di prendere, insieme, fin da quando questa esperienza ha mosso i primi passi.

    Tante piccole gocce….un grande fiume.

    per maggiori info visita il sito: https://mondeggibenecomune.noblogs.org/

    Se possibile fate bonifici inece di paypal che ci sono meno commisiioni.

    Nel caso non raggiungessimo la somma prevista continueremo a fare iniziative.

    Con questo tipo di crowdfounding  riceviamo la somma raccolta anche se non arriviamo all’obiettivo.

  • Terra – amministrazioni, comunità rurali e contadini discutono

    Terra – amministrazioni, comunità rurali e contadini discutono

    Diffondiamo l’incontro organizzato da Associazione Rurale Italiana, domenica 25 febbraio a San Raffaele Cimena (TO). Clicca qui per andare all’evento facebook.

  • ¡Berta vive!

    ¡Berta vive!

    Coltiviamo comunità, reti e territorio

    Pratiche di riappropriazione, difesa e autogestione

    7-8-9 Ottobre 2016 – Mondeggi Terra Bene Comune Fattoria Senza Padroni

    Come parte della campagna per la giustizia e la verità di fronte all’omicidio di Berta Cáceres Flores, leader indigena honduregna, Goldman Prize 2015, uccisa sei mesi fa per il suo impegno come coordinatrice del C.O.P.I.N.H. (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras): Mondeggi, il Collettivo Italia Centro America (CICA) e il Comitato Berta Vive invitano tutte le realtà che vogliono confrontarsi sul tema della difesa del territorio, della resistenza contro le grandi opere, dell’organizzazione delle comunità rurali, all’incontro “Coltiviamo comunità, reti e territorio – Pratiche di riappropriazione, difesa e autogestione”.

    Fra settembre ed ottobre sarà infatti in Italia Berta Zúñiga Cáceres, la figlia di Berta Cáceres, invitata dal Collettivo Italia Centro America, associazione da anni impegnata a sostegno dei movimenti sociali e contadini in Honduras e storico partner del C.O.P.I.N.H; Berta arriva per: costruire reti di solidarietà con l’organizzazione; riportare l’attenzione della comunità internazionale sul “caso” Berta Cáceres; spiegare il legame tra mega-progetti, investitori internazionali e violazione dei diritti dei popoli indigeni in Honduras; presentare lo stato delle inchieste, ufficiali e indipendente, sulla morte della madre.

    Il C.O.P.I.N.H., è un’organizzazione di base che unisce circa 400 comunità indigene Lenca nella zona occidentale dell’Honduras. Nasce nel 1993 come alternativa politica e sociale per la popolazione indigena ed altri settori sociali, per contribuire alla costruzione di una società umana e dignitosa. Il C.O.P.I.N.H. lotta per il rispetto e la difesa dei Diritti dei Popoli Indigeni, della propria territorialità, cultura, cosmovisione, ambiente e biodiversità. Lotta per uno sviluppo sostenibile ed il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità indigene, promuovendo scuole, centri di salute, strade ed altro. Il C.O.P.I.N.H. è un’organizzazione indigena e popolare, antipatriarcale, antimperialista, antineoliberale, antirazzista, sensibile alle necessità e i diritti delle comunità indigene, contadine e urbane, in Honduras e nel mondo.

    Mondeggi Fattoria Senza Padroni è parte della campagna Terra Bene Comune, contro lo sfruttamento, la devastazione ed il saccheggio di tutte le terre, private o demaniali che siano, in difesa delle comunità locali, a fianco di coloro che difendono la sovranità alimentare.

    L’accesso alla terra come base del sostentamento alimentare dovrebbe essere un diritto universale garantito per chiunque. Nasce da qui la campagna “Terra Bene Comune”, anche come forma di opposizione alla privatizzazione delle terre ancora rimaste patrimonio pubblico, tramite il ritorno alla campagna, spinto dall’esigenza di autodeterminarsi e autosostenersi. La terra è un mezzo indispensabile alla produzione del cibo e così come l’acqua e l’aria sono elementi indispensabili alla vita umana e quindi non mercificabili. Siamo ormai all’assurdo paradosso per il quale si vietano pratiche contadine millenarie adducendo pretestuose motivazioni di igiene e salute pubblica, mentre si autorizza, anzi si incentiva, l’uso di sostanze chimiche per la produzione e la lavorazione dei nostri alimenti: ciò che è genuino diventa quindi clandestino.

    Mondeggi Fattoria Senza Padroni è lieta di incontrare il C.O.P.I.N.H., perché chi impone le grandi opere che devastano i nostri territori, siano esse dighe, treni ad alta velocità, inceneritori, antenne radar militari, troverà da questa come dall’altra parte dell’oceano, comunità solidali e resistenti che dell’autogestione fanno la loro forza.

    Programma dellincontro

    venerdì 7 ottobre

    Pomeriggio:

    Accoglienza e camminata per Mondeggi Fattoria Senza Padroni

    Presentazione e organizzazione dell’incontro e costruzione della mappa delle lotte sul territorio

    Cena

    Proiezione Documentario

    sabato 8 ottobre

    ore 8.00 – Colazione

    ore 9.30 – Lavori collettivi per la preparazione degli spazi, la cucina e nell’uliveta

    ore 12.30 – Pranzo

    ore 14.00-17.00 – Tavoli di lavoro:

    Pratiche di difesa del territorio e forme di organizzazione contro la repressione

    Pratiche locali di organizzazione, riappropriazione, autogestione

    ore 18.00-20.00 – Lotte per la giustizia in Mesoamerica:

    ore 18: Don Pedro El Salvador, Nodo solidale Chiapas, Ayotzinapa

    ore 19: Berta Zuniga, COPINH, Honduras

    ore 20.30 – Cena in solidarietà con il COPINH

    ore 22.00 – Collegamento con la radio COPINH

    dopo DJ Set

    domenica 9 ottobre

    ore 9.00 – colazione

    ore 10.00 – Riunione di chiusura con Berta: Invito di solidarietà al COPINH, con quali legami ci lasciamo?

    ore 13.00 – Pranzo

    ore 15.00 – Iniziativa sul territorio: Fermiamo la svendita delle terre di Mondeggi, diamo insieme nuova vita alle terre abbandonate!

    Il programma potrà essere modificato, per la sera di venerdì e quella di sabato si stanno organizzando attività, ancora in via di definizione.

    Le giornate si svolgono all’insegna dell’autogestione: si cucina, si pulisce e si lavora nell’uliveta tutti insieme!

    Durante l’incontro sarà possibile campeggiare, vi chiediamo di contattarci per dirci le presenze, in modo da organizzare al meglio l’accoglienza:

    copinhincontramondeggi@gmail.com

  • NOTIZIE DA MONDEGGI

    NOTIZIE DA MONDEGGI

    Agosto è un mese vissuto molto diversamente fra i cittadini e i contadini .
    In città l’agosto – con la chiusura delle scuole e le ferie per operai e impiegati – cambia puntualmente la vita di tutti i giorni. Si rompono gli schemi ordinari  e generalmente si fanno cose molto diverse dal solito, o semplicemente si abbandona – con un certo gusto – la routine di tutti i giorni.
    In campagna questo non avviene, anzi:  d’agosto il lavoro nei campi richiede molta attenzione e grande impegno se si vuole raccogliere qualcosa in seguito. Agosto è l’unico mese in cui contemporaneamente si prepara la terra , si semina, si trapianta, si raccoglie e si trasformano i prodotti per la conservazione  (quest’ultima attività è resa quasi obbligatoria dalla cronica assenza dei consumatori più o meno consapevoli, tutti o quasi in ferie).
    Tradizionalmente, esiste anche un’altra categoria di “lavoratori” che nel mese di agosto contina alacremente a svolgere le proprie funzioni.Si tratta dei pubblici amministratori (sia locali che nazionali) che – tra altre operosissime attività –  utilizzano proprio il mese in cui i cittadini disertano in massa la città e scollegano il cervello e mettendolo in modalità vacanziera, per compiere le azioni e prendere i provvedimenti più “dolorosi”, cioè quelli che non portano grande consenso o che potrebbero risultare impopolari e quindi addirittura dannosi alla loro immagine.
    É in questo clima (non solo torrido e arido) che si sta chiudendo a Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni un’estate piuttosto difficile, scandita da eventi a dir poco “particolari”. 
    Si inizia il 12 luglio, quando scoppia un  incendioall’inerno dell’oliveta, che fortunatamente danneggerà solo poco più di un ettaro (ormai è certo che sia doloso). Intervengono i pompieri e i volontari antincendio della VAB a domare le fiamme: saranno poi loro a dirci che l’incendio era inequivocabilmente doloso in quanto hanno ritrovato sul posto materiale per l’innesco.
    A questo piccolo fatto di cronaca è stato dato un retrogusto un pò inquietante dalle dichiarazioni – poche a dire il vero – che lo hanno seguito, volte a screditare il lavoro di custodia del comitato Mondeggi Bene Comune ed anche a tirare fuori in modo stucchevole la solita retorica della legalità.
    Si arriva così al giorno 3 agosto, quando arrivano indiscrezioni su un possibile preparativo di sgombero di Mondeggi nei giorni seguenti:  è ovviamente immediata la reazione del comitato che in assemblea decide la strategia  di reazione ovviamente verbale, sul piano politico e non violenta.
    Il giorno dopo inizia presto a Mondeggi: all’alba si forma un presidio (numerosi, visto il periodo) di mondeggini residenti e non,, con l’intento di vigilare sul paventato possibile intervento delle forze dell’ordine.  
    Invece a Mondeggi non accade niente, regna per tutto il giorno la calma e il silenzio.Invece nel centro di Firenze, in Via Toselli, con grande mobilitazione delle forze dell’ordine, questa si violenta , va in scena lo sgombero di un edificio occupato da un collettivo giovanile,  che voleva solo recuperare mediante il suo utilizzo uno spazio urbano in stato di abbandono.
    Si trattava di una occupazione realizzata sia per esigenze abitative che per mettere a disposizione del quartiere questi spazi con finalità culturali e formative.
    “Volumi” sottratti alla speculazione e/o al degrado, che questi giovani gestivano come una vera e propria “Commons” ovvero una cellula di un mondo altro , di un nuovo modo di voler vivere e autodeterminare la propria vita .
    La parola d’ordine ,come a Mondeggi ,è “autogestione” e le finalità e gli obbiettivi sono ben diversi da quelli resi obbligatori dal sistema dominante .
    Di fronte a tale azione Mondeggi non rimane indifferennte: si continuano le discussioni e le assemblee e si partecipa attivamente alla mobilitazione in solidarietà dei 12 ragazzi processati per direttissima di Via Toselli il giorno sabato 6 agosto.


    Come se non bastasse, il giorno 16  agosto , una folta squadra di operai della ex provincia scortati da guardie forestali, polizia provinciale e alcuni funzionari dell’assessorato al patrimonio della città metropolitana, intervengono in una casa del comprensorio di Mondeggi denominata Pullicciano, murando con cemento e mattoni gli accessi ad una parte della suddetta casa sia al piano terra che al primo.
    Gli operai, diretti dalle forze dell’ordine sollecitate dagli amministratori che si credono legittimi proprietari del bene, completano l’opera smantellando una scala esterna in ferro che portava direttamente al piano primo.

    Il Comitato Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni aveva iniziato da un paio di mesi dei lavori di ripristino e custodia intorno e dentro il fabbricato di Pullicciano, con l’intenzione di allargare il presidio contadino che da oltre due anni sta prendendosi cura dell’area e che – come abbiamo detto più volte in tutte le sedi possibili e immaginabili – ha come scopo impedire il degrado e la privatizzazione dell’area affinchè possa definitivamente rimanere in usufrutto come bene comune alla cittadinanza.
    A casa Pulliciano sono stati eseguiti ,con mezzi e lavoro del comitato, lavori di pulizia dell’area circostante ,si è intervenuto sul tetto riparandolo in più punti e internamente con lavori di imbiancatira e pulizia
    Di fronte agli eventi raccontati, ribadiamo ancora una volta quanto segue.
    Contrariamente a come viene definita la nostra azione dai tanti detrattori, non stiamo effettuando una “occupazione illecita di bene pubblico”. I nostri non sono “fini privati” mirati a risolvere la “nostra” situazione abitativa e lavorativa che – anche se pur lecitamente rivendicate in altre sedi e con altre modalità – non sono l’oggetto dell’azione di questo comitato.
    La nostra azione – come manifestato in più occasioni anche pubbliche – si pone in aperto contrasto con la “proprietà” che, continuando ad arrogarsi il diritto di gestire “privatamente” il bene in oggetto, continua imperterrita a non ascoltare la voce di una grossa porzione della cittadinanza che chiede per Mondeggi una soluzione diversa.
    In nome di una situazione debitoria non ben identificata (principalmente verso le banche) si persegue unicamente la miope strategia dell’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico. Effetto immediato è far quadrare i bilanci mettendo all’attivo il piano delle alienazioni deliberato e in questo modo coprire da subito magagne che altrimenti risulterebbero di difficile “giustificazione” .


    La strategia è  quindi solo ottenere un minimo sollievo finanziario privando per sempre la collettività di una così grande e importante porzione di territorio: non pensando che privatizzare un terreno agricolo implica la rinuncia alla sovranità alimentare della poplazione locale, perdere “per sempre” la possibilità di utilizzare quella terra per il bene della collettività anzichè per il profitto di qualcuno .

    Complimenti !!!
    Agosto sta per finire ……….tra pochissimo ci sarà la vendemmia, poi le olive e le semine dei cerali e dei prati pascoli, poi il bosco, la regimazione delle acque , la manutenzione a fabbricati e strade , gli animali e il ricco orto autunnale……….
    Buona fine agosto a tutti e tutte
    IL COMITATO MONDEGGI BENE COMUNE FATTORIA SENZA PADRONI
    https://tbcfirenzemondeggi.noblogs.org/