Tag: biologico

  • 13 ottobre ’19 La festa di tutto quello che abbiamo in comune

    13 ottobre ’19 La festa di tutto quello che abbiamo in comune

    Torna anche quest’anno la festa di Campi Aperti in piazza VIII Agosto. Quest’anno insieme a Camilla-Emporio di Comunità per celebrare le pratiche e i valori che ci accomunano: dall’economia al cibo, dalle relazioni, alla madre terra.

    Domenica 13 ottobre dalle 09.00 alle 20.00 un ricco programma di incontri, laboratori, degustazioni, musica, ecc… Il tutto all’interno della cornice di uno splendido mercato contadino, biologico, a km0, autogestito, senza sponsor a cui cedere sovranità in cambio di denaro e senza ospiti scomodi a dettare la linea o a fare comizi, ma con tanti amici con cui fermarsi un po’ a ragionare. Un programma ancora in evoluzione e che, man mano che arriveranno le conferme, aggiorneremo su questa pagina

    PROGRAMMA (in progress)

    _LABORATORI E ATTIVITÀ

    > ore 17 Giochiamo al taboo di tutto quello che abbiamo in comune  
    > ore 17 Mangiamo la torta collettiva più grande del mondo


    _APPROFONDIMENTI in zona tendone centrale

    > ore 10-12 “una per tutte, tutte per una” 
    Nuove forme di mutualità per cambiare le regole del gioco
    Scoprire chi siamo attraverso dei libri viventi

    > ore 15 Quale agricoltura nutrirà il pianeta nel futuro?
    Due modelli di agricoltura si fronteggiano sul nostro pianeta. Da un lato, l’agricoltura industriale, dominata da grandi corporations e grandi aziende iper-specializzate che operano su un mercato globalizzato. Dall’altro lato, le agricolture contadine, con piccole aziende e coltivazioni diversificate, più attente all’ambiente, le cui pratiche agricole si sono adattate agli ecosistemi naturali e i cui prodotti sono distribuiti su mercati locali. Secondo i dati del Comitato per la Sicurezza Alimentare della FAO, le agricolture contadine a conduzione familiare garantiscono il nutrimento per il 70% della popolazione della terra. Eppure, da decenni, soprattutto nei paesi del Nord del mondo, dominano idee e politiche secondo le quali l’agricoltura va “modernizzata” e “industrializzata” e i relativi mercati “liberalizzati”. Senza tener conto degli effetti distruttivi di queste politiche sulle agricolture contadine del Sud del mondo, né dell’impatto ambientale dell’agricoltura industriale, che è uno dei settori economici che più contribuiscono al riscaldamento globale, è responsabile dell’emissione del 21% di CO2 ed è una delle principali cause di inquinamento delle acque, attraverso fertilizzanti e dei pesticidi chimici. Senza tener conto, infine, dello sfruttamento del lavoro bracciantile che è spesso connesso all’agricoltura industriale. È indispensabile modificare queste politiche e sostenere pratiche agricole ecologiche e circuiti locali di produzione e distribuzione del cibo, rendendo protagonisti i produttori di piccola Scala. ​

    Campi Aperti e Camilla ne discuteranno con:
    – Stefano Liberti, giornalista e saggista, che nelle sue inchieste ha approfondito i devastanti effetti ambientali e sociali delle industrie globali del cibo, il land grabbing in molti paesi del Sud del mondo, i problemi di un sistema di distribuzione basato sulle grandi catene di supermercati;
    – Roberto Congia e Andrea Cinus, del Movimento dei Pastori Sardi, che descriveranno la situazione della pastorizia in Sardegna e le ragioni e gli esiti della lotta dei pastori per ottenere un giusto prezzo per il latte ovino;
    – Holly Tiffen del movimento inglese delle Transition Town di Totnes, per capire quale transizione è possibile a un modello di produzione equo e sostenibile, nelle campagne e nelle Città. 
    _Germana Fratello, contadina e attivista di Campi Aperti
    _Un rappresentante del movimento Sem Terra 
    Introduce e modera: Mimmo Perrotta


    CONCERTO

    > ore 18.00  Donpasta 
    Food sound System 
    Cucina e vinili


    _TUTTO IL GIORNO in piazza

    > banchetti dei produttori di campi aperti e di camilla
    >  mostra “una per tutte, tutte per una”
    > banco informativo di Camilla e Campi Aperti con utili gadget sostenibili per autofinanziamento della giornata
    > si mangia e si beve con i prodotti contadini del territorio
    > spazio bimbi
    > campagna tesseramento campi aperti 


    In  collaborazione con

    WeWorld-GVC Onlus e Terra di Tutti Film Festival
    Cooperativa Arvaia
    Mag6
    Aress – Lo scoiattolo

  • Apre Camilla, l’Emporio di Comunità

    Apre Camilla, l’Emporio di Comunità

    Messo a punto lo spazio e valutato il test di dicembre, Camilla apre sabato 9 febbraio – dalle 10 alle 19.15  – la propria attività in via Casciarolo 8/D a Bologna (zona San Donato – fiera). Camilla è la prima concreta esperienza italiana del modello “food coop”, già sperimentato negli USA e in altri paesi europei. A Bologna declinato proprio come “emporio di comunità”.

    La giornata di sabato è la prima delle regolari aperture dell’emporio cooperativo, in cui i soci sono proprietari, gestori e clienti.  Tutti i soci troveranno in vendita cibo (e non solo) accessibile, sano e giusto. Un progetto innovativo di autogestione, partecipazione e condivisione di obiettivi e strumenti tra chi produce e chi acquista. E molto di più.

    Il percorso avviato a Bologna, prima dal gruppo di acquisto solidale Alchemilla e dalla rete di produttori di Campi Aperti, ha coinvolto in due anni un gruppo di persone che hanno discusso, studiato e progettato il proprio emporio, in modo da rispondere ai bisogni sia di chi lo rifornirà che di chi ci verrà a far la spesa. Camilla è infatti una cooperativa, un emporio e una comunità di persone. Queste persone sono parte di un’alleanza più ampia con altre realtà dell’economia solidale locali e nazionali, come Campi Aperti, la cooperativa di commercio equo e solidale ExAequo, la rete SOS Rosarno, la cooperativa Arvaia, Rimaflow solo per citarne alcune.

    Partecipa anche tu!!

    A un prezzo giusto e accessibile i soci potranno acquistare pasta e riso, anche sfusi, detersivi, prodotti per la cosmesi, dolci, conserve, verdure e formaggi, prodotti da aziende che rispettano territori e persone. Tutte le produzioni presenti sono biologiche e ambientalmente sostenibili, verificate direttamente dai soci mediante il meccanismo della “garanzia partecipata”, un elemento in più di forte caratterizzazione di Camilla come modello alternativo di distribuzione.

    Come stanno insieme prezzi accessibili e rispetto del lavoro? Riducendo gli imballaggi, privilegiando aziende che rispettano i territori e le persone, scegliendo i prodotti più vicini, studiando e programmando le filiere. E con un ricarico che serve solo a coprire le spese vive. L’emporio infatti è autogestito dai soci, tutti nella stessa misura, ciascuno dei quali per tre ore al mese sistema gli scaffali, fa le pulizie, gestisce la cassa, organizza attività. E può fare la spesa nel proprio emporio. Insieme a loro c’è un socio dipendente che cura tutti i giorni l’emporio. Il progetto potrà crescere ulteriormente quanti più soci si uniranno ai già 407 di oggi, nel fare acquisti e turni cooperativi, grazie ai quali si potrà ampliare l’orario di apertura e far partire tutte le attività progettate.

    In questa prima fase l’Emporio sarà aperto cinque giorni a settimana, con i seguenti orari:

    • Martedì, ore 16:30 – 20:45
    • Mercoledì: ore 17:30 – 21:45
    • Giovedì: ore 16:30 – 20:45
    • Venerdì: ore 16:30 – 20:45
    • Sabato: ore 10.00 – 16.45

    In questi orari è possibile ricevere informazioni sull’Emporio e compilare il modulo di adesione alla Cooperativa.

    Info  www.camilla.coop/informazioni-adesioni/

    Email info@camilla.coop

  • Il km0 o l’impatto ambientale? Sulla distanza delle aziende dai mercati.

    Il km0 o l’impatto ambientale? Sulla distanza delle aziende dai mercati.

    KmZero

    Hoverfly_May_2008-8La locuzione “Km0” è la traduzione italiana di “food miles”. Questo termine, nella traduzione italiana non è privo di conseguenze. Il concetto di “Km0”, rispetto alla sua versione inglese, mette l’accento sui luoghi d’origine dei cibi, legandosi ad un movimento di rivalutazione delle tradizioni popolari e della storia patria che, nella sua versione più etnocentrica, è alla radice anche di un fenomeno come quello leghista. Il concetto ha avuto successo in ambienti e indirizzi politici piuttosto eterogenei. La crescita di sensibilità nei confronti dei problemi di natura ecologica, associata al richiamo alle tradizioni locali, ai prodotti tipici, ha reso molto popolare il “km0”, al punto che anche organizzazioni nazionali (vedi ad es. la coldiretti) lo hanno sposato. Questo movimento di opinione ha portato alla nascita di innumerevoli “farmer’s markets” con caratteristiche alquanto eterogenee (biologico/convenzionale, territoriali/inter-territoriali, ecc.).
    Nella pratica, l’idea di km0 ha prodotto delle pratiche che hanno messo al centro i “prodotti tipici”, non tanto perché in essi la quota di km percorsi dal cibo è inferiore rispetto a degli equivalente provenienti da zone più distanti, quanto perché essi esprimono il legame territoriale del produttore e del co-produttore con il suo territorio. Si tratta di un territorio vicino, della tradizione locale, dove la vicinanza è sinonimo di fiducia (mentre la distanza, l’impersonalità comunicano soprattutto sfiducia), questo ha veicolato l’idea che mangiare i prodotti del territorio è anche un comportamento in qualche modo più salutare.

    In effetti, in linea generale questo è maggiormente probabile, soprattutto quando il termine di paragone sono i “cibi industriali” con i suoi portati chimici di grassi animali e idrogenati, conservanti, coloranti e addittivi alimentari in genere, ma non è sempre così. Nelle singolarità degli scambi economici, questo si traduce come rapporto tra produttore e co-produttore/consumatore; rapporto che non necessariamente veicola prodotti più sani, meno inquinati (ad esempio, è noto che la pianura padana non sia tra i luoghi meno inquinati d’europa) o meno carichi di pesticidi (soprattutto se si tratta di piccole aziende in regime di agricoltura convenzionale), e non necessariamente meno inquinanti.

    Assumere l’aspetto territoriale come “differenza che fa la differenza” nella partecipazione delle aziende ad un mercato contadino (“mercati a km0”) ha degli indubbi vantaggi da un punto di vista sociale ed ambientale. Promette e in parte riesce, ad esempio, a supplire alla mancanza di redditività dell’agricoltura per l’industria, cosa che ha permesso una rinascita, seppur ancora molto limitata, di una agricoltura che produce anche o solo per la vendita diretta del proprio prodotto (preferibilmente nel proprio territorio di appartenenza). Questo, secondariamente, permette a molti agricoltori di continuare anche a produrre per l’industria a prezzi inferiori ai costi di produzione. Diversi contadini, infatti, si trovano nella situazione di coprire le perdite derivanti da produzione specializzate per l’industria, con i redditi derivanti dalla vendita diretta (rendendo, si potrebbe dire, la vendita diretta una stampella dell’autosfruttamento per la produzione agricola industriale).

    L’agricoltura per la vendita diretta è una soluzione economicamente più redditizia per l’agricoltura, ma da questo punto di vista non tutti i territori godono delle stesse possibilità di “co-produzione”. E’ evidente, ad esempio, che essere un agricoltore che si orienta alla vendita diretta ed avere i campi nei pressi di una città, vuol dire avere la possibilità di incontrare un maggior numero di co-produttori presso “mercati contadini” cittadini, e cioè avere una base di co-produttori in grado di dare redditività all’agricoltore che vi partecipa.
    Vendere un prodotto di cui c’è molta abbondanza nel territorio (perché vocato o perché storicamente l’agricoltura di quel territorio si è orientata verso un certo tipo di monocolture), al contrario, può essere difficile proprio per la mancanza di co-produttori interessati. Produrre ortaggi in montagna è generalmente meno conveniente che in zone pedoclimatiche più calde (quando gli ortaggi sono pronti per essere venduti il mercato è spesso già saturo e deprezzato) se poi la probabilità di incontrare co-produttori interessati (data la scarsa densità abitativa delle montagne) è piuttosto bassa, allora diventa evidente che le condizioni di partenza creano delle differenze sostanziali.

    In questo senso, se ne potrebbe osservare, che la posizione geografica è fonte di una disuguaglianza sociale stabilita, diciamo così, “per nascita”, piuttosto che sulla base del proprio agire ecologico. I campi non si spostano, alcuni km o differenze di decine di metri possono generare condizioni molto diverse per il singolo agricoltore. E’ questo il caso dei mercati che stabiliscono un limite chilometrico o socio-territoriale (solo gli agricoltori che sono a meno di 30 km o solo quelli della provincia di Bologna), è il caso del regolamento del comune di bologna sui mercati a km0, ma anche quello dei regolamenti dei “mercati della terra” targati Slow Food.

    La scelta di restringere la partecipazione ai mercati cittadini solo alle aziende di un certo territorio (scelta sicuramente motivata sulla base di criteri del minor impatto ambientale) può, in altre parole, produrre effetti non voluti perché non tiene conto delle singole specificità aziendali. Si tendono a trascurare aspetti relativi alle modalità “contestuali” della produzione e della vendita (ad esempio: quanto prodotto si vende per km percorso? Quanta energia non rinnovabile si è utilizzata per produrre quel cibo? Che tipo di rifiuti sono stati prodotti o verranno prodotti durante il ciclo di vita di quel cibo?).

    I regolamenti dei mercati a km0 escludono dalla partecipazione ai mercati le aziende agricole al di fuori di un certo range chilometrico, ma poiché la legge di regolamentazione della vendita diretta consente agli stessi agricoltori di vendere fino al 49% di prodotto non proprio, le conseguenze di questo principio diventano di fatto un privilegio per le aziende del territorio che acquisiscono quote di mercato cittadino solo per il fatto di appartenere al territorio. Diventa evidente che la sola distanza territoriale tra luogo di produzione e luogo di vendita è una discriminante che da sola è inadeguata e che può diventare semplicemente discriminatoria!

    L’impatto ambientale

    L’idea di “carbon footprint” lega la vita di un prodotto (dalla produzione al consumo) all’impatto che quel prodotto ha sull’ambiente, valutato come quantità di CO2 immessa nell’aria (e cioè come “impronta carbonica”), ed è una misura più raffinata perchè tiene conto di un numero di fattori maggiori rispetto alla più semplice idea di km0. Prendiamo, ad esempio, due aziende ad alcune decine di kilometri l’una dall’altra che praticano l’agricoltura in serra. Nella prima il riscaldamento della serra avviene attraverso l’uso di combustibili fossili, nella seconda (quella più lontana) le serre sono riscaldate attraverso la fermentazione del compost. A parità di condizioni l’azienda che usa il compost pur essendo più lontana avrebbe un’impronta ecologica più bassa.

    Sarebbe, quindi, più giusto calcolare l’impronta ecologica dei singoli prodotti per discriminare le aziende, ma anche questa misura non è sufficiente perché trascura una moltitudine di altri fattori.

    Bisognerebbe mettere a punto degli indicatori più complessi che siano in grado di considerare una pluralità di parametri: non solo il luogo di produzione, ma anche le condizioni di produzione (con quali mezzi è stato ottenuto, quali concimi, quali antiparassitari, erbicidi, sementi), le condizioni di magazzinaggio (trasporti, refrigerazione, trattamenti, ecc.), le modalità di confezionamento (conservanzione, packaging, trasformazione, ecc.) il trasporto (tipologia dei mezzi di trasporto impiegati, capacità di carico per grammi di CO2 emessa) e, infine, le stesse modalità di vendita (unità di prodotto venduto per chilometri percorsi).

    Bisognerebbe procedere ad analisi più complesse e prendere in considerazione i molteplici fattori che concorrono a generare l’impatto ambientale negativo o positivo di un prodotto. I risultati di queste analisi discriminerebbero con più precisione della semplice lontananza territoriale della produzione dal luogo di vendita, indicando comportamenti ed aziende agricole virtuose (tali da avere un impatto ambientale positivo) e stimolando al contempo gli agricoltori a fare di più e meglio.

  • Il Cantico delle Api #mercatianimati @Savena Venerdì 30 maggio, h:18:30

    IL CANTICO DELLE API
    DALL'AGROINDUSTRIA ALLA SCOMPARSA DELLE BIODIVERSITA'
     
    Viaggio di narrazione in musica

     

    con Andrea Pierdicca ed Enzo Monteverde
    orchestrato da Antonio Tancredi, illuminato da Federico Canibus

     

    • Venerdì 30 maggio ore 18.00
    • Mercato Savena (Cortile Ex Scuola di Pace ) – Via Udine, Bologna
     
    Il cantico delle api. Cos’è ?

    Una voce, una fisarmonica, 5 faretti, che ricreano le atmosfere della ribalta di un vecchio teatro, salgono a bordo dei treni regionali con una storia importante da raccontare. 
    Con questo stile antico, "il cantico delle api" si ritrova a ricalcare le orme dei quasi estinti cantastorie, attraversando piccoli spazi, piazze secondarie e ritrovi spontanei. 
    Un teatro "biologico" in cui le api, che "..trasportano parole d'amore da un fiore all'altro….", rappresentano i fili che legano insieme il passato con il presente, a indicarci con la loro esemplarità, la strada per l'avvenire.

    L’obiettivo di questo spettacolo è quello di sostenere gli apicoltori nella lotta contro i pesticidi: nemici moderni, intelligenti e letali. 
    La morìa delle api è un “problema” che riguarda tutti. 
    Il loro declino ci avvisa che la vita su questo pianeta è in pericolo. 
    Vita che dipende soprattutto da quel “proletariato invisibile” costituito da piante, insetti, vermi, funghi, muffe, microrganismi e api. 
    E’ ormai accertato che i neonicotinoidi, nuove molecole sistemiche usate in agricoltura, sono la causa principale della morte delle api. 
    L’uso di questi pesticidi ci segnala che il modo di coltivare è profondamente cambiato, soprattutto negli ultimi trent’anni.
    L’uso di questi pesticidi è strettamente legato alla nostra capacità di decidere cosa mangiare.
    Ecco perché la morte delle api ci riguarda. 
    Le nostre scelte hanno la capacità di determinare il futuro delle generazioni a venire e della vita di questo pianeta.

    Questo viaggio prosegue grazie al calore e al sostegno di coloro che lo accolgono nella sua semplicità..

     

    “Il Cantico delle Api” è stato in cascine, fienili, aie, cimiteri sconsacrati,sinagoghe,circoli, sale portuali ecc … 
    Ospitare la narrazione è semplice : 
    qualsiasi sia lo spazio, la condizione più importante per il volo è il silenzio ( poi una normale presa di corrente, e un buon tam tam in modo che si riuniscano almeno una cinquantina di persone) e via che si parte.

     

     

     

     

     

     

    per contatti  : canticodelleapi@gmail.com 
     
    per maggiori dettagli visita : http://www.mieliditalia.it
     

     

    Le tappe del viaggio :

     

     

     

     

     

     

     

    2013

    • 01 Giugno – Val Borbera (AL) – Festival Boscadrà – Cascina Barbàn 
    • 04 Giugno – Novi Ligure (AL) – Biblioteca civica 
    • 07 Giugno – Quargnento (AL) – Cascina Valdapozzo 
    • 08 Giugno – Torino – Cimitero sconsacrato di S.Pietro in Vincoli per Gelateria popolare
    • 09 Giugno – Savona – Sala della chiamata del porto
    • 11 Giugno – Moncrivello (VC) – Cascina Olivera
    • 12 Giugno – Vistorio (TO) – Sala comunale
    • 13 Giugno – Settimo Torinese (TO) – Parco S. Pertini 
    • 05 Luglio – Faenza (RA) – Azienda agricola La Castellina
    • 06 Luglio – Bologna – Ca' Shin – Parco Cavaioni 
    • 07 Luglio – Firenze – C.S.A. Next Emerson 
    • 10 Luglio – Pelago (FI) – Sant'Ellero – Colonica Camperie
    • 12 Luglio – Stia (AR) – Castello di Porciano
    • 13 Luglio – Cortona (AR) – CS376 – Località S.Martino a Bocena
    • 15 Luglio – Bagno di Gavorrano (GR) – Salone della Casa del Popolo
    • 18 Settembre – Pontassieve (FI) – Circolo Arci Monteloro
    • 27 Settembre – Val Ponci, Finale Ligure (SV) – Agriturismo Valleponci
    • 28 Settembre – Casale Monferrato (AL) – Sinagoga
    • 29 Settembre – Novi Ligure (AL) – Cascina degli Ulivi
    • 16 Ottobre – Casale Monferrato, Fraz. Roncaglia – Azienda Agricola Cascina Trapella
    • 17 Ottobre – Alessandria – Chiostro di Santa Maria di Castello
    • 19 Ottobre – Limana (BL) – Sala del comune
    2014
    • 11 Marzo – Macerata – B&B Girasole
    • 12 Marzo – Pollenza (MC) – Teatro Verdi
    • 14 Marzo – Monte S.Martino (MC) – Sala comunale
    • 15 Marzo – Fano (PU) – Campagna in località Ferretto
    • 16 Marzo – Pesaro – Ass. Culturale Il Grottino
    • 24 aprile – Torino – Circolo culturale Molo di Lilith 
    • 25 aprile – Prarostino (TO) – Osteria dall'orso
    • 26 aprile – Genova – Circolo Giardini Luzzati 
    • 27 aprile – Sestri Levante (GE) – Circolo Randall
  • Continua #mercatianimati @ Savena

    Siamo molto contenti della partecipazione che sta riscuotendo Burattini e Cantastorie ai mercati, parecchi genitori approfittano degli spettacoli per portare i propri figli e fare le provviste per la settimana. Il clima è bello, accogliente ed è un piacere vedere che i bambini si trovano a loro agio nei mercati. andiamo avanti su questa strada e gli eventi continuano….    

    Questo pomeriggio non perdetevi lo spettacolo di Valentina Paolini al Savena,in via Udine. A più tardi!!

    Pulcinella e il cane @ Savena – Venerdì 9 maggio dalle 18:00
    (canovaccio tradizionale delle guarattelle napoletane)

    Venerdì 9 Maggio, presso il mercato del Savena, si prosegue con lo spettacolo del Teatrino di Carta di Valentina Paolini.

    Lo spettacolo delle guarattelle (piccoli burattini a guanto tipici della tradizione popolare napoletana) risale al XVI secolo. Se esso ci parla ancora oggi è in gran parte grazie all’ambigua maschera di Pulcinella e alle sue imprese. Carattere pavido e indolente, e tuttavia a suo modo nobile ed eroico, Pulcinella è continuamente chiamato, suo malgrado, a lottare contro forze a lui ostili: egli affronta l’aggressività del cane Cacciuttiello, contrasta la prepotenza del guappo, Don Pasquale Finizio, addirittura riesce a farsi beffe della Morte. Gli avversari di Pulcinella sono però a ben guardare lo specchio in cui si riflettono le paure inconfessate e gli istinti primordiali di noi tutti. Lo spettacolo assume così il carattere di un rituale, in cui l’uomo-burattino ripercorre le tappe della nascita, della morte e della rinascita. Un ritmo incalzante scandisce l’azione, ogni gesto è sottolineato dal suono, mentre il timbro inconfondibile della voce di Pulcinella viene ottenuto con la pivetta , una lamella d’argento che si posiziona sotto l’ultima arcata del palato (e si ripone a lato della bocca per dare voce agli altri personaggi). L’acquisizione di questa tecnica costituisce la parte più difficile nell’apprendistato dell’arte delle guarattelle, e in passato era un vero e proprio segreto di mestiere.

  • Intervista a Vandana Shiva

    Un'interessante intervista a Vandana Shiva di Giuditta Pellegrini su Terra Nuova.

  • BioBo – I mercati biologici bolognesi

    Non hai un'idea precisa dei prodotti che acquisterai ma sai che ciò che finirà nel tuo frigorifero potrà renderti una persona più giusta e sana! Qui, incontrerai direttamente i produttori del tuo cibo biologico che ti consentiranno di portare in tavola frutta e verdure, formaggi, miele e marmellate, pane, pizza, vino, biscotti conoscendone la provenienza e i metodi di produzione. Tutto secondo la disponibilità di stagione e rispetto ai ritmi di produzione naturale della terra.

    Il presente video è stato prodotto da http://www.youtube.com/user/arcibologna

  • Eat the Rich e Foglia di Fico – 12e13 febbraio

    Venerdì sera siamo stat* a Vag alla cena/assemblea di Eat the Rich. Più cena che assemblea. Ci volevano loro per rimetterci a parlare intorno a un tavolo invece che sempre in assemblee… e ci voleva!

    Mercati contadini biologici, Gas, consegne delle arance solidali da Rosarno, e ora anche le mense autogestite Eat the Rich. Tutti i mercoledì a pranzo al Vag, in via Paolo Fabbri, e il lunedì a cena al Berneri, a porta Santo Stefano. Per ora… Mense a prezzi popolari o offerta libera, con prodotti biologici.

    Insomma, Bologna is burning. Il cibo biologico invade la città. Insieme a chi lo coltiva, chi lo cucina e sì, pure i più fortunati, che se lo mangiano e basta!

    Le battute si sprecano. Me ne fate dire una?

    Questo è soul food (cibo per l'anima), altro che…

     Mercoledì 12 febbraio il pranzo di Vag-Eat the Rich è stato dedicato a sostenere l'organizzazione della serata di giovedì 13, promossa dalla Foglia di Fico, e che in sostanza serviva per le spese per la sala del Silentium, a Vicolo Bolognetti. Perché con il patrocinio del Comune costa 80 euro, se no 180.

    Noi chiaramente sosteniamo il comune…

    Mercoledì 13 pranzo a Vag, dalle 12.30, giovedì 14 aperitivo e discussione a Vicolo Bolognetti, dalle 19.00, parleremo di Terra Bene Comune, F.I.CO., grandi opere, bene pubblico e interessi privati. 

    Saremo là, con le nostre alternative, locali, reali, alternative alle proiezioni mostruose e fantascientifiche da business dell'agroalimentare.

    Vi aspettiamo.

     

     

    Roberta

  • Arvaia compie un anno

    arvajasabato 15 febbraio 2014, la cooperativa agricola Arvaia cittadini-coltivatori-biologici a Bologna compie un anno e festeggia.

    La prima esperienza in Italia di coltivazione agricola partecipata di terra pubblica, in un anno ha raccolto quasi 180 soci e settimanalmente oltre a distribuire ai soci un centinaio di cassette di ortaggi freschi a km 0 e biologici, vede partecipare decine di cittadini bolognesi alle attività agricole stagionali, a momenti di formazioni e convivialità, a pochi Km dal centro di Bologna. Arvaia ha, in quest'anno, ricevuto molti riconoscimenti e attenzione mediatica in giro per l'Italia, ha stretto accordi di cooperazione con enti, gruppi ed istituzioni, avviato progetti di sviluppo e formazione, creato posti di lavoro, fatto investimenti, sempre perseguendo il nuovo modello dei CSA (community supported agricolture). La cittadinanza è invitata a conoscere quest'esperienza, al centro Bacchelli, in via Galeazza 2 Bologna (Borgo Panigale).

     

     

     

     

     

    programma completo:

     

    Arvaia compie 1 anno e Borgomondo le fa la festa

    Sabato 15 febbraio 2014 dalle ore 12 alle 17

    al Centro Bacchelli Via Galeazza 2 Bologna (Borgo Panigale)
    vicino alla fermata Casteldebole della linea ferroviaria Bologna-Vignola e al capolinea del bus 19

    Festeggiamo insieme!

    Ognuno porterà qualcosa da mangiare e da bere.
    Ognuno porterà i propri piatti, bicchieri, tovaglioli e posate

    per limitare lo spreco di plastica e carta.
     
    E dopo aver mangiato e bevuto avvieremo insieme
    la campagna abbonamenti 2014!

    Per l’occasione verranno organizzati degli “info-point” multimediali che presenteranno i diversi gruppi  che si sono formati sulle attività della cooperativa:
    frutteto, piante aromatiche, agricoltura&ciappinaggio, comunicazione, cucineria.
    E ci sarà lo spazio per condividere tutte le novità e i progetti futuri!

     
    Troverete
    * intrattenimento per i bambini
    * punti di informazione su
    – funzionamento del nuovo sito e gestionale
    – abbonamento alle cassette 2014 e punti di distribuzione
    – bilancio preventivo 2014 e piano di investimenti

    **il centro può ospitarci tutti al coperto. qui il meteo di sabato 15 febbraio, che pare sarà clemente!

    http://www.arvaia.it