CampiAperti

Agricoltura biologica e mercati contadini per l'autogestione alimentare

Tag: mercato

  • FICO (Fabbrica Italiana COntadina) – C’era una volta la campagna…

    FICO (Fabbrica Italiana COntadina) – C’era una volta la campagna…

    Gli uomini mangiavano ciò che essi non avevano coltivato,

    più nessuno vincolo li legava al proprio cibo

    la terra si apriva sotto il ferro e sotto il ferro gradatamente inaridiva:

    nessuno c’era più ad amarla o a odiarla.

    Nessuno più la supplicava o malediceva.

    J. Steinbeck, Furore, 1939

    C’era una volta la campagna.

    Nella campagna ci vivevano i contadini e le contadine.

    Era una vita dura, povera, a volte forse anche felice.

    Era dura soprattutto perché la terra non era quasi mai di chi la lavorava.

    Poi sono arrivate due guerre. Poi sono arrivate le sirene delle fabbriche.

    In molti sono stati ammaliati dal loro canto. E sono morti: di silicosi, di tristezza, di amianto o di appartamento. E in campagna sono rimaste solo le “trattrici”.

    E la campagna si è trasformata in una fabbrica. Una Fabbrica Omologata a Cielo Aperto.

    Bisogna fare così e basta. Perché l’ha detto il tecnico, l’associazione, il consorzio, il Mercato. Bisogna fertilizzare, diserbare, avvelenare, produrre, fertilizzare, diserbare, avvelenare, produrre.

    Per niente. Per poter continuare a lamentarsi ogni anno del prezzo delle mele troppo basso. Perché è così, l’ha detto il Mercato. L’ha detto la Grande Distribuzione.

    Avanti e indietro, avanti e indietro, le trattrici rivoltano la terra per un paesaggio fatto su misura per gli aeroplani.

    Si montano e si smontano pezzi dentro i solchi o lungo le file, pezzi destinati a diventare mangime industriale. I contadini, ridotti a “fantocci meccanici” dentro le cabine delle trattrici, non toccano più la terra. Solcano i campi come Grandi Magazzini. Muletti, nastri trasportatori, catene di montaggio. Controllo qualità, pezzatura, velocità, quantità, efficienza.

    Barbabietole da zucchero, mais, frumento, medica, patate, barbabietole da zucchero, mais, frumento, medica, patate, barbabietole…Monocolture a rotazione, quando va bene, per ettari ed ettari…

    Nel frattempo le città sottovuoto mangiano queste tonnellate di monocolture confezionate in meravigliosi packaging di design. Nel frattempo le città, trasformate in ologrammi di se stesse, abbandonano i propri centri al consumo e alla museificazione. Le periferie, non più campagna, non ancora città, si ingrossano di palazzine e si fanno chiamare new towns. La suburbana, il giardinetto, il posto auto garantito e il gioco è fatto. Le nuove città invisibili.

    Nel frattempo il centro si decentra e diventa centro commerciale. Ogni new town ha il suo. C’è n’è per tutti i gusti al centro commerciale, dal frappé bio-vegan alle patatine di Mc Donald.

    Nel frattempo il pianeta malato richiede una cura ed ecco il miracolo: “lo sviluppo sostenibile”, “la crescita verde”, “la green economy”, fonti battesimali dentro cui un sistema distruttivo si purifica dal suo peccato originale facendo quotidiani impacchi di coscienza. Produrre e consumare verde per poter continuare a produrre, a consumare e a crescere.

    E soprattutto a crescere. Ma lenti. Slow. Quale verde? Quale madre terra?

    Così nasce Slow Food, la più intelligente operazione di rilancio del made in Italy agroalimentare, pardon, made in Eataly. E il cibo diventa moda, status symbol, Spettacolo: è l’era dello Show Food.

    E ciò che va di moda non può che essere FICO.

    FICO: Fabbrica Italiana COntadina.

    C’era una volta la campagna. E c’era la città con le sue fabbriche. C’erano una volta il settore primario, l’agricoltura, quello secondario, l’industria e quello terziario, i servizi. Là dove c’era la campagna prima arrivò la fabbrica della campagna poi arrivò FICO, il museo della fabbrica della campagna, una falsa campagna in una falsa città, il primo centro commerciale in cui primario, secondario e terziario trovano un’illusoria e incelofanata sintesi. La Disneyland del cibo, è già stata giustamente definita. Una città fatta di cartone e di illusioni, dove si potrà passeggiare oziosamente di sala in sala ammirando le sue nuove collezioni tra un brunch e un coffee break. Al posto della sala “Rubens” ci sarà la sala “Vigneto”, al posto della sala “Goya” quella “Frumento”. Il melo interpreta se stesso annoiato davanti a una guida come una statua del museo delle cere. Ancora una volta: museificazione, consumo e spettacolo. La Fabbrica Imbalsamata COntadina. La coltivazione stessa perde il suo valore d’uso e diventa conservatorio e spettacolo. Presunte frotte di turisti, annoiati dallo shopping e dai musei dei centri cittadini ormai svuotati di senso, andranno alla ricerca di favole sulla cara vecchia campagna ridotta a simulacro di se stessa e a un “Last Minute Market” a km 0 che trasforma gli avanzi della Grande Distribuzione in radical cibi “slow” e le zucche in carrozze luccicanti.

    Lontano, in sordina, senza pubblico e senza visite guidate, le zucche continuano inoperosamente a fare le zucche e alcuni umani continuano a zappare tra le file dei cavoli. Non sono operai di una fabbrica a cielo aperto. Non sono pezzi di una macchina in funzione. Non sono fantocci meccanici. Non sono statue di un museo. Vivono in campi bradi, disordinati, tra sterco ed erbe selvatiche. Ci sono ratti, uccelli e insetti in quantità, ci sono cassette sparpagliate ovunque, ci sono versi sguaiati e odori acri. C’è fango. Non è fico materiale da Expo-sizione. Non è FarmVille, la fattoria virtuale inventata da Facebook. Non c’è sterilizzazione possibile. Ci sono soltanto la fatica e la gioia di maneggiare gli elementi per trasformarli in cibo. E di terra ce n’è tanta da occupare tutti i futuri inservienti del FICO, se soltanto si ripensasse l’agricoltura daccapo, se soltanto la campagna tornasse ad essere campagna e la smettesse di atteggiarsi a fabbrica, se soltanto i contadini tornassero a fare i contadini e la smettessero di fare solamente gli autisti di trattrici. Allora le palazzine si svuoterebbero, le new towns diventerebbero fantasmi di fantasmi, i centri commerciali andrebbero in rovina e verrebbero invasi dalle erbe selvatiche e FICO sarebbe soltanto un brutto ricordo. Così in molti tornerebbero a mangiare ciò che hanno coltivato e non ci sarebbe nessuno scarto da magazzino da riciclare in luccicanti ristoranti natural-chic.

    Intanto uno spettro FICO si aggira per Bologna.

    Cala il sipario sulla sala Vigneto, cala il sipario sui meli di cera, l’ultimo cameriere Eatalyano si aggira nella periferia buia in attesa di un People Mover qualsiasi che lo riporti alla sua new town. In mano uno vassoio di alluminio con gli avanzi degli scarti a km 0. Di lì a poco si potrà sedere alla sua tavola Ikea per consumare la cena. Non perderà occasione di innaffiarla con un buon vino “Ridato alla Mafia” o con un succo di pera “MuoriVerde”.

    una riflessione di Marzia e Mattia (contadin* di Campi Aperti)

  • Burattini, cantastorie, cibo e salute nei “Mercati Animati” di maggio

    I mercati di CampiAperti, a Bologna, non sono mai stati semplici mercati di frutta e verdura biologica, ma hanno sempre affiancato iniziative politiche e culturali ad una diversa idea di mercato. Da sempre i coproduttori sono parte imprescindibile di questo percorso che abbina momenti di socialità, iniziative culturali, campagne politiche con l'obiettivo di costruire e consolidare un percorso comunitario intorno alla sovranità alimentare.

    Il mese di maggio prossimo numerosi eventi sono in programma presso i nostri mercati: spettacoli, incontri con esperti sul tema del cibo e della salute, visite alle nuove aziende che chiedono di entrare a far parte di CampiAperti.
    La brochure con il programma completo degli eventi

    Il primo degli spettacoli, "I tre consigli" (teatrino a bretelle di Valentina Paolini), si terrà martedì 29 Aprile presso il mercato di Via Paolo Fabbri dalle 18:00.

    I tre consigli

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    Un vendi-storie ambulante con in spalla un teatrino a bretelle si ferma nel mercato di via Paolo Fabbri per raccontare le fiabe della tradizione toscana, con il loro gusto per la beffa, gli sfondi rurali, i personaggi ironici, i finali spesso amari.
    La tradizione dei cantastorie è all'origine di questo spettacolo, che mescola narrazione e teatro di figura: il narratore diventa anche il manipolatore delle piccole marionette a filo, degli oggetti in miniatura, delle sagome di carta e dei fondali scorrevoli che popolano il teatrino.

    Tecnica utilizzata: narrazione, marionette a filo, oggetti e figure di carta
    Realizzazione: Valentina Paolini
    Animazione e narrazione: Valentina Paolini.

    volantino-semi-cibo-salute

    Il 30 di Aprile, inoltre, ci sarà il primo degli incontri de "Il cibo a parole" che si terrà presso il Centro Civico di via Marco Polo alle ore 20:30, dove il genetista di fama mondiale, Salvatore Ceccarelli, terrà un seminario dal titolo "Semi, Cibo e Salute".

    Salvatore Ceccarelli è da decenni impegnato a promuovere la biodiversità in agricoltura in molti paesi, attraverso il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo dei semi, condotto sul campo insieme agli agricoltori. Il controllo del seme, attualmente nelle mani di poche, potentissime multinazionali, significa controllo del cibo e quindi controllo della nostra salute. Sottraendo alle multinazionali il monopolio dei semi geneticamente modificati in laboratorio e restituendo alla naturale sapienza di chi coltiva un ruolo centrale nell’evoluzione delle varietà agricole, è possibile spezzare il circolo vizioso per cui gli agricoltori non sono piú completamente liberi di coltivare ció che vogliono e, di conseguenza, i consumatori non hanno piú a disposizione la diversitá di alimenti che é alla base della salute.

    Salvatore Ceccarelli é stato docente ordinario di Genetica Agraria all’Universitá di Perugia, posizione da cui si é dimesso nel Dicembre 1987. Dal 1980 al 2008 ha svolto attivitá di ricerca presso l’ICARDA (lnternational Center for Agricultural Research in the Dry Areas) con sede ad Aleppo in Siria, dove è rimasto fino al 2011. Dal 1995 ha cominciato a sperimentare in paesi come Siria, Giordania, Algeria, Etiopia, Eritrea, Yemen e Iran il miglioramento genetico partecipativo (PPB – Participatory Plant Breeding). Attualmente svolge attività di consulenza internazionale.

  • CampiAperti e Salute Globale

    Riportiamo di seguito una mail di Marianna per dare un’idea del coinvolgimento che avrà  CampiAperti nel corso su “salute globale, determinanti sociali e strategie di primary health care”

    Ciao a tutti,
    avevo scritto poco tempo fa e parlato con qualcuno voi rispetto alla possibilità di incontrare campiaperti nel corso che stiamo facendo con gli studenti sulla salute globale e salute collettiva. In due parole, due, guardando alla salute oltre alla sua dimensione biologica, la salute si costruisce anche nello spazio politico e sociale, e allora la ricerchiamo fuori dalle aule universitarie, e nell’incontro con il terriotrio. Campiaperti è una delle esperienze che incontreremo con gli studenti del corso (soprattutto di medicina, ma anche di antropologia, scienze motorie, infermieristica, biologia). Per iniziare, Laura è stata incastrata per venire a presentare campiaperti alla lezione che facciamo lunedì 7 dalle 18 alle 20, all’istituto di igiene in via San Giacomo 12, e ovviamente chi vuole partecipare è più che benvenuto!

    Poi, con Michela abbiamo abbiamo pensato che un gruppetto di studenti potrebbe partecipare all’assemblea di mercato di mercoledì 9 al Làbas. Ma fatemi sapere se c’è qualcuno che è contrario a questo! C’è anche la proposta di far partecipare gli studenti alle visite alle
    aziende che ci saranno in aprile, ma questo va ancora deciso con loro, e comunque in caso sentiamo i referenti (e tra l’altro…tempismo
    perfetto!! grazie per le info!) Poi, gireremo per i mercati in queste settimane. Sarà molto bello fare questa esperienza con gli studenti e uscire dai percorsi di cura per come li intendiamo di solito, molto tecnici e depoliticizzati, per incontrare il terriotorio e rimettere al centro le persone, le collettività, le reti che costruiamo e le risorse che nella comunità ci sono, e che creano salute, e che non possono essere
    occultate in nome di una supposta “scientificità”. Qui ci sono altre informazioni sul corso
    http://www.csiunibo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=212:corso-elettivo-2014&catid=1:ultime&Itemid=50
    A presto! e grazie!!
    marianna

  • GENUINO CLANDESTINO – ROMA 17 – 18 MAGGIO 2014

    GC_Roma

    Genuino clandestino – Roma, 17-18 maggio 2014

    INVITO AI MOVIMENTI PER LA DIFESA DEI TERRITORI E DEI BENI COMUNI

    Genuino Clandestino, è una rete nazionale di comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare che, attraverso pratiche locali di resistenza e costruzione di alternative, difende la Terra con fatica, sudore e passione.

    Ogni giorno dalle nostre campagne (e dalle città) ci opponiamo alla logica del capitale che distrugge i territori per il profitto di pochi e a danno delle comunità, impegnandoci a costruire pratiche e iniziative di controinformazione per affermare il diritto all’autodeterminazione alimentare, per la difesa dei beni comuni, per l’accesso alla terra, contro la vendita dei terreni agricoli pubblici, per il diritto ad abitare le terre che coltiviamo, per un lavoro che non sia sfruttamento.

    Ogni giorno siamo a fianco di quanti si stanno battendo contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione dell’ambiente, contro tutte le opere inutili e dannose, contro la mercificazione del territorio, delle risorse naturali e dei beni pubblici, per il diritto alla casa, e contro le scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potentati, delle lobby, delle banche e delle mafie.

    E con la campagna Terra Bene Comune intendiamo fermare la devastazione dei territori e difendere la vocazione agricola alimentare della terra, mettendo in rete comitati, movimenti e soggettività, ricomponendo le lotte,  creando un agire comune che sia ancora più efficace.

    Per questo il 16-17-18 Maggio a Roma, in occasione del nostro incontro nazionale a Roma, vorremmo incontrarci con i movimenti e comitati che si battono per la difesa dei territori e dei beni comuni, per rafforzare alleanze e sinergie, ed intrecciare i percorsi tra le lotte in campagna e quelle in città, unendo i precariati della campagna e quelli della città per smontare il concetto abusato di crisi con proposte di pratiche alternative. Un incontro che possa essere propulsore di ragionamenti, ma anche un sostegno concreto alle battaglie, presenti e future, accomunate dalla stessa rabbia verso un modello ed un sistema, quello capitalistico, che non ci rappresenta, non ci tutela, e sta dimostrando tutti i suoi limiti.

    Emblema di questo sistema, l’EXPO 2015 a Milano che, sotto il titolo “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, spera di salvare la faccia riciclando parole come sostenibilità, ambiente, nutrizione senza mettere in discussione il modello capitalista sviluppista, che ciclicamente ripropone gli stessi meccanismi basati sullo scippo di risorse e futuro. In contrapposizione all’EXPO, contenitore vuoto, modello di indebitamento, cementificazione e precarietà, vogliamo riportare al centro i bisogni delle persone, la sovranità alimentare  e la sovranità sociale dei territori.

    INVITIAMO PERTANTO MOVIMENTI E COMITATI A CONDIVIDERE CON NOI RIFLESSIONI, ESPERIENZE, PROSPETTIVE E STRATEGIE:

    Sabato 17 maggio 2014, ore 10,00-17,30, Forte Prenestino

    Tavolo Tematico: “Terra Bene Comune: alleanze e sinergie tra le lotte in campagna e quelle in città” per leggere il programma completo con gli altri tavoli tematici clicca qui

    Domenica 18 maggio 2014, ore 11,00-13,00, Piazza San Giovanni

    Assemblea pubblica “Mangiare nella Crisi: Ripensare il consumo, il lavoro e il futuro delle nostre comunità”

    Domenica 18 maggio , ore 9,00 – 17,00, Piazza San Giovanni, all’interno del mercato di Genuino clandestino, Piazza Terra Bene Comune, dove ogni realtà potrà esporre materiale informativo o altro tipo di comunicazione creativa in riferimento alla propria specifica vertenza.

    [gview file=”https://www.campiaperti.org/wp-content/uploads/2014/03/Programma_Provvisorio.pdf”]

  • BioBo – I mercati biologici bolognesi

    Non hai un'idea precisa dei prodotti che acquisterai ma sai che ciò che finirà nel tuo frigorifero potrà renderti una persona più giusta e sana! Qui, incontrerai direttamente i produttori del tuo cibo biologico che ti consentiranno di portare in tavola frutta e verdure, formaggi, miele e marmellate, pane, pizza, vino, biscotti conoscendone la provenienza e i metodi di produzione. Tutto secondo la disponibilità di stagione e rispetto ai ritmi di produzione naturale della terra.

    Il presente video è stato prodotto da http://www.youtube.com/user/arcibologna

  • CampiAperti si riorganizza

    Dopo un periodo di "crisi" e una serie di incontri e assemblee siamo riusciti a dare a CampiAperti un nuovo assetto organizzativo. Di seguito ne sintetizziamo gli aspetti principali, per informare tutte e tutti su quali sono le regole da adesso in avanti.
     
    Le decisioni saranno prese dall'assemblea generale e dalle assemblee di mercato, mentre l'esecutività delle decisioni sarà svolta da gruppi di lavoro composti da volontari: da adesso in avanti chi vuole aiutare CampiAperti può entrare in un gruppo di lavoro oppure costituirne  uno su un nuovo tema. Nasce nei mercati la figura del referente di mercato, che svolge anche il ruolo di "ufficio reclami" rispetto a eventuali problemi.
     
    In dettaglio
     
    Le scelte e gli indirizzi generali di CampiAperti vengono presi dall'assemblea generale e dalle assemblee di mercato. Le convocazioni e gli ordini del giorno vengono fatti rispettivamente dal presidente dell'associazione e dai referenti di mercato, sentiti i pareri di tutti. I referenti di mercato, indicativamente due per ogni mercato,  debbono essere nominati dalle assemblee di mercato entro la prossima assemblea prevista per il 22 di marzo. In ogni assemblea deve essere nominato un moderatore e un verbalizzatore. Tutte le assemblee sono aperte a tutti gli interessati e sono inclusive.
     
    Gli aspetti operativi ed esecutivi delle decisioni prese nelle assemblee vengono svolti da gruppi di lavoro composti da volontari. Ogni gruppo di lavoro nomina un referente, che svolge un ruolo di informazione sul lavoro svolto dal gruppo. I gruppi ricevono dall'assemblea un mandato e hanno ampia autonomia (sino alla eventuale revoca dello stesso). Sinora si sono costituiti tre gruppi, quello che ha impostato la riorganizzazione, uno di analisi del bilancio e uno sulla comunicazione.
     
    E' stato inoltre perfezionato il sistema di garanzia partecipata nella fase di autocontrollo sui banchi: i referenti di mercato raccolgono segnalazioni (anche in modo confidenziale) su irregolarità (reali o presunte) e decidono se parlarne direttamente con il/la produttore/trice interessato/a, in caso di questioni di poco conto, oppure se convocare l'assemblea di mercato nel caso possa essere messa in discussione la fiducia. Tale ruolo di "raccolta reclami" deve essere comunicato in modo adeguato ai coproduttori.
     
    Ogni anno l'associazione elabora un piano di consolidamento ed espansione che prevede le seguenti tappe:
    – ogni assemblea di mercato ragiona sulle possibili esigenze di inserimento di nuovi banchi nel proprio mercato. Tale ragionamento deve essere fatto coinvolgendo attivamente i coproduttori.
    – si fanno le visite per i nuovi ingressi. Il gruppo che effettua le visite esprime da subito un giudizio che verrà poi ratificato all'assemblea successiva.
    – in assemblea generale si confrontano le esigenze dei mercati con le richieste di nuovi ingressi e le richieste dei produttori interni e si produce un piano di collocazione dei banchi nei mercati attuali e un eventuale progetto per la creazione di un nuovo mercato.
     

    La partecipazione a eventi, incontri, seminari, interviste, accoglienza di gruppi  e simili è lasciata alla libera iniziativa di ciascuno.

  • I love Piazza Verdi

    in concomitanza con la “Giornata di mobilitazione nazionale in difesa dei territori e beni comuni, contro vecchi e nuovi colonialismi”

     

    il 12 ottobre 2013 – dalle 17 alle 21

    CampiAperti sarà in Piazza Verdi

    con la richiesta di uno spazio per un mercato biologico contadino in centro a Bologna

    L'iniziativa, promossa insieme al Collettivo Universitario Autonomo, vuole collegarsi alle recenti lotte studentesche sul diritto di assemblea e di utilizzo degli spazi pubblici.

     

    Da dodici anni, CampiAperti si occupa di sovranità alimentare, come diritto universale all'approvvigionamento di cibo sano, prodotto con metodo biologico, difendendo le persone e il territorio dall'invasione dell'agroindustria.

    Nei quartieri della città in cui CampiAperti ha aperto mercati contadini settimanali (Via Fioravanti, Via Paolo Fabbri, Via Udine, Via della Cooperazione, Via Normandia, Via Orfeo), ha reso accessibili a tutti i/le cittadini/e i prodotti dell'agricoltura biologica e consentito alle piccole e piccolissime realtà contadine biologiche di vivere della vendita diretta dei loro prodotti .

    In questo processo, fondamentale è stato il ruolo di alcuni spazi occupati o autogestiti di Bologna che negli anni hanno reso e rendono possibile l'apertura e lo sviluppo di questi mercati (XM24, Vag61, Crash, Labas).

    A partire da bisogni e gesti quotidiani, i mercati contadini di CampiAperti creano di fatto e senza retorica comunità territoriali, come luoghi di scambio e riflessione comune tra chi produce il cibo e chi se ne nutre. Essi rendono possibile un'agricoltura sana e non drogata da sovvenzioni pubbliche e promuovono la conoscenza diretta e la collaborazione tra produttori e co-produttori, tutti coinvolti nell'autogestione dei mercati e dell'associazione e nel controllo partecipato delle produzioni agricole biologiche.

     

    I mercati contadini di CampiAperti non producono rifiuti, ma anzi attivano l'attenzione dei cittadini nei confronti del patrimonio comune e promuovono la cura e la manutenzione dei luoghi della città nei quali si collocano. Ciò nonostante, sono assoggettati al pagamento di elevate imposte locali (smaltimento rifiuti e occupazione di suolo pubblico), al pari di realtà assai meno virtuose. In considerazione di ciò, CampiAperti ha chiesto – purtroppo invano – al Comune di Bologna di esentare i mercati contadini dalle imposte locali o almeno di ridurne sensibilmente l'importo e oggi chiede a tutti i cittadini di sottoscrivere la petizione promossa a sostegno di tale richiesta.

    Bologna, 28 settembre 2013 L'Assemblea di CampiAperti

     

    Il comunicato del CUA, Collettivo Universitario Autonomo

    12 ottobre giornata di mobilitazione globale in difesa dei territori e dei beni comuni.

    @ Piazza Verdi

    h. 16 Inizio mercato contadino biologico di Campi Aperti

    h.18.30 I Love Piazza Verdi: Assemblea di discussione delle proposte.

    A-rredo urbano
    B-isogni
    C-ultura
    D-emilitarizzazione
    E-university

    h. 21 fine mercato

    Nella giornata di mobilitazione globale del 12 ottobre in difesa dei territori e dei beni comuni, lanciata dal movimentoMiliones contra Monsanto e – in Italia – dall'assemblea al Monte Amiatatenutasi in luglio,il Collettivo Universitario Autonomo, insieme all'associazione Campi Aperti, porta nel pomeriggio in Piazza Verdi un'altra iniziativa di costruzione dal basso di percorsi che arricchiscono e valorizzano gli spazi pubblici della nostra città.

    Un'altra tappa della campagna I Love Piazza Verdi, un nuovo obiettivo da raggiungere: portando al centro della zona universitaria un mercato biologico si vuole creare un momento largo di attraversamento di questo luogo, aperto al soggetto studentesco ma anche ai residenti e lavoratori del quartiere che vogliono conoscere un nuovo modo di comprare e consumare e, inoltre, ribadire la solidarietà con quelle associazioni, come appunto Campi Aperti, che fanno dell'allusione a un'economia altra, della costruzione di progetti di democrazia diretta e partecipata, del lavoro non alienato o sfruttato, i loro elementi fondanti.

    Vogliamo portare in piazza la testimonianza di una difesa dei territori agricoli, della campagna, dallo sfruttamento e dall'espropriazione capitalistica, lotta che ci schiera al fianco dei nostri fratelli e sorelle più grandi del NoTav e del NoMuos; contemporaneamente difendiamo il nostro territorio urbano dalla desertificazione che le istituzioni vorrebbero imporre alla zona universitaria, con assurde ordinanze e una strategia di segmentazione generazionale/razzista/xenofoba che fa uso del capro espiatorio, che sia lo studente chiassoso o l'immigrato violento e spacciatore.

    Rimandiamo nuovamente tra l'altro agli obiettivi che abbiamo stilato nelle proposte di I Love Piazza Verdi, e cogliamo quest'occasione per dimostrare praticamente cosa intendiamo per:

    • Arredo urbano: qualche sedia e qualche tavolino per discutere in attesa dei servizi igienici pubblici.

    • Bisogni: un cibo sano e un rapporto diretto coi produttori, nonché a una socialità aperta, trasversale e meticcia della piazza; pensando alla campagna contro la mensa più cara d'Italia e l'inaccessibilità dei servizi agli studenti.

    • Cultura: scambio di saperi e pratiche tra diversi soggetti, promozione di eventi culturali gratuiti.

    • Demilitarizzazione: percorsi comuni dal basso che si autoregolano senza bisogno della presenza costante del dispendioso ed inutile presidio militare di largo Respighi;

    • E-university: un'università che si lega a doppio filo con la città, con le idee, con i costumi e con i soggetti che la pervadono. Una rete wireless gratuita in tutto il quartiere.

    Per questo convochiamo abitanti, studenti, e chi vive e lavora in zona universitaria a confrontarsi riguardo alle nostre proposte (e alla loro messa in pratica) all'assemblea che si terrà durante il mercato alle ore 18.30.

     

    C.ollettivo U.niversitario A.utonomo

     

  • Petizione per un mercato di CampiAperti in Piazza Verdi

    Sono passati 12 anni da quando un primo nucleo di produttori e co-produttori – che si sarebbe poi trasformato nell'associazione CampiAperti – ha dato vita al primo mercato settimanale a Bologna. A questo se ne sono aggiunti altri, che hanno portato alla trasformazione di spazi marginali in luoghi di incontro, di socialità, di scambio di conoscenze. Da allora molte relazioni in città sono cresciute, sempre di più il concetto di Sovranità alimentare ha acquisito senso nella consapevolezza di molti.

    In questi anni abbiamo fondato il nostro agire su pochi ma precisi assi portanti, come prevede il nostro statuto:

    • sostenere l’agricoltura contadina biologica e biodinamica per salvaguardare il territorio dall'invasione dell’agroindustria. (ciò ha portato a risultati interessanti anche in termini di occupazione stabile femminile e giovanile) ed il rispetto delle condizioni di lavoro,

    • promuovere e garantire un'equa remunerazione del lavoro e prezzi equi e trasparenti per l’acquirente

    • diffondere il consumo critico degli alimenti

    pochi ma importanti principi attuati con pratiche condivise :

    • partecipazione democratica, per cui l’assemblea generale è l’organo principale di autogestione,

    • l’autocertificazione ed il controllo diretto da parte dei soci (sistema di garanzia partecipata) quale strumento per garantire la qualità biologica delle produzioni delle piccole realtà contadine,

    • la vendita diretta solo di prodotti derivanti dalla lavorazione della propria terra,

    • la costruzioni di reti di condivisione-collaborazione nazionali e internazionali ma anche la realizzazione di interventi pubblici educativi, sociali e culturali.

    In questo cammino abbiamo coinvolto diversi altri attori sociali con cui pratichiamo obiettivi comuni come gruppi di acquisto solidale, il commercio equo-solidale, collettivi di studenti ed il CRESER- coordinamento emiliano romagnolo per l’economia solidale, che sta sostenendo un progetto di Legge in Regione Emilia Romagna sulla economia solidale, di cui siamo tra i promotori.

     

    Alla luce di questo percorso, dopo aver acquisito e consolidato le esperienze del mercati presso l’XM24 in via Fioravanti, in via Udine presso la scuola di Pace e in via Paolo Fabbri, i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti, pensiamo sia venuto il momento di avviare un'esperienza nel cuore della città, ed in specifico in Piazza Verdi.

     

    Perché Piazza Verdi? Perché Piazza Verdi è il luogo di Bologna che più di ogni altro

    è attraversato da soggetti e tensioni culturali che, direttamente o indirettamente, ci riguardano.

     

    Siamo così a richiedere la disponibilità dell’amministrazione ad avviare il percorso per pervenire alla realizzazione di un mercato in Piazza Verdi incardinato sui principi descritti in modo molto sintetico, principi che ci impegniamo a sostenere e promuovere.

     

    Se anche tu vuoi sostenere CampiAperti in questa domanda alle istituzioni firma la petizione

    chiedi  informazioni ai mercati al banchetto informativo o ai produttori.

  • PRANZI BIO A CURA DI làbas IN PIAZZA VERDI

     
    MERCOLEDì 2 OTTOBRE 12.30
    TORNANO I PRANZI IN PIAZZA VERDI organizzati dal Labas

    IL CIBO BIO NON PUO' ESSERE UN LUSSO!


    1 euro può bastare: the future against the crisis!



    La politica di austerity produce i suoi amari frutti: frutti al sapore di speculazione, aumento dei prezzi, privatizzazione dei servizi, disinvestimento in formazione e ricerca, povertà dilagante.



    Bologna, la sua composizione giovanile, studentesca e precaria oggi vive la crisi quotidianamente, attraverso la questione del caro-affitti ormai alle stelle, di studentati chiusi, case sfitte, abbandonate e con un diritto allo studio costantemente ostacolato se non negato.

    La retorica impone sacrifici, noi rispondiamo con un immaginario che parli di alternativa.

    In un contesto in cui la proprietà diviene sempre più prepotentemente sinonimo di rendita, fare un pranzo biologico a poco prezzo è un piccolo esperimento per ribaltare il concetto di proprietà privata attraverso pratiche che creino una società altra, diversa, lontana dai classici meccanismi propri del neo-liberismo, ai quali oppone invece condivisione, socialità e riappropriazione collettiva.

    E questo, come il mercato biologico dei produttori locali, genuini e clandestini di Campi Aperti del mercoledì pomeriggio a Làbas, è solo uno dei progetti che quotidianamente dispieghiamo dentro e contro la crisi, per affermare il nostro diritto alla città attraverso le pratiche del "comune".

    PRANZO SOCIALE IN PIAZZA VERDI
    MERCOLEDì 2 OTTOBRE 
    ORE 12,30

    Làbas occupato