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  • OGM: TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E SOVRANITÀ ALIMENTARE

    Verso Genuino clandestino 16-17-18 maggio a Roma – introduzione al tavolo no ogm

     L’uso degli Ogm (Organismi geneticamente modificati) è l’ennesima soluzione che le multinazionali propongono a problemi che esse stesse hanno creato. Le multinazionali dell’agrochimica, infatti, per affermare il loro monopolio hanno brevettato il materiale genetico, accreditandosi come inventori e rendendo legale il sopruso sula natura e illegale la sua tutela, come lo scambio e la conservazione delle sementi antiche e autoctone

     Ciò che sta avvenendo in Friuli Venezia Giulia, è paradigmatico, diversi agricoltori hanno seminato e continuano a seminare OGM, illegalmente ma impuniti.

    L’attuale sistema agroindustriale ha un ruolo fondamentale nel dissesto ecologico in cui versa il nostro pianeta. Per produrre cibo si consumano più risorse energetiche, idriche e naturali di quante poi vengono reimmesse nel ciclo vitale della Terra, portando con sé inquinamento, riduzione della biodiversità e gravi problemi sociali, contribuendo in modo sostanziale al Riscaldamento Globale.

    La questione degli Ogm, è direttamente connessa alla necessità di un cambiamento delle relazioni sociali ed economiche nella loro globalità, guardando a produzioni alimentari proporzionate ai reali bisogni dei territori e a favore di un agire produttivo rispettoso della natura, oltre che dei diritti dei piccoli agricoltori.

    A partire da queste considerazioni sugli Ogm, l’invito è di individuare delle linee di un agire collettivo finalizzato a scardinare le logiche dell’agroindustria, il No OGM e’ un netto No a questa agricoltura, intensiva e monoculturale.

    • Quali azioni intraprendere per coinvolgere e sensibilizzare gli agricoltori verso altri modi di pensare e fare agricoltura?
    • Analisi e riflessioni sulla normativa vigente che regala la coltivazione di piante ottenute con manipolazione transgenica (ovvero tra organismi con DNA distanti tra loro), revisione delle norme attuali fino alla modifica/abolizione dei TRIP’s (Trade Related Intellectual Property Rights, cioè diritti di proprietà intellettuali collegati al commercio), per la tutela e il diritto alla “sovranità alimentare” di ciascun popolo.
    • Come sostenere i “contadini custodi di biodiversità”, che producono varietà tradizionali e locali, perfettamente adattate a un ecosistema, in grado di rispondere efficacemente ai bisogni specifici del territorio in cui vengono coltivate e allevate e non essere a uso esclusivo e servile delle logiche mercantilistiche di poche multinazionali?
    • Come sostenere una ricerca libera e accessibile e soprattutto realmente correlata alle concrete esigenze della produzione alimentare in relazione al Riscaldamento Globale?
    • Come costruire un movimento sociale ampio e incisivo, al di là delle differenze, organizzando o sostenendo tutte quelle pratiche e forme di lotta a tutela della biodiversità e contro la produzione, la trasformazione, la commercializzazione e il consumo di Ogm in Italia e all’estero? Quali azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento attivo dei consumatori/co-produttori, attraverso nuove relazioni tra contadini e cittadini, anche a partire dalla prossima Expo 2015? 
    • Come condividere un’agenda comune per la tutela della biodiversità e contro gli Ogm?
  • Salvatore Ceccarelli – una persona illuminata

    Visto che Salvatore Ceccarelli è incline a scherzare per prenderlo in giro gli ho fatto questa domanda: "ma lei è un genetista che è diventato comunista o un comunista che ha fatto il genetista?"

    Mi ha risposto "io mi considero una persona illuminata. Mi dispiace solo che l'illuminazione sia arrivata tardi nella vita" Ha detto queste parole in modo così candido e sincero che sono rimasto un po’ incantato.

    Effettivamente Ceccarelli è una persona illuminata e indica una via da seguire.

    CampiAperti dovrebbe iniziare a  lavorare sui semi, ce lo stiamo dicendo da tempo. In parte lo abbiamo fatto con il corso di autoproduzione delle piantine tenuto da Cesaretto. Ma siamo così schiacciati dalla preoccupazione di rimanere vivi che, malgrado i buoni propositi, non siamo mai riusciti a partire veramente. Alcuni si stanno muovendo in modo autonomo: Max e Alda con i loro esperimenti di autoproduzione delle sementi, Silvia con il suo vivaio in avviamento, i cerealicoltori di grani antichi con i loro esperimenti.. Ma sino ad ora non siamo riusciti a raccogliere le forze per un progetto comunitario. Ci servono forze nuove e competenze in materia.

    CHI CI AIUTA?

    carlo

  • Intervista a Vandana Shiva

    Un'interessante intervista a Vandana Shiva di Giuditta Pellegrini su Terra Nuova.

  • Manifestazione NO-OGM all’Efsa, Parma

    ogmDi seguito pubblichiamo un report sui gravi fatti di oggi all'EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare; segue comunicato dei centri sociali dell'Emilia-Romagna, delle Marche e del Nord-Est che avevano organizzato l'iniziativa.

     

    Ciao a tutt*,

    stamattina la coalizione di centri sociali dell'Emilia-Romagna, delle Marche e del Nord-Est hanno invaso l'EFSA a Parma, nell'ambito della campagna di lotta contro gli OGM per la sovranità alimentare, contro il biocapitalismo della terra. 

    L'iniziativa si è svolta occupando prima l'atrio (spargendo semi biologici, portando frutta biologica e attaccando adesivi con la scritta NO OGM), spiegando al megafono le ragioni della protesta alle numerose persone presenti, poi con un piccolo corteo interno. Alla conclusione dell'iniziativa però c'è stata una "malagestione" (per dirla in maniera gentile….) delle forze dell'ordine. Prima hanno tentato di non farci uscire dal palazzo dell'EFSA, tentando di chiudere i cancelli e spingendoci via. Una volta riusciti ad uscire ci hanno inseguito insultandoci e minacciandoci, non facendoci ritornare ai mezzi, sfociando infine in una carica a freddo partita alle nostre spalle, nella quale sono state ferite ragazze e ragazzi in maniera pesante (una di queste è una delle ragazze che segue Làbimbi a Làbas, che è stata prima presa a calci sullo stomaco, poi manganellata in faccia – ora è in ospedale e non si sa se ha lo zigomo rotto – e sulla schiena). Dopo essere riusciti ad arrivare in centro siamo stati bloccati e circondati su uno dei ponti di Parma, e quindi impossibilitati ad andar via. Dopo numerose discussioni e una conferenza stampa accerchiati dalla polizia, siamo riusciti ad andar via, senza essere identificati.

     

    Comunicato

    Cibo, terra e comunità: contro gli OGM per la sovranità e la sicurezza alimentare contro il biocapitalismo della terra. Con l'occupazione dell'EFSA, l'Authority Europea per la Sicurezza Alimentare, oggi rilanciamo pubblicamente una campagna di conflitto aperto e diretto contro l'introduzione degli OGM in Italia e in Europa.
    Centri sociali, ambientalisti, attivisti, agricoltori, in molti ci stiamo organizzando  con la rabbia degna che anima gli agricoltori dal sudamerica all'india, le comunità rurali di tutto il mondo riunite ne La Via Campesina, i fauchers francesi che hanno respinto la Monsanto cacciandola dalla terra.
    Le colture OGM, così come l'agricoltura industriale, esercitano una violenza inaccettabile sull'agricoltura, sull'ambiente e sui nostri corpi. Gli OGM non hanno altra ragione di esistere che il profitto delle multinazionali che li producono e il controllo che consentono sulla catena alimentare e l'agricoltura: il pensiero magico che li accompagna è solo un contrabbando ideologico. Non sono più produttivi, inducono un utilizzo smodato e crescente di diserbanti, disastrosi per l'ambiente e pericolosi per la salute, e determinano l'insorgere ormai incontrollato di infestanti e insetti resistenti, pongono serie criticità e preoccupazioni per l'effetto sulla salute umana.
    Con le altre monocolture intensive sono tra le principali cause dei cambiamenti climatici e della crisi ecologica. Riducendo la biodiversità, impoverendo i terreni e introducendo l'inaccettabile principio del copyright minano alle radici la sicurezza e la sovranità alimentare, la libertà di scelta e di produzione di cibo delle comunità, la condivisione delle risorse alimentari. Tutto questo è inaccettabile e non siamo disposti ad attendere lo svolgersi dei giochi di ruolo delle lobbies: non lo fanno coloro che si fanno agenti delle multinazionali, che forzano la legalità, in Friuli come in altre parti d'Europa, e forzano soprattutto i confini del bios con conseguenze irreparabili. Per questo oggi abbiamo occupato l'EFSA, l'Authority che dovrebbe garantire la sicurezza alimentare ma che sicuramente nel caso degli OGM garantisce soltanto, insieme alla Commissione Europea, una facile via di accesso alle multinazionali.
    Non un parere negativo è stato mai espresso: a detta dell'EFSA perché il livello scientifico delle richieste è sempre stato molto alto. Stranamente però molti governi e scienziati sono spesso stati in profondo disaccordo con questa conclusione basata su documentazione fornita dalle stesse multinazionali senza alcuna verifica indipendente e quasi sempre a partire da dati non pubblicati. Le linee guida di EFSA per il processo di valutazione dei rischi sono scandalose.
    – Le multinazionali hanno la totale libertà di determinare gli elementi essenziali per la valutazione del rischio, e le metodologie prese in considerazioni sono state formulate da, o con, tecnici che lavorano per le stesse multinazionali. – L'elemento principale del processo, la “valutazione comparativa del rischio”,  gemella della “sostanziale equivalenza” dell'ente USA, fu definito da scienziati (in particolare Kuiper e Kok) che lavoravano per l'ILSI, un istituto finanziato dalle multinazionali biotech, in collaborazione con personale alle dirette dipendenze delle stesse multinazionali (Monsanto, Bayer, Dow, Syngenta), e che poi ricoprirono cariche di primaria importanza nella valutazione del rischio per gli OGM. EFSA seguì successivamente il suggerimento di ILSI di ritenere la valutazione comparativa l'elemento principale del processo di valutazione e, in pratica, una valutazione in sé anziché soltanto il primo di una serie di passaggi obbligatori.
    – La valutazione comparativa non ha un reale valore scientifico, come minimo perché non ha nessuna definizione quantitativa e non tiene conto della specificità genetica che non ha niente a che vedere con l'ereditarietà e la normale regolazione genica. Nonostante ciò sarebbe sufficiente a rigettare le piante OGM, se fosse applicato rigorosamente. Infatti è dimostrato che le piante OGM NON sono “sostanzialmente equivalenti” alle piante non-OGM da cui sono derivate poiché mostrano importanti differenze nei nutrienti e nelle proteine, nonché nel livello di tossine e allergeni (nel qual caso queste differenze sono classificate come “non biologicamente rilevanti” dagli stessi scienziati che hanno definito le linee guida). Il trucco usato dalle multinazionli è di attuare la valutazione comparativa non tra la pianta OGM e la linea isogenica non-OGM da cui è derivata ma con un database vastissimo che include molte varietà non isogeniche, coltivate in luoghi e tempi diversi (alcune anche più di 50 anni fa), in modo da ampliare la variabilità di riferimento includendo anche varietà inusuali con valori atipicamente alti o bassi di alcune componenti. EFSA riconosce validi questi stessi database creati dalle multinazionali senza richiedere alcuno studio più rigoroso. (E tutto ciò, notiamo, è addirittura contrario alla direttiva Europea sul rilascio di piante OGM)
    – Non è richiesta la valutazione degli effetti combinati di differenti erbicidi o differenti tossine espresse dalla pianta, nonostante gli effetti sinergici non siano prevedibili o conosciuti. – Non è richiesta la valutazione a sé stante di piante che combinino più tratti genetici specifici.
    – Non è richiesta una valutazione degli effetti su organismi non-target a tutti i livelli della catena alimentare, ma solo dei livelli più bassi, né è richiesta una valutazione completa degli effetti cumulativi a lungo termine.
    – Non c'è alcun obbligo esplicito per la pubblicazione dei dati sperimentali prodotti dalle multinazionali, in modo che essi siano accessibili per studi indipendenti. A questo proposito, nota un editoriale di Scientific American (13 agosto 2009), “è impossibile verificare che le piante ogm si comportano come viene detto [..] perché le compagnie biotech hanno il potere di veto sul lavoro di ricercatori indipendenti [..] Solo studi che siano stati da loro approvati approdano alle riviste [..]”.
    Tutto questo è inaccettabile e renderebbe ridicolo, se non fosse oltraggioso, la pretesa delle direttive europee in materia di coltivazione delle piante OGM, per le quali la valutazione della loro sicurezza è affidata a livello Europeo proprio a EFSA. E se non bastasse, sarebbe sufficiente incrociare le dichiarazioni della Monsanto: “Monsanto non dovrebbe dover rispondere della sicurezza del cibo biotech. Il nostro interesse è di venderne il più possibile. Assicurarne la sicurezza è il lavoro delle agenzie governative (FDA, l'agenzia USA per la sicurezza alimentare, corrispettivo di EFSA). Philip Angell, Monsanto’s director of corporate communication, NYT magazine, 25 ottobre 1998" con quelle di EFSA, così come appaiono dalle sue linee guida: “Non è previsto che EFSA produca studi indipendenti, poiché è onere del proponente di dimostrare la sicurezza della pianta GM in questione” per comprendere come la questione degli OGM è esattamente quello che appare: un conflitto aperto fra il biocapitalismo e la libertà per la difesa della terra, del cibo, della salute e dell'ecosistema.
    Coalizione Centri Sociali dell'Emilia Romagna, Centri sociali del Nord est e Centri sociali delle Marche.
    Rassegna stampa:
    http://www.globalproject.info/it/in_movimento/parma-no-ogm-occupata-la-sede-dellefsa-le-forze-dellordine-aggrediscono-gli-attivisti/16747
    http://www.globalproject.info/it/in_movimento/parma-iniziativa-no-ogm-allefsa-la-polizia-provocatoriamente-carica-gli-attivisti-una-giovane-ragazza-colpita-violentemente-in-faccia/16745 http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4564 http://parma.repubblica.it/cronaca/2014/03/20/news/centri_sociali_contro_l_efsa_tensione_in_viale_piacenza-81430476/ http://radio.rcdc.it/archives/scontri-parma-efsa-135834/

  • Assemblea delle aziende agricole di ortofrutta 6/febbraio 2011

    Assemblea delle aziende agricole di ortofrutta 6/febbraio 2011

    PROGETTO PROBER CAMPIAPERTI

    Michele spiega la situazione attuale della maggior parte delle aziende agricole di CampiAperti: ogni azienda si rivolge ad alcuni vivai (a volte bio a volte misti). Le piantine che i vivai vendono sono ogni anno nuove (“migliori”) e ibride. Questo rende difficile riavere delle piantine con cui ci si era trovati bene l'anno precedente. Le sementi usate dai vivai la maggior parte delle volte poi sono di multinazionali.

    La proposta di PROBER a Campiaperti è la selezione partecipata di sementi in collaborazione con ARCOIRIS.

    Arcoiris, quale azienda produttrice di sementi, ha già scritto un questionario per le aziende di CampiAperti, questionario che a breve Michele manderà in lista e io darò a mano a chi non legge la mail.

    Arcoiris dispone di personale qualificato che può assegnare sementi diverse alle diverse aziende in base alle necessità e così aiuterebbe ad organizzare il lavoro di selezione che CampiAperti vorrebbe fare. Come dice Romano, infatti, il progetto delle sementi per CampiAperti dovrebbe esistere indipendentemente da prober.

    La parte ancora mancante per l'avvio del progetto sono i vivai con cui collaborare. Prober sta infatti cercando di costruire una rete tra i produttori e i vivaisti, parte organizzativa mancante per la distribuzione delle sementi e delle piantine.

    Ad ogni azienda questo progetto dà diverse possibilità di collaborazione. Ad esempio sementi che aziende agricole già possiedono possono essere utilizzate per alcune sperimentazioni.

    Alcune aziende agricole potrebbero usare parte della propria terra per produrre piantine con quei semi (una volta selezionati) da vendere poi ad arcoiris.

    Questo però solo nel caso in cui le aziende siano certificate biologiche.

    Per Carlo questo progetto è molto importante perchè costituisce una virata rispetto agli IBRIDI, per tornare a fare la selezione delle sementi nella propria azienda agricola. E' molto importante che CampiAperti dia dei suggerimenti per l'organizzazione di questo progetto, individuando delle priorità.

    Gli ibridi sono stati introdotti nel mercato per varie caratteristiche, tra cui la contemporaneità di maturazione che garantiscono, cosa che alle piccole aziende agricole interessa relativamente.

    A questo punto ci sono stati vari interventi in cui ciascuno esprimeva le proprie priorità.

    Per Carlo sarebbe interessante lavorare sui pomodori da conserva, il cui seme è ibrido, tipicamente industriale. Quello che dà habitat è selezionato per grande irrigazione e concimazione.

    Melanzane: problema della senescenza

    Peperoni: problema della maturazione precoce e della scottatura.

    Per le autunnali invece il problema è la resistenza al freddo.

    Per Emilio l'importante è la rusticità di base di tutte le sementi, cioè che non siano pensate per essere più efficienti con alta irrigazione e concimazione, altrimenti le piccole aziende agricole già sono svantaggiate nella loro scarsezza di risorse (di acqua spesso).

    Per Michele sarebbe interessante lavorare su un seme di zucchino bolognese non ibrido resistente all'oidio.

    Per Alessandro sarebbe importante lavorare per aumentare il patrimonio genetico dei semi di CampiAperti, e per recuperare vecchie sementi.

    Così anche dice Stefania e Corrado.

    Michele dice che per i contadini della Valsamiggia è difficile perchè quella non è mai stata una zona di ortofrutta, quindi non ci sono sementi autoctone. Al contrario ad esempio dei napoletani e dei romani che hanno ancora i semi dei nonni.

    Il problema poi, come dice Corrado, anche se attingessimo a varie banche di semi, come la rete di semi rurali, è come orientarsi. Se non conosciamo quelle sementi, come facciamo a sapere quale sarebbe più adatta alla nostra situazione? Per questo l'assistenza di arcoiris potrebbe essere importante per iniziare il lavoro.

    Germana vorrebbe sperimentare tipi di ortaggi invernali del centro europa. Le rape, ad esempio, al nord ne hanno moltissimi tipi e le conoscono bene. Questo permetterebbe di avere ortaggi invernali più differenziati (non solo cavoli). Anche altri ortaggi da foglia o spinaci resistenti al freddo.

    Alberto Montanari dice che la difficoltà è quella di far riprodurre le sementi. Si chiede perchè dovremmo affidarci ad arcoiris

    Corrado chiede se con prober sarebbe possibile organizzare un percorso di formazione per vivaisti.

    Carlo propone di organizzare una serie di corsi su come seminare le piantine. Quale terriccio usare? A che ora farlo?

    Alda dice che le piacerebbe fare ricerca anche sui legumi. Ad esempio il borlotto a pieno campo, che così sarebbe più facile da trebbiare

    Elenco delle aziende che hanno data la disponibilità a collaborare:

    Il granello

    Cà Battistini

    Sole Sereno

    Dulcamara

    Paola Tontini

    Fattoria Margherita

    Angirelle

    Giuseppe Begatti

    Un animale per amico

    La Sega

    Roberto Risi