CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

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  • FICO (Fabbrica Italiana COntadina) – C’era una volta la campagna…

    FICO (Fabbrica Italiana COntadina) – C’era una volta la campagna…

    Gli uomini mangiavano ciò che essi non avevano coltivato,

    più nessuno vincolo li legava al proprio cibo

    la terra si apriva sotto il ferro e sotto il ferro gradatamente inaridiva:

    nessuno c’era più ad amarla o a odiarla.

    Nessuno più la supplicava o malediceva.

    J. Steinbeck, Furore, 1939

    C’era una volta la campagna.

    Nella campagna ci vivevano i contadini e le contadine.

    Era una vita dura, povera, a volte forse anche felice.

    Era dura soprattutto perché la terra non era quasi mai di chi la lavorava.

    Poi sono arrivate due guerre. Poi sono arrivate le sirene delle fabbriche.

    In molti sono stati ammaliati dal loro canto. E sono morti: di silicosi, di tristezza, di amianto o di appartamento. E in campagna sono rimaste solo le “trattrici”.

    E la campagna si è trasformata in una fabbrica. Una Fabbrica Omologata a Cielo Aperto.

    Bisogna fare così e basta. Perché l’ha detto il tecnico, l’associazione, il consorzio, il Mercato. Bisogna fertilizzare, diserbare, avvelenare, produrre, fertilizzare, diserbare, avvelenare, produrre.

    Per niente. Per poter continuare a lamentarsi ogni anno del prezzo delle mele troppo basso. Perché è così, l’ha detto il Mercato. L’ha detto la Grande Distribuzione.

    Avanti e indietro, avanti e indietro, le trattrici rivoltano la terra per un paesaggio fatto su misura per gli aeroplani.

    Si montano e si smontano pezzi dentro i solchi o lungo le file, pezzi destinati a diventare mangime industriale. I contadini, ridotti a “fantocci meccanici” dentro le cabine delle trattrici, non toccano più la terra. Solcano i campi come Grandi Magazzini. Muletti, nastri trasportatori, catene di montaggio. Controllo qualità, pezzatura, velocità, quantità, efficienza.

    Barbabietole da zucchero, mais, frumento, medica, patate, barbabietole da zucchero, mais, frumento, medica, patate, barbabietole…Monocolture a rotazione, quando va bene, per ettari ed ettari…

    Nel frattempo le città sottovuoto mangiano queste tonnellate di monocolture confezionate in meravigliosi packaging di design. Nel frattempo le città, trasformate in ologrammi di se stesse, abbandonano i propri centri al consumo e alla museificazione. Le periferie, non più campagna, non ancora città, si ingrossano di palazzine e si fanno chiamare new towns. La suburbana, il giardinetto, il posto auto garantito e il gioco è fatto. Le nuove città invisibili.

    Nel frattempo il centro si decentra e diventa centro commerciale. Ogni new town ha il suo. C’è n’è per tutti i gusti al centro commerciale, dal frappé bio-vegan alle patatine di Mc Donald.

    Nel frattempo il pianeta malato richiede una cura ed ecco il miracolo: “lo sviluppo sostenibile”, “la crescita verde”, “la green economy”, fonti battesimali dentro cui un sistema distruttivo si purifica dal suo peccato originale facendo quotidiani impacchi di coscienza. Produrre e consumare verde per poter continuare a produrre, a consumare e a crescere.

    E soprattutto a crescere. Ma lenti. Slow. Quale verde? Quale madre terra?

    Così nasce Slow Food, la più intelligente operazione di rilancio del made in Italy agroalimentare, pardon, made in Eataly. E il cibo diventa moda, status symbol, Spettacolo: è l’era dello Show Food.

    E ciò che va di moda non può che essere FICO.

    FICO: Fabbrica Italiana COntadina.

    C’era una volta la campagna. E c’era la città con le sue fabbriche. C’erano una volta il settore primario, l’agricoltura, quello secondario, l’industria e quello terziario, i servizi. Là dove c’era la campagna prima arrivò la fabbrica della campagna poi arrivò FICO, il museo della fabbrica della campagna, una falsa campagna in una falsa città, il primo centro commerciale in cui primario, secondario e terziario trovano un’illusoria e incelofanata sintesi. La Disneyland del cibo, è già stata giustamente definita. Una città fatta di cartone e di illusioni, dove si potrà passeggiare oziosamente di sala in sala ammirando le sue nuove collezioni tra un brunch e un coffee break. Al posto della sala “Rubens” ci sarà la sala “Vigneto”, al posto della sala “Goya” quella “Frumento”. Il melo interpreta se stesso annoiato davanti a una guida come una statua del museo delle cere. Ancora una volta: museificazione, consumo e spettacolo. La Fabbrica Imbalsamata COntadina. La coltivazione stessa perde il suo valore d’uso e diventa conservatorio e spettacolo. Presunte frotte di turisti, annoiati dallo shopping e dai musei dei centri cittadini ormai svuotati di senso, andranno alla ricerca di favole sulla cara vecchia campagna ridotta a simulacro di se stessa e a un “Last Minute Market” a km 0 che trasforma gli avanzi della Grande Distribuzione in radical cibi “slow” e le zucche in carrozze luccicanti.

    Lontano, in sordina, senza pubblico e senza visite guidate, le zucche continuano inoperosamente a fare le zucche e alcuni umani continuano a zappare tra le file dei cavoli. Non sono operai di una fabbrica a cielo aperto. Non sono pezzi di una macchina in funzione. Non sono fantocci meccanici. Non sono statue di un museo. Vivono in campi bradi, disordinati, tra sterco ed erbe selvatiche. Ci sono ratti, uccelli e insetti in quantità, ci sono cassette sparpagliate ovunque, ci sono versi sguaiati e odori acri. C’è fango. Non è fico materiale da Expo-sizione. Non è FarmVille, la fattoria virtuale inventata da Facebook. Non c’è sterilizzazione possibile. Ci sono soltanto la fatica e la gioia di maneggiare gli elementi per trasformarli in cibo. E di terra ce n’è tanta da occupare tutti i futuri inservienti del FICO, se soltanto si ripensasse l’agricoltura daccapo, se soltanto la campagna tornasse ad essere campagna e la smettesse di atteggiarsi a fabbrica, se soltanto i contadini tornassero a fare i contadini e la smettessero di fare solamente gli autisti di trattrici. Allora le palazzine si svuoterebbero, le new towns diventerebbero fantasmi di fantasmi, i centri commerciali andrebbero in rovina e verrebbero invasi dalle erbe selvatiche e FICO sarebbe soltanto un brutto ricordo. Così in molti tornerebbero a mangiare ciò che hanno coltivato e non ci sarebbe nessuno scarto da magazzino da riciclare in luccicanti ristoranti natural-chic.

    Intanto uno spettro FICO si aggira per Bologna.

    Cala il sipario sulla sala Vigneto, cala il sipario sui meli di cera, l’ultimo cameriere Eatalyano si aggira nella periferia buia in attesa di un People Mover qualsiasi che lo riporti alla sua new town. In mano uno vassoio di alluminio con gli avanzi degli scarti a km 0. Di lì a poco si potrà sedere alla sua tavola Ikea per consumare la cena. Non perderà occasione di innaffiarla con un buon vino “Ridato alla Mafia” o con un succo di pera “MuoriVerde”.

    una riflessione di Marzia e Mattia (contadin* di Campi Aperti)

  • Burattini, cantastorie, cibo e salute nei “Mercati Animati” di maggio

    I mercati di CampiAperti, a Bologna, non sono mai stati semplici mercati di frutta e verdura biologica, ma hanno sempre affiancato iniziative politiche e culturali ad una diversa idea di mercato. Da sempre i coproduttori sono parte imprescindibile di questo percorso che abbina momenti di socialità, iniziative culturali, campagne politiche con l'obiettivo di costruire e consolidare un percorso comunitario intorno alla sovranità alimentare.

    Il mese di maggio prossimo numerosi eventi sono in programma presso i nostri mercati: spettacoli, incontri con esperti sul tema del cibo e della salute, visite alle nuove aziende che chiedono di entrare a far parte di CampiAperti.
    La brochure con il programma completo degli eventi

    Il primo degli spettacoli, "I tre consigli" (teatrino a bretelle di Valentina Paolini), si terrà martedì 29 Aprile presso il mercato di Via Paolo Fabbri dalle 18:00.

    I tre consigli

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    Un vendi-storie ambulante con in spalla un teatrino a bretelle si ferma nel mercato di via Paolo Fabbri per raccontare le fiabe della tradizione toscana, con il loro gusto per la beffa, gli sfondi rurali, i personaggi ironici, i finali spesso amari.
    La tradizione dei cantastorie è all'origine di questo spettacolo, che mescola narrazione e teatro di figura: il narratore diventa anche il manipolatore delle piccole marionette a filo, degli oggetti in miniatura, delle sagome di carta e dei fondali scorrevoli che popolano il teatrino.

    Tecnica utilizzata: narrazione, marionette a filo, oggetti e figure di carta
    Realizzazione: Valentina Paolini
    Animazione e narrazione: Valentina Paolini.

    volantino-semi-cibo-salute

    Il 30 di Aprile, inoltre, ci sarà il primo degli incontri de "Il cibo a parole" che si terrà presso il Centro Civico di via Marco Polo alle ore 20:30, dove il genetista di fama mondiale, Salvatore Ceccarelli, terrà un seminario dal titolo "Semi, Cibo e Salute".

    Salvatore Ceccarelli è da decenni impegnato a promuovere la biodiversità in agricoltura in molti paesi, attraverso il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo dei semi, condotto sul campo insieme agli agricoltori. Il controllo del seme, attualmente nelle mani di poche, potentissime multinazionali, significa controllo del cibo e quindi controllo della nostra salute. Sottraendo alle multinazionali il monopolio dei semi geneticamente modificati in laboratorio e restituendo alla naturale sapienza di chi coltiva un ruolo centrale nell’evoluzione delle varietà agricole, è possibile spezzare il circolo vizioso per cui gli agricoltori non sono piú completamente liberi di coltivare ció che vogliono e, di conseguenza, i consumatori non hanno piú a disposizione la diversitá di alimenti che é alla base della salute.

    Salvatore Ceccarelli é stato docente ordinario di Genetica Agraria all’Universitá di Perugia, posizione da cui si é dimesso nel Dicembre 1987. Dal 1980 al 2008 ha svolto attivitá di ricerca presso l’ICARDA (lnternational Center for Agricultural Research in the Dry Areas) con sede ad Aleppo in Siria, dove è rimasto fino al 2011. Dal 1995 ha cominciato a sperimentare in paesi come Siria, Giordania, Algeria, Etiopia, Eritrea, Yemen e Iran il miglioramento genetico partecipativo (PPB – Participatory Plant Breeding). Attualmente svolge attività di consulenza internazionale.

  • Laboratorio partecipato sull’economia solidale

    CampiAperti partecipa al percorso di Ecosol Bologna  – la rete locale dell'economia solidale che organizza per il prossimo 10 di maggio  presso Labas (via Orfeo 46 – Bologna) un laboratorio aperto sull'economia solidale. Di seguito l'appello e ulteriori info.

     

    Se credi in una economia diversa, basata sulle relazioni e non sul profitto a tutti i costi,

    se vuoi migliorare l'economia del nostro territorio,

    se già stai lavorando in questa direzione e vuoi conoscere altri che come te vogliono creare un modello economico diverso,

    partecipa a questa giornata!

    Sarà una giornata per incontrarci, progettare, inventarci percorsi che partono dal basso e che sono fortemente connotati dei principi dell'Economia Solidale.

     

    Registrati: www.ecosolbologna.org/node/80/register  ci faciliterai l'organizzazione!

    Dedicheremo la giornata a proporre, progettare, ideare insieme piccoli, grandi progetti da far nascere sul nostro territorio. Non occorre essere degli esperti in economia, basta solo avere disponibilità e voglia di creare qualcosa di nuovo.

    OST 10.05.2014 Programma e Orari

     

  • Idee per tesi di laurea in Ingegneria

    Quelle di seguito sono idee di ricerca e progettazione che CampiAperti propone agli ingegneri in cerca di tesi di laurea (per gli interessati contattare l’associazione Ingegneria senza Frontiere di Bologna).  Prossimamente cercheremo di coinvolgere altre discipline: economia, agraria, veterinaria, sociologia, antropologia….

    1 – Piccola meccanizzazione agraria: trebbia fissa

    Proponente: Pierpaolo Lanzarini

    Recapito/contatti: p.lanzarini(at)postale.it tel: 333.3801134

    Azienda Agricola: Terra, Memoria e Pace, Pioppe di Salvaro, Grizzana Morandi (Bologna)

    Descrizione: da diversi anni il contoterzista non viene più a mietere i cereali nei miei campi: sono troppo piccoli e scomodi da raggiungere. Per la sua mietitrebbia con barra da 5 metri non sono convenienti. Ho dovuto così attrezzarmi con una mietilegatrice che risolve il problema della mietitura, ma non quella della trebbiatura. Per evitare ore e ore di lavoro per la realizzazione di questa fase della lavorazione, servirebbe la realizzazione di una trebbia fissa, di dimensioni ridotte, visto che quelle tradizionali sono molto ingombranti e richiedono ricoveri che non esistono in azienda. L’unico prodotto in vendita che ho trovato ha dei costi proibitivi.

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto: una macchina simile, trasportabile su un mezzo di dimensioni contenute, potrebbe essere condivisa da più aziende con situazioni analoghe.

    2 – Approvvigionamento idrico sostenibile e distribuzione

    Proponente: Romano Cosi

    Recapito/contatti: ilgranello(at)ilgranello.eu, 051/778726 ore pasti

    Azienda Agricola: Il Granello, Pianoro-Livergnano, (Bologna)

    Descrizione: chi coltiva ortaggi ha bisogno di molta acqua, soprattutto in luglio-agosto, ma in collina non esistono i consorzi di bonifica e le sorgenti sono spesso di portata estiva scarsa e delocalizzate nel podere. Quindi il costo dell’acqua può essere molto alto sia in termini finanziari, sia in termini di impatto ambientale, dato che si può essere costretti ad utilizzare l’acquedotto HERA con tutte le distorsioni che ne derivano.

    Sarebbe importante realizzare e ottimizzare un sistema di irrigazione con approccio simile a quello della permacultura, con piccoli bacini di accumulo, con distribuzione idrica favorita il più possibile dalla gravita, ed eventualmente con l’utilizzo di pompe eoliche/solari per l’innalzamento dell’acqua dalle sorgenti ai bacini di distribuzione estivi.

    Riferimenti bibliografici: alcuni accenni in: Permacultura, Bill Mollison, ma forse c’è qualcosa di più recente

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto: molto interessati, anche nell’ambito di una progettazione pluriennale eventualmente legata ai nuovi fondi PRSR (se dovessero mai dar credito alla piccola Agricoltura Contadina)

     

    3 – Fonte di riscaldamento alternativa, Compost Heating / biogas

    Proponente: Romano Cosi

    Recapito/contatti: ilgranello(at)ilgranello.eu, 051/778726 ore pasti

    Azienda Agricola: Il Granello, Pianoro-Livergnano, (Bologna)

    Descrizione: utilizziamo molto il compost per mantenere/migliorare la fertilità del suolo. Il fabbisogno annuale è molto elevato, e quindi sufficiente a creare dei cumuli molto grandi. Abbiamo sperimentato che questi cumuli si scaldano comunemente fino a 60-80 gradi e continuano ad emettere calore per 8-10 mesi, a seconda della loro maturità e costituzione. Con l’inserimento di tubi coibentati e una piccola pompa il calore può essere distribuito. Occorre studiare il bilancio termico.

    Il compost può essere anche fatto con del cippato, opportunamente innescato, e ovviamente potrebbe anche essere utilizzato il letame fresco delle aziende che allevano animali (pecore, capre mucche maiali) e che magari hanno problemi di smaltimento.

    Il calore prodotto potrebbe essere utilizzato come minimo per scaldare il vivaio delle piante primaverile e sicuramente per contribuire notevolmente al riscaldamento della casa. Molta meno legna da tagliare per scaldarsi in inverno.

    E alla fine del ciclo, in tarda primavera, lo si spande in campo e si ricomincia.

    I cumuli di compost generano inoltre molto biogas, che potrebbe essere immagazzinato in apposite bombole.

    Perchè sia sostenibile e vantaggioso per i contadini, il progetto dovrebbe essere dimensionato sulla struttura e le caratteristiche della fattoria.

    Riferimenti in rete: ancora approssimativi, varie fonti con ricerche su “compost Heating”, “Jean Pain”, in realtà partiamo da una nostra constatazione di fatto.

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto: Molto interessati ad un avvio iniziale di una struttura semplice ed economica, già dal primo anno si potrebbero risparmiare molti soldi per il riscaldamento della casa.

    Strutture più complesse potrebbero essere progettate anche nell’ambito dei fondi PRSR, come per esempio l’adeguamento delle vecchie letamaie.

    4 – Laboratorio trasformazione al primo piano

    Proponente: Strulgador
    Recapito/contatti: strulgador(at)gmail.com cell 3248395063 sempre
    Azienda Agricola: Strulgador via roncadella 1083 montombraro zocca (mo)
    Descrizione:  La nostra idea era predisporre un laboratorio di
    trasformazione al primo piano della casa, con montacarichi e scale
    esterne. come realizzarlo non ne abbiamo idea.

    5 – Essiccatore solare

    Proponente: Strulgador, Arvaja
    Recapito/contatti: strulgador(at)gmail.com cell 3248395063 sempre
    Azienda Agricola: Strulgador via roncadella 1083 montombraro zocca (mo)
    Descrizione:  La nostra idea era predisporre un essiccatore per erbe
    e frutta, delle dimensioni di Larg.3 x Lung.3x Altezza 2 m,
    all’interno di un casottino già presente da ristrutturare. Il sistema
    di essiccazione sarebbe idealmente composto da una ventola attivata da
    un pannello fotovoltaico, e un sistema di riscaldamento ad acqua calda
    scaldata con pannello solare e mossa presumibilmente con pompa
    alimentata da un fotovoltaico.
    Riferimenti in rete: http://www.catpress.com/bplanet9/solemacc.htm,
    http://www.peperonciniamoci.it/forum/topic/15433-essiccatore-solare-a-flusso-orizzontale-autocostruito/,
    http://www.ecoblog.it/post/5772/aria-calda-dai-pannelli-fotovoltaici
    Riferimenti bibliografici: Il libro dell’essiccazione, macroedizioni
    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto: credo sia un
    progetto che può interessare molti produttori che devono essiccare
    frutta, verdure, e erbe.

    6 – Progettazione di un dispenser per la semina di bulbi trainato da un motocoltivatore

    Proponente : Carlo Farneti
    Recapito/contatti: cfarneti(at)infinito.it 0516706124 ore pasti
    Azienda Agricola : Ca Battistini Savigno (Bologna)

    Descrizione: da tempo utilizziamo un sistema semplice ma efficace per la semina di bulbi, soprattutto di cipolline da seme, aglio e fave. Il sistema consiste in un piccolo assolcatore trainato da un motocoltivatore che apre un solco. Tra le due ali dell’assolcatore infiliamo l’estremità di un tubo di pvc diametro 5 cm di circa un metro di lunghezza. Il tubo viene poi fissato all’altra estremità al manubrio della motozzappa. La semina viene fatta in due persone. Uno guida la motozappa e la seconda persona infila velocemente i bulbi nel tubo.

    Sarebbe molto utile progettare una tramoggia attrezzata con un dispenser automatico da assemblare all’assolcatore in modo da poter eseguire il lavoro in una persona e più velocemente.

    Riferimenti in rete:

    http://slowfood..pisamontepisano.it/indexDati.jsp

    http://es.dreamstime.com/fotograf%C3%ADa-de-archivo-sembradora-antigua-image10869602

    http://spanish.alibaba.com/product-gs/ali-disc-harrow-sells-single-row-garlic-planting-machine-663070112.html

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto siamo molto interessati, soprattutto se viene proposta una soluzione semplice e autocostruibile (o realizzabile da un artigiano locale)

    7 – Ottimizzazione dei flussi di aria e calore in un maltatore/essiccatore

    Proponente : Carlo Farneti
    Recapito/contatti: cfarneti(at)infinito.it 0516706124 ore pasti
    Azienda Agricola : Ca Battistini Savigno (Bologna)

    Descrizione: per la produzione di malto, necessario alla produzione di birra, abbiamo modificato il cassone di un frigo da latte di 600 litri. Nel processo di maltazione, successivamente alla fase di germinazione,  dobbiamo creare un flusso di aria calda che essicchi  il malto a una temperatura compresa tra i 30 e i 40 gradi e successivamente a una temperatura di 75-80 gradi. Intendiamo creare il flusso di aria calda attraverso una ventola e delle resistenze elettriche.  Necessitiamo quindi di uno studio non empirico finalizzato al dimensionamento della ventola e delle resistenze.

    Riferimenti in rete:

    http://fermentisociali.blogspot.it/

    http://roguespirits.wordpress.com/2013/03/28/from-the-farmstead-malt-house/

    http://homedistiller.org/forum/viewtopic.php?f=6&t=35519

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto siamo molto interessati a effettuare miglioramenti del nostro sistema di maltazione

    8 – Progettazione di in impianto pilota per la creazione di biogas da residui organici

    Proponente : Carlo Farneti
    Recapito/contatti: cfarneti(at)infinito.it 0516706124 ore pasti
    Azienda Agricola : Ca Battistini Savigno (Bologna)

    Descrizione: navigando in rete abbiamo letto di impianti domestici, realizzati soprattutto in Cina  e in India,  per la produzione di biogas ad uso familiare. Sarebbe interessante un lavoro di indagine approfondita sulla possibilità di applicazione concreta di queste tecnologie presso le aziende agriocle  dell’associazione

    Riferimenti in rete:

    http://www.agarden.it/

    http://www.viviconsapevole.it/eventi/la-digestione-anaerobica-e-la-produzione-di-biogas-a-livello-domestico-verso-l-autosufficienza-e-la-sostenibilita.php

    http://www.alibaba.com/product-gs/292476678/innovative_family_size_biogas_plant_for.html

    Interesse alla realizzazione dell’intervento/progetto qualora risulti una tecnologia appropriata ed economica

  • Le vie nei campi

    Visite per la “certificazione partecipata”

    Molti nuovi produttori agricoli hanno chiesto di entrare a far parte di CampiAperti e di poter vendere ai mercati dell'associazione. Il primo passo del percorso di inclusione consiste nella visita alle nuove realtà, in una giornata dedicata alla conoscenza reciproca. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare alle visite: è un'occasione per conoscere da vicino storie e persone interessanti.

    Di seguito il calendario delle visite: contattate i referenti per informazioni e per concordare gli appuntamenti

    DOMENICA 6 APRILE ORE 10

    VISITA A:
    Doriana Ghelfi, ortaggi, Rioveggio
    referente: Alessandro Castellini
    339 7686763

    e sempre domenica 6 aprile ma a Sasso Marconi
    VISITA A:
    Donatella Mongardi, erbe aromatiche e trasformati, Badolo, SassoMarconi
    referente: Elisa Manni
    051 778726

    LUNEDÌ 7 APRILE ORE 10
    VISITA A:
    Stefano, verdura, frutta e marroni, Mozuno
    referente: Alessandro Castellini
    339 7686763

    MARTEDÌ 8 APRILE primo pomeriggio
    VISITA A:
    Ivan Setti, ortaggi e frutta, Castelfranco Emilia
    referente Maria Miani
    333 9639611

    E sempre martedì 8 aprile
    ritrovo a Cà Bortolani alle 10.00

    VISITA A:
    Geart, tisane e formaggi, Vedegheto
    referente Sandrine

    348 3713539

    MERCOLEDÌ 9 APRILE ore 9,30
    ritrovo a faenza in via Tebano 42
    VISITA A:
    Peter e Cecilia, ortaggi, Imola
    Azienda agricola taroni ortaggi, Faenza
    biogreenimola, officinali e gastronomia, Imola
    referente Alberto Montanari
    329 2978599
    per chi viene da Bologna referente Sandrine
    348 3713539

    GIOVEDÌ 10 APRILE ORE 10,00
    VISITA A:
    Donatella Belletti, piante perenni e arbusti, San Giorgio in Piano
    referente: SIlvia
    393 1212468

    SABATO 12 APRILE ore 14,30
    ritrovo presso azienda agricola La Sega, via Valle del Samoggia 6477
    VISITA A:
    Shara Chiodi, piccoli frutti, Savigno
    Claudia Federici, frutta e ortaggi, castello di Serravalle
    referente Massimiliano
    349 6774226
    Podere cà nova di sopra, vino, Monteveglio
    referente Michele Caravita
    389 8809812

    e sempre il 12 aprile ma a reggio Emilia
    VISITA A:
    Lucia Ferraroni, pane, Reggio Emilia
    referente Manuela Messori
    335 1680823

    MERCOLEDÌ 7 MAGGIO ORE 10.30
    VISITA A:
    Marco Rossi, ortaggi, Molinella
    referente: Massimiliano Santi
    328 9050249

    DOMENICA 11 MAGGIO
    VISITA A :
    az. agricola Casa Leone, I Flocchi, Giovanni Pacchiani, Rossana Iomini,
    rispettivamente: cereali e legumi, vino, prodotti da forno, detersivi,
    Parma
    referenti: Carlo e Germana
    051  6706124

  • Elenco prezzi frutta e verdura di stagione

    Il seguente elenco prezzi ha due obiettivi principali:

      • consentire il sostentamente dei contadini che coltivano frutta e verdura
      • rendere accessibili i prodotti biologici contadini al maggior numero di persone possibile

    …ci muoviamo alla ricerca di un equilibrio tra queste due importanti aspirazioni.

    I nostri prodotti li potete trovare presso i mercatini di bologna.

    VERDURA
    VARIETA’ PREZZI NOTE
    Aglio fresco 5 – 7
    Aglio secco 7 -10
    Aromatiche 10
    Asparagi 5-7
    Bietola 2,4-3* *da serra
    Broccolo 2,7-3,5* *ricacci primaverili
    Carciofi 0,6-1* *piccoli-grandi
    Cardo imbiancato 3-4
    Cardo non imbiancato 2,5
    carote 2,5-3,5
    Cavolfiore 2,5-3
    Cavolo cappuccio 2,2-2,5
    Cavolo cappuccio rosso 2,5-3
    Cavolino di bruxelles 5-6
    Cavolo nero 3
    Cavolo verza 2,2-2,5
    Cetriolo 2,5-3* *da serra
    Cicoria 2,4-3
    Cime di rapa 2,5-3,5* *da serra
    Cipollotto di tropea 2,5-3,5
    Cipollotto fresco 3,5-4,5
    Cipolla dorata/bianca secca 2-2,5
    Fagioli freschi 3-3,5
    Fagiolini 4-5
    Fava 3-3,2
    Finocchio 2,5-3
    Fiori di zucca 0,10-0,15 cadauno
    Friggitello 4-5
    Lattughe 2,5-3,5
    Lattuga da taglio (misticanza) 5
    Melanzane 2,5-3
    Melone 2-2,5
    Patate 1,5-2
    Peperone 2,8-3,5
    Pomodoro ciliegino 3,5-4,5
    Pomodoro datterino 5-7
    Pomodoro cuore di bue 2,6-3,2
    Pomodoro da salsa
    a cassa
    1,3-1,5
    0,8-1
    Pomodoro insalataro 2,5
    Porro 2,8-3,3
    Piselli 4-5
    Radicchio 3-4* *castelfranco, treviso
    Radicchio da taglio 6-7
    Rape (ramolaccio) 2,2-2,5
    Ravanello 0,10 cadauno
    Rucola 8-10 0,8 – 1 mazzo da 100 g
    Sedano 3-3,5* * imbiancato
    Sedano rapa 3
    Spinacio 4
    Selvatiche (borragine, senape, ortica, papavero…) 4-5
    Topinambur 3
    Zucche 1,6-2
    Zucchine 2,2-3
    FRUTTA
    VARIETA’ PREZZI NOTE
    Albicocche 2,5-3,5
    Anguria 0,8-1
    Arance tavola 2
    Arance spremuta 1,8
    Avocado 5
    Cachi 2,3-2,5
    Cedri 3
    Ciliegie 6-8
    Clementine/mandarini 2,5
    Fichi 3,5-4
    Fragola 6-7
    Frutti di bosco (compreso gelso)
    mora coltivata
    8-15
    Giuggiole 3,5-5
    Limoni 3
    Mele 2-3
    Nespole 2,5-3
    Nocciole 8
    Noci 7-8
    Pere 2,8-3,3
    Pesche 2,5-3
    Pompelmo 2,3
    Prugne 2-3
    Uva 2,5-3
    Uva fragola 3
  • La polizia che fa politica (la politica che si fa polizia)

    Siamo colpiti dall'impegno con cui la questura e la procura di Bologna si prodigano per smantellare quei gruppi politici che non rientrano nell'alveo istituzionale.

    Il  circolo Fuoriluogo ha avuto il privilegio di fungere da laboratorio sperimentale per l'affinamento della strategia  della demolizione che, adesso possiamo dire, consta di tre fasi:

    Il torchio, ovvero l'adozione di misure cautelari  – in assenza di giudizio – tipo foglio di via, che limitano la libertà degli attivisti mettendoli fortemente sotto pressione. Queste misure sono assegnate sulla base di reati gravissimi tipo attacchinaggio abusivo, imbrattamento, manifestazione non autorizzata. A questo si associa un comportamento provocatorio della polizia finalizzato all'allargamento dei  capi d'accusa (vilipendio, resistenza a pubblico ufficiale…)

    Il pestaggio mediatico, ovvero la formulazione di accuse infamanti – come associazione a delinquere con finalità terroristiche – che creano grande attenzione sulla stampa e fanno terra bruciata attorno ai soggetti bersaglio

    L'oblio. Dopo anni si giunge al processo e i pericolosi gruppi terroristici si dimostrano per quello che sono: persone che hanno fatto informazione in merito a temi come  immigrazione lavoro e diritti sociali e hanno organizzato contestazioni e proteste sostanzialmente pacifiche. Tutto si sgonfia e decade.  Ma badate bene, il risultato comunque è raggiunto: i circoli sono disciolti e gli attivisti dispersi, passati nel tritacarne che non tollera le voci fuori dal coro.

    Questa, secondo noi, è la macchina che è stata messa in moto contro i militanti notav attualmente in carcere.

    Per raggiungere questi grandiosi risultati sono impiegati decine di agenti per controlli, pedinamenti, collocazione di microspie, centinaia di pagine di resoconto delle indagini, magistrati, avvocati. Un immane, gigantesco spreco di denaro pubblico…e la riduzione al lastrico degli inquisiti.

    Con sconforto assistiamo in questi giorni all'avvio del tritacarne contro i ragazzi del CUA, che conosciamo come impegnati e attenti ai valori dell'ecologia  e della solidarietà, i quali si ritrovano nella fase "torchio" avanzata con misure pesantissime inflitte,  come il divieto di dimora. Ed è recentissima la notizia che anche i nostri amici di Labas hanno subito a Parma, durante una sacrosanta contestazione della politica dell' EFSA sugli ogm, le "attenzioni" delle forze dell'ordine provocatorie e violente.

    Un nuovo autoritarismo sta avanzando.

    Riteniamo che la società civile di questo territorio debba esprimersi con urgenza per dire basta alla persecuzioni giudiziarie e poliziesche degli attivisti politici.

  • «Cooperativa» è una parola che non significa più un cazzo?

    falce

    pensierini sulle coop

    doveva essere il 1978 e tutti quanti, venti persone  e più,  mangiavamo a casa della zia all'aperto, sotto la grande quercia. Le famiglie operaie, come la mia, andavano in campagna dai parenti il sabato e la domenica a lavorare. A cavare le barbabietole a mano. Tornavano per un pasto gratis,  per una cassetta di frutta e verdura, un po' di uova e per chiaccherare e scherzare nella casa della grande famiglia originaria. Erano gli ultimi battiti di una storia che era stata molto lunga: la civiltà contadina stava per finire, la mezzadria contava pochi anni ancora ed era come se gli operai si raccogliessero intorno a un capezzale. Un decennio e quelle relazioni si sarebbero completamente disintegrate.

    Io e i miei cugini giravamo alla larga dai grandi. Armati di lance e archi percorrevamo i fossi invisibili come veri indiani. Appena ti scorgevano ti obbligavano a lavorare con loro, falcetto in mano, a decollare le barbabietole. I romagnoli di una volta non erano teneri con i bambini (famosa l'usanza barbara di fasciare i neonati e abbandonarli nella culla durante le ore di lavoro nei campi).

    In una di quelle domeniche assolate mi ricordo chiaramente un lontano parente proveniente dalle zone di Ravenna. Per noi montanari parlava con un accento assolutamente esotico: "me a so dla CMC, cooperativa cementisti e muratori!" declamava con orgoglio e la  dose di spacconaggine tipica.

    Pur essendo piccolo  questa cosa mi colpì e la ricordo ancora chiaramente. Doveva esserci qualcosa di veramente importante, pensai,  dietro quelle parole pronunciate in un'altra lingua (l'italiano). Cooperativa Cementisti e Muratori. Anni più tardi, diventato – diciamo – comunista,  mi convinsi che c'era sicuramente qualcosa di molto importante: innanzi tutto l'orgoglio di fare a meno del "padrone", perchè non c'era più il padrone, ma tanti soci uguali tra loro (all'incirca). Poi, così come i lavoratori delle fabbriche, anche gli artigiani dimostravano di sapersi unire: non più tanti piccoli, divisi, insignificanti a farsi la guerra l'un l'altro. E poi la consapevolezza di iniziare una nuova storia, un nuovo modo di fare  economia, nelle intenzioni più giusto, migliore….

    Perchè si è dovuti passare dall'orgoglio alla vergogna?

    Perchè quella speranza si è spenta?

    Trovo che l'idea del tradimento non sia sufficente per spiegare un andamento cha ha investito il movimento cooperativo storico nella sua interezza.

    Dato che mi è capitato di aver a che fare con le cooperative in diverse situazioni volevo condivedere alcuni ricordi e provare a rispondere, magari anche con il contributo di altri,  alla domanda del titolo.

    – fine pensierino n 1 –

    carlo

     

     

  • BioBo – I mercati biologici bolognesi

    Non hai un'idea precisa dei prodotti che acquisterai ma sai che ciò che finirà nel tuo frigorifero potrà renderti una persona più giusta e sana! Qui, incontrerai direttamente i produttori del tuo cibo biologico che ti consentiranno di portare in tavola frutta e verdure, formaggi, miele e marmellate, pane, pizza, vino, biscotti conoscendone la provenienza e i metodi di produzione. Tutto secondo la disponibilità di stagione e rispetto ai ritmi di produzione naturale della terra.

    Il presente video è stato prodotto da http://www.youtube.com/user/arcibologna

  • Ottenere la maternità da bracciante agricola è facile… se sai come fare!

    Io invece non lo sapevo e facile non lo è stato per niente. La bella notizia è che il contratto da bracciante offre una tutela che non immaginavo, visto che basta aver versato almeno 50 giornate l'anno precedente a quello in cui si rimane incinta per poter beneficiare di un'indennità che copre tutti i mesi della gravidanza- dal momento in cui si fa domanda- fino al 7°mese dopo il parto. Però per  destreggiarsi nel labirinto della burocrazia ecco qualche suggerimento se scopri di essere incinta:

    1.    Se lavori in un'azienda agricola e svolgi mansioni considerate incompatibili con la gravidanza (movimentazione carichi superiori a 5 kg, esposizione a temperature sfavorevoli, mantenimento prolungato della posizione eretta..) e non è possibile cambiare le tue mansioni NON PUOI CONTINUARE A LAVORARE. In teoria appena viene certificato lo stato di gravidanza si dovrebbe interrompere l'attività in azienda. 
    2.    La prima cosa da fare è compilare la domanda per l'allontanamento della lavoratrice dipendente addetta a lavori vietati. In questo modulo si può fare richiesta per un prolungamento della maternità di 4 mesi dopo il termine della maternità obbligatoria (fino al compimento del 7° mese del figlio), l'accettazione di tale richiesta è a discrezione dell'ufficio dell'Ispettorato del Lavoro. La domanda deve essere compilata dal datore di lavoro e inviata via fax alla Direzione Territoriale del Lavoro di Bologna (Viale Masini 12, tel. 0516079111) insieme al certificato di gravidanza , alla fotocopia di un documento del datore di lavoro e all'ultimo documento di valutazione dei rischi dell'azienda. Nel nostro caso è stato accettato un documento di autovalutazione dei rischi, potete contattare l'associazione di categoria di cui è socia l'azienda per cui lavorate per saperne di più.
    3.    Dopo qualche tempo, una settimana circa, riceverete una lettera dalla direzione provinciale che vi avvertirà che la vostra domanda è stata accettata. A questo punto dovrete recarvi alla sede INPS di pertinenza (la pratica non passerà direttamente dalla Direzione Territoriale all'INPS, anche se nessuno vi avvertirà dovrete essere voi a fare da tramite!)  dove vi verrà consegnato un altro modulo che dovrà compilare il vostro datore di lavoro. Si tratta dello stesso modulo usato per chiedere l'indennità di malattia, in cui dovrete segnare la paga lorda giornaliera di ogni giorno lavorato l'ultimo mese, copiando i dati dalla busta paga. Nel caso abbiate smesso di lavorare prima della fine del mese è possibile usare i dati del mese precedente o dell'ultimo mese significativo. Questo è un passaggio molto importante perchè l'indennità che vi verrà corrisposta per tutta la durata della maternità è pari all'80% della mensilità segnata in questo modulo. Non ha senso ma è così, non conviene rimanere incinta in inverno, molto meglio aspettare maggio-giugno ..
    Anche questo modulo andrà spedito via fax, questa volta all'ufficio INPS che segue la vostra pratica. Dopo qualche tempo dovrebbe essere disposto un pagamento a vostro favore , nel mio caso sono passati circa 10 giorni. 
    4.    Al 7° mese mi avevano detto di inviare la domanda per la maternità obbligatoria all'INPS. L'invio può essere fatto solo online, quindi si deve richiedere prima il codice PIN (una parte del PIN viene inviato per posta quindi richiede qualche giorno). In realtà presso l'ufficio INPS di Casalecchio le pratiche procedono senza questa ulteriore richiesta, che anzi finisce per creare confusione. Quindi informatevi prima presso l'ufficio INPS di competenza e, nel caso in cui si tratti di Casalecchio chiedete di parlare con Bortolini.
    5.    Dopo il parto si dovrà comunicare all'INPS il codice fiscale del/la proprio/a figlio/a. Il codice fiscale che viene assegnato al centro CUP dell'ASL deve essere attivato dall'Agenzia delle Dogane, questo avviene automaticamente e arriva la tessera sanitaria a casa ma i tempi sono un po' lunghi quindi conviene recarsi presso l'Agenzia delle Entrate portando con sé il certificato di nascita del/la figlio/a.
    6.    È possibile fare domanda anche per un'integrazione all'indennità alla CIMAAV (Cassa per l'Integrazione-Malattie ed Assistenze Agricole Varie).  Si può presentare domanda dopo il parto direttamente o  attraverso i CAF.


    AUGURI!
    Per dubbi e altri suggerimenti scrivetemi : giuliamenarbin@libero.it