CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Categoria: Mercati, alimentazione e salute

  • Camilla si presenta al Mercato Sonato!

    Camilla si presenta al Mercato Sonato!

    ❖ Cos’è Camilla?

    Camilla è un progetto di emporio autogestito e solidale proposto da Alchemilla GAS e CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare.

    ❖ Cos’è un emporio autogestito e solidale?

    Si tratta di un punto di approvvigionamento di prodotti di elevata qualità (alimenti biologici, filiere locali, prodotti equo-solidali, sfuso di qualità, cosmesi e detergenti naturali) organizzato in forma cooperativa. E’ autogestito perché tutti i soci della cooperativa dedicheranno una quota del loro tempo alla gestione dell’emporio ed è solidale perché grazie alla collaborazione di tutti i soci, le spese di gestione dell’emporio saranno ridotte al minimo e di conseguenza anche i prezzi di vendita saranno ridotti e il più possibile alla portata di tutte le tasche.

  • Usate la testa: fatevi le scarpe!

    Usate la testa: fatevi le scarpe!

    Ai mercati di XM 24, e di via Pieve di Cadore, questa settimana ospiteremo il calzaturificio La Marruca.

    Scarpe eleganti, belle e, soprattutto, sostenibili, grazie alle scelte operate dagli artigiani della Marruca su materie prime e tecniche lavorative.

    Ridurre gli sprechi e utilizzare materiali a basso impatto può cominciare anche dai piedi.

    Vi aspettiamo, quindi, in via Fioravanti, al mercato di XM, giovedì 25/1 dalle 17 alle 20 e al mercato di Savena, in via Pieve di Cadore, venerdì 26/1 dalle 16,30 alle 19,30 per vedere i modelli e scegliere le scarpe più adatte ai vostri piedi, ma …usando la testa.

  • Glifosato: C. S. ISDE-Replica a Senatrice Cattaneo

    Glifosato: C. S. ISDE-Replica a Senatrice Cattaneo

    COMUNICATO STAMPA
    QUELLO CHE LA SENATRICE-FARMACOLOGA NON SA
    Non è consuetudine di ISDE Italia (Medici per l’Ambiente) esprimere valutazioni in merito alle
    dichiarazioni pubbliche di rappresentanti della politica e delle istituzioni. Quando però le
    dichiarazioni inquadrano i fatti in modo distorto e al tempo stesso pretendono di fornire
    indirizzi che attengono alla salute pubblica e alla tutela dell’ambiente, l’attenzione di ISDE
    Italia viene inevitabilmente sollecitata. Il commento a firma di Elena Cattaneo (“Gli equivoci
    sul glifosato”), pubblicato il primo dicembre 2017 su Repubblica, elenca una serie di
    pregiudizi e di semplici opinioni sugli effetti sanitari e ambientali dell’erbicida più diffuso al
    mondo che non coincidono nel modo più assoluto con le conoscenze attualmente disponibili;
    il tutto, accompagnato da un concentrato di nozioni sull’agricoltura sostenibile (biologica e
    biodinamica) che lascia francamente sconcertati. L’innovazione del futuro, sostiene l’autrice,
    coinciderebbe con l’impiego universale di OGM, capaci di risolvere in un colpo solo la
    moltitudine di temibili sfide con cui l’agricoltura dovrà fare i conti, dal cambiamento climatico
    all’erosione della biodiversità, fino alla piaga della denutrizione e chissà cos’altro ancora. Non
    una parola viene spesa circa la necessità 1) di sviluppare un approccio sistemico nelle policy
    per l’agricoltura e 2) di implementare un uso sostenibile delle risorse naturali e delle matrici
    ambientali nelle pratiche agricole.
    Naturalmente, per quanto discutibili, le opinioni personali sarebbero del tutto legittime se
    non fossero visibilmente travestite da prescrizioni scientifiche: il commento, infatti, viene
    firmato dalla senatrice indossando il “camice bianco” (farmacologa è la qualifica che compare
    in calce oltre a quella istituzionale). Su questo improbabile tentativo di fornire indicazioni
    corredate di certificazione scientifica è il caso di esprimere più di una perplessità e almeno un
    chiarimento, al fine di evitare che, nello scorrere il commento, il lettore scambi lucciole per
    lanterne e abbia la tentazione di prendere sul serio la lunga lista di inesattezze che l’autrice fa
    proprie.
    La letteratura scientifica ha cominciato a occuparsi dei danni biologici e sanitari del glifosato
    alla fine degli anni Settanta, quando la molecola erbicida aveva un mercato marginale e la sua
    diffusione non era ancora stata ingigantita dalle colture ingegnerizzate per la resistenza ai
    suoi effetti tossici. Grazie alle prime indagini nord-americane e australiane condotte su
    organismi impiegati come bioindicatori (gruppi particolari di invertebrati e vertebrati), si
    cominciò a comprendere che la presunta innocuità del prodotto, propagandata a tambur
    battente dall’industria, necessitava di una radicale rettifica, soprattutto nei formulati
    commerciali (come il Roundup) contenenti il surfattante POEA. Da allora, le indagini sui rischi
    ecologici e sanitari indotti dall’utilizzo sempre più diffuso dell’erbicida sono aumentate
    esponenzialmente, tant’è che alcuni anni fa il glifosato è entrato nel mirino della commissione
    IARC (la massima agenzia mondiale per la ricerca sul cancro) deputata a proporre e
    realizzare, attraverso una lunga e articolata procedura di “candidatura e revisione”, una
    valutazione dei dati tossicologici ed epidemiologici sulla cancerogenicità del composto. Oggi il
    glifosato si trova al centro di un’accesa disputa internazionale che vede molti ricercatori e
    associazioni impegnati a bandirne la commercializzazione e gli usi agricoli ed extra-agricoli,
    non solo per la sua probabile cancerogenicità umana (linfoma non-Hodgkin) decretata da
    IARC nel 2015, ma anche per la sua tossicità endocrina, neurologica e riproduttiva, nonché per
    la sua ben nota ecotossicità.
    Associazione Medici Per l’Ambiente – ISDE Italia
    05/12/ 2017
    È evidente che l’eventuale eliminazione del glifosato dal mercato globale dei pesticidi
    spingerebbe l’industria a sostituirlo con altri prodotti, sulla carta anche più tossici
    dell’originale. Ma il nodo della questione è proprio questo: il bando del glifosato dovrebbe
    rappresentare un primo passo verso la progressiva rimozione dei veleni di sintesi dalle
    pratiche agricole e zootecniche, così come da ogni altro settore in cui i parassiti possono
    essere controllati con metodi alternativi, non tossici e meno costosi.
    È difficile capire da dove tragga le informazioni sugli impatti del glifosato la senatricefarmacologa
    Cattaneo, certamente non dalla letteratura scientifica indipendente, che
    sull’argomento specifico è disponibile in quantità. In ogni caso, è poco consigliabile riproporre
    continuamente, come fonte primaria di dati, il report sui rischi del glifosato prodotto
    dall’EFSA, in quanto, com’è noto, si tratta in buona parte di un documento copiato da materiali
    forniti dall’industria, che certamente non rientrano nel novero degli studi scientifici
    indipendenti.
    Per concludere, poiché nessuno dubita della buona fede con cui è stato scritto il commento, c’è
    da dubitare della reale conoscenza degli argomenti cruciali che in esso vengono trattati, sui
    quali la senatrice-farmacologa continua a dispensare opinioni personali e ricette risolutive del
    tutto infondate.

    5 Dicembre 2017
    Per Informazioni: Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
    Via XXV Aprile, 34 – 52100 Arezzo
    Tel: 0575-23612 – e-mail: isde@isde.it
    Web: www.isde.it

  • Giovedì a colori!

    Giovedì a colori!

    A partire dal 12 ottobre, i giovedì di Piazza dei Colori si animeranno di laboratori, spettacoli, musica, cibo sano e a km zero, con prodotti di stagione a cura di CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare!
    Laboratori, concerti e altre iniziative sono ad ingresso gratuito, per informazioni su eventi 338 8454308 / 335 8323020
    Per informazioni su Campi Aperti info@campiaperti.org / 347 4083255
    Ecco un primo assaggio con il programma dei primi tre giovedì:
    12 ottobre
    – i piccoli grandi musicisti della scuola CEMI Bologna
    – presentazione di Campi Aperti – Videoclip
    – Spettacolo di burattini sulla tricicloteca a cura del Teatrino a due Pollici
    – Aperitivo multietnico

    Ultime date 2017: 7, 14, 21 Dicembre

  • Nasce “B.E.C.C.O”, contro il cemento e per il verde pubblico

    Nasce “B.E.C.C.O”, contro il cemento e per il verde pubblico

    Abbiamo partecipato all’assemblea che si è tenuta venerdì 22 settembre a VAG contro l’apertura dell’ennesimo supermercato alla Cirenaica. Dall’assemblea è nato un comitato che si chiamerà  “B.E.C.C.O” Comitato “Bologna Est contro il Cemento e per l’Ossigeno. Di seguito il primo comunicato di “B.E.C.C.O”

    No al nuovo supermercato in Cirenaica: andiamo a dirlo all’amministrazione!

    Venerdì 22 settembre si è svolta una nuova assemblea pubblica per decidere come portare avanti la campagna contro la costruzione dell’ennesimo supermercato per la Cirenaica e le aree limitrofe, che secondo le intenzioni dei privati coinvolti (la ditta costruttrice e la catena multinazionale Lidl) dovrebbe sorgere nel comparto ex Atc di via Libia: una speculazione urbanistica che porterà più consumo di suolo, più traffico e più inquinamento, riducendo le già scarse previsioni di verde inserite nel progetto originario.

    All’assemblea, oltre a numerose/i cittadine/i che già da tempo hanno deciso di attivarsi contro questa iniziativa, hanno partecipato anche altre realtà come il Comitato Rigenerazione No Speculazione (che si sta mobilitando per intervenire sul progetto legato alla ristrutturazione dello stadio: anche lì si prevedono nuove strutture commerciali a scapito del verde) e l’associazione CampiAperti (che da anni organizza il mercato contadino e biologico del martedì in via Paolo Fabbri), oltre ad alcuni residenti della zona di via del Lavoro arrabbiati per la realizzazione anche in quell’area di un ulteriore supermercato, che disterebbe poche centinaia di metri da quello ipotizzato in via Libia. Strutture che si aggiungerebbero alle tante già esistenti nel quartiere, come dimostra la mappa di Zic.it presentata durante l’assemblea: in un solo colpo d’occhio la mappa mostra facilmente quanti sono i supermercati già disponibili a fronte delle aree verdi. Nel rione Cirenaica si è costruito troppo e male negli ultimi anni, case invendute, spazi commerciali deserti, opere di urbanizzazione mai completate, aree pubbliche svendute o sotto utilizzate. ORA BASTA! La Cirenaica ha bisogno di nuove aree verdi, del rilancio del mercato rionale e dei piccoli esercizi di vicinato, di un utilizzo sociale e condiviso degli spazi ora inutilizzati.

    L’assemblea ha deciso di:

    – costituire il comitato B.E.C.C.O. (Bologna Est contro il Cemento e per l’Ossigeno), con l’obiettivo di fermare il progetto e di far sentire le voci e le proposte di chi in cirenaica vive, lavora e ha attività.

    – portare avanti una petizione popolare contro il nuovo supermercato: al momento è possibile firmare a Vag61 (via Paolo Fabbri 110), al bar Edera (via Masia 14) e il martedì al mercato di CampiAperti (via Paolo Fabbri 112) oppure inviando un’e-mail a nosupermarketincirenaica@gmail.com indicando nome, cognome e indirizzo. A breve sarà anche attivata la possibilità di aderire alla petizione firmando online.

    – partecipare tutte/i insieme al Consiglio di Quartiere aperto che, grazie a 222 firme raccolte nel giro di pochi giorni, è stato convocato per discutere del progetto di via Libia. E’ stata annunciata la presenza del’assessore all’Urbanistica, Valentina Orioli, quindi avremo l’occasione di far sentire sia al Quartiere che alla Giunta comunale la voce di chi vuole dire NO AL NUOVO SUPERMERCATO! Invitiamo tutte le persone interessate ad essere presenti: il Consiglio si terrà giovedì 28 settembre alle 20, al centro sociale Scipione dal Ferro in via Sante Vincenzi 50.

    Comitato B.E.C.C.O.

  • E l’OGM, uscito dalla porta, rientrò dalla finestra (almeno ci sta provando)

    E l’OGM, uscito dalla porta, rientrò dalla finestra (almeno ci sta provando)

    Riceviamo da ARI una segnalazione di lavori in corso in Parlamento dove, approfittando del torpore estivo e dei giochi di parole, si sta cercando di far passare nell’ordinamento italiano le NBT (New Breeding Tecnolgies), che altro non sono che tecniche per la manipolazione genetica delle piante coltivate.

    Assomiglia molto agli Organismi Geneticamente Modificati, vero?

    Vi starete chiedendo “ma non era vietata, in italia, la coltivazione degli OGM?”.

    Già proprio così. Allora che si fa, se la multinazionale sementiera (tra quelle 10 che controllano il 70% del mercato globale delle sementi) bussa alla porta del ministro e chiede di rivedere la norma?
    In Italia non si nega mai nulla ai potenti. Così, con un gioco di parole, si dribbla la normativa e si regala un po’ di brevettabilità sulle sementi ai signori del cibo. A spese del contribuente.

    Già, infatti, il decreto ministeriale, presentato al parlamento, stanzia una bella cifretta (soldi pubblici, ovviamente) per finanziare la ricerca su questi nuovi organismi brevettabili.

    Un ulteriore passo verso il controllo di tutto. Occorre quindi opporsi. Opporre resistenza a questo ennesimo tentativo di limitare la nostra libertà di scelta.

    E il primo passo sta nell’informarsi. Perché loro giocano sulla nostra igoranza e noi vogliamo rovinarglielo, questo gioco.

    Qui sotto trovate le informazioni e le critiche mosse da ARI a questo decreto. Tutte condivisibili, a mio modesto parere.

    Buona lettura.

    STOP AI NUOVI OGM! decreto 427 e piano straordinario CREA CS OGM Invisibili ARI 17 07 2017

  • Un carrello autogestito!

    Un carrello autogestito!

    Campi Aperti e Alchemilla GAS per Camilla, un emporio di comunità a Bologna
     
    martedì 4 luglio 2017 dalle 18 alle 23
    circolo La Fattoria, via Pirandello 6 (zona Pilastro), Bologna

     ** PROGRAMMA ** 

    dalle 18,00 e per tutta la serata – apertura banchetti in giardino

    Rusko, il primo repair cafè in Italia a Bologna

    – Conosciamo Camilla con il gioco

    ore 19,30 : Performance teatrali libere in tema di cibo e tradizioni dal mondo, a cura degli attori di Cantieri Meticci

    ore 21,00 : Riflessioni illuminate guidate da video, incursioni teatrali e musicali :
    – proiezione di “Le Catene della distribuzione” (25′), sul rapporto asimmetrico tra la GDO e il sistema agroalimentare in Italia. Videoinchiesta vincitrice della V edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo.
    – presentazione di Camilla, progetto di emporio autogestito a Bologna
    – dibattito aperto, con la presenza di Mauro Bonaiuti(*) e Dalma Domeneghini
     
    ore 23,00 : Chiusura con un brindisi in musica, con la Banda Roncati

    Per tutta la serata pizza all’aperto presso la Fattoria di Masaniello e birra alla spina per Camilla

    AIUTACI A DIVULGARE! EVENTO FACEBOOK E LOCANDINA ALLEGATA…

    (*) Mauro Bonaiuti, nel suo ultimo libro “La grande transizione” (Bollati Boringhieri, 2013) affronta il tema della crisi di sistema, al tempo stesso economica, ecologica, sociale e culturale che stiamo vivendo, riflettendo sui presupposti della “grande transizione” che ci aspetta, anche come ritessitura delle relazioni umane in uno spazio di prossimità e in una dimensione di reciprocità.

    ***

    Alchemilla G.A.S. – Bologna
    gruppo di acquisto solidale a bologna
     

    Camilla

    progetto di emporio solidale autogestito a bologna
  • Lettera di CampiAperti alla Rete Semi Rurali sulla registrazione di varietà da conservazione

    Lettera di CampiAperti alla Rete Semi Rurali sulla registrazione di varietà da conservazione

    Carissimi soci della Rete Semi Rurali,

    Vi scriviamo per esprimere le nostre forti perplessità e la nostra preoccupazione riguardo la pratica della registrazione delle sementi di certe varietà locali come “Varietà da Conservazione.”

    Pensiamo che la registrazione delle varietà locali non sia l’unica via percorribile per la loro tutela, né la più auspicabile. Come CampiAperti pensiamo che i semi debbano essere un bene comune, accessibili a chiunque coltiva, come noi. Ci auguriamo che questa sia una posizione condivisa dalla RSR.

    Durante l’ultima assemblea annuale di Rete Semi Rurali (marzo 2017), abbiamo sentito alcune voci discordanti sulla questione delle registrazioni. Alcuni di noi ritengono che la pratica della registrazione dei semi sia uno strumento per tutelare le varietà locali sia sul lato della qualità e della salute del seme, sia legalmente da eventuali “miglioramenti” o appropriazioni indebite delle multinazionali del seme.

    Invitiamo tutti nella Rete ad una seria riflessione sulle possibili conseguenze (non solo legali, ma anche concrete e immediate) che questa strada avrebbe.

    CampiAperti condivide la posizione espressa da ARI e da CROCEVIA durante l’assemblea generale di RSR, posizione espressa nel documento “Varietà locali: difendiamo la loro circolazione dal sistema del mercato formale”. Riteniamo che il registro nazionale della varietà agrarie rimuova i semi dalla dimensione di bene comune, tutelata del trattato FAO (Roma 3/11/2001) e risultato di anni di lotte contadine internazionali, e li collochi nel quadro regolatorio di UPOV che ha come obiettivo la tutela dei brevetti delle multinazionali del seme.

    La registrazione di una varietà, oltre a selezionare una singola linea genetica, cosa che ne riduce la variabilità e le possibilità di adattamento, gli assegna un “custode,” un singolo o una organizzazione, che in pratica acquisisce il potere di decidere chi ha accesso e chi no, quanto seme rendere disponibile sul mercato di anno in anno, a che condizioni e a che prezzo.

    Abbiamo già toccato con mano le conseguenze di questa pratica.

    Un nostro produttore che ha il podere vicino a Vasto, ad esempio, si è visto negare più volte il grano Solina dal Consorzio della Solina d’Abruzzo già prima della sua registrazione, perché (a detta del responsabile del consorzio) coltivava terreni “non adatti”, troppo a bassa quota “per garantire le stesse qualità organolettiche”, anche a fronte di documenti che riportano come questa varietà in passato venisse coltivata in quei luoghi.  Un altro produttore abruzzese, che aveva coltivato la Solina del Consorzio e ne aveva ceduta una parte come seme, ci ha segnalato la precisa raccomandazione proveniente dal consorzio di non condividerlo per non inflazionarlo e svalutarlo, segnalandoci anche il contestuale aumento stratosferico del prezzo della Solina.

    Probabilmente la moderna definizione, ad opera del consorzio stesso, della popolazione di semi chiamata “Solina” è forzatamente molto più restrittiva di quanto non era in passato per motivi che poco hanno a che fare con la sua conservazione.

    Si tratta, quindi, di due idee di “custodia” del seme piuttosto diverse: da una parte si ritiene che queste varietà debbano avere libera circolazione e le si riconosce come “bene comune”; dall’altra le si trasforma in un bene proprio del consorzio di turno, o simili, e si tenta di “salvaguardare” il prodotto sequestrandolo nella sua supposta e folcloristica tipicità, impedendo ad altri di seminarlo.

    Durante l’assemblea di marzo 2017, la registrazione della Solina è stata presentata come ‘buona pratica’ da cui eventualmente trarre spunto.  Riteniamo che la pratica di registrazione sia politicamente ambigua nonché problematica e invitiamo tutta la rete, ed in primis chi al suo interno sta già registrando semi di varietà locali, ad una seria riflessione a riguardo.

    CampiAperti

  • G7M-Quale agricoltura per il futuro?

    G7M-Quale agricoltura per il futuro?

    Nell’ambito delle mobilitazioni in risposta alla kermesse del G7Ambiente che si terrà a Bologna i primi di giugno, Campi Aperti e la Casa del Popolo 20 Pietre hanno organizzato un incontro che va ad affiancare le attività quotidiane di tutela dei delicati equilibri del nostro pianeta.

    Si tratta di un approfondimento dei problemi che il modello dominante dell’agroindustria sta generando in rapporto alla resilienza dell’ecosistema terrestre e alla salute dei suoi abitanti e, soprattutto, degli indirizzi da prendere per uscire da questo circolo vizioso che nel garantirci la sopravvivenza attraverso la produzione di alimenti, in realtà la mette in discussione immettendo diverse forme di sostanze inquinanti nell’ambiente e nei cibi di cui ci nutriamo.

    Sempre che, tutto questo produrre inquinando sia effettivamente finalizzato a produrre cibo e non finanza speculativa…

    Ci aiuteranno a districarci in questo percorso di uscita dal caos agroindustriale tre persone di grande cultura ed esperienza (Patrizia Gentilini, Antonio Onorati, Alberto Berton), ma, poi,  inevitabilmente, i passi successivi dovranno essere i nostri. Starà a noi, cioè, dare gambe alla rivoluzione necessaria a garantire a noi, i nostri figli e nipoti, un futuro accessibile e vivibile. Una rivoluzione che non potrà che fondarsi su atti concreti quotidiani. Cioè in un cambio del nostro stile di vita. Cambio che però potrebbe anche essere piacevole. …o almeno gustoso.

    L’incontro si terrà il 5 giugno alle 20,30, presso la Casa del Popolo 20 Pietre, in via Marzabotto, 2 (praticamente di fronte all’ospedale Maggiore) a Bologna.